giovedì 2 febbraio 2012

Monti in TV, che monotonia

Marco Cedolin
L’usuraio al timone dell'Italia deve considerarsi particolarmente telegenico, a giudicare dalla quantità di comparsate sul piccolo schermo delle quali si rende regolarmente protagonista. Comparsate che se in Italia esistessero ancora un governo ed un’opposizione (sia pur di facciata) avrebbero provocato un profluvio di polemiche, laddove invece le lezioni in TV del professor Monti vengono accolte con acquiescente bonomia.
Nel corso dell’ultimo show televisivo, in quel di Matrix su Canale 5, il banchiere filosofo ha pensato bene d’iniziare a preparare la strada per lo smantellamento del mondo del lavoro (o meglio di quello che ne resta) prossimo venturo, scagliandosi in una filippica contro il posto fisso, come già avevano fatto in molti (con qualche eccellente eccezione) prima di lui negli anni passati.
“I giovani devono abituarsi all'idea che non avranno un posto fisso per tutta la vita. E poi, diciamolo, che monotonia. E' bello cambiare e accettare delle sfide”. Sono state le parole con le quali ha sintetizzato il concetto che la precarietà dovrebbe essere accettata di buon grado dai giovani (i meno giovani ormai sono caduti in un oblio senza fondo come se a 40 anni l’unica prospettiva praticabile fosse quella del suicidio), in qualità di sfida elettrizzante, dispensatrice di adrenalina e gioia di vivere…..


Si potrebbe filosofeggiare a lungo sul concetto di monotonia, dal momento che la sensazione ha carattere largamente soggettivo, però prendendo per buono lo spunto del professore al servizio dell’usura, non si può evitare di sottolineare come tutte le società che hanno attraversato il corso della storia siano sempre state fondate sui pilastri del posto fisso e della monotonia, così come lo è altrettanto  quella  neoliberista, di cui egli si manifesta fra i massimi estimatori.

Alla base di una “monotonia” di fondo allignano i bisogni primari dell’essere umano, che suo malgrado possiede una dimensione corporea , che noiosamente lo costringere a mangiare due volte al dì, a trovare un riparo dove proteggersi dalle intemperie,  a ricoprirsi di “stracci” per non morire congelato e via discorrendo.
Se nelle società primordiali, basate sull’autoproduzione, la caccia, la pesca e l’agricoltura su scala estremamente ridotta, la “monotonia” imposta dal rincorrersi delle stagioni e dalle leggi della fisica poteva essere talvolta stemperata da un certo grado di autonomia del singolo nell’ambito della comunità, progredendo, l’esistenza  dell’essere umano si è fatta man mano più monotona e noiosa, sempre all’insegna della necessità di sopravvivere e rispondere ai bisogni imposti dalla materialità del corpo.

ln completa monotonia il contadino si spaccava la schiena per coltivare la terra prima del nonno e poi del padre, il maniscalco a ferrare i cavalli come imparato dal genitore, e così il fabbro, il commerciante, il tessitore e via discorrendo. E la situazione peggiorò ulteriormente con la rivoluzione industriale, quando larga parte dei lavoratori persero qualsiasi forma di autonomia, trasformandosi in automi al servizio di una fabbrica, dove noiosamente compiere meccanicamente gesti ripetitivi per 12 ore di fila.



Oggi il “progresso” ha mutato radicalmente il nostro modo di vivere e trascorriamo i nostri giorni sommersi da una quantità inusitata di nuovi bisogni fittizi, ma i bisogni di base sono sempre lì, monotoni e noiosi come non mai, tanto quanto quel posto fisso agognato dai più perché indispensabile per soddisfarli.
Continua ad essere estremamente monotona la necessità  d’imbastire il desco due volte al dì e quanta noia nel pagare tutti i mesi la rata del mutuo o l’affitto, regolarmente le bollette per l’elettricità e il riscaldamento, la retta dell’asilo, il pieno dal benzinaio, le spese di condominio, l’assicurazione dell’auto e le altre cento monotone incombenze finanziarie che hanno tutte un comune denominatore: la regolarità.
Non esiste dubbio sul fatto che un lavoro regolare comporti un certo grado di monotonia (il lavoro in sé lo è quando compiuto per necessità e non per piacere), ma si da il caso che nella società neoliberista nella quale viviamo il lavoro regolare rappresenti la prerogativa imprescindibile per la sopravvivenza.
Provate a non pagare il mutuo per qualche mese e verrà Equitalia a portarvi via la casa. Provate a non pagare le bollette e congelerete al freddo e al buio.  Provate a fare la spesa nel mese in cui non lavorate e il desco somiglierà ad una natura morta. Provate a non pagare l’assicurazione dell’auto e ve la sequestreranno. Provate a chiedere un prestito in banca o alla finanziaria e non vi daranno un euro senza che presentiate prova di quel posto fisso monotono e desueto.

Saremmo in molti ad apprezzare una società più effervescente, in sostituzione di quella fondata sulla monotonia, ma se davvero Monti e le banche da lui rappresentate, da filantropi quali sono, hanno a cuore le sorti progressive dell’umanità ed ambiscono a sradicare l’oppressione costituita dalla noia, inizino a dare il buon esempio.
Basta scadenze regolari alle quali dovere far fronte, basta garanzie per ottenere credito, basta gabelle, ticket e prelievi forzosi di ogni genere.
Paghi quando puoi  e se non puoi pagherai il prossimo mese o quello dopo, ecco le parole necessarie per spezzare la monotonia del posto fisso. Tutto il resto è solo una monotona lagna, esperita da un noioso banchiere, che usa impropriamente  la TV per diffondere il verbo dei suoi padroni.

4 commenti:

Brumik ha detto...

Ciao Marco (Cedolin).

Divido il mio commendo in sezioni che corrispondono grosso modo ai vari concetti espressi in questo tuo articolo.

Poiché sono convinto che anche la sola immagine del Becchino in Grigio (attuale presidente "su Consiglio" del Parruccone) che compare sullo schermo televisivo di casa porti sfiga, cerco diligentemente di evitare ogni sua apparizione. Per cui non ho seguito la trasmissione Matrix dell'altra sera, come non seguo più da molto tempo le altre consimili sui canali consimili.
Il dibattito del "lavoro fisso sì/no" confesso che mi ha anche un po' stufato, sia perché richiama l'ormai superato conflitto operaio-padrone del secolo scorso, sia perché nasconde dentro di sé l'insidia della irresponsabilità individuale.
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"L'unica prospettiva praticabile per i 40enni" non è il suicidio, come scrivi tu Marco, bensì il darsi da fare per migliorare il proprio status di cittadino e poi, quale benefica ricaduta, attraverso la "mano invisibile" di Adam Smith, far progredire l'intera società in cui si vive.
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Attraverso il corso della storia le società non si sono mai fondate sul "posto fisso" inteso come lavoro dipendente, bensì sul concetto di casta che nella sua rigidità obbligava gli individui alla "mansione fissa".
La bramosia del "posto fisso di salariato" è figlia della società industriale che ha teorizzato e applicato su larga scala la suddivisione del lavoro. E con questa implementazione, colà dov'è stata concretizzata, il genere umano ha potuto godere di un salto di qualità mai visto prima.
La degenerazione del "posto fisso", invece, è figlia del massiccio intervento dello Stato nella vita dei liberi cittadini. La plumbea coltre della burocrazia statale che ne è scaturita, oltre ad aver immesso nel sistema una perniciosa dose di inefficienza, ha creato una specie di casta dissimulata la quale, avendo come unica mansione quella di emettere normative a raffica, cui si associano i cavillosi moduli da compilare e da consegnare in triplice copia, si è pure protetta da ogni possibile rischio di mercato. Questa è la "casta del posto fisso" che vive e sghignazza alla faccia dei comuni cittadini che, privi di ogni raccomandazione, si trovano a dover produrre beni e servizi per tutti quanti, ma col "posto instabile".

continua

Brumik ha detto...

---- segue da Brumik ----

La regolarità delle scadenze dei pagamenti (bollette, rate, rette, ecc.) non ha nulla a che vedere col "posto fisso", ma ha solo a che fare con la continuità della fruizione del servizio. Sarebbe proprio bello che ognuno potesse mangiare regolarmente, scaldarsi regolarmente, girare in macchina coi piedi all'asciutto (anche se piove) regolarmente, avere la spazzatura di casa portata via regolarmente, e (forse) pagare poi saltuariamente.
Ma riesci ad immaginare, caro Marco, una società organizzata in questo modo? Tutti, ma proprio tutti, sono serviti e riveriti regolarmente e poi pagano il dovuto se e quando riusciranno ad ottenere il "posto fisso". Ma chi fornisce loro tutti questi servizi? Gli Angeli e gli Arcangeli o "Spirito Santo" chiamato Stato?
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Io sono convinto che il portare in giro il sedere per questo mondo per noi mortali non sia una cosa facile e sicura, con destino amico felicemente prestabilito. Qualcuno dall'Alto ha ordinato con ferrea legge che, chi ha l'avventura di nascere su questa terra, (per colpa di una "mela") non può più disporre del... paradiso terrestre, dove tutto gli sarebbe stato offerto gratis e senza sacrifici, ma deve guadagnarsi con impegno e dedizione tutto ciò che gli rende gradevole e man greve la "passeggiata". Ed è per questo che considero il posto fisso contro Natura.
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Il nostro "bene-odiato" presidente del consiglio, come ogni altro individuo che spara corbellerie a raffica, per la legge delle probabilità, può benissimo azzeccarne una buona. E per me questa del disincanto del "posto fisso" gli è andata bene.

Sono gli scopi generali e gli obiettivi cui mira che non condivido nel modo più assoluto. Ma non per questo mi sento di contestare tutto ciò che dice per partito preso.

--Michele

marco cedolin ha detto...

Caro Michele,
come naturalmente avrai compreso, quella dei pagamenti ad interim era una provocazione e non certo una proposta portata seriamente.

Personalmente ritengo che quello del posto fisso sia in realtà un falso problema che ne nasconde uno ben più importante ed imponente.

L'assoluta indisponibilità (non incapacità che sarebbe meno grave) da parte di chi governa il sistema a prodigarsi affinchè questo funzioni un minimo decentemente.
Le persone non hanno bisogno del "posto fisso" più o meno monotono, ma hanno bisogno di poter lavorare con continuità in una maniera che sia logica e consenta loro di vivere dignitosamente il presente, costruendo al contempo un futuro per sè e per la propria famiglia.
Perchè questo accada necessita che esistano prospettive lavorative decentemente retribuite un pò in tutti i settori e che tali prospettive abbiano una sensata valenza temporale.

Quello che si sta tentando di nascondere, attraverso esternazioni prive di costrutto alle quali non solo Monti ci ha abituato è l'assoluta drammatica mancanza di prospettive lavorative a tutti i livelli.
Industrialmente la delocalizzazione selvaggia e la completa mancanza di qualsiasi protezionismo hanno fatto tabula rasa e nel prossimo decennio (ad essere ottimisti) si assisterà almeno ad un nuovo dimezzamento degli occupati.
Il piccolo commerciante è stato immolato sull'altare della grande distribuzione (che a parità di fatturato garantisce solo un decimo della precedente ricaduta occupazionale) e comunque solo un mentecatto (se onesto) oggi aprirebbe in Italia una partita iva ben sapendo che dovrà continuare a pagare valanghe di tasse conteggiate sui ricavi presunti dall'ufficio delle imposte, senza contare i contributi inps per una pensione che non maturerà mai.
I dipendenti statali che (come sottolineasti tu tempo fa) rappresentano un contingente estremamente elevato saranno inesorabilmente destinati a scendere drasticamente.
E potremmo continuare a lungo su questa falsariga.

Lungi da me l'idea che il cammino su questa terra debba ricalcare una passeggiata nell'Eden (anche se non vedo nulla di spiacevole in questa prospettiva) ma il percorso deve consentire ai viandanti di avere delle prospettive concrete che prescindano da una via crucis dove trascinarsi senza senso.
Posto fisso o non posto fisso, lavorare in maniera dignitosa e continuativa deve essere un'occasione per tutti, mentre l'intenzione di chi sgoverna il mondo va esattamente nella direzione opposta.

Anonimo ha detto...

Caro Sign.MARCO CEDOLIN (se mi consente questo termine), qui stanno succedendo delle cose gravissime e nessuno ne parla, possibile che il vostro giornale che seguo con molta attenzione non si sia accorto di questa Forza di polizia Europea e non ne abbia fatto parola? Andiamo oltre ogni ragionevole dubbio.
Spero con tutto il cuore che tu mi smentisca ti mando un link ti Prego dimmi che mi sbaglio.
http://www.altrenotizie.org/es...
Quello che mi chiedo è possibile mai che nessun giornale abbia riportato questa notizia? Ragazzi qui stiamo parlando di una forza di polizia (militare)che non può essere giudicata da nessun stato membro dell'Europa, e un fatto gravissimo non esiste in nessun altro stato una forza di queste dimensioni e con questi poteri.Voi dovete allertare la cittadinanza Italiana e gli altri paesi che ne fanno parte, provate a immaginare per un momento che gli italioti decidano di scendere in piazza pacificamente per protestare contro un governo.....questi arrivano sparano imprigionano persone e poi chissa cosa, (cosa che sta succedendo già oggi), figuriamoci con questi figuri che hanno pieni poteri e non devono giustificarsi con nessuno.Raga se fosse vero IO non voglio una forza di polizia di queste dimensioni e di questi poteri per i miei figli.SVEGLIATEVI CA..O.
Vi chiedo gentilmente se fosse vero di fare un Articolo a Caratteri Cubitali grazie.