giovedì 21 ottobre 2010

Questa politica che delega al manganello

Marco Cedolin
La distanza siderale che separa il "mondo dorato" in cui alligna la classe politica ed il paese reale dove i cittadini si dibattono fra paure, incertezze e problemi (spesso più grandi di loro) di svariata natura, sta facendosi ogni giorno che passa più siderale.
La politica del nostro tempo vive esclusivamente di autoreferenzialità e ha ormai perso irrimediabilmente la capacità di rapportarsi con quella gente che a scadenze fisse è chiamata a delegare, gettando una scheda nell'urna, il proprio rappresentante. Un personaggio di "plastica" il politico, telegenico e dai modi accattivanti che si rapporterà con lei solo attraverso lo schermo TV, dove parlando a nome di tutti coloro che lo hanno votato (e perciò dello stato e della legalità) annuncerà immancabilmente decisioni deputate ad accrescere i problemi, le paure e le incertezze di cui sopra.
Quando la misura è colma, e negli ultimi mesi sta accadendo sempre più spesso, i cittadini scendono in strada, domandando un confronto e pretendendo delle risposte. Ma la classe politica non ha risposte e non possiede neppure l'umiltà necessaria per scendere dal suo mondo dorato ed entrare nel merito dei problemi delle "persone normali", problemi il più delle volte da lei stessa generati.
Ecco allora che l'unica risposta plausibile per chi vive fra auto blu, festini alla coca nei salotti che contano, rotocalchi televisivi, tangenti ormai legalizzate sotto forma di consulenze e panegirici autoreferenziali, consiste nel lasciare spazio allo strumento che più di ogni altro risulta in grado di essere convincente, senza oltretutto permettere alcuna replica.


Manganellate in Val di Susa, dove i cittadini che si oppongono ad un'opera devastante ed economicamente disatrosa non hanno mai visto gli uomini politici di riferimento "uscire" dalla TV per fornire spiegazioni ed intavolare un confronto, ma in compenso hanno sentito la gragnuola di manganellate sulle loro teste, finendo spesso e volentieri all'ospedale.

Manganellate a Terzigno, dove la popolazione destinata a venire avvelenata da una discarica abusiva sotto il controllo dello stato non hanno mai avuto l'onore di vedere scendere fra loro un qualche politico fra quelli che hanno deciso di annientare il loro futuro. Ma tutte le notti vedono scendere i manganelli, in un'escalation di violenza durante la quale la polizia ha ormai violato qualsiasi regola propria di uno stato civile.

Manganellate a Cagliari, dove i pastori ridotti sul lastrico, con le proprie case e le proprie aziende ormai all'asta, domandavano un confronto con la giunta regionale. Ed hanno ricevuto in cambio bastonate e lacrimogeni lanciati in maniera criminale ad altezza uomo. Con la risultante che Roberto Fresi, pastore di Sassari, oltre alla casa rischierà di perdere anche un occhio.

E ancora manganellate sugli operai che protestano per essere stati messi in mezzo ad una strada, manganellate sugli studenti che domandano perché sia negato loro un futuro. Manganellate sugli ambulanti che occupano la tangenziale chiedendo spiegazioni (e non ricevendole) in merito alla direttiva Bolkestein (firmata in segreto) che metterà a rischio il mestiere che offre loro da vivere.
Manganellate ai tassisti, agli allevatori, ai precari. Manganellate a Chiaiano, ad Acerra, a Vicenza e in molte altre occasioni che sicuramente abbiamo dimenticato.

Manganellate non contro teppisti, violenti o facinorosi, ma contro semplici cittadini che legittimamente chiedono conto di decisioni che hanno rovinato e rovineranno loro la vita.
Manganellate ordinate da chi ha paura di uscire dalla TV, da chi rifugge ogni confronto, da chi ritiene che una volta blindata la rappresentanza in parlamento il manganello rappresenti l'unico strumento di confronto con il cittadino.

Resta solo da domandarsi se questa consorteria ormai imprigionata nei pixel del teleschermo, pensi veramente di delegare alle forze dell'ordine e al manganello, la ricomposizione di tutti i disastri che sta creando nel paese. Manganellare chiunque osi alzare la testa e far sentire le proprie ragioni, restando nascosti nelle stanze del potere, potrà anche essere una strategia che paga, ma sicuramente solo nel breve termine. Quando ad alzare la testa saranno in troppi ed i manganelli non basteranno più non resterà loro che uscire dalla TV, dove il mondo sta tornando in bianco e nero ed anche i vip delle politica riacquistano la natura di esseri umani. Che soffrono, piangono, lottano e sono tenuti a dare risposte.

8 commenti:

Simone ha detto...

Caro, carissimo Marco Cedolin.
Purtroppo questi episodi che descrivi potrebbero bencostituire il terzo capitolo della mia tesi secondo cui la democrazia parlamentare, lungi dall'essere l'opposto del totalitarismo, ne è invece un sottoinsieme ( i primi due "capitoli" sono le mie riflessioni sull'uso della violenza e della repressione su vasta scala da parte della democrazia stessa e l'autogiustificazione filosofio-popperiana).
Qui affronti il tema della violenza spiccia, quella immediata sull'individuo che non accetta, che non si lascia omologare al potere e dal potere.
E poi vogliono farci credere che i violenti sono gli skinhead, gli autonomi, gli ultras.
Certo, tra la gente comune sì.
Ma i liberal democratici non si sporcano le mani, ingaggiano picchiatori professionisti in divisa per fare il lavoro sporco e raddrizzare chi, col pensiero e l'azione, turba il loro quieto vivere.

Ad infima...

Luka78 ha detto...

Marco, hai scritto un bel pezzo pieno di sentimento. Il sentimento di un cittadino che ormai non ne può più di non essere considerato e, di logica conseguenza, non più tutelato.

La politica, che è sempre stata da una parte totalmente opposta dalla REALE vita quotidiana, è scivolata - credo ormai da inizio millennio - in un mondo parallelo sempre più sfacciato, la cui linea di demarcazione con la vita di noi comuni mortali, si allarga sempre più. E ultimamente si sta accelerando.
Hai avuto, quindi, la mia stessa impressione.

Da qualche mese ( non che prima non lo fosse ), da come notiamo, quando la gente alza la testa, a causa dell'esasperazione alle mancate risposte o a scelte scellerate, subisce solo manganellate e offese.

Da questa estate ad oggi, oltre all'elenco che hai scritto, non possiamo non ricordare le manganellate ai terremotati che a Roma protestarono contro la "riattivazione" delle tasse ( domanda accolta. Classico zuccherino, però )

Lor signori vogliono un popolo distratto, si sa, ma dovrebbero capire che fuori dai palazzi, c'è vita, c'è tanta gente, ovvero coloro che lavorano, pagano le tasse e si rompono la schiena. E mi dispiace ricordarglielo, ma è sempre stato così, non è una novità degli ultimi anni.

Ma tutto ciò è la dimostrazione, comunque, di una buona fetta della popolazione che:

non avendo piena consapevolezza di se stessa;

non avendo un grosso senso civico;

essendosi lasciata cullare dall'appiattimento culturare a suon di partite di calcio ( sempre più invadenti ), reality show e panzane televisive da devastazione mentale,
ha permesso questo scivolamento della cosiddetta classe dirigente ai livelli in cui si trova tutt'ora e in cui, ormai, un Italia serva di poteri forti e priva di sovranità nazionale, non farà altro che peggiorare la situazione con leggi e regolamente utili per pochi e scomodi per tutti.

Non so se la situazione possa essere recuperata, ma se fosse affermativo, tanto, troppo bisognerebbe fare. Prima di tutto, togliere le nostre abitudini decennali e poi levare quelle di questo ultimo decennio che, a parer mio, ha visto ( almeno qui in Italia ) una velocizzazione nell'appiattimento delle coscienze.

Luka78

Albatros ha detto...

Condivido il contenuto del post: le reazioni della gente all'assenza di risposte dei politici, la critica sull'eccessivo uso del manganello, le conclusioni. Certamente se siamo arrivati a questo punto, non siamo esenti da responsabilità forse abbiamo delegato troppo, preteso poco, siamo stati troppo accomondanti. Una cosa sola ho trovato "fuori misura", magari fraintendendo: l'equiparare le forze dell'ordine a delle squadre di picchiatori professionisti in divisa, lo trovo fuori luogo. Ho degli amici che lavorano in polizia e non mi sembrano dei picchiatori, anzi. Purtroppo come la storia ci insegna, la guerra la fanno i poveri. Dimostranti e forze dell'ordine si scambiano manganellate, quando chi veramente le merita, perchè falso e in malafede, sta comodamente seduto in poltrona. Le parole hanno un potere immenso, ritengo occorra usarle per attribuire le giuste responsabilità... Se usate male, possono distrarre, distogliere l'attenzione dal reale problema.

Anonimo ha detto...

Caro Marco, ti invitiamo a leggere questo articolo sulla rivista 7. Noi ci siamo rimasti molto male. E loro danno le manganellate.

http://www.mareasistemi.com/rivista%20tecnica/INDICE%20RIVISTE/INDICE%20RIVISTE%20MAREASISTEMI.html

marco cedolin ha detto...

Carissimo Simone,
se affrontassi temi di questo genere si tratterebbe certamente di una tesi estremamente interessante....

Condivido pienamente la tua riflessione.

marco cedolin ha detto...

Caro Luca,
grazie per l'integrazione all'articolo, in effetti sono molti gli accadimenti che ho trascurato per breviloquenza.
In tutta onestà non so neppure io se la situazione possa essere recuperata e se si come e da chi.

marco cedolin ha detto...

Gentile Albatros,
lungi da me l'intenzione di qualificare le forze dell'ordine nel loro insieme come squadre di picchiatori.
Ci mancherebbe altro, anche io ho amici poliziotti, e oltretutto occorre tenere conto del fatto che le squadre antisommossa rappresentano una percentuale esigua se rapportata agli agenti in servizio.
Detto ciò all'interno dei reparti antisommossa esiste una certa quantità di esaltati che non disdegnano di accanirsi nel picchiare selvaggiamente una donna a terra. Ma certo questa realtà non caratterizza come esaltati tutti i poliziotti.

Fermo restando il fatto, da te giustamente sottolineato, che i mandanti dei problemi sono altrove e gli scontri con la polizia rappresentano solamente una guerra fra poveri assolutamente priva di senso. Una guerra riguardo alla quale molte persone (poliziotti per primi)dovrebbero riflettere profondamente.

marco cedolin ha detto...

Gentile anonimo,
leggerò con piacere l'articolo che mi hai segnalato, grazie :-)