Sta
tenendo banco da qualche giorno la polemica sorta intorno alle
"scarpe razziste" dell'Adidas, ritirate dal commercio dalla
multinazionale, in seguito all'ondata di critiche che stando ai
giornali sarebbero emerse, soprattutto sul web, ad opera di
un'agguerrita minoranza di utenti che in quegli scarpini
individuavano un richiamo agli antichi ceppi utilizzati sugli
schiavi neri in America nel XVIII e XIX secolo.
Non intendiamo abusare del
tempo dei lettori, perdendoci in giudizi stilistici sul nuovo modello
dell'Adidas, in verità piuttosto bruttino, o in equilibrismi di
fantasia concernenti presunti richiami agli schiavi d'America, alla
popolazione carceraria o alle pratiche sadomaso, ma intendiamo
concederci una brevissima riflessione....
Sarà un segno dell'isteria
colletiva che caratterizza i "tempi moderni", ma sembra
diventare sempre più preponderante la tendenza alla creazione di
feticci sostanzialmente inutili, all'interno dei quali concentrare in
maniera pretestuosa l'attenzione dell'immaginario collettivo,
distogliendolo dai problemi seri che quell'attenzione la
meriterebbero appieno.
Anzichè contestare le
multinazionali come L'Adidas per le politiche di schiavismo, portate
avanti in giro per il mondo nei vari paesi dove hanno delocalizzato
la produzione e per le operazioni di marketing selvaggio attraverso
le quali sono arrivate a falsare gli esiti delle competizioni
sportive, minando alle fondamenta la correttezza delo sport, si
preferisce stigmatizzare la scarpa con le catenelle, in perfetto
stile radical chic.
In piena sintonia con tanta
sensibilità, il prossimo modello di scarpino, politicamente
corretto, sarà sicuramente sponsorizzato dal commissario delle Nazioni Unite
per i rifugiati e non importerà a nessuno se lo
cuciranno bambini denutriti di 7 anni, annientati dalle catene della
povertà e dai progetti di "sviluppo", portati avanti dalla Banca Mondiale, con
l'appoggio della "società civile" e di tanti benpensanti così sensibili alle catenelle e alla storia degli schiavi d'America, da dimenticare che la schiavitù esiste anche oggi, nonostante la chiamino progresso.
2 commenti:
Amico mio (posso permettermi...?), sei scontato nell atua saggezza ed hai perfettamente ragione!!
Ma ti rendi conto, per capire il livello do coscienza con cui abbiamo a che fare, che una volta alla mia domanda ad un'amica su come la pensasse sugli Ogm (e sai come la penso io http://arcadianet.blogspot.it/2010/05/ogm-organismi-geneticamente-mortificati.html) la sua risposta è stata "potrei abche essere favorevole, basta che facciano delle noccioline a cui non risulti allergica".
Ti rendi conto? Dall'arma biologica all'allergia alle noccioline!!
Caro Simone (permettiti, permettiti ;-) ) purtroppo il livelo di coscienza è mediamente proprio quello che hai sottolineato tu.
Spesso noi che scriviamo e/o leggiamo sul web, abbiamo la sensazione di un grado di maturità e di coscienza delle persone molto superiore rispetto al reale, per la sola ragione che in questa sede generalmente ci rapportiamo con persone molto informate ed altrettanto disposte a "sacrificarsi" per informarsi.
Al di fuori da questa sede i TG ed i giornalacci mainstream sono gli unici sogetti che costruiscono la realtà, ed allora ecco che una nocciolina ogm diventa un'ottima cosa, purchè risolva il mio problema di allergia e una colata di cemento è sempre preferibile ad un prato, perchè ripulisce la zona da tutti quegli insetti ;-)
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