giovedì 26 maggio 2011

Bonanni attacca i NO TAV: "Fascisti"

Marco Cedolin

La prima volta (e credo anche l'unica) che il segretario della Cisl Raffaele Bonanni venne in Val di Susa correva l'anno 2006. Nella piccola cittadina di Bruzolo la Filca Cisl, da lui capitanata, aveva organizzato un convegno, finalizzato a spiegare quanto lavoro e ricchezza avrebbero portato in dono i treni veloci.
Nulla di troppo formale, una piccola sala convegni e accanto il praticello sul quale allignavano già belli caldi i barbecue per la braciolata, offerta agli aderenti, portati in loco con un paio di pullmann.
Alla festa gradirono partecipare, benchè non invitati, almeno un centinaio di cittadini NO TAV, con le bandiere che garrivano al vento, ma i visi sorridenti e la massima attenzione a non sporcare per terra.
Quando Bonanni si apprestò a partecipare al convivio, arrivando a bordo di una lunga auto blu di quelle acquistate con i soldi delle nostre tasse, rimase oltremodo sorpreso dell'accoglienza, ma si spaventò più di quanto fosse lecito attendersi da un omone della sua stazza. Invitato a scendere ed instaurare un dibattito civile, nela sala già pronta e allestita per l'occasione, preferì dimostrarsi un "coniglio bagnato", andò in esandescenze e senza neppure aprire il finestrino, ordinò all'autista d'invertire il senso di marcia, fuggendo con l'auto che sgommando si allontano a gran velocità.....
Al suo posto scese invece dalla propria auto il parlamentare del PDL Roberto Rosso (che era fra gli invitati) e accompagnò i cittadini NO TAV nella sala, dove s'intrattenne con loro per oltre un'ora in una fitta discussione che rimase sempre civile, senza che accadessero incidenti di sorta, tanto che al di là delle posizioni comprensibilmente differenti, alla fine lui stesso si complimentò per il grado di preparazione e la grande civiltà dimostrata da coloro che gli erano stati descritti come pericolosi facinorosi.

Oggi, sulle pagine di Repubblica, quello stesso Bonanni che nel 2006 rifuggì il confronto civile e che da allora getta tutti i giorni pietre sulla testa dei lavoratori italiani, ha dichiarato con l'improbabile fermezza di un coniglio bagnato: "I manifestanti che lunedì a Chiomonte hanno aggredito i lavoratori sono dei fascisti che fanno violenza", aggiungendo "reagiremo" e promettendo "un'iniziativa a Chiomonte per difendere la dignità dei lavoratori che sono lì per guadagnarsi il loro stipendio".

Il tutto naturalmente mentre rimaneva chiuso dentro la sua auto blu, senza avere cognizione dei fatti di cui stava parlando, e soprattutto senza avere mai interloquito con uno solo di quei "fascisti" da lui etichettati tali, perchè ostinati a difendere il futuro della terra in cui vivono.
Prima di nutrire l'ambizione di difendere la dignità dei lavoratori, bisognerebbe sforzarsi di ritrovare la propria, ma in tutta evidenza ancora una volta il "buon" Bonanni ha perso il "treno" per riuscirci.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Marco, il signor Bonanni è la stessa persona che sul caso della centrale Enel di Porto Tolle, la cui riconversione a carbone è stata per fortuna fermata dalle associazioni che hanno ancora a cuore l'ambiente in cui viviamo, e che ora vede indagate un sacco di persone, definiva "...davvero scandaloso il rimpallo tra Tar e Consiglio di Stato, tra governo locale e governo nazionale che, di fatto, stanno bloccando la riconversione a carbone pulito della centrale".
Al signor Bonanni non sfiora nemmeno l'idea che già dire "carbone pulito" è una presa per i fondelli...poi una centrale a carbone messa vicino al parco del Delta del Po...beh non lascia spazio ad ulteriori commenti.

Perché ci dobbiamo tenere queste persone?? Sono questi i sindacalisti che pur di avere industrie che diano lavoro accettano qualsiasi cosa?