lunedì 9 luglio 2012

L'anticiclone brucia le prove

Marco Cedolin

Se non si trattasse di un gravissimo fatto di sangue, nel quale ha perso la vita una ragazza di 16 anni, la vicenda della bomba esplosa a Brindisi dinanzi alla scuola Morvillo somiglierebbe sempre più ad un romanzo di fantascienza, con gli elementi affastellati alla rinfusa gli uni sugli altri a comporre un minestrone che nessun palato giudicherebbe anche lontanamente commestibile.
L'ultimo inverosimile tassello della saga è costituito da un'esplosione, verificatasi alle 4 di notte una settimana fa ma resa nota solo oggi, all'interno del laboratorio della Polizia scientifica di Roma, per effetto della quale sarebbero andate bruciate alcune delle prove concernenti l'attentato di Brindisi ed il presunto attentatore Giovanni Vantaggiato.
Stando a quanto riportato dai media mainstream, l'incendio che avrebbe provocato l'esplosione non sarebbe di natura dolosa, ma si tratterebbe di un "incidente" causato dall'anticiclone Caronte.....


e dalla mancanza del vento di ponentino che durante le notti precedenti quella dell'esplosione aveva mitigato un poco l'afa.

Sia chiaro che ormai nell'ambito delle indagini concernenti l'attentato di Brindisi nulla riesce più a destare il nostro stupore, trattandosi di un elenco senza soluzione di continuità d'incongruenze e balzane ricostruzioni, assolutamente prive di senso. Tutto, ad iniziare dalla reale natura dell'ordigno, probabilmente molto differente dalle 3 bombole di gas oggetto dei racconti, dalle contraddittorie leggende di timer e telecomandi, dal modus operandi attraverso il quale Vantaggiato avrebbe portato a termine l'attentato, fino al vero movente, ad oggi sconosciuto, che avrebbe indotto il benzinaio a cercare la strage, appare come un coacervo d'ipotesi altamente improbabili, usate per comporre una "creatura" senza né capo né coda.

In tutto questo festival della fantasia onirica non poteva certo mancare l'esplosione che elimina le prove, determinata dal grande caldo e dalla mancanza del vento di ponentino. Naturalmente alle 4 di notte, quando il sole picchia più forte e la canicola si fa davvero insostenibile.

5 commenti:

Luka78 ha detto...

Marco, delle prove bruciate non ne sapevo nulla. Ora vado alla ricerca di questa demenzialità così me le salvo sul computer.

Per quanto riguarda le accuse al benzinaio, come la penso già lo scrissi il 7 giugno scorso nel tuo articolo Berremo anche questa?

Ciao, Marco, a presto.

Luca D'Amico

marco cedolin ha detto...

Stava anche sul Corriere, Luca, ma adesso non la trovo più ;-)

Luka78 ha detto...

Eccolo qui sotto, Marco. Screenshot già fatto, quindi tranquillo se per una cosa o un'altra non riuscissi a conservarti la notizia:

A fuoco il laboratorio della polizia scientifica
Distrutti reperti dell'attentato di Brindisi


A presto.

Luca D'Amico

menici60d15 ha detto...

Dopo il “paradosso di Gettier” del PM Dinapoli che subito dopo l’attentato dice che è stato uno che ce l’ha col mondo e poi viene arrestato uno che dice che ha messo la bomba perché ce l’aveva col mondo; dopo “la fiaccola sotto il moggio” di un asserito attentato “dimostrativo” non percepibile come tale dal destinatario; è arrivata l’autocombustione notturna, in un centro di polizia, a distruggere reperti; o forse solo a proseguire la catena di messaggi anomali. A questo punto non dovrebbe stupire che quest’altra esplosione venga attribuita all’anticiclone Caronte, che come mostra il grafico di Cedolin proviene da Sud; sciarada per sciarada, una “Corrente del Sud”, Southstream in inglese.

http://menici60d15.wordpress.com/2012/05/19/terrorismo-multipronged/

michiamoaldo ha detto...

Sull'argomento mi permetto suggerirvi una lettura estremamente esaustiva sul blog "sulatestadigiannilannes".
Sinceramente non ho parole e spero che i diretti interessati riescano ad avere l'opportunità di leggere anche loro.
Complimenti anche a Voi