tag:blogger.com,1999:blog-36448805157854007892023-11-16T12:26:43.699+01:00marco cedolinmarco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.comBlogger422125tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-12558643369478201472017-08-07T23:50:00.000+02:002017-08-07T23:50:02.054+02:00Un chip nella tua mano<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAEl4yuunxoS8g5upwkZ2Gc6vr3_qsADBporfWvYqsIGatodLCY7EwCaYxQxeV88EjmTaBEwqmX1RGsypwZGzavbB8NMptkB_ktUsnwoVte_pjsk2m_TZsTgeqa7-xbliP2Lke1w0ULLM/s1600/EUIYIN7T7092-k1tB-U11003772036995WsG-1024x576%2540LaStampa.it.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="420" data-original-width="677" height="196" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAEl4yuunxoS8g5upwkZ2Gc6vr3_qsADBporfWvYqsIGatodLCY7EwCaYxQxeV88EjmTaBEwqmX1RGsypwZGzavbB8NMptkB_ktUsnwoVte_pjsk2m_TZsTgeqa7-xbliP2Lke1w0ULLM/s320/EUIYIN7T7092-k1tB-U11003772036995WsG-1024x576%2540LaStampa.it.jpg" width="320" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-weight: normal;">Avevamo
analizzato in un articolo di alcuni anni fa il mondo della <a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2009/11/la-lunga-ombra-degli-rfid.html">tecnologia
Rfid</a></span>, le sue potenzialità ed il suo tanto progressivo
quanto silenzioso ingresso nelle nostre vite.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
L'inserimento di chip
sottocute per svolgere uno svariato numero di funzioni è ormai da
tempo una realtà in continua evoluzione, ma sembra ancora lontano
dal dilagare nella società, grazie alla riluttanza della maggioranza
della popolazione a subire innesti all'interno del proprio corpo e al
fatto che chi propone questo tipo di tecnologia non ha ancora deciso
di usare in maniera concreta il ricatto occupazionale, l'unica arma
veramente in grado di farlo diventare un fenomeno di massa....<a name='more'></a></div>
<a href="https://www.blogger.com/null" name="more"></a><br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
Un piccolo passo in questo
senso sembra lo stia facendo la compagnia del Wisconsin Three Square
Market, un' azienda che disegna software per i locali all’interno
degli uffici dove gli impiegati vanno nei momenti di pausa.
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
Il primo di agosto quasi
tutti i suoi 50 dipendenti (naturalmente su base volontaria) sono
stati invitati ad un "chip party" durante il quale oltre a
gozzovigliare con un menù a base di quegli snack che l'azienda
distribuisce nelle macchinette, riceveranno un microchip che verrà
impiantato nello spazio sopra al palmo della mano che sta fra il
pollice e l’indice.
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
Il chip, prodotto dalla
BioHax International, azienda svedese specializzata in sensori
biometrici, sarà grande come un chicco di riso, costa 300 dollari e
usa la tecnologia Rfid. Servirà per "timbrare il cartellino",
aprire la porta dell'ufficio, accendere il computer e naturalmente
acquistare gli snack all'interno dei distributori automatici.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
Il ceo dell'azienda, che
diventerà la prima compagnia americana ad adottare questa
tecnologia, assicura che il chip non permetterà di seguire gli
spostamenti dei dipendenti, non essendo munito di tecnologia gps e
che la privacy sarà tutelata dal momento che le informazioni in esso
contenute risultano criptate. E non esiste motivo di dubitare delle
sue parole, così come del fatto che i dipendenti abbiano aderito su
base volontaria, anche se diventa difficile immaginare la prospettiva
di una fulgida carriera qualora si decida di non sposare quella che è
la filosofia dell'azienda.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
Resta il fatto che il chicco
di riso in questione può contenere informazioni di qualsiasi tipo,
da quelle bancarie a quelle sanitarie e, qualora munito di gps,
permette senza alcun problema il tracciamento dei movimenti del
soggetto che porta l'impianto, l'ascolto delle sue conversazioni e
molto altro ancora.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
Fortunatamente i pensieri
più reconditi restano ancora un'isola incontaminata, ma in
quell'ambito anticipando ogni chip stanno lavorando con solerzia
Fiano e la Boldrini.</div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-87432322133814324332017-08-04T00:23:00.001+02:002017-08-04T00:23:47.154+02:00Lavorano tutti all'Istat<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9y9PS9N8hIzbc1N1XZnQfWcU53t9n03VjOBKDxuwjVVTi0_BR0mmvcyVUFFtB0Qktj5QuQwrF84FMmeNFvxubiIdoD5C8f-q9I3_nmff6Lp7Tr7BmCFdthjkvS_rVv5pBVhVJkDREPyk/s1600/07-03-dati-istat-2016-aumenta-la-speranza-di-vita.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="167" data-original-width="320" height="166" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9y9PS9N8hIzbc1N1XZnQfWcU53t9n03VjOBKDxuwjVVTi0_BR0mmvcyVUFFtB0Qktj5QuQwrF84FMmeNFvxubiIdoD5C8f-q9I3_nmff6Lp7Tr7BmCFdthjkvS_rVv5pBVhVJkDREPyk/s320/07-03-dati-istat-2016-aumenta-la-speranza-di-vita.jpg" width="320" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<br />
Per l'ennesima volta l'Istat prende per il naso gli italiani,
diffondendo dei dati in tema di occupazione completamente disancorati da
quello che è il paese reale e millanta una ripresa occupazionale che
non esiste, figlia esclusivamente di calcolazioni estrogenate all'uopo
per compiacere la politica.....<br />
<a name='more'></a><br />
<a href="https://www.blogger.com/null" name="more"></a><br />
Facendo finta d'ignorare il fatto che da quando le agenzie di
collocamento sono state sostituite dalla farsa delle agenzie per il
lavoro i dati dell'Istat in tema di occupazione non hanno più alcuna
valenza, Gentiloni usa questa meschina messinscena per vantare i
taumaturgici effetti del Job act, che ha invece creato nuovi disoccupati
e nuova precarietà. <br />
<br />
E non contento del proprio teatrino si compiace per il record di donne
al lavoro, indicativo esclusivamente del fatto che nessuna famiglia nel
tempo dell'euro (tranne le loro e quelle dei loro amici) è più in grado
di campare senza due stipendi.marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-91814021804933620032017-07-29T19:23:00.001+02:002017-07-29T19:23:20.578+02:00Pecunia non olet<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFakmPd8bD7saXEzYM4CO_fjBNA9VonPpbm1OA3UVFIaUWx8sPGlo_9lM8htEV9VAduMTRWDRfOGbrHc2OPF4LFTbUBdYl497X-WuFEpnq4Yh6ndEVZQnqYX6ggq2a8wzj5gxhHgD4Hdc/s1600/pediatra.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="600" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFakmPd8bD7saXEzYM4CO_fjBNA9VonPpbm1OA3UVFIaUWx8sPGlo_9lM8htEV9VAduMTRWDRfOGbrHc2OPF4LFTbUBdYl497X-WuFEpnq4Yh6ndEVZQnqYX6ggq2a8wzj5gxhHgD4Hdc/s320/pediatra.jpeg" width="320" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;">
Il Codacons ha recentemente
presentato <a href="https://codacons.it/vaccini-codacons-presenta-un-esposto-sui-premi-ai-pediatri-toscana/">un
esposto</a> alla Corte dei Conti della regione Toscana affinché
verifichi eventuali usi impropri dei soldi pubblici, un altro alla
Procura di Firenze per accertare possibili fatti penalmente rilevanti
e una formale diffida all'Ordine dei medici di Firenze perché apra
un procedimento disciplinare nei confronti di tutti i pediatri che
hanno accettato emolumenti in denaro in cambio della vaccinazione di
massa....<a name='more'></a><br />
<a href="https://www.blogger.com/null" name="more"></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;">
Tutto ciò in risposta
all’accordo recentemente siglato dalla Regione Toscana che
riconosce premi in denaro ai medici pediatri che sottopongono tutti i
propri pazienti alle vaccinazioni.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;">
In virtù dell'accordo in
questione per ogni atto vaccinale al medico viene erogato un importo
di 15 euro, ma il premio sale a 1.000 euro se si raggiunge una
copertura vaccinale tra i propri assistiti superiore al 95% per l’
esavalente, 1.000 euro per copertura maggiore del 95% per il
morbillo, 1.000 euro per la copertura vaccinale tra gli assistiti
femmine maggiore dell’ 80% per papilloma virus.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;">
Insomma il pediatra viene
premiato attraverso l'elargizione di soldi "facili"
(derivanti dal prelievo ai contribuenti) perché sponsorizzi l'uso
dei vaccini ed incrementi il fatturato di Big Pharma, che con tutta
probabilità avrà provveduto a premiare di tasca propria le alte
sfere della regione stessa, attraverso meccanismi che naturalmente
non ci è dato conoscere.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;">
Medici costretti a mediare
la salute dei pazienti con il raggiungimento del target che può
garantire loro premi e cotillon, quasi si trattasse di agenti di
vendita di una qualche azienda, chi pensava di avere già visto il
peggio non potrà che ricredersi.</div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-59483520263258467082017-07-21T00:12:00.003+02:002017-07-21T00:12:48.781+02:00Quei Freevax invisibili<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik2JelgdNPEX-lNmsIH4UKaKqXeJFtggE53yzVPmG47O0YoMv3ZsUeDoQA51Q2Azm_vaC0_xP1Sp_XA_ThmgXUAOlEAFZ33OTwlbIJDGS3R6x7nmLkfF0UqrX9rXv1mYgKR4GGGik14xw/s1600/immagini.quotidiano.net.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="242" data-original-width="320" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEik2JelgdNPEX-lNmsIH4UKaKqXeJFtggE53yzVPmG47O0YoMv3ZsUeDoQA51Q2Azm_vaC0_xP1Sp_XA_ThmgXUAOlEAFZ33OTwlbIJDGS3R6x7nmLkfF0UqrX9rXv1mYgKR4GGGik14xw/s320/immagini.quotidiano.net.jpg" width="320" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<br />
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Se non
spacchi le vetrine, non bruci almeno una mezza dozzina di auto e la
tua "causa" risulta invisa ai mentori del politicamente
corretto, puoi manifestare finché ti pare, ma l'universo dei media
mainstream resterà sempre girato dall'altra parte, fingendo di non
averti visto e di non essersi accorto che esisti.</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
E'
quanto accaduto ieri a Pesaro ad alcune decine di migliaia di freevax che hanno
manifestato al parco Miralfiore per contestare il nuovo decreto legge
del ministro Lorenzin sulle vaccinazioni obbligatorie, con la
partecipazione sul palco anche di volti noti come Povia, Diego Fusaro
e quel Gianluca Paragone la cui trasmissione "controcorrente"
La Gabbia è stata pochi giorni fa chiusa improvvisamente da
La7......<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://www.blogger.com/null" name="more"></a><br /></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Se si
esclude qualche articoletto comparso sul Fatto Quotidiano e su alcune
cronache locali, i grandi media a tiratura nazionale ed i Tg hanno
bellamente ignorato l'evento, nonostante molto spesso siano pronti a
raccontare con dovizia di particolari ed ampio risalto anche
manifestazioni, sit in o proteste che coinvolgono a malapena qualche
centinaio di persone, soprattutto qualora l'oggetto del contendere
sia l'ennesima manifestazione antifascista contro l'apertura di una
qualche sede di Casapound, un flash mob o una fiaccolata petalosa con
gessetti e cianfrusaglie assortite.</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
Anche
se quasi tutti gli italiani lo ignorano, la manifestazione è
comunque stata un successo, con una grande partecipazione popolare
che ha ribadito come nel Paese esista una forte corrente di
opposizione, non ai vaccini in sé, ma al fatto che al cittadino sia
impedito di esercitare la libertà di scelta riguardo al fare
vaccinare o meno i propri figli. Un'opposizione che comunque esiste,
a prescindere da dove siano voltati i giornalisti e continuerà ad
esistere anche quando con tutta probabilità i quotidiani mainstream
celebreranno l'entrata in vigore del nuovo decreto, con ampio
contorno di lodi sperticate, così come abitualmente ai buoni servi
si confà.</div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-54019980657951949592017-07-15T01:18:00.002+02:002017-07-15T01:18:19.308+02:00Mangiamo meglio dei nostri nonni? <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhv8SDmh7el8Ehm305_DEGhB4dB2G_n4tT9cEsrXoL-7UKCkUZm9l9AoS_yqbi3njFZMvkBPWIYeIiRIdLj3vjdfUXPL267FJFQzogBpAlpBuitCcz4ZNb8TVXC_6k99xywEL_qIA4kfdM/s1600/supermercado.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="556" height="171" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhv8SDmh7el8Ehm305_DEGhB4dB2G_n4tT9cEsrXoL-7UKCkUZm9l9AoS_yqbi3njFZMvkBPWIYeIiRIdLj3vjdfUXPL267FJFQzogBpAlpBuitCcz4ZNb8TVXC_6k99xywEL_qIA4kfdM/s320/supermercado.jpg" width="320" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
Il
settore alimentare, inteso in maniera omnicomprensiva nell'intero suo
ciclo produzione, distribuzione e consumo è stato stravolto così
profondamente nel corso dell'ultimo secolo da rendere necessaria una
profonda riflessione sulla natura e sugli effetti di tali
stravolgimenti. Noi oggi ingurgitiamo senza ombra di dubbio quantità
di cibo superiori a quelle che mangiavano i nostri nonni....<a name='more'></a> e godiamo di
una dieta assai più variegata della loro, ma questo non significa
per forza di cose un miglioramento, perché la qualità della nostra
alimentazione non reggerebbe il confronto con quella del passato e
spesso i cibi che gustiamo risultano essere tossici per il nostro
organismo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://www.blogger.com/null" name="more"></a><br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
<b>Autoproduzione,
agricoltura ed allevamento su piccola scala</b></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
Nella prima metà del secolo scorso l'autoproduzione del cibo
costituiva il pilastro sul quale si basava l'alimentazione della
famiglia e non uno stile di vita alernativo per pochi intimi come
accade oggi. Nelle campagne e nelle montagne, non ancora spopolate
dalla migrazione verso la città, praticamente ogni famiglia
coltivava un piccolo appezzamento di terreno e possedeva una stalla
dove allevare il bestiame. Le colture erano quelle permesse dalle
specificità del territorio, facendo si che la dieta risultasse
spesso monotematica e l'esito del raccolto poteva essere pregiudicato
dalle bizze del tempo, ma non venivano usati pesticidi e concimi
chimici, così gli alimenti colti e consumati sul posto si
manifestavano sani e ricchi di potere proteico e vitaminico. Il
bestiame veniva alimentato con i prodotti della terra, anzichè con
mangimi adulterati nelle più svariate maniere e quando possibile
passava la giornata all'aperto, facendo si che la qualità della
carne, degli insaccati, del latte e dei formaggi fosse di gran lunga
superiore rispetto a quella che conosciamo oggi. Gli alimenti
venivano conservati attraverso metodi naturali che non ne
pregiudicavano il potere nutritivo e l'eventuale eccedenza rispetto
al bisogno familiare era oggetto di dono o scambio all'interno della
comunità o poteva essere venduta al mercato.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
<b>La
città e le botteghe</b></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
All'interno delle città, che ancora non possedevano una dimensione
metropolitana, l'autoproduzione era per forza di cose quasi
inesistente e le famiglie si vedevano costrette ad acquistare tutto
il proprio fabbisogno alimentare. Spesso i "cittadini" si
recavano personalmente presso i cascinali sparsi nella campagna
adiacente per rifornirsi del cibo, oppure acquistavano ciò di cui
avevano bisogno all'interno dei mercati rionali o nelle botteghe. A
prescindere da quale fosse la scelta di ciascuno si trattava sempre
di prodotti derivanti da coltivazioni o allevamenti locali la cui
natura variava in funzione delle stagioni e delle peculiarità del
territorio. Cibi per molti versi "poveri" e scarsamente
variegati che però brillavano per la propria genuinità non avendo
subito alcun trattamento chimico durante tutte le fasi della propria
produzione. Le botteghe cittadine erano generalmente di piccole
dimensioni ed altamente specializzate, gestite il più delle volte da
bottegai che da tutta la vita facevano quel mestiere. Si trattava del
fornaio, del macellaio, del salumiere, del verduriere, del
fruttivendolo, del pescivendolo, del lattaio, del formaggiaio, del
pastaio. Tutte figure professionali di grande esperienza e spesso
tradizione familiare che erano in grado di consigliare adeguatamente
il cliente e generalmente godevano della sua fiducia, all'interno di
un rapporto conviviale formatosi negli anni.</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
Le fasce meno abbienti della popolazione potevano permettersi di
consumare la carne, gli insaccati, il pesce o comunque gli alimenti
di prezzo più elevato solo saltuariamente ed erano costretti a
ricorrere ad una dieta povera, composta prevalentemente di pasta,
polenta, pane e legumi. Spesso a causa delle ristrettezze economiche
anche la quantità del cibo consumato e conseguentemente il suo
valore calorico erano inferiori al necessario, ma nonostante ciò si
trattava sempre di alimenti assolutamente genuini. Molte persone
soffrivano di carenze vitaminiche (imputabili alla scarsa
disponibilità di cibo) ma le intolleranze alimentari praticamente
non esistevano, l'obesità era rarissima ed i tumori quasi
sconosciuti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
<b>Lo
spopolamento delle campagne e la fuga verso la città </b>
</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
A partire dal primo dopoguerra il fiorire della grande industria
iniziò a produrre un vero e proprio esodo dalle campagne e dalla
montagne verso le città. Nel volgere di un paio di decenni una
miriade di piccoli paesini e frazioni, abitate da persone che
vivevano grazie all'autoproduzione, si spopolarono completamente. I
giovani scelsero in massa di andare a lavorare in fabbrica, dove i
salari consentivano di condurre una vita più agiata, anziché
continuare a coltivare la terra ed allevare bestiame per la mera
sopravvivenza o poco più.</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
Di contralto le città iniziarono ad espandersi in maniera
esponenziale, raddoppiando quando non perfino triplicando (come
accadde nelle grandi città del nord che raccolsero anche la
migrazione dall'Italia meridionale) il numero dei propri abitanti.
Vennero creati sempre nuovi quartieri ed il numero delle botteghe
iniziò a crescere a dismisura.</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
Contemporaneamente il progredire della tecnologia aveva messo a
disposizione delle famiglie gli elettrodomestici e fra questi i
frigoriferi dove poter conservare i cibi, al contempo il progredire
dei mezzi di trasporto e della rete stradale iniziava a consentire lo
spostamento di grandi quantità di merce su distanze sempre maggiori,
a fronte di costi via via inferiori.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
<b>Nasce
l'industria alimentare </b>
</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
La presenza di un numero sempre più consistente di persone costrette
ad acquistare il proprio intero fabbisogno alimentare, non essendo
più in grado di autoprodurre nulla, unitamente alle accresciute
capacità tecnologiche e alla possibilità di trasferire le merci per
centinaia di km con costi tutto sommato irrisori, furono le
principali molle che innescarono una vera e propria rivoluzione
nell'ambito della produzione di alimenti. L'industria alimentare
sostituì di fatto i produttori tradizionali, ma ad essere
rivoluzionata in profondità fu la stessa concezione di cibo,
trasformatosi da alimento a prodotto, affiancato nella sua nuova
natura a tutte le altre merci esistenti.<br />La sostituzione degli
alimenti con i prodotti alimentari, unitamente alla necessità di
disporre di sempre più "materia prima", indispensabile
per sfamare le moltitudini che non producevano più nulla, cambiò
radicalmente la scala dell'agricoltura e dell'allevamento. I piccoli
appezzamenti coltivati dai contadini, destinati in larga parte
all'autoproduzione, lasciarono il posto alle coltivazioni su larga
scala, così come le stalle delle cascine furono sostituite dagli
allevamenti intensivi praticati con metodi industriali. Alla base di
tutta questa metamorfosi la parola d'ordine fu la massimizzazione del
profitto, spesso ottenuta per mezzo della tecnologia e della chimica.</div>
<div style="margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<a href="https://www.blogger.com/null" name="inizio1"></a><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">In
campo agricolo l'uso dei pesticidi permise di ottenere un rendimento
più alto delle coltivazioni, così come i concimi chimici elevarono
la redditività dei terreni. Nell'allevamento le stalle ed i pollai
si trasformarono in immensi capannoni, dove gli animali
sopravvivevano stipati l'uno accanto all'altro senza mai vedere la
luce del sole. Il fieno ed i tradizionali prodotti della terra furono
sostituiti dai mangimi con additivi chimici e man mano anche larga
parte dell'intervento umano lasciò spazio alle macchine, nella
mungitura, così come nella macellazione. </span></span>Iniziò anche
la pratica dell’agricoltura all'interno delle serre per la
coltivazione a raccolto continuo, in modo da ottenere qualsiasi
prodotto in tutte le stagioni
</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
Ai tradizionali alimenti sfusi iniziarono ad affiancarsi i prodotti
confezionati, risultato della lavorazione industriale, che ottennero
in maniera sempre maggiore i favori dei consumatori. Nacquero così
tutta una nuova serie di prodotti, dai formaggini agli hamburger,
dalle merendine ai piselli in scatola, dai bastoncini di pesce ai
concentrati di pomodoro, dai dadi alla maionese in tubetto, dalle
patatine alle tavolette di cioccolata, dalle sottilette all'orzo
solubile, dai datteri confezionati alle pesche sciroppate e la lista
potrebbe essere infinita.<br />La dieta della popolazione
progressivamente cambiò in maniera radicale e diventò sempre più
varia. La carne prodotta negli allevamenti intensivi costava meno e
anche le famiglie che non erano benestanti potevano permettersela
frequentemente, alla stessa stregua dei salumi e dei formaggi
lavorati. Il cibo consumato, in larga parte continuava a dipendere
dalla località e dalla stagione ma non si trattava più di una
regola, dal momento che iniziavano ad essere apprezzati i prodotti
d'importazione. In linea di massima si mangiava molto di più e si
sperimentavano cibi nuovi e diversi, ma di contralto iniziava a
diminuire la qualità di quello che si metteva in tavola. Le
coltivazioni e gli allevamenti intensivi stavano aumentando in
maniera esponenziale la disponibilità di cibo e di conseguenza
abbassando i prezzi, ma esisteva un prezzo da pagare. Così come
esisteva un prezzo da pagare per i trattamenti attraverso i quali
venivano creati i prodotti industriali che contribuivano a creare un
desco sempre più vario ed appetitoso. Tale prezzo era costituito
dalla salute dei cittadini, ormai trasformati in consumatori, che
negli anni avrebbero sperimentato sulla propria pelle le conseguenze
dei nuovi standard di alimentazione.</div>
<div style="margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
<b>Dalle
botteghe al supermercato</b></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
La nascita dell'industria alimentare portò cambiamenti radicali
anche nell'ambito della distribuzione di alimenti all'interno delle
città. Le botteghe inizialmente crebbero di numero, per fare fronte
all'aumento dei clienti, ma ben presto vennero affiancate dal
supermercato che non tardò a fagocitarle progressivamente. Il
supermercato rappresentava la risposta più logica all'interno di un
mondo che iniziava ad andare di fretta ed era l'ambiente più consono
attraverso il quale valorizzare il progresso dell'industria
alimentare. Non più tante botteghe specialistiche dove fare la spesa
chiacchierando ed ascoltando i consigli del bottegaio, ma un unico
grande ambiente omnicomprensivo, dove le massaie (larga parte delle
quali avevano iniziato a lavorare come i loro mariti) potevano
acquistare la carne, i salumi, il latte, la pasta, il pesce, la
verdura, la frutta e tutto ciò che occorresse loro, facendo visita
ad un solo negozio. Sicuramente un grande risparmio di tempo per chi
tutti i giorni usualmente spendeva almeno un paio d'ore in giro per
le varie botteghe, ma anche un risparmio economico dal momento che il
cambiamento di scala permetteva al supermercato di vendere i prodotti
a prezzi più bassi pur lasciando inalterato il margine di guadagno.
Il supermercato raggruppava al proprio interno l'offerta presente in
decine di botteghe, ma al tempo stesso occupava in termini di
personale un esiguo numero di addetti. Senza dubbio il cliente non
aveva più le proprie figure di riferimento con le quali rapportarsi
ed alle quali chiedere consigli, ma la comodità ed il risparmio
economico ne fecero in breve tempo un modello vincente, rendendo
sempre più anacronistiche le botteghe tradizionali.</div>
<div style="margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
<b>La
globalizzazione alimentare</b></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
Negli ultimi decenni l'industria alimentare ha cambiato ancora una
volta scala, trasformandosi in multinazionale agroalimentare, parte
integrante del processo di globalizzazione che sta plasmando la
società contemporanea a tutti i livelli.<br />Le città, molte delle
quali si sono ormai trasformate in metropoli, hanno completato il
proprio processo di crescita demografica, costituiscono aree ad
altissima densità urbana, contornate da decine di chilometri di
sobborghi che si estendono senza soluzione di continuità. Anche
nelle città più piccole e nei paesi l'autoproduzione è
praticamente scomparsa, con l'eccezione di quanto viene prodotto
negli orti dai pensionati o da una ristretta minoranza di persone che
stanno sperimentando stili di vita alternativi.<br />I paesi di
montagna sono in larga parte spopolati, tranne laddove prospera
l'industria del turismo.<br />La stragrande maggioranza del cibo che
viene consumato dalla popolazione proviene da coltivazioni ed
allevamenti intensivi, buona parte di esso prima di venire immesso
sul mercato è lavorato dalle multinazionali alimentari e ormai solo
una piccola parte deriva dalla produzione locale.</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
Le botteghe sono praticamente scomparse e sopravvivono solamente nei
piccoli paesi molto decentrati o nei centri cittadini, grazie ad una
clientela di nicchia che può permettersi di acquistare cibo
potenzialmente più sano a prezzi nettamente superiori. Gli
ipermercati, spesso situati all'interno d'immensi centri commerciali,
hanno monopolizzato larga parte del mercato alimentare, affiancati
dalle grandi catene di discount e da una rete capillare di
supermercati appartenenti a svariate catene di distribuzione.
<br />Esistono offerte di cibo per tutte le tasche ed una varietà
infinita di prodotti differenti, si possono acquistare frutta fresca
e cibi surgelati provenienti da ogni parte del mondo, gli insaccati
ed i formaggi oltre che freschi possono venire acquistati in
confezioni a lunga conservazione, praticamente qualsiasi cibo è
acquistabile anche nella versione surgelata, zuppe, minestre, paste e
risotti occupano lo spazio di una busta da lettere nella loro
versione liofilizzata che in una quindicina di minuti di cottura può
venire servita in tavola. I consumatori praticano i propri acquisti
muniti di un carrello e all'interno degli ipermercati posso
acquistare praticamente qualsiasi cosa, dal cibo al dentrificio,
dalle ruote per la macchina al televisore, dalle pentole ai quaderni
per la scuola, dai capi di abbigliamento ai profumi. Il tutto
recandosi presso un solo punto vendita in grado di rispondere a
qualsiasi necessità, aperto dal primo mattino fino alla tarda sera
(ed in alcuni casi perfino la notte) anche durante i giorni festivi.</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
La società si è trasformata profondamente, appiattendosi sul
modello importato dagli Stati Uniti ed incarnando lo spirito della
globalizzazione che ha progressivamente trasormato il mondo intero in
unico grande mercato uguale per tutti. Anche le abitudini alimentari
della popolazione si sono adeguate al nuovo stato di cose. Il panino
o un piattino veloce al bar spesso sostituiscono il pranzo, fare la
spesa non è più un'incombenza quotidiana, all'interno di famiglie
che vanno sempre più di fretta e devono vivere in funzione di orari
di lavoro sincopati il tempo dedicato a preparare il pranzo o la cena
si è ridotto drasticamente. Spesso i surgelati ed i piatti pronti
hanno sostituito la cucina tradizionale, essendo possibile prepararli
in pochi minuti e conservarli per lungo tempo dopo che li si è
acquistati. <br />In linea di massima si mangia molto, ma in maniera
assai disordinata e ci si nutre in larga misura di cibo
"industrializzato" creato con lo scopo di soddisfare il
nostro palato, ma spesso nocivo per il nostro organismo ed
estremamente povero di sostanze nutrienti.</div>
<div style="margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
<b>Il
cibo industrializzato</b></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
I prodotti derivanti dalle coltivazioni, dagli allevamenti e dalla
pesca intensivi, oltre a contenere meno principi nutritivi di quanti
ne possedessero gli alimenti di un tempo, sono per forza di cose
molto più insipidi e si presentano con un aspetto più scialbo. Come
se questo non bastasse larga parte di essi deve per esigenze di
mercato venire movimentata attraverso migliaia di chilometri e spesso
subire pesanti processi di conservazione che ne pregiudicano
ulteriormente il potere nutritivo e l'appetibilità.<br />L'industria
alimentare ha l'esigenza imprescindibile di presentare al consumatore
un'offerta di cibo che sia il più possibile economica, veloce da
mettere in tavola, accattivante, gustosa e durevole, per far si che i
propri prodotti abbiano successo. Per raggiungere questo scopo non
sono sufficienti le tecniche del marketing pubblicitario, ma occorre
intervenire pesantemente sul cibo per mezzo della chimica con lo
scopo di ottenere il risultato voluto.<br />Il cibo industrializzato
non è altro che la risultante di una produzione alimentare di
qualità scadente, alla quale sono stati aggiunti additivi di ogni
sorta, perchè si presenti bello ai nostri occhi e gustoso per il
nostro palato, inducendoci ad acquistarlo sugli scaffali del
supermercato ed a consumarlo con piacere secondo le nostre esigenze.</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
L'elenco delle sostanze attraverso le quali viene manipolato il cibo
industrializzato è praticamente infinito, ma sostanzialmente le
principali categorie di additivi sono:</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
i dolcificanti, attraverso i quali vengono edulcorati i prodotti per
renderli piacevoli al palato, costituiti principalmente da zucchero
raffinato, sciroppo di fruttosio e di glucosio ed aspartame.</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
i conservanti, necessari per preservare più a lungo l'integrità dei
prodotti, fra questi nitrati e nitriti, acido benzoico e sali
derivanti, derivati fenolici, tiabendazolo e netamicina.</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
i coloranti, usati per conferire un colore appetibile agli alimenti o
restituire loro la colorazione originaria, composti da elementi di
origine naturale estratti o ottenuti per sintesi chimica.</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
gli aromatizzanti, aggiunti per restituire sapore a cibi altrimenti
divenuti insipidi, etichettati come aromi naturali o aromi
artificiali a seconda del fatto che li si sia ricavati o meno da un
alimento.</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
i grassi artificiali trans idrogenati, largamente usati negli oli
vegetali, nella margarina e più in generale nei condimenti dei cibi
pronti, in virtù della loro economicità e della capacità di
prolungare nel tempo la data di scadenza del prodotto.</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
gli esaltatori del gusto, indispensabili per rendere appetibili cibi
che altrimenti sarebbero poco gustosi, glutammato monosodico,
derivati dell'acido fosforico, polifosfati di sodio, di potassio, di
calcio.</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
Non è semplice fare una stima di quante e quali conseguenze possano
avere sul nostro organismo una tale ridda di sostanze chimiche
qualora ingerite per anni e con continuità. Molte di loro provocano
senza dubbio l'obesità, come dimostrato da un'ampia letteratura
scientifica in materia. Altre inducono la distruzione della flora
intestinale. Altre ancora favoriscono l'insorgere delle malattie
cardiovascolari, dei tumori, del diabete, della demenza senile e dei
disturbi della memoria, di alcune malattie autoimmuni e delle
allergie alimentari.</div>
<div style="margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
<b>Mangiare
di più non significa per forza di cose mangiare meglio</b></div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
Ritornando al confronto con i nostri nonni, noi oggi senza ombra di
dubbio mangiamo cibi più sfiziosi di loro, abbiamo modo di variare
la nostra dieta a piacimento, ci rimpinziamo fino ad essere sazi e
con un solo viaggio dentro a un ipermercato possiamo fare la spesa
per una settimana. Di contralto loro, pur disponendo di ridotte
quantità di cibo, dovendosi accontentare di diete monotematiche e
soffrendo spesso la fame, consumavano alimenti più sani e nutrienti
dei nostri che non necessitavano di alcun additivo chimico per essere
giudicati buoni ed appetibili.<br />L'alimentazione dei nostri nonni,
in larga parte autoprodotta con sudore, era un toccasana per
l'organismo che soffriva di carenze alimentari e vitaminiche
solamente qualora le quantità di cibo disponibili non fossero state
sufficienti.<br />La nostra alimentazione, prevalentemente composta di
cibo industrializzato, offre al nostro organismo enormi quantità di
calorie "vuote" a fronte di scarsissime proprietà
nutrienti, intossica il nostro corpo provocando malattie che in larga
parte al tempo dei nostri nonni erano sconosciute o avevano incidenza
bassissima (classificate come malattie del benessere) e ci da
l'illusione di gustare pranzi gustosi ed accattivanti ingannando
chimicamente i nostri sensi.</div>
<div style="font-weight: normal; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify; text-decoration: none;">
Non sempre il progresso equivale ad un miglioramento, lo dimostra
chiaramente il fatto che l'industria alimentare dei nostri giorni per
impostare tecniche di marketing che risultino efficaci sta volgendo
lo sguardo sempre più frequentemente al passato. Il mercato dei cibi
biologici e naturali risulta essere senza dubbio quello in maggiore
espansione, come dimostra il fatto che in ogni ipermercato stiano
sorgendo corner sempre più ampi dedicati a questo genere di
prodotti. Le parole "genuino", "tradizionale",
"vecchio", "antico", "naturale",
accanto alle diciture senza grassi aggiunti, senza zuccheri aggiunti,
senza conservanti, senza polifosfati, stanno diventando il leit motiv
di ogni messaggio pubblicitario legato all'alimentazione.<br />Il fatto
che per continuare a vendere cibo in quantità sempre maggiori
l'industria alimentare debba strizzare l'occhio ai nostri nonni
dovrebbe farci capire facilmente chi fra noi e loro in fondo
mangiasse meglio. Resta solamente da comprendere quanto vi sia di
reale in questo tentativo di ritorno alle origini, dal momento che
dopo avere ingannato i nostri sensi per mezzo della chimica, anche il
cibo genuino che ci viene offerto sugli scaffali potrebbe essere
parte dell'ennesima illusione costruita artificialmente a nostro uso
e consumo.</div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-19871556450819488502017-07-14T00:08:00.003+02:002017-07-14T00:08:38.754+02:00La situazione delle ferrovie italiane <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgroSMhHyjiu_wq9KDSxXHSluscsxBpNLHRDIPUmHYdcHs3lnOUEzYYI342uXIHSa1PzMmholbnUnnKKeFyfd4j9jI56UdLJuqUimTgpEFWBQK_3GGgcNkPiTI87Xig2E5LyaYl5lOxpSU/s1600/treni22-U431201038627392ZMH-U43200928197460CQI-992x432%2540Corriere-Web-Nazionale.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="174" data-original-width="400" height="137" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgroSMhHyjiu_wq9KDSxXHSluscsxBpNLHRDIPUmHYdcHs3lnOUEzYYI342uXIHSa1PzMmholbnUnnKKeFyfd4j9jI56UdLJuqUimTgpEFWBQK_3GGgcNkPiTI87Xig2E5LyaYl5lOxpSU/s320/treni22-U431201038627392ZMH-U43200928197460CQI-992x432%2540Corriere-Web-Nazionale.jpg" width="320" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Ci troviamo oggi di fronte ad una serie d’investimenti
di portata epocale, operati da parte dello Stato e finalizzati alla
costruzione di nuove infrastrutture ferroviarie. Per avere un’idea
delle grandezze economiche oggetto della questione, basti pensare che
i costi della sola tratta TAV Torino – Milano – Napoli si aggirano sugli 80 miliardi di euro, ai quali andranno
aggiunti gli 11 miliardi di euro (previsti quindi soggetti ad
incrementi esponenziali) della linea Torino – Lione....<a name='more'></a> più altri investimenti nell’ordine delle decine di miliardi di
euro per la futura tratta Milano – Venezia – Trieste e per il
terzo valico Milano – Genova.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Le
infrastrutture per i treni ad Alta Velocità dovrebbero rappresentare
comunque un valore aggiunto all’attuale rete ferroviaria italiana,
non potendo vantare caratteristiche funzionali atte a migliorarla, né
tanto meno a sostituirla. Senza soffermarci ad analizzare la mancanza di
motivazioni che sostengano la necessità delle nuove infrastrutture,
dovrebbe essere prerogativa imprescindibile di ogni investimento
aggiuntivo il fatto che la rete ferroviaria oggi operativa sia
perfettamente funzionante, il più possibile sicura, sufficientemente
moderna, e totalmente in grado di rispondere alle normali esigenze
del traffico su rotaia.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Facciamo
dunque un breve viaggio all’interno delle ferrovie italiane per
renderci conto in quale stato di salute versino e se veramente
possiamo permetterci di destinare le risorse altrove.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://www.blogger.com/null" name="more"></a><span style="font-family: "arial" , sans-serif;">
</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Circa
due terzi del sistema ferroviario italiano è costituito da linee a binario
unico, una percentuale nettamente superiore a quella degli altri
Paesi Europei più avanzati, quali Gran Bretagna, Olanda, Francia,
Svizzera, Germania e Belgio.</span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">In
alcune regioni la situazione sotto questo aspetto è drammatica, in
Valle d’Aosta non esiste un solo chilometro di doppio binario sugli
81 esistenti, in Abruzzo i chilometri a doppio binario sono solo 96
sui 541 totali, in Molise 23 su 266, in Basilicata 24 su 368, in
Sicilia 146 su 1387.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"> </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Ma a
preoccupare maggiormente non è tanto l’arretratezza delle
infrastrutture esistenti, quanto l’assoluta incapacità del sistema
ferroviario italiano di garantire un servizio sicuro e al limite
della decenza in tutte le sue componenti.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Mentre
si progettano treni super veloci, con veemenza ed impeto i treni attuali continuano a deragliare, a
scontrarsi, ad accumulare ritardi, a fermarsi nel bel mezzo della
campagna per la rottura di locomotori che risalgono alle guerre
puniche, ad accogliere i viaggiatori in carrozze infestate da cimici,
zecche e perfino scorpioni, a mostrare una realtà all’interno
della quale nulla funziona.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Non
funzionano le stazioni, antiquate, gestite in maniera inadeguata,
sporche e con informazioni per i passeggeri spesso frammentarie e di
difficile consultazione.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Non
funziona la programmazione dei convogli, molti dei quali giornalmente
vengono soppressi senza procedere all’adeguata informazione, mentre
altri sono costretti a restare fermi in attesa dell’incrocio con il
convoglio proveniente dalla direzione opposta, costringendo i
passeggeri ad attese che rasentano l’eternità.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Non
funzionano le carrozze ferroviarie, dove spesso il riscaldamento è
rotto, parimenti ad ogni altro congegno meccanico o elettronico, fino
a far si che i vari interruttori messi in bella mostra somiglino a
tante piccole lucine prive di significato.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Non
funziona il sistema delle coincidenze, pregiudicato a monte dai
cronici ritardi che le rendono solo fantasiose ipotesi stampate sulla
carta.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Non
funziona la nuova gestione dei lavoratori, ispirata al dumping
contrattuale che privilegia i tagli indiscriminati di costi e
personale, caricando gli oneri sulle spalle dei viaggiatori, sotto
forma di disservizio acuto e generalizzato.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Ma
soprattutto non funzionano, o meglio non sono adeguati, i sistemi di
sicurezza che dovrebbero tutelare l’incolumità fisica di
passeggeri e ferrovieri, come l’ennesimo tragico incidente
ferroviario di Roccasecca dimostra purtroppo senza possibilità di
appello. Negli ultimi anni si è assistito ad una sequela
continua di gravi incidenti che si sono succeduti con una frequenza
impressionante. </span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"> </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Il 14
maggio 2003, si scontrano due treni a Roma e molte persone rimangono
ferite.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Il 6
dicembre 2003, nei pressi di Quarto Oggiaro (MI) un convoglio urta
una motrice ferma sullo stesso binario e deraglia, provocando il
ferimento di 14 persone, 5 delle quali in modo serio.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Il 18
dicembre 2003, a Viterbo un treno finisce per errore su un binario
morto, dove si scontra con un carrello - gru utilizzato per i lavori
sulla ferrovia. Il capotreno muore in ospedale, ma non si riscontrano
feriti fra i passeggeri.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Il 9
gennaio 2004, un treno senza macchinisti a bordo si muove
improvvisamente come per magia (in realtà per effetto della forza di
gravità) dalla stazione di Calalzo (BL) e percorre alcuni chilometri
a binario unico, in discesa in direzione Belluno. Fortunatamente le
carrozze non deragliano sulla statale che corre parallela alla linea
e la Polizia Ferroviaria riesce a far sgombrare in tempo utile la
linea dagli altri convogli in transito. Il malfunzionamento
dell’impianto frenante e la mancata attivazione degli strumenti di
blocco, sembrano all’origine dell’incidente.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Il 20
marzo 2004, a Stresa, deraglia l’ultima carrozza del treno diretto
in Francia, proprio mentre sopraggiunge un altro convoglio in
direzione opposta. L’urto fra la motrice e la carrozza deragliata è
inevitabile e le conseguenze sono di 1 morto e 37 feriti.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Il 26
marzo 2004, deraglia, fortunatamente senza ribaltarsi il convoglio
Como – Milano, passeggeri e macchinisti nell’occasione rimangono
illesi.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Il 16
maggio 2004, nei pressi di Genova, il locomotore del treno passeggeri
proveniente da Livorno, deraglia a causa di una rotaia deformata e
colpisce una casa sfondandola per metà. Nell’incidente muore una
donna e 38 persone rimangono ferite.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Il 13
settembre 2004, a Cuneo deraglia il treno proveniente da Torino, il
bilancio è di 2 morti.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;"> </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Il 3
dicembre 2004, nei pressi della stazione di Palagianello (TA) si
scontrano un treno merci ed un convoglio passeggeri, nell’incidente
rimangono ferite 6 persone, di cui 2 gravemente.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Il 7
gennaio 2005, a Crevalcore, a pochi chilometri da Bologna, su una
linea a binario unico, un convoglio interregionale diretto a Bologna
si scontra con un treno merci carico di pesanti barre di ferro, che
procede in direzione opposta. L’impatto è terribile e provoca 17
morti (fra i quali 4 macchinisti e un capotreno) e 80 feriti.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Il 20
dicembre 2005, nella stazione di Roccasecca (FR) un treno carico di
pendolari e studenti diretto a Campobasso, lanciato a 120 km/h
tampona il convoglio Roma – Cassino, ancora fermo in stazione. Un
uomo muore in ospedale, la sua figlioletta resta a lungo in coma e si
contano una sessantina di feriti, molti dei quali in gravi
condizioni.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Il 29 giugno
2009 a Viareggio un treno che trasporta 14 cisterne cariche di gpl
deraglia e nello scoppio che ne consegue muoiono bruciando come torce 32
persone.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Il 12 luglio
2016 (oggi) due treni si scontrano frontalmente su un tratto di linea a
binario unico fra Andria e Corato, provocando la morte di 25 persone (il
bilancio è ancora provvisorio) ed il ferimento di altre 50. </span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Le cause
di un numero d’incidenti di questa enorme rilevanza non può
attribuirsi alla fatalità, ma va ricercato nella presenza di due
elementi di rischio, quali l’arretratezza dei sistemi di sicurezza
ed il taglio indiscriminato del personale ferroviario. La gestione di
tipo “manageriale” delle ferrovie e la volontà di tagliare in
maniera sempre più sostanziosa i finanziamenti a favore della rete
ferroviaria tradizionale, incanalando tutte le risorse disponibili
nel progetto dell’Alta Velocità, sono alla base di questi
risultati. Le scelte operate hanno determinato la distruzione totale
di tutto quel sistema di organizzazione del lavoro (uffici verifiche,
uffici veicoli, officine e reparti di manutenzione ferroviaria) che
rappresentava il principale caposaldo della sicurezza del trasporto.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Sui due
terzi dell’intera rete ferroviaria italiana (oltre 10.000 km.) il
sistema di sicurezza, denominato “blocco meccanico Fs. è obsoleto
e si affida alla segnaletica e alla professionalità di macchinisti e
capotreni.</span><span style="font-family: "verdana" , sans-serif;"><span style="font-size: xx-small;">
</span></span><span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Laddove il binario è
unico, il capostazione deve fare in modo che i treni che procedono in
opposte direzioni non si scontrino, perciò, attivando a distanza dei
semafori, ottiene che un treno arrivi in stazione restando sul
«binario di corsa» e l’altro venga deviato su uno secondario. I
semafori, piazzati laddove occorre rallentare, sono sempre due,
preceduti da tre cartelli che ne annunciano la presenza. Il primo
semaforo «di protezione» anticipa al macchinista che tipo di
segnale troverà al secondo semaforo, quello «di arresto», 1.500
metri dopo. Se il primo è verde, sarà verde anche il secondo,
quindi la velocità potrà essere mantenuta. Se invece è giallo, è
probabile che l’altro sarà rosso, perciò occorre iniziare a
rallentare da subito. Se il macchinista non vede il primo semaforo,
c’è sempre la possibilità che possa vedere il secondo e
rallentare. Ma, se non vede neanche questo, c’è poco da fare. Il
capostazione, che segue su un pannello i movimenti dei treni, può
solo sperare che il treno proveniente dalla parte opposta non abbia
ancora raggiunto i propri semafori, perché in questo caso può
mandargli il rosso e fermarlo, altrimenti lo scontro è inevitabile.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">La
maggior parte delle linee italiane (11.300 km su 16.000) sono prive
del Sistema Controllo Marcia Treno (SCMT) indispensabile per la
sicurezza. Tale sistema funziona attraverso punti informativi
distribuiti lungo il percorso, interfacciati con gli impianti di
segnalamento che forniscono informazioni in tempo reale al
macchinista, il quale può correggere ogni errore, con la prerogativa
che il treno verrà bloccato automaticamente nel caso questo non
avvenisse. Lungo le linee prive di SCMT, per evitare il costo della
presenza di un secondo agente in cabina di guida che sarebbe in
questo caso indispensabile, si ricorre all’escamotage
dell’apparecchio Vacma. Tale apparecchio inutile e dannoso, ben
lungi dall’esprimere un qualche contenuto tecnologico consiste
semplicemente in un pedale che il macchinista deve pigiare
ripetutamente come un robot ogni 55 secondi per tutta la durata del
viaggio. Occorre mettere in evidenza come il sistema VACMA sia
pericoloso, in quanto focalizzando l’attenzione del macchinista
all’interno della cabina rischia di distoglierla dai segnali
presenti all’esterno, nonché ricordare che importanti studi medici
hanno giudicato tale sistema nocivo per la salute del macchinista
stesso.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Sulle
nostre linee manca inoltre il sistema radio internazionale, attivo da
tempo sui mezzi interoperabili europei, che per mezzo di ponti radio
dedicati presenti lungo la linea garantisce il perfetto funzionamento
in qualsiasi situazione geografica. I macchinisti sono così
costretti a servirsi dei normali cellulari commerciali, con tutti i
limiti in termini d’immediatezza, affidabilità e semplicità d’uso
a cui si aggiungono le enormi difficoltà di comunicazione dovute
alle zone d’ombra presenti nella rete.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Da
un’indagine condotta nel mese di ottobre 2005 da Altroconsumo, su
un campione di 5.000 pendolari lombardi, il 75% si è dichiarato
globalmente insoddisfatto dalla qualità del servizio, con punte che
arrivano al 94% d’insoddisfazione fra gli utenti della tratta
Milano – Novara. Le maggiori cause d’insoddisfazione rilevate
sono state nell’ordine la mancanza d’informazione in caso di
disservizi, la scarsa pulizia delle carrozze e dei bagni, l’eccessivo
affollamento, il malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento, i
ritardi e la mancata sicurezza delle condizioni di viaggio.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Il
materiale rotabile è vecchio e in cattivo stato di conservazione,
mancano i finanziamenti e spesso per effettuare la riparazione di un
locomotore si attinge a pezzi di ricambio prelevati da un altro
locomotore della stessa specie. Le locomotive diesel usate per il
trasporto regionale hanno un’età media di 23,8 anni, quelle
elettriche di 21,3 anni, le motrici diesel cargo di 31,4 anni, i
vagoni delle vecchie “littorine” ancora numerosissimi arrivano a
un’età media di 44 anni. La maggior parte dei 50.000 carri merci
esistenti sulla rete ferroviaria italiana ha un’età media di 30/40
anni. </span>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Queste
cifre più adatte a un museo ferroviario che non all’attività su
rotaia di un paese che ama definirsi tecnologicamente avanzato,
dimostrano quanto sia prioritaria la necessità di un immediato
rinnovo del parco circolante.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Ogni
giorno vengono soppressi tra 200 e 300 treni, poiché manca il
personale che dovrebbe guidarli, oppure mancano fisicamente le
carrozze o le motrici.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Si
concreta dunque in tutta la sua disarmante evidenza la realtà di un
sistema ferroviario drammaticamente in crisi in ogni sua componente,
da quelle legate alle infrastrutture, piuttosto che alla sicurezza,
ai mezzi o all’operatività del personale.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "arial" , sans-serif;">Gli
investimenti miliardari dispensati a piene mani per il progetto
dell’Alta Velocità, appaiono se possibile ancora più insensati ed
inutili se osservati alla luce dello stato di profonda agonia nel
quale versano le nostre ferrovie. Così come risulta del tutto
incomprensibile l’assoluta disinvoltura con la quale il mondo
politico s’infervora sulla necessità di costruire linee per treni
che sfrecceranno a 300 km/h da un capo all’altro dell’Europa,
mentre il nostro sistema ferroviario attuale arranca
nell’arretratezza e non riesce neppure a trasportare con un minimo
di decenza i pendolari per poche decine di chilometri. </span></div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-4826789825987216192017-07-13T00:04:00.001+02:002017-07-13T00:04:20.610+02:00Agenda 21: quando l'ONU vorrebbe sostituirsi a Dio <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbuapkHCzdU9uDDXChq6ikMjoT0f_2_KpBWqZoFzTBEPJUXtII_3D6ROQzBvOpJdx-SmjXcqMwFdHXNbMuxf7U3UZJVr6x9LZHEp4t_uzOIOW2itscbwnwryvB9CxWw7ildwONGo40sYo/s1600/e43d1901233e5b6ae1cb9c0149f9b973773c4380.jpeg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="320" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbuapkHCzdU9uDDXChq6ikMjoT0f_2_KpBWqZoFzTBEPJUXtII_3D6ROQzBvOpJdx-SmjXcqMwFdHXNbMuxf7U3UZJVr6x9LZHEp4t_uzOIOW2itscbwnwryvB9CxWw7ildwONGo40sYo/s320/e43d1901233e5b6ae1cb9c0149f9b973773c4380.jpeg" width="320" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Forse nell'ultimo ventennio vi sarà capitato di sentire parlare
dell'Agenda 21 dell'ONU, o forse no, ma a prescindere dal fatto che
conosciate più o meno a fondo l'argomento, l'Agenda 21 ha già iniziato
in questi anni ad occuparsi di voi ed intende farlo in maniera se
possibile ancora più invasiva nei decenni a venire, senza che nessuno si
sia premurato di domandarvi se siete felici di ricevere tante
attenzioni.<br />
A grandi linee il progetto Agenda 21 è una sorta di "programma di
azione" attraverso il quale l'ONU si impegna a ridisegnare radicalmente
tanto il rapporto dell'uomo con l'ambiente in cui vive, quanto il
rapporto dell'uomo con la sua propria esistenza, attraverso una
complessa operazione d'ingegneria sociale ad ampio respiro che trovi la
propria realizzazione nel corso del nuovo secolo.....</div>
<a name='more'></a><br />
<a href="https://www.blogger.com/null" name="more"></a>Il tutto declinato nel
segno<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2011/05/sacerdoti-del-progresso.html" target="_blank"> dello sviluppo</a> (sostenibile) e della globalizzazione, rivisitata
per l'occasione attraverso i contorni di una comunità globale tesa verso
l'uguaglianza sociale e la prosperità economica. Leggendo l'ampio
articolato che compone il progetto, infarcito di buoni propositi e
apparentemente finalizzato a migliorare sia lo stato di salute
dell'umanità che quello della biosfera, si potrebbe pensare che Agenda
21 possa essere in fondo un qualcosa di positivo, una sorta di "cura"
dolorosa ma necessaria, per renderci alla fine tutti più sani e più
felici, ma nascoste fra le pieghe di tanto filantropico altruismo
continuano a ronzarci nelle orecchie un paio di domande che si ostinano a
tormentarci. Con quali mezzi realmente l'ONU intende sostituirsi a Dio
nel ridisegnare gli equilibri fra l'umanità e il pianeta? E per quale
ragione "l'uomo della strada" pur rappresentando il fulcro dell'intera
operazione non è stato interpellato in merito ad una decisione che
potrebbe stravolgere la sua vita?<br />
<br />
<h4 style="text-align: justify;">
<br />
<b>La nascita del progetto</b></h4>
<div style="text-align: justify;">
Il programma Agenda 21 nasce ufficialmente durante la conferenza
delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo (UNCED) tenutasi a Rio de
Janeiro nel giugno 1992, coagulandosi intorno al dogma dello "sviluppo
sostenibile" e facendosi portatore dell'intenzione di coniugare insieme
nel ventunesimo secolo le pratiche del modello sviluppista con la
necessità di preservare la biosfera dai danni derivanti
dall'applicazione del modello stesso.<br />
In realtà il termine "sviluppo sostenibile", come tanti altri
ossimori facenti parte della neolingua orwelliana attraverso la quale
veniamo imboniti quotidianamente, ha radici ben più antiche essendo in
uso già fin dai primi anni settanta, basti pensare a pubblicazioni come
il rapporto sui "Limiti dello sviluppo" del 1972, commissionato dal Club
di Roma e redatto da un gruppo di studiosi del Massachusetts Institute
of Technology, alla conferenza dell'ONU sull'Ambiente Umano del giugno
1972, al documento IUNC 1980 dal titolo Strategia mondiale per la
Conservazione, per finire con il rapporto Burdtland del 1987, che prende
il nome dall'allora premier norvegese che presiedeva la Commissione
mondiale sull'ambiente e lo sviluppo istituita nel 1983. Proprio
all'interno del rapporto Burdtland il concetto di "sviluppo sostenibile"
venne contestualizzato nella forma ancora oggi ampiamente condivisa:
"lo sviluppo sostenibile, lungi dall’essere una definitiva condizione di
armonia, è piuttosto processo di cambiamento tale per cui lo
sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti,
l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali
siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali".<br />
Agenda 21 si manifesta sostanzialmente come un piano d'azione
finalizzato alla pianificazione di un "nuovo" modello di sviluppo,
necessario per affrontare le emergenze climatiche, ambientali, sociali
ed economiche del terzo millennio e pertanto si basa giocoforza
sull'assurto che tali emergenze siano reali e si manifestino tali
esattamente nei termini in cui il programma le prende in considerazione.
Proprio per questa ragione a fare da corollario ad Agenda 21 si pongono
tutta una serie di studi, trattati e rapporti, di carattere
scientifico, economico e sociologico che costituiscono l'humus
necessario per giustificare l'intera operazione. I documenti più
importanti (e anche più controversi) sono costituiti dai rapporti
dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) all'interno dei
quali si preconizza il riscaldamento globale del pianeta (incremento fra
1,4 e 5,8 gradi nel XXI secolo) e se ne attribuiscono le cause
all'attività antropica ed in particolar modo alle emissioni di anidride
carbonica nell'atmosfera. Tali rapporti hanno posto le basi per la
creazione del Protocollo di Kyoto nel 1997, al quale aderirono 180
nazioni, con l'eccezione degli Stati Uniti e del Pacchetto Clima
20-20-20 approvato dal Parlamento Europeo ed entrato in vigore nel 2009.
In sinergia con il piano d'azione Agenda 21, durante il vertice di Rio
de Janeiro del 1992 venne creata anche la Convenzione quadro delle
Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che iniziò a riunirsi
annualmente a partire dal 1995 a Berlino, nella sessione del 1997 fu la
sede in cui venne stipulato il Protocollo di Kyoto, mentre l'ultimo
vertice (denominato COP 21) si è tenuto nello scorso mese di dicembre
2015 a Parigi.<br />
Proprio nel corso della conferenza di Parigi, influenzata anche
dall'enciclica di Papa Francesco "Laudato si", è stato concordato
all'unanimità un patto globale per ridurre le emissioni di gas serra
(ritenuti i primi responsabili del riscaldamento globale) denominato
"Accordo di Parigi" e destinato a superare quanto precedentemente
concordato nel protocollo di Kyoto. Scopo principe dell'accordo sarebbe
quello di contenere nel futuro prossimo venturo il presunto aumento
della temperatura al di sotto dei 2°, possibilmente senza superare gli
1,5°. Gli impegni presi in questa sede saranno soggetti a revisione ogni
5 anni a partire dal 2023, con l'intenzione di rendere i risultati
progressivamente più ambiziosi.<br />
Nel settembre 2002, dieci anni dopo la creazione di Agenda 21 a
Johannesburg, l'ONU organizzò il Summit mondiale sullo Sviluppo
Sostenibile (denominato anche Rio+10) all'interno del quale si fece
sintesi sui risultati raggiunti fino a quel momento e venne deciso di
puntare maggiormente sulla creazione di partenariati, piuttosto che di
accordi intergovernativi.<br />
Nel mese di giugno del 2012, sempre a Rio de Janeiro, le Nazioni
Unite hanno organizzato la conferenza Rio +20, all'interno della quale
sono stati definiti nuovi obiettivi globali per lo Sviluppo sostenibile
ed è stato creato un Foro Politico di Alto Livello sullo sviluppo
sostenibile, deputato a "monitorare l’attuazione degli impegni globali
in tema di sviluppo sostenibile, fornire leadership politica e
promuovere l’interfaccia tra scienza e politica".<br /><br /></div>
<h4 style="text-align: justify;">
<b>Struttura e strategia</b></h4>
<div style="text-align: justify;">
A supervisionare e controllare l'esecuzione del programma Agenda 21 è
stata istituita la Commissione ONU per lo sviluppo sostenibile che è
composta da 53 stati membri e si riunisce ogni anno a New York con la
presenza dei 53 ministri di turno ed i rappresentanti delle ONG
accreditate in qualità di osservatori. A sostituirla nel 2012 è stato
istituito il Foro Politico di Alto Livello, ma sostanzialmente
l'ambizione di Agenda 21 è quella di coniugare la governance globale con
l'azione locale, per mezzo di una contaminazione capillare sul
territorio, ottenuta attraverso la cooptazione di tutti quei soggetti
che localmente hanno un determinato peso specifico, classificati
nell'occasione come "Stakeholders", cioè portatori d'interesse. Si
tratta naturalmente degli amministratori locali di ogni livello, ma
anche delle onlus ed associazioni che operano in una determinata realtà,
del tessuto industriale ed imprenditoriale locale, di tutti coloro che
localmente possiedono una qualche autorevolezza. Costoro, a cascata,
dovrebbero influenzare ed orientare il pensiero dei cittadini "comuni",
coinvolgendoli nella "crociata" per lo sviluppo sostenibile. Per
ottenere questo scopo è stato creato il Consiglio internazionale per le
iniziative ambientali locali, meglio conosciuto come ICLEI, una sorta di
ONG legata a doppio filo all'ONU, il cui compito è quello di portare
avanti un'attività di lobby capillare che riesca a cambiare le politiche
governative locali concernenti tutti gli aspetti della vita umana.
Proprio l'ICLEI organizzò nel maggio 1994 la conferenza di Aalborg
durante la quale vide la luce la Carta delle città europee per uno
sviluppo durevole e sostenibile, conosciuta anche come Carta di Aalborg
che meglio definisce in sede europea l'impegno per l'attuazione
dell'Agenda 21 a livello locale, con la finalità di costruire un modello
di sviluppo urbano sostenibile. L'attività dell'ICLEI è simile per
molti versi a quella di un governo parallelo rispetto a quello delle
amministrazioni locali, senza la necessità di venire votato dai
cittadini e senza alcun obbligo di trasparenza, poiché formalmente non
si tratta di un ente pubblico, bensì di una ONG privata.</div>
<h4 style="text-align: justify;">
<br />
<b>Gli obiettivi per il nostro futuro</b></h4>
<div style="text-align: justify;">
Lo scorso 25 settembre 2015 a New York si è svolto il vertice
dell'ONU per l'adozione della nuova Agenda globale di Sviluppo
Sostenibile per i prossimi 15 anni. I lavori sono stati inaugurati da un
intervento di Papa Francesco, volato a New York per l'occasione ed al
summit hanno preso parte oltre 150 leader mondiali. Lo scopo del vertice
è stato quello di approvare il documento "Trasformare il nostro mondo:
l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile" che comprende 17 nuovi
obiettivi di sviluppo sostenibile destinati a superare quelli approvati
precedentemente.<br />
Scorrendo l'elenco degli obiettivi dell'Agenda per lo sviluppo
sostenibile dell'Onu si ha apparentemente l'impressione di trovarsi di
fronte ad una lista di "buone" intenzioni, dispensata per il nostro
"bene" e necessaria per lenire le nostre sofferenze<br /><br /><br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">1.<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Porre fine alla povertà in tutte le sue forme.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">2.<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Azzerare la fame, realizzare la sicurezza
alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile. </div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">3.<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Garantire le condizioni di salute e il benessere
per tutti a tutte le età.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">4.<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Offrire un’educazione di qualità, inclusiva e
paritaria e promuovere le opportunità di apprendimento durante la vita per
tutti.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">5.<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Realizzare l’uguaglianza di genere e migliorare
le condizioni di vita delle donne.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">6.<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Garantire la disponibilità e la gestione
sostenibile di acqua e condizioni igieniche per tutti.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">7.<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Assicurare l’accesso all’energia pulita, a buon
mercato e sostenibile per tutti.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">8.<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Promuovere una crescita economica duratura,
inclusiva e sostenibile, la piena e produttiva occupazione e un lavoro decoroso
per tutti.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">9.<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Costruire infrastrutture resistenti, promuovere
l’industrializzazione sostenibile e inclusiva e favorire l’innovazione.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">10.<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Riduzione delle disuguaglianze tra i Paesi</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">11.<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Rendere le città e le comunità sicure,
inclusive, resistenti e sostenibili.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">12.<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Garantire modelli di consumo e produzione
sostenibili.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">13.<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Fare un’azione urgente per combattere il
cambiamento climatico e il suo impatto.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">14.<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Salvaguardare gli oceani, i mari e le risorse
marine per un loro sviluppo sostenibile.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">15.<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Proteggere, ristabilire e promuovere l’uso
sostenibile degli ecosistemi terrestri, la gestione sostenibile delle foreste,
combattere la desertificazione, fermare e rovesciare la degradazione del
territorio e arrestare la perdita della biodiversità.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">16.<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Promuovere società pacifiche e inclusive per lo
sviluppo sostenibile, garantire a tutti l’accesso alla giustizia, realizzare
istituzioni effettive, responsabili e inclusive a tutti i livelli.</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<span style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman";"><span style="mso-list: Ignore;">17.<span style="font: 7.0pt "Times New Roman";">
</span></span></span>Rinforzare i significati dell’attuazione e
rivitalizzare le collaborazioni globali per lo sviluppo sostenibile </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Occorre però sempre ricordare come le vie dell'inferno siano
spesso lastricate di buone intenzioni, per evitare di lasciarsi imbonire dalla
facile retorica e dall'esercizio della solidarietà pelosa, tenendo a mente come
nella maggior parte dei casi i maggiori "filantropi" coincidano con i
soggetti più spietati e pericolosi fra quelli che calcano la scena mondiale.
Proprio per questa ragione ponendoci di fronte ad un progetto di questo genere,
nelle parole costruito per ottenere un processo partecipativo e democratico che
coinvolga i cittadini, le associazioni locali e le imprese private, nel segno
del motto "pensare globalmente, agire localmente", così come ribadito
nel capitolo 28 del documento Agenda 21, ma nella realtà calato dall'alto,
senza che i cittadini abbiano avuto alcuna voce in capitolo, diventa necessario
imparare a leggere fra le righe, con sguardo disincantato e una buona dose di
sano realismo.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Porre fine alla povertà in tutte le sue forme </b>è senza
dubbio un nobile proposito, ma il senso in cui si sta muovendo la
"governance mondiale" che sovraintende anche ad Agenda 21 è
totalmente antitetico a questo obiettivo. Nei paesi cosidetti
"sviluppati" le fabbriche chiudono, la disoccupazione cresce, le
tutele per i lavoratori si assottigliano, l'accesso ad un reddito dignitoso sta
diventando un mito inarrivabile per decine e decine di milioni di famiglie,
dopo che nel corso di un secolo di modello basato sulla crescita e sullo
sviluppo la sopravvivenza dei cittadini è stata legata con filo indissolubile
alla disponibilità di denaro. Nei paesi cosidetti "sottosviluppati" o
in quelli "in via di sviluppo" la povertà sta diventando ancora più
diffusa e perniciosa, dopo che i mentori dello sviluppo (gli stessi che
gestiscono Agenda 21) hanno sradicato qualsiasi pratica di autoproduzione o
forma di sussistenza esistesse in precedenza e l'unica alternativa alla povertà
sembra consistere nell'emigrazione di massa, che la governance in oggetto
oltretutto favorisce.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Per porre fine alla povertà non servono proclami,
bisognerebbe in primo luogo smettere di crearla, ma purtroppo sotto al velo
delle "buone" intenzioni non è questa la direzione in cui la
governance si sta fattivamente muovendo.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Azzerare la fame nel mondo </b>è un proponimento
condivisibile da parte di chiunque, caro perfino ai bimbi delle elementari, ma
proprio per questo rischia di trasformarsi nel pretesto
"incontestabile", per giustificare tutta una serie di azioni in sè
assolutamente ingiustificabili. L'introduzione delle sementi OGM, l'abuso dei
pesticidi, il tentativo di modificare e standardizzare le abitudini alimentari
delle popolazioni, solo per fare qualche esempio di una vastissima lista di
operazioni aberranti che possono venire spacciate come "buone" e
"necessarie", anche se non lo sono affatto.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Garantire le condizioni di salute e il benessere per
tutti </b>è un obiettivo auspicato da qualunque essere umano, però i mezzi
usati per ottenerlo potrebbero essere molto meno condivisibili di quanto non lo
sia l'obiettivo stesso ed i risultati ottenuti potrebbero manifestarsi assai
differenti dai "buoni propositi" iniziziali. Pensiamo ad esempio alle
vaccinazioni di massa obbligatorie, al Codex Alimentarius, ai microchip da
installare sottocute per scopi medici, per finire con il controllo dell'aumento
della popolazione che nell'immaginario di molti "complottisti" sarebbe
uno fra i principali obiettivi di Agenda 21. Senza contare il fatto che in
buona parte d'Europa (Italia e Grecia in primis) l'austerità imposta dalla BCE
e dalla UE (parti integranti della governance mondiale) sta progressivamente
smantellando l'accesso del cittadino alla sanità pubblica, in antitesi con gli
obiettivi proclamati dall'agenda stessa.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Offrire un'educazione di qualità per tutti </b>è
un'aspirazione sicuramente di buon senso, sia pure subordinata alla necessità
di non patire la fame ed essere in salute, però il fulcro della questione
consiste in cosa s'intenda realmente per qualità. Purtroppo il confine fra
istruzione ed indottrinamento è molto sottile, così come lo è quello fra
informazione e propaganda.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Realizzare l’uguaglianza di genere e migliorare le
condizioni di vita delle donne</b> è un altro obiettivo auspicabile, ma suona
stonato nelle corde di un modello di sviluppo come quello attuale che
quotidianamente crea precarizzazione e disagio sociale, antepone la
produttività al diritto alla maternità e compie ogni sforzo per praticare
l'eutanasia della famiglia tradizionale.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile di
acqua </b>sarebbe un proponimento che trova tutti d'accordo, ma purtroppo
l'elite globale (che sovraintende anche ad Agenda 21) ha trasformato il bene
acqua in una merce e si sta muovendo sempre più su scala mondiale verso la
privatizzazione delle risorse idriche, perseguendo in reltà l'obiettivo di
costruire un monopolio nella gestione dell'acqua, che oltretutto risulta spesso
di scarsa qualità, favorendo in questo modo il business delle multinazionali
dell'acqua in bottiglia.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Assicurare l’accesso all’energia pulita, a buon mercato e
sostenibile per tutti </b>è un processo<b> </b>che potrebbe passare attraverso
il potenziamento delle reti di distribuzione intelligenti (smart grid),
consentendo una maggiore integrazione con l'autoproduzione energetica ed una
più alta flessibilità del sistema di creazione e distribuzione dell'energia.
Alcuni sforzi in questo senso sono già stati compiuti, ma se occore rassegnarsi
al fatto che l'energia pulita in effetti non esiste, dal momento che anche le
fonti rinnovabili determinano impatti ambientali, sia pure in maniera
differente rispetto a quelle fossili, la definizione "a buon mercato"
sembra destinata a restare un miraggio inarrivabile, dal momento che sforzi in
questo senso non se ne sono mai visti e continuano a non vedersene
all'orizzonte.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e
sostenibile, la piena e produttiva occupazione e un lavoro decoroso per tutti </b>è
probabilmente il punto più delirante fra i 17 proposti (o imposti) dall'ONU. In
primo luogo la crescita economica, anche qualora duratura, non è per sua stessa
natura sostenibile, né tanto meno inclusiva, dal momento che il PIL (unico
indicatore utilizzato per misurarla) conteggia esclusivamente la quantità degli
esborsi economici, senza tenere in alcun conto gli impatti ambientali e sociali
determinati dalla crescita stessa e senza curarsi assolutamente della
distribuzione della ricchezza. In secondo luogo non esiste alcun rapporto
diretto fra crescita economica e piena occupazione, basti pensare che in Italia
fra il 1960 e il 1998 il PIL è triplicato, mentre al contempo l'occupazione è
scesa dal 41,5% al 38,5% della popolazione. Per quanto concerne poi i lavori
decorosi, ognuno di noi credo possa constatare sulla propria pelle come lo
sviluppo (sostenibile o meno) ne stia praticando progressivamente la completa
eutanasia.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Costruire infrastrutture resistenti, promuovere l’industrializzazione
sostenibile e inclusiva e favorire l’innovazione </b>si rivela un obiettivo
assai enigmatico. Non risulta chiaro a quali infrastrutture
"resistenti" il programma faccia riferimento. Molto spesso le grandi
opere spacciate come sostenibili, l'alta velocità ferroviaria, le mega dighe e
via discorrendo provocano impatti ambientali<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>e sociali devastanti senza offrire un ritorno adeguato in termini
economici. L'industrializzazione sostenibile è un altro degli ossimori in voga
nella neolingua orwelliana. In un mondo globalizzato dove l'Occidente è in fase
di deindustrializzazione e le industrie energivore ed iper inquinanti si stanno
concentrando nei paesi in via di sviluppo, dove le legislazioni hanno maglie
più larghe ed è possibile reperire enegia a basso costo, la neo
industrializzazione sponsorizzata dalla governance mondiale non si manifesta
affatto sostenibile, né tanto meno inclusiva. L'innovazione non è un qualcosa
di positivo a prescindere dalla sua natura, rappresenta una positività qualora riesca
a migliorare l'esistente, ma può anche essere peggiorativa come spesso è
accaduto ed accade. Attribuire all'innovazione una valenza positiva senza
curarsi della sua natura, solamente sulla base del convincimento che il
"nuovo" sia meglio del "vecchio" per una sua valenza
intrinseca rappresenta un errore marchiano con il quale stiamo già oggi facendo
i conti attraverso le devastazioni imposte dal progresso.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>La riduzione delle disuguaglianze fra i paesi </b>potrebbe
sembrare di primo acchito l'obiettivo principe della globalizzazione
mondialista. Un mondo dove non esistano più le differenze, i cittadini godano
tutti degli stessi (pochi) diritti, siano soggetti alle stesse leggi, mangino
lo stesso cibo, abbiano gli stessi gusti, le stesse ambizioni, la stessa
religione, gli stessi sogni e conducano in sostanza la stessa vita. Una
pianificazione su scala globale dell'umanità, da ottenere secondo Agenda 21
attraverso la crescita e lo sviluppo sostenibile. Ci sarebbero senza dubbio
molte riflessioni da fare intorno a questo "paradiso" o
"inferno" prossimo venturo, ma a monte ne esiste una che le sovrasta
tutte. Proprio sulle disuguaglianze di carattere economico fra i vari paesi la
governance mondiale che sovraintende ad Agenda 21 ha costruito il caposaldo
della propria politica sviluppista, ad iniziare dal programma mondiale di
delocalizzazione industriale nei paesi a basso costo della manodopera e dallo
sfruttamento indiscriminato delle risorse minerarie ed energetiche dei paesi
del "terzo mondo". Mentre le disuguaglianze vengono
"valorizzate", monetizzate e coccolate nel presente, se ne propone
dunque la riduzione nel prossimo futuro, senza dubbio un cortocircuito logico
che legittima seri dubbi sulla bontà di un progetto come quello di Agenda 21.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Rendere le città e le comunità sicure, inclusive,
resistenti e sostenibili </b>rientra anch'esso nel novero dei buoni propositi,
ma è un'intenzione che trasuda utopia da tutti i pori, visto lo stato in cui
versano tutte le grandi città, malsane, insicure, ghettizzanti e caotiche e di
quelle che sembrano essere le loro prospettive future, alla luce
dell'immigrazione selvaggia e della crescita esponenziale della disoccupazione
e della povertà, provocate proprio dall'elite mondialista che governa anche
Agenda 21. Forse la sicurezza potrebbe anche venire aumentata, attraverso
strumenti di controllo (telecamere, microchip obbligatorio, droni intelligenti)
e di repressione, ma non si tratterebbe comunque del luogo dove una persona
desidererebbe spendere la propria vita. Nonostante ciò proprio nell'ambito
delle città (grandi e piccole) il programma Agenda 21 ha concentrato molti dei
propri sforzi.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili </b>è
un altro dei molti cortocircuiti logici di cui il progetto risulta essere infarcito.
Senza dubbio esisterebbero svariati modelli di consumo e produzione meno
impattanti e più parchi di quello attuale, basti pensare alla "decrescita
felice" proposta da Maurizio Pallante, alla società della decrescita di
Serge Latouche, al comunitarismo di Alain De Benoist, ma tutti questi modelli
hanno in comune la scelta di ripudiare la crescita economica e lo sviluppo come
valori fondanti dell'umanità. Una società che intende perseguire con pervicacia
l'obiettivo della crescita economica (come asserito nel punto 8 di Agenda 21)
non potrà mai ottenere modelli di consumo e produzione sostenibili, dal momento
che la crescita impone per forza di cose un continuo aumento della produzione e
dei consumi, mentre la disponibilità delle risorse non può aumentare
all'infinito, così come non può aumentare all'infinito la capacità della
biosfera di fare fronte alle conseguenze (inquinamento, deforestazione,
impermeabilizzazione dei suoli, rifiuti ecc.) dell'aumento di produzione e
consumo.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Fare un’azione urgente per combattere il cambiamento
climatico e il suo impatto </b>rappresenta uno dei punti in assoluto più
controversi del piano d'azione Agenda 21. In primo luogo perché all'interno della
comunità scientifica non esiste un'identità di vedute riguardo ai cambiamenti
climatici, al presunto riscaldamento globale, al loro impatto ed alle cause che
contribuirebbero ad ingenerarli. I rapporti dell'IPCC che paventavano il
riscaldamento del pianeta per cause di origine antropica, prima delle quali
l'emissione di anidride carbonica in atmosfera, non sono mai apparsi così
cristallini ed attendibili, meno ancora dopo lo scandalo climategate che nel
2009 portò alla luce alcune mail di ricercatori adusi a "truccare" i
dati climatici per suffragare le proprie teorie riguardo al riscaldamento
globale. L'eccessiva concentrazione di attenzione intorno alle emissioni di CO<span style="font-size: 9.5pt; mso-bidi-font-size: 12.0pt;">2</span> è parsa fin da
subito quanto meno singolare e scarsamente supportata da riscontri scientifici
oggettivi. E' forte la sensazione che lo spettro del riscaldamento globale
possa venire usato come "cavallo di Troia" per tutta una serie di
tasse, balzelli e misure ristrettive, finalizzati ad orientare ed indirizzare
l'attività umana globale nella direzione voluta, per ragioni che prescindono
profondamente dall'intenzione di evitare i cambiamenti climatici e preservare
la biosfera.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Oltretutto sullo sfondo della lotta al riscaldamento globale
compaiono anche progetti più o meno ufficiali concernenti il controllo
climatico, le scie chimiche ed Haarp, operazioni assai inquietanti, realizzate
in segreto e tenute nascoste all'opinione pubblica dai media mainstream.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Salvaguardare gli oceani, i mari e le risorse marine </b>è
sicuramente necessario, soprattutto alla luce della devastazione portata dalle
trivellazioni petrolifere, dalla pesca industriale, dagli scarichi tossici e
via discorrendo, ma anche in questo caso è netta la sensazione che le parole si
muovano in direzione antitetica rispetto alle azioni reali. Lo stesso discorso
vale per l'obiettivo di <b>Proteggere, ristabilire e promuovere l’uso
sostenibile degli ecosistemi terrestri.</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Promuovere società pacifiche e inclusive per lo sviluppo
sostenibile </b>ha molte affinità con il progetto di "esportazione della
democrazia" del quale l'ONU si sta facendo portatore da alcuni decenni. Sovvertimento
degli stati sovrani non allineati (destinati comunque a scomparire come tutti
gli altri), imposizione di un unico modello sociale, politico e culturale. Gli
effetti di questa "promozione" si sono già potuti apprezzare, in
Iraq, come in Libia, in Afghanistan, nella ex Jugoslavia ed in tutte le zone
del mondo dove l'ordine precostituito è stato sostituito con il caos composto
da governi fantoccio e bande armate che si spartiscono e disputano fette di
territorio. Nulla lascia supporre che la "promozione" prossima
ventura sortirà risultati differenti rispetto alla precedente.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Rinforzare i significati dell’attuazione e rivitalizzare
le collaborazioni globali per lo sviluppo sostenibile </b>può significare tante
cose, come anche nulla. Sostanzialmente si pone l'accento sulla necessità di un
parternariato globale di carattere sovranazionale, una sorta di governo
mondiale, declinato nel segno dello "sviluppo sostenibile" e
destinato a gestire la vita di tutti noi.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Una mano di
vernice verde non salverà il mondo, ma i profitti delle multinazionali
probabilmente si</b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Se provate a verniciare di verde un forno inceneritore,
un'acciaieria, una centrale a carbone o un'industria chimica, con tutta
probabilità avrete contribuito a salvaguardare l'amenità del paesaggio, ma
senza ombra di dubbio i "mostri di verde vestiti" continueranno ad
emettere nell'aria la stessa identica quantità di veleni che emettevano prima,
incuranti del fatto che voi ora li consideriate sostenibili. Questo accade
perché si tratta di impianti altamente inquinanti che per<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>propria stessa natura emettono veleni, a
prescindere dal fatto che si cambi loro nome o colore.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Alla stessa stregua il modello sviluppista basato sulla
crescita infinita continuerà a manifestarsi come una malattia perniciosa per la
biosfera e l'umanità e finirà inesorabilmente per scontrarsi con i limiti di un
mondo "finito", a prescindere dal fatto che lo si colori di verde,
dichiarando che è diventato "sostenibile".</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Agenda 21 è al tempo stesso una grande operazione di marketing
ed un pilastro importante a supporto del disegno ordito dall'elite mondialista
per costruire il "nuovo mondo" globalizzato.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Trovatisi di fronte ad un problema in sè insormontabile
quale l'impossibilità di costruire una crescita infinita all'interno di un
mondo finito, coloro che gestiscono le sorti di noi tutti hanno pensato bene di
cavalcarlo, trasformandolo di fatto in un'opportunità di profitto sul medio e
sul lungo termine e nel trampolino ideale per diffondere il convincimento che
solamente un "governo mondiale" potrebbe essere in grado di fare
fronte alle sfide che ci aspettano.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Agenda 21 è il regno degli ossimori: lo sviluppo
sostenibile, la crescita verde, la finanza sostenibile, la mobilità
sostenibile, le infrastrutture ecologiche, la chimica verde, l'economia
solidale, l'industria pulita, la globalizzazione dal volto umano e via
discorrendo. Ma è anche una lista infinita di buone intenzioni (destinate con
tutta probabilità a rimanere tali) nel nome delle quali potenzialmente è
possibile imporre sacrifici, rinunce, perdite di diritti e stravolgimenti
sociali che sarebbero inaccettabili in circostanze normali. </div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
La scelta di "agire localmente" coinvolgendo il
maggior numero di "stakeholders" all'interno di ogni realtà,
spacciata come parte di un processo partecipativo e democratico non mira al
coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali, bensì semplicemente alla
cooptazione di tutti quei soggetti che sono in grado d'influenzare l'opinione
pubblica, garantendo a ciascuno di essi il proprio tornaconto.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Nessuno ci ha interpellato o ci interpellerà mai per
domandarci se siamo d'accordo con gli obiettivi di Agenda 21 e soprattutto se
condividiamo i mezzi che l'ONU ha scelto per tentare di raggiungerli. Spetterà
al giornale che leggiamo tutte le mattine sensibilizzarci sull'argomento, a
piccole dosi e nella direzione voluta, sarà compito dell'associazione
ambientalista di nostra fiducia ragguagliarci in merito al pericolo del
riscaldamento globale, sarà il sindaco della nostra città ad applicare nuovi
limiti e nuove sanzioni, toccherà ai "vip" di nostro gradimento
influenzare i nostri gusti e la nostra sensibilità, sugli schermi della TV o su
un palco da concerto, saranno il governo del nostro paese o della nostra
regione a promulgare nuove leggi che stravolgeranno profondamente il nostro
modo di vivere.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Che la cosa ci piaccia o meno, senza neppure rendercene
conto, ci ritroveremo molto presto tutti partecipi di una "battaglia"
che non ci appartiene ma ci vedrà protagonisti. Una battaglia condotta nel nome
dello sviluppo sostenibile (ossimoro tra gli ossimori) che rischierà di rendere
la nostra vita ancora più insostenibile di quanto già non lo sia attualmente,
in questo mondo devastato proprio dalla crescita e dallo sviluppo che
sostenibile non lo è mai stato e non lo potrà essere mai, comunque lo si
dipinga.</div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-39659320580431344052017-07-12T00:14:00.002+02:002017-07-12T00:14:36.853+02:00L'uomo nuovo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEJPCWRtBrkT-QqBvRH2ZSJTlG2cLSmrcrHmmYJcjpLsIFHaTUOHHWFc7wBRiS9XRe994t1FAcfJ0oQ4SCTVfEWlGeoEtD6DVl2QrBG1BY-2fYhJ83baxj5qZgm28Hh8pMPtFNEtc3Ni4/s1600/43855135-Vista-posteriore-di-uomo-d-affari-con-la-valigia-in-mano-guardando-pannello-virtuale-Archivio-Fotografico.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="171" data-original-width="320" height="211" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEJPCWRtBrkT-QqBvRH2ZSJTlG2cLSmrcrHmmYJcjpLsIFHaTUOHHWFc7wBRiS9XRe994t1FAcfJ0oQ4SCTVfEWlGeoEtD6DVl2QrBG1BY-2fYhJ83baxj5qZgm28Hh8pMPtFNEtc3Ni4/s400/43855135-Vista-posteriore-di-uomo-d-affari-con-la-valigia-in-mano-guardando-pannello-virtuale-Archivio-Fotografico.jpg" width="400" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<br />
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Quando
intorno alla metà del secolo scorso l'elite mondialista che di fatto
gestisce le sorti del pianeta e dei suoi abitanti iniziò a
strutturare le basi per la costruzione di un nuovo ordine mondiale (o
comunque lo si voglia chiamare di una nuova società che potesse
risultare funzionale ai propri interessi) comprese immediatamente
come la globalizzazione fosse la strada migliore da percorrere per
ottenere il risultato voluto. Le basi di un progetto di questo genere
erano già state poste negli anni 30, </span><span style="font-size: small;">quando
il Council on Foreign Relations americano concepì strutture come la
Banca Mondiale ed il Fondo Monetario internazionale che nacquero
ufficialmente a Bretton Woods nel luglio 1944 ed ebbero senza dubbio
modo di affinarsi quando a partire dal mese di maggio 1954 iniziarono
le riunioni del gruppo Bilderberg, deputato a fare sintesi e
delineare le strategie.......<a name='more'></a></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://www.blogger.com/null" name="more"></a><span style="font-size: small;"> Nello stesso periodo, ad ottobre del 1947 a
Ginevra vide la luce il GATT (</span><em><span style="font-size: small;">General
Agreement on Tarifs and Trade</span></em><span style="font-size: small;">)
composto inizialmente da 18 paesi fra i quali l'Italia (che entrò a
farne parte nel 1949) e destinato a comprenderne 37, che si proponeva
l'obiettivo di eliminare tutto ciò che potesse in qualche misura
ostacolare il commercio internazionale.</span></div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Il
capitalismo fordista, inteso come modello basato sulla produzione ed
il consumo, aveva ormai fatto il suo tempo, così come stavano
diventando anacronistici i paletti imposti dalla presenza degli stati
sovrani, delle politiche protezionistiche dei vari governi e di tutto
un universo di peculiarità e differenze che di fatto ostacolava la
creazione di un mercato unico globale. Nei decenni successivi sarebbe
stato necessario smantellare in maniera certosina ogni ostacolo che
potesse frapporsi alla costruzione di una società globalizzata, dove
le merci e gli uomini (merce) potessero circolare senza alcun
intralcio, per venire incontro alle esigenze di profitto e dove la
finanza e le grandi banche di affari, a braccetto con le società
multinazionali, acquistassero sempre più peso rispetto alla
politica, fino ad arrivare a dirigerne e determinarne le scelte.</span></div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">I
cittadini occidentali da poco usciti dalla guerra mondiale vivevano
il boom economico, lavoravano, risparmiavano, consumavano ed
anelavano ad un futuro migliore. Abbandonavano le campagne per andare
a lavorare in città, "modernizzavano" le propre usanze ed
i propri costumi, sempre guardando all'America come al faro
illuminante dal quale trarre ispirazione. Erano indirizzati sulla
buona strada, ma avrebbero avuto ancora molto cammino da fare.</span></div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">I
cittadini del blocco sovietico vivevano racchiusi in un bozzolo,
impermeabile a tutte le ingerenze esterne, fra le pieghe
dell'economia pianificata. Di strada da fare ne avevano ancora tanta,
ma un bel giorno sarebbero arrivati anche loro alla meta.</span></div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Quelli
del "terzo mondo" vivevano soprattutto grazie
all'autoproduzione, praticavano l'agricoltura e la pastorizia
finalizzate alla propria sussistenza ed il loro peso sullo scacchiere
del progresso, basato sulla società crescita e sviluppo risultava
tutto sommato di poco conto. Al contrario di quello dei paesi in cui
vivevano, spesso ricchi di risorse che per la crescita e lo sviluppo
occidentale sarebbero diventate indispensabili. Comunque un giorno
non così lontano anche loro avrebbero concorso alla formazione del
villaggio globale.</span></div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<br /><br />
</div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Il
processo di globalizzazione avrebbe necessitato di tempi lunghi, di
strumenti tecnologici nuovi che permettessero la creazione di una non
- cultura globale volta a sostituire la miriade di culture
preesistenti, della collaborazione di tutti gli organismi di potere,
in qualsiasi luogo ed a qualsiasi livello.</span></div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<br /><br />
</div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><b>La
fine del novecento</b></span></div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<br /><br />
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Nel gennaio del 1995, dopo 8
anni di negoziati fra i paesi aderenti al GATT, sempre a Ginevra
nacque il WTO (World Trade Organisation), al quale attualmente
aderiscono 161 paesi che rappresentano circa il 97% dell'intero
commercio mondiale di beni e servizi. Lo scopo principale della nuova
organizzazione era quello di perfezionare il lavoro fino a quel
momento svolto dal GATT, nella creazione di un mercato unico globale
che di fatto godesse di un potere sovranazionale e fosse in grado di
determinare e gestire le politiche economiche su scala mondiale, di
concerto con istituzioni come il Fondo Monetario Internazionale e la
Banca Mondiale. Un altro passo importante sulla via della
globalizzazione era stato compiuto, le nazioni avrebbero
progressivamente ceduto sempre maggiori quote della propria
sovranità, mentre gli "uomini merce" si sarebbero
omologati sempre più gli uni con gli altri, abbandonando la propria
identità e le proprie tradizioni, trasformandosi in soggetti
interscambiali fra loro, da potere gestire e spostare a piacimento
sullo scacchiere mondiale.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">In Occidente la popolazione
aveva raggiunto intorno alla metà degli anni 80 il maggior momento
di "benessere economico", sull'asse del modello crescita e
sviluppo. Le città erano densamente popolate, inquinate e vivaci,
all'acme di una migrazione trentennale dalle campagne. Il livello di
occupazione era alto, quello dei salari discretamente buono, i
diritti dei lavoratori, dopo le "conquiste" dei decenni
precedenti risultavano elevati. Ormai tutte le famiglie possedevano
una o più auto, fiorivano le seconde case, le persone avevano tempo
libero e risorse da dedicare ai viaggi e alle vacanze. I consumi
erano estremamente elevati, l'impegno politico stava sparendo,
sostituito dai nuovi modelli sociali ispirati dai media e dalla
televisione. L'uomo della strada si considerava tutto sommato felice,
attraverso i viaggi organizzati iniziava a sentirsi cosmopolita,
lavorava, consumava ed andava a divertirsi, nella maniera in cui i
nuovi modelli sociali gli suggerivano di fare.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">La caduta del muro di Berlino,
avvenuta nel 1989 ed il crollo dell'Unione Sovietica verificatosi a
cavallo del 1990, seguito dalla disintegrazione della ex Jugoslavia,
mandarono in frantumi quella sorta di bozzolo in cui vivevano i
cittadini dell'Est, diventati improvvisamente permeabili e ricettivi
al canto delle sirene occidentali. Entro breve tempo anche loro
avrebbero potuto godere di tutti i benefici del modello crescita e
sviluppo, mangiare al Mc Donald's, guardare i film americani e
sentirsi cittadini del mondo.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<br /><br />
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">In quegli stessi decenni, nei
paesi del "terzo mondo", già pesantemente depredati delle
proprie risorse durante il periodo coloniale, la Banca Mondiale ed il
FMI, attraverso i vari organismi da essi controllati, hanno imposto
una nuova forma di colonialismo declinata nel segno dello sviluppo.
<br />I governi locali (spesso collusi con la stessa elite mondialista)
sono stati convinti a svendere ulteriormente le proprie risorse e ad
indebitarsi per cifre esorbitanti, al fine di poter costruire mega
infrastrutture sul modello occidentale, il più delle volte destinate
a rimanere sottoutilizzate, dopo avere determinato gravissimi danni
agli equilibri ambientali. Le piccole industrie, che producevano beni
di consumo semplici, destinati al consumo della popolazione locale,
sono state sotituite da mega industrie inquinanti ed energivore,
spesso di proprietà delle multinazionali occidentali impegnate a
delocalizzare la propria produzione in paesi che potessero offrire
legislazioni di comodo e manodopera a bassissimo costo.<br />Le colture
di sussistenza che contribuivano a sfamare le polazioni locali, sono
state estirpate per far posto alle monocolture intensive, in
larghissima parte destinate all'esportazione. La cosidetta
"rivoluzione verde", spacciata sotto le mentite spoglie
della solidarietà pelosa, ha di fatto trasformato milioni di
contadini che vivevano del proprio raccolto in milioni di "contadini
poveri" dipendenti in tutto e per tutto dalle quotazioni della
propria monocoltura di riferimento nelle borse internazionali. Dopo
averli fatti indebitare per l'acquisto dei macchinari agricoli e dei
pesticidi e in un secondo momento anche delle sementi ogm che erano
state rese indispensabili.<br />La pesca tradizionale, praticata
rispettando i pricipi ecologici che preservavano la riproduzione e
proteggevano le riserve di pesce, finalizzata a sfamare le famiglie
locali è stata sostituita dalla pesca moderna con reti a strascico
(spesso finanziata da programmi di aiuto internazionali) assai più
distruttiva e letale per le riserve di pesce. I pescatori
tradizionali che attraverso il loro lavoro sfamavano le proprie
famiglie, si sono così trasformati in pochi decenni in dipendenti
sottopagati al soldo di compagnie di pesca straniere che avevano come
unico scopo il profitto immediato, potendo trasferirsi altrove nel
momento in cui le acque non sarebbero state più produttive. E questo
sarebbe avvenuto molto presto, anche con la complicità dei pesticidi
e degli scarichi velenosi determinati dalle industrie di "nuova
generazione".<br />Le foreste tropicali, abitate dai popoli
indigeni usi a praticare le coltivazioni a rotazione, sono state
oggetto di una pesantissima deforestazione, conseguente
all'abbattimento massiccio degli alberi da parte delle società
transnazionali legate all'industria del legname e dei mobili o degli
allevamenti intensivi destinati alle catene di fast foods americane.
Basti pensare che solamente tra il 1900 ed il 1965 la metà della
superficie occupata dalle foreste nei paesi "in via di sviluppo"
è stata disboscata, mentre nei decenni successivi il ritmo della
deforestazione è stato ancora superiore, con la conseguenza di aver
privato milioni di persone dei propri strumenti di sussistenza, oltre
ad avere causato danni ecologici incalcolabili.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Negli ultimi decenni del 900 i
cittadini del terzo mondo, che per secoli avevano vissuto in comunità
in gran parte autosufficienti, praticando la coltivazione e la pesca,
con un'industria manifatturiera su piccola scala, basata sulle
risorse locali ed in grado di rispondere alle esigenze ed ai bisogni
di una società "semplice" in armonia con l'ambiente
naturale, avevano visto il proprio ambiente stravolto in maniera
tanto radicale quanto irreversibile. Avevano perso tutte le
coordinate con le quali orientarsi, non possedevano le risorse per
vivere e fare fronte ai nuovi bisogni indotti dalla propaganda dei
paesi "sviluppati" ed iniziavano a sognare di trasferirsi
nelle sfavillanti metropoli che vedevano in televisione.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<br /><br />
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<br /><br />
</div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><b>I
mass media, la TV ed internet</b></span></div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<br /><br />
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">La creazione "dell'uomo
nuovo" e più in generale l'intero processo di globalizzazione,
non sarebbero stati possibili senza tutta una serie di strumenti che
permettessero di superare le differenze culturali, le tradizioni, gli
stili di vita, le peculiarità che ancora distinguevano profondamente
gli uomini l'uno dall'altro, rendendoli un qualcosa di estremamente
eterogeneo, difficilmente omologabile in uno standard globale come
quello voluto.</span></div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">Già
subito dopo la fine della seconda guerra mondiale la musica ed il
cinema "americani" iniziarono ad invadere l'Europa,
contaminando culture profondamente estranee a quella statunitense, ma
il vero strumento principe della globalizzazione fu senza dubbio la
TV ed in un secondo tempo la TV satellitare.<br />La diffusione
massiccia della televisione fu la vera chiave di volta che ampliò a
dismisura gli orizzonti della popolazione, prima occidentale e poi
mondiale, rendendo l'individuo cittadino di un mondo che fino a quel
momento gli era estraneo. Attraverso la TV, a prescindere dal fatto
che si trattasse di un telefilm americano, di pubblicità, di un
festival della canzone, di un telegiornale, di un documentario o di
un programma d'intrattenimento, le persone vennero vezzeggiate,
coccolate ed istradate a nuovi usi e costumi, nuove realtà, nuovi
modi di pensare, nuove mode (spesso di derivazione americana), nuove
sensibilità, sempre declinati sul piano inclinato della modernità,
necessaria ed uguale per tutti. Presente in ogni casa ed accesa per
sempre più ore al giorno, la TV non ha tardato a manifestarsi come
il migliore strumento di orientamento del pensiero, dei costumi, dei
modelli sociali e delle sensibilità, consentendo a chi ne ha gestito
i contenuti di plasmare prima milioni e poi miliardi di persone,
prendendole per mano e portandole nella direzione voluta. Grazie a
decenni di film e telefilm statunitensi per molti italiani, città
come New York o Chicago risultano essere molto più "familiari"
di quanto non lo siano Roma o Milano, feste come Halloween sono
diventate patrimonio di culture alle quali non appartenevano, gli
stravizi e le feste folli dei college americani sono riusciti a
contaminare realtà scolastiche profondamente differenti rispetto a
quella di oltre oceano. Per non parlare del linguaggio, ormai
trasformatosi in una sorta di slang americanizzato, tanto nell'ambito
dei rapporti sociali, quanto in quello professionale. Dove si
organizzano </span><i><span style="font-weight: normal;">briefeng</span></i><span style="font-weight: normal;">,
si va a fare </span><i><span style="font-weight: normal;">l'happy
hour</span></i><span style="font-weight: normal;">, si compra </span><i><span style="font-weight: normal;">il
ticket</span></i><span style="font-weight: normal;">, si pubblicizza
un </span><i><span style="font-weight: normal;">brand</span></i><span style="font-weight: normal;">,
occorre fare la </span><i><span style="font-weight: normal;">spending
review</span></i><span style="font-weight: normal;">, si scrive un
</span><i><span style="font-weight: normal;">abstract</span></i><span style="font-weight: normal;">,
si acquistano viaggi </span><i><span style="font-weight: normal;">all
inclusive</span></i><span style="font-weight: normal;">, si crea
</span><i><span style="font-weight: normal;">audience</span></i><span style="font-weight: normal;">,
si curiosa nel </span><i><span style="font-weight: normal;">backstage</span></i><span style="font-weight: normal;">,
si partecipa ad una </span><i><span style="font-weight: normal;">convention,</span></i><span style="font-weight: normal;">
si usufruisce di un </span><i><span style="font-weight: normal;">benefit</span></i><span style="font-weight: normal;">,
si fa un </span><i><span style="font-weight: normal;">break</span></i><span style="font-weight: normal;">,
si valorizza il proprio </span><i><span style="font-weight: normal;">core
business</span></i><span style="font-weight: normal;">, si paga </span><i><span style="font-weight: normal;">cash</span></i><span style="font-weight: normal;">,
si prenota un </span><i><span style="font-weight: normal;">catering</span></i><span style="font-weight: normal;">,
si va all'ospedale per un </span><i><span style="font-weight: normal;">check
up</span></i><span style="font-weight: normal;">, si porta avnti una
</span><i><span style="font-weight: normal;">class action</span></i><span style="font-weight: normal;">
e via discorrendo. Ma la Tv non è solamente film, telefilm ed
intrattenimento, bensì anche informazione, sempre più in tempo
reale, destinata a portare "il mondo" in casa a tutte le
ore della giornata, costruendo di fatto la realtà secondo i dettami
di chi la gestisce per conto terzi, naturalmente di concerto con la
carta stampata e le trasmissioni radiofoniche.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">A cavallo degli anni 90 del
secolo scorso la TV compie un passo decisivo, con l'avvento del
satellitare che le permette di assumere una dimensione trasnazionale,
raggiungendo tutti quei paesi del "terzo mondo" e dell'ex
blocco sovietico dove gli abitanti, affamati di Occidente, non
tardano a dotarsi degli apparecchi necessari a ricevere il segnale.
Anche loro potranno gustare i telefilm americani e posare gli occhi
sulle fantasmagoriche metropoli brulicanti di luce e di vita, vedere
i loro connazionali giocare nei miliardari campionati di calcio
europei, portare a casa qualche briciola di quel mondo "moderno",
sfavillante, ricco di promesse e di prospettive come suggeriscono le
immagini patinate della pubblicità. Anche loro potranno ottenere
informazioni dal mondo e conoscere la realtà nella forma in cui è
stato deciso che essa esista. Ma soprattutto anche loro potranno fare
propri usi e costumi che gli erano completamente estranei ed
assimilare una "non cultura" che possa sostituire la loro,
ormai persa durante i decenni precedenti.<br />In concomitanza
all'avvento del satellite la TV inizia a cambiare pelle anche
nell'ambito dei contenuti, destinati a diventare sempre più globali
e globalizzanti. Le trasmissioni d'intrattenimento vengono
confezionate in format destinati ad essere venduti in decine e decine
di paesi differenti, l'informazione si standardizza sempre più, non
solo nel contenuto, ma anche nei tempi e nei modi in cui viene
portata. La TV si fa sempre più globale, rivolgendosi ormai a
miliardi di persone che ne seguono fedelmente il percorso, accettando
supinamente di venire omologate.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Se la TV si è distinta come lo
strumento principale della globalizzazione, non meno importante è
stato l'apporto di internet alla "causa", a partire dai
primi anni del nuovo secolo, in concomitanza con la diffusione sempre
più massiccia del computer, non solo in Occidente, ma anche nei
cosidetti "paesi in via di sviluppo". A differenza della
televisione la rete è uno strumento interattivo, dove l'utente non
si limita ad essere spettatore passivo, ma al contrario scrive e si
rapporta con gli altri tramite il web. La creazione del mondo
virtuale, senza confini ed omnicomprensivo, dove ciascuno di noi può
scegliere un alias e ridisegnare un nuovo sé stesso attraverso il
quale rapportarsi all'interno dei social network, sicuramente risulta
essere funzionale ad una nuova visione del "mondo",
deprivata dagli usi e costumi tradizionali e al tempo stesso molto
vicina all'icona del villaggio globale tanto cara all'elite
mondialista. Proprio i social network, con Facebook, Instagram e
Twitter a tirare la cordata, incarnano meglio di ogni altro strumento
lo spirito "dell'uomo nuovo", sempre connesso nel villaggio
virtuale, dove non esistono confini e differenze, ma sempre più solo
nel mondo reale, dove sta perdendo la propria identità, i legami
familiari, la capacità di rapportarsi con gli altri in maniera
costruttiva, la consapevolezza delle proprie origini e della propria
umanità. Proprio sui social network sempre più spesso gli uomini
politici ed i vip fanno i propri annunci, che verranno poi ripresi
dalle TV e dai giornali, diventando a loro volta notizie di notizie,
in un circolo vizioso dai ritmi sempre più sincopati.<br />Ma la rete
non è solamente social network, bensì anche informazione, una
valanga d'informazione di ogni genere e di ogni provenienza della
quale si può fruire a proprio piacimento in qualsiasi momento della
giornata. Dove accanto alla poca "buona informazione"
costruita attraverso l'impegno e la fatica degli utenti, dilaga la
tanta "cattiva informazione" dispensata da quegli stessi
media che gestiscono le TV ed i giornali. Il risultato è quello di
una massa d'individui costretti a gestire mentalmente una marea
d'informazioni superficiali e spesso fuorvianti, ma totalmente
incapaci di approfondire qualsiasi argomento, dal momento che proprio
la superficialità e la fretta sono le parole d'ordine attraverso le
quali navigare in internet. Anche in questo caso internet si presta a
plasmare lo spirito "dell'uomo nuovo", forte del
convincimento di essere iper informato su qualsiasi argomento e di
conoscere tutto, ma totalmente incapace di comprendere come la
propria onniscienza sia costituita esclusivamente da una massa di
nozioni usate per costruire una realtà a suo uso e consumo che non è
più reale di quanto possa esserlo un serial TV.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<br /><br />
</div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><b>Le
"guerre preventive", l'effetto disgregazione e le
rivoluzioni colorate</b></span></div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<br /><br />
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">La prima fu quella " del
Golfo" nel 1990 contro l'Iraq di Saddam Hussein, l'ultima
potrebbe essere (ma speriamo di no) quella contro la Siria di Assad,
passando attraverso la guerra nella ex Jugoslavia, l'invasione
dell'Afghanistan, la definitiva conquista dell'Iraq, la distruzione
della Libia di Gheddafi. Tutte guerre "preventive" portate
dall'elite mondialista occidentale, sotto la guida degli USA e di
organismi internazionali di comodo come l'ONU e la NATO, contro stati
sovrani dallo spiccato carattere nazionalista, poco propensi ad
abbracciare il mito della globalizzazione. Tutti stati dagli
equilibri interni particolarmente delicati a causa della convivenza
di varie etnie e gruppi sociali che i governi esistenti erano
riusciti a ricomporre non senza difficoltà. Tutti paesi che dopo i
bombardamenti e l'invasione hanno perso ogni equilibrio, andando
incontro alla completa disgregazione, degenerata in guerre tribali,
terrorismo, sangue e distruzione, costituendo terreno fertile per la
globalizzazione e l'emigrazione di massa della popolazione locale.</span></div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">Ma
non sempre per abbattere uno stato sovrano il cui governo si
manifestava riluttante a collaborare con l'elite mondialista,
disgregare il paese e gettarlo nel caos, prima di sostituire il
leader poco collaborativo con un fantoccio di comodo, sono stati
necessari bombardamenti ed invasioni. Molto spesso sono state
sufficienti le "rivoluzioni colorate", inaugurate dalle
rivoluzioni d'autunno nel 1989, quando Solidarnosc prese il potere in
Polonia, </span>Ceausescu fu prima deposto e poi ucciso in Romania,
ed i governi preesistenti vennero rovesciati in maniera "pacifica"
nella Germania Est, in Cecoslovaccia, Ungheria, Bulgaria, Estonia,
Lettonia, Lituania. <span style="font-weight: normal;">E poi
proseguite nei decenni successivi, in Serbia nel 2000, in Georgia nel
2003, in Ucraina nel 2004, in Kirghizistan nel 2005. Per finire con
la "Primavera araba" del 2011 che coinvolse fra gli altri
la Tunisia, l'Egitto, la Libia di Gheddafi (poi ucciso durante
l'invasione occidentale) e la Siria, dove Assad riuscì a resistere
solamente grazie all'appoggio della Russia e allo stoicismo del suo
popolo che si strinse intorno a lui. Ultima in ordine di tempo la
rivoluzione ucraina del febbraio 2014, culminata con la cacciata del
presidente in carica Yanukovich, colpevole di non avere mostrato
sufficiente condiscendenza nei confronti della UE. Una rivoluzione
che ha di fatto tagliato in due il paese, provocando forti attriti
fra la UE, spalleggiata dagli Stati Uniti e la Russia, determinando
una lunga scia di sangue tuttora in atto.</span></span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Attraverso una lunga serie di
guerre preventive e rivoluzioni colorate, l'elite mondialista è
riuscita dunque ad ottenere negli ultimi decenni la disgregazione di
un gran numero di stati sovrani, imponendo di fatto con l'uso della
forza o con il sotterfugio l'eliminazione di confini scomodi, di
culture refrattarie al "cambiamento", di tradizioni in
contrasto con il disegno globalizzatore e creando l'humus necessario
affinché potesse realizzarsi nella sua completezza il disegno
stesso.</span></div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<br /><br />
</div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><b>Le
crisi economiche e il fenomeno migratorio</b></span></div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<br /><br />
</div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Solamente con l'avvento del
nuovo millennio, dopo tanto duro lavoro, i tempi erano maturi perché
il processo di globalizzazione potesse entrare pienamente a regime,
iniziando a dare i propri frutti.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Nei paesi occidentali una lunga
serie di crisi economiche e finanziarie, create a tavolino, aveva
privato le popolazioni di tutte le proprie certezze e anche di buona
parte dei loro diritti e delle loro risorse. La disoccupazione era
salita progressivamente a livelli sempre più alti, il potere di
acquisto dei salari risultava in caduta libera, l'ambizione di
"costruire un futuro migliore" stava lasciando il passo a
quella di tentare di mantenere il proprio tenore di vita e ben presto
sarebbe stata sostituita da quella di riuscire a sopravvivere con un
minimo di dignità. I governi si erano ormai ridotti al ruolo di meri
passacarte al servizio di banche e multinazionali e imponevano senza
sosta le politiche di rigore imposte dall'elite mondialista. Tutti i
punti fermi attraverso i quali le persone erano abituate ad
orientarsi da sempre venivano smantellati, ad iniziare
dall'istituzione della famiglia, del "posto di lavoro fisso",
del rapporto di coppia uomo - donna e più in generale di tutti gli
usi e costumi e le peculiarità che le differenziavano le une dalle
altre.<br />Le metropoli e le grandi città avevano smesso di crescere,
la chiusura delle industrie, molte delle quali delocalizzate nei
paesi del "terzo mondo", trasformava vaste aree urbane (e
talvolta perfino intere città come Detroit) in quartieri dormitorio
degradati dove crollava il valore degli immobili, spesso bruciando
senza pietà i risparmi di una vita. Sempre più persone "convinte"
nei decenni precedenti a contrarre pesanti mutui per acquistare le
proprie case si ritrovavano nell'impossibilità di fare fronte ai
pagamenti. Il lavoro si trasformava sempre più da fisso a precario,
allargando a dismisura la categoria dei "nuovi poveri"
costretti ad arrabattarsi fra un'occupazione saltuaria e l'altra,
senza alcuna ambizione che potesse prescindere dalla mera
sopravvivenza.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">L'uomo occidentale si scopriva
sempre più solo, sempre più privo di coordinate atraverso le quali
orientarsi, sempre più incapace di costruire il reddito necessario a
soddisfare i bisogni indotti dai modelli di vita imposti dalla
pubblicità, senza più un'identità, senza qualcosa in cui credere
che non fosse il denaro e il successo, mentre anche il denaro ed il
successo stavano diventando dei miraggi.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">I cittadini dei paesi dell'ex
blocco sovietico si sono ormai in larga parte omologati con quelli
occidentali, molti di loro sono emigrati o emigrano verso ovest,
molti altri hanno parzialmente migliorato il proprio tenore di vita
lavorando nelle aziende delocalizzate in patria. Hanno realizzato il
proprio "sogno occidentale" ma stanno anche rendendosi
conto di come nei fatti si tratti di un'esperienza onirica di
cartapesta.</span></div>
<div style="font-weight: normal; line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Gli abitanti del terzo mondo
hanno ormai rotto gli argini e inseguendo le promesse accattivanti
portate dalla TV satellitare, decidono di emigrare in massa dentro al
mondo rappresentato in quegli schermi. Con la complicità dei
trafficanti di esseri umani, dei professionisti dell'accoglienza
(nascosti sotto la bandiera della solidarietà pelosa) impegnati a
gestire un traffico assai più redditizio di quello della droga e
dell'elite mondialista che ha disperatamente bisogno di loro, si
imbarcano a centinaia di migliaia su barconi fatiscenti o danno vita
via terra ad un esodo disperato e disperante, durante il quale molti
di loro perdono la vita.<br />Sono il "materiale umano" di
cui la globalizzazione ha bisogno per livellare al ribasso i salari
dell'Europa intera, per praticare l'eutanasia degli ultimi diritti
che ancora sopravvivono, per sradicare definitivamente le identità,
gli stati sovrani, le tradizioni e le differenze.</span><br /><br />
</div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">Secondo
i dati forniti dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni
nei soli primi 9 mesi del 2015, sarebbero stati 432.000 i migranti
arrivati in Europa dal Mediterraneo, più del doppio di quelli
sbarcati nell'intero 2014. Stando ai numeri forniti da Amnesty
international nella sola Grecia, nei primi 9 mesi del 2015 sarebbero
sbarcati circa 200.000 migranti, con un rapporto di un migrante ogni
70 abitanti locali. Il vice-cancelliere tedesco Sigmar Gabriel ha
dichiarato che nei prossimi anni la Germania dovrà farsi carico di
almeno un milione di "profughi" richiedenti asilo. <br />Questi
sono solo alcuni numeri, estrapolati dai giornali degli ultimi mesi,
che dimostrano come l'esodo degli emigrati verso l'Europa stia
diventando sempre più significativo, ma non ancora così
significativo come l'elite mondialista vorrebbe.<br />L'economista
</span>Leonid Bershidsky, in un articolo pubblicato su Bloomberg,
dove vuole arrivare l'elite mondialista (della quale senza dubbio è
al servizio) dimostra di averlo capito perfettamente, quando dichiara
candidamente che l'Europa avrebbe bisogno di accogliere (o forse
sarebbe meglio dire deportare) almeno 250milioni di migranti entro il
2060, praticamente un terzo della sua intera popolazione attuale.
Bershidsky attraverso complesse calcolazioni tanto care agli
economisti tenta di dimostrare come un "sacrificio" di
questo genere sarebbe necessario per "salvare" le pensioni
future dei cittadini europei, nell'evidente intenzione di dare di un
fenomeno come quello dell'immigrazione di massa una visione positiva
e per alcuni versi quasi salvifica. Mente spudoratamente sulle reali
ragioni per cui è stato innescato il fenomeno, ma si dimostra assai
efficace nel descrivere le dimensioni e la portata globale dello
stesso in quello che è il piano della globalizzazione.<br />Come non
domandarsi con quali prospettive un continente in profonda crisi
economica, che non riesce più a fornire gli strumenti per una
sopravvivenza dignitosa alla propria popolazione potrebbe mai
accogliere una simile marea di profughi, permettendo loro di vivere
dignitosamente? E come non domandarsi che fine faranno nel prossimo
futuro i paesi dai quali i migranti provengono, privati di larga
parte della propria popolazione in età lavorativa, emigrata in
Occidente in cerca di fortuna?</span></div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<br /><br />
</div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<br /><br />
</div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<br /><br />
</div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<br /><br />
</div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: small;"><b>"L'uomo
nuovo" è ormai una realtà</b></span></div>
<div style="line-height: 115%; margin-bottom: 0.35cm; text-align: justify;">
<br /><br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: small;">Al termine di tutto questo
percorso l'uomo nuovo è ormai diventato una realtà concreta e
risulta del tutto aderente al disegno che l'elite mondialista aveva
in mente quando più di mezzo secolo fa iniziò a costruirlo con
pazienza. Si tratta del cittadino del mondo, una figura apolide,
priva di qualsiasi senso di appartenenza, senza alcuna cultura di
riferimento, senza valori e senza tradizioni, con legami familiari e
affettivi in via di dissolvimento, interscambiabile con gli altri
come può esserlo un pezzo di ricambio, sopravvivente all'interno di
una vita ad interim, senza diritti e coordinate con le quali
orientarsi, alla perenne ricerca dei mezzi economici che possano
permettergli di acquistare i beni di consumo imposti dalla pubblicità
e altrettanto perennemente frustrato dall'impossibilità di poterlo
fare.</span><br /><span style="font-size: small;">L'uomo nuovo potrà essere spostato a piacimento all'interno
del villaggio globale, laddove risulta essere più utile la sua
presenza, dal momento che in mancanza di un'identità e di una
famiglia non esiste alcun senso di radicamento. Potrà essere pagato
il "meno possibile", poiché la sua interscambiabilità ha
pregiudicato qualsiasi capacità di contrattare il proprio salario ed
è impotente di fronte all'arma del ricatto occupazionale. Potrà
essere manipolato a piacimento, grazie al fatto che una persona
deprivata della cultura di riferimento e delle tradizioni è come un
foglio bianco sul quale i media e l'orientamento del pensiero hanno
modo d'imprimere qualsiasi cosa risulti funzionale ai progetti
dell'elite mondialista. Non sarà in grado di fare valere i propri
diritti, di protestare e di opporsi, dal momento che l'uomo merce è
una figura atomizzata, totalmente incapace di aggregarsi con gli
altri, eternamente in competizione con il proprio vicino e
irrimediabilmente sola anche in mezzo alla calca.</span><br /><span style="font-size: small;">Non si opporrà
alle decisioni calate dall'alto, perché convinto che vengano prese
per il suo bene, accetterà supinamente il proprio destino, così
come lo fa una merce che deve essere costruita, venduta, usata e poi
gettata via quando risulta non essere più utile. Si mostrerà
sinceramente convinto di essere libero ed informato e si professerà
felice di appartenere al villaggio globale, vero simbolo della
modernità, senza confini, senza differenze, senza retaggi del
passato, senza inutili tradizioni e discriminazioni di sorta, ma
purtroppo anche senza più una briciola di umanità, dal momento che
fra la merce e l'uomo che intendesse essere tale qualche differenza
dovrebbe esserci per forza.</span></div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-61951141020216424382015-10-28T18:24:00.002+01:002015-10-28T18:24:29.962+01:00Il progresso è cancerogeno<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHeJxs8H07mudex6pO58547A2hCK5HjWapYGCXOzkKcb6TGngilvPMSmhpzGWQnCEVPhs6xLV8i8QPJnLPmY5GN8oaXdsbHpHHln5kVWgLLVkfl_Ug4C-U4zQTvJPFESgK_rxmPkKhpT0/s1600/Carne_cancerogena.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHeJxs8H07mudex6pO58547A2hCK5HjWapYGCXOzkKcb6TGngilvPMSmhpzGWQnCEVPhs6xLV8i8QPJnLPmY5GN8oaXdsbHpHHln5kVWgLLVkfl_Ug4C-U4zQTvJPFESgK_rxmPkKhpT0/s320/Carne_cancerogena.jpg" width="320" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<br />
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Se c'è
una cosa che nel nuovo millennio, imbevuto di progresso e sviluppo
come un babà al rum, sta diventando sempre più complessa ed
inarrivabile, questa è l'apirazione di riuscire a mettere insieme il
pranzo con la cena, possibilmente senza svuotare il portafoglio nelle
prime due settimane del mese, senza avvelenarsi e mantenendo in vita
almeno un embrione di quella sottile linea che separa il gustare il
cibo dall'ingurgitarlo semplicemente per mere ragioni di
sopravvivenza.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Del
problema di allestire il desco dal punto<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2013/04/gli-italiani-emigrano-nellaldila.html" target="_blank"> di vista economico</a> abbiamo
già dissertato spesse volte su queste pagine, arrivando alla
conclusione che il progresso e lo sviluppo sono ipocalorici e assai
poco funzionali al sostentamento del corpo, prima ancora che
dell'animo.
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Sul
problema di non avvelenarsi riteniamo valga la pena di spendere
qualche parola, alla luce della campagna di terrore messa in atto
dall'universo mediatico, dopo che l'OMS ha inserito le carni rosse e
lavorate nel novero delle sostanze cancerogene, alla stessa stregua
del fumo e dell'alcool.....<a name='more'></a></div>
<a href="https://www.blogger.com/null" name="more"></a><br />
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Ammesso
e non concesso che gli esperti ed i soloni della medicina siano in
grado d'individuare con sicurezza le cause di una malattia che
fondalmentalmente non conoscono e non sono in grado di curare,
dovrebbe essere evidente a tutti che il problema non riguarda la
carne in quanto tale, dal momento che gli uomini la mangiavano fin
dalla notte dei tempi, quando il cancro (malattia della modernità
per eccellenza) neppure esisteva. Il problema semmai è costituito
dalle sostanze che vengono usate per alimentare il bestiame, dallo
stato d'inquinamento in cui versano i pascoli e dagli adittivi
utilizzati per conservare le carni e gli insaccati, al fine di
renderli fruibili per il sistema di grande distribuzione al quale il
progresso ci ha ormai abituato.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Alla
luce di questa considerazione, senza dubbio le carni e gli insaccati
presenti all'interno degli ipermercati (e non solo) tossici lo sono
sicuramente, ma senza ombra di dubbio non solamente le carni rosse e
gli insaccati, bensì anche quelle bianche, le verdure, la frutta, i
vini, le bevande, fino ad arrivare <a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2009/05/fa-male-lacqua-del-rubinetto.html">all'acqua
del rubinetto</a> che in molti casi è più tossica di tutto il
resto.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Questo
non perché gli alimenti succitati siano tossici o cancerogeni in
quanto tali, bensì in quanto i mangimi con cui viene allevato il
bestiame sono tossici, i terreni in cui vengono coltivate le verdure
e la frutta o gli animali brucano risultano pesantemente inquinati,
gli adittivi chimici usati per la conservazione e l'insaporimento dei
cibi contengono elementi ad alta tossicità e via discorrendo.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Ad
essere tossico è cancerogeno, con buona pace delle diatribe stantie
fra vegetariani e carnivori, è il modello di sviluppo che ci è
stato imposto ed abbiamo abbracciato in fondo senza farci troppe
domande. Gli isterismi collettivi come quello attualmente in atto
(una caduta nelle vendite di carni rosse ed insaccati del 20% in soli
2 giorni) sono semplicemente parte del disegno dell'elite mondialista
che ha in progetto di cambiare gli orientamenti alimentari della
popolazione, indirizzandoli dove può ottenere i maggiori profitti,
magari inducendo il "popolo bue" a credere che cibarsi di
bacarozzi o escrementi riciclati possa rappresentare un'esperienza
maggiormente salutare ed edificante.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
A
prescindere dal fatto che si sia carnivori o vegani, a meno di
possedere un conto in banca con davvero tanti zeri, si continuerà ad
allestire (quando ci si riesce) un desco infarcito di alimenti
tossici e probabilmente cancerogeni, quale che ne sia il suo
contenuto, così come si continuerà a respirare aria pesantemente
inquinata e con tutta probabilità altrettanto cancerogena, anche se
un giorno non esistesse più la Volkswagen.</div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-1584585813997790572014-06-10T19:19:00.002+02:002014-06-10T19:19:31.697+02:00Che paura per l'Expo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5HD9d3V842QFsmWRvB3apuJrrxKsxp1leiQtNU5jVg6OiWfWfKkFi_2_d1gTkb-TsdsUoQ294nXGgHnNjaFmsa4zdYSu9c3_smkbm9mMOE1cYzj8cWc8I3gicDDP3PhzaN1xd2Y0HU5Y/s1600/milano_citylife_torri_3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5HD9d3V842QFsmWRvB3apuJrrxKsxp1leiQtNU5jVg6OiWfWfKkFi_2_d1gTkb-TsdsUoQ294nXGgHnNjaFmsa4zdYSu9c3_smkbm9mMOE1cYzj8cWc8I3gicDDP3PhzaN1xd2Y0HU5Y/s1600/milano_citylife_torri_3.jpg" height="212" width="320" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">Mentre
il calderone scoperchiato intorno al<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2014/06/il-mose-era-solo-un-magna-magna.html" target="_blank"> sistema Mose</a> continua a far
parlare di sè, con un'inchiesta che promette di regalare a breve
molte nuove sorprese, a tenere banco in questi giorni sembra essere
proprio l'altra mega speculazione della banda del cemento e del
tondino. <a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2008/04/pi-expo-per-tutti.html" target="_blank">Quell'Expo di Milano</a>, andato incontro anch'esso ad
un'inchiesta concernente le ruberie e le tangenti che ne
costituiscono l'anima ed il corpo.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">E'
un Maroni sull'orlo di una crisi di nervi, quello che proprio oggi
esorta il governo di Matteo Renzi a fare in fretta, poiché fintanto
che non verrà emanato il decreto che darà a Raffaele Cantone
(futuro commissario anticorruzione) i necessari poteri, l'opera
resterà ferma, determinando il rischio di non essere completata in
tempo.....</span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">Senza
dubbio, anche alla luce della canicola nella quale siamo giocoforza
immersi, il buon Maroni farebbe bene a non agitarsi troppo. In primo
luogo infatti dovrebbe avere piena fiducia nel PD, dal momento che il
partito di Renzi non ha ma perso nessuna occasione di ottenere
guadagni illeciti, a prescindere dal fatto che si chiamasse <a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2014/06/speciale-mose-seconda-parte-una.html" target="_blank">Mose</a>,
<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2011/07/speciale-tav.html" target="_blank">TAV</a>, Salerno - Reggio Calabria, <a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2006/01/la-farsa-olimpica.html" target="_blank">Olimpiadi di Torino 2006</a><span style="font-size: medium;"> </span>e via
discorrendo. Ragione per cui anche questa volta saprà farsi in
quattro per spremere quanto più denaro possibile, nonostante i
recenti impedimenti abbiano messo il bastone fra le ruote. Renzi sta
semplicemente un poco temporeggiando, per alzare l'asticella di
quanto gli spetta, nel gioco delle parti al quale il consumato Maroni
è sicuramente abituato.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">In
secondo luogo quelle opere che a suo dire potrebbero non essere
finite in tempo, determinando una drammatica figuraccia del nostro
paese con tutto il resto del mondo, altro non sono che meri
interventi di speculazione edilizia, dei quali sicuramente nessuno
sentirebbe la mancanza, tranne naturalmente i cementificatori
preposti ad intercettarne i finanziamenti pubblici.</span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">Il
governatore della Lombardia può pertanto dormire sonni tranquilli,
l'onore del paese non risentirà di quanto accaduto (a meno che le
ruberie della classe politica incidano sull'onore e questo non ci
risulta), gli speculatori riusciranno a portare a termine i propri
affari ed i partiti politici avranno il proprio tornaconto. L'Expo di
Milano stupirà il mondo intero e anche se proprio non lo stupirà,
arricchirà comunque a dismisura i soliti noti.</span></span></div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-78393432705529776292014-06-10T02:15:00.003+02:002014-06-10T02:15:57.251+02:00Ballottaggi e bastonate<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvUWUFj4EJkxBYp88aUefYQOG2ks8KB4VbRFtDlCTZ0761pJ52qsuSvd1zk1t_mrRkHIIMGeAL-s6l7AuUz-Niu2IF6taMhvye5jtKeFXDBtV7Uqig8F7CiXpbXA4y1BYMq2snaR7Vu_w/s1600/UpkPfA5XLjgaoEd2bN1lvWmZDqt4YLOrFXQ8bvknhBg=--.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvUWUFj4EJkxBYp88aUefYQOG2ks8KB4VbRFtDlCTZ0761pJ52qsuSvd1zk1t_mrRkHIIMGeAL-s6l7AuUz-Niu2IF6taMhvye5jtKeFXDBtV7Uqig8F7CiXpbXA4y1BYMq2snaR7Vu_w/s1600/UpkPfA5XLjgaoEd2bN1lvWmZDqt4YLOrFXQ8bvknhBg=--.jpg" height="212" width="320" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">Tutto
il circo mediatico italiano ed internazionale era ancora impegnato
nel tessere le lodi del grande rottamatore Matteo Renzi, capace come
mai nessuno prima di lui, di portare le contraddizioni del PD lassù
dove osano le aquile, dopo avere trasformato, con il cipiglio del
consumato alchimista, poche decine di euro in<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2014/05/do-ut-des.html" target="_blank"> svariati milioni di voti</a>, che già il destino beffardo sembra prendersi gioco delle folle
prostrate ad adorare l'ebetino, proponendo scenari assai improbabili
alla luce dei risultati elettorali di un paio di settimane fa. Se
infatti è vero che il PD di Renzi ( o molti dicono Renzi nonostante
il PD) aveva stravinto le elezioni europee e gli scampoli di
amministrative che facevano ad esse da corollario, è altrettanto
vero che durante i ballottaggi di domenica scorsa Renzi ed il PD
hanno preso almeno tre sonore bastonate, di quelle che davvero per
molto tempo faticheranno a dimenticare.....</span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">La
prima in quel di Livorno, città devota alla sinistra per
antonomasia, che ha abbandonato il PD al proprio destino, per
eleggere un sindaco del Movimento 5 stelle, nella persona di Filippo
Nogarin. Una svolta senza dubbio epocale, in un territorio dove da
tempo immemorabile le cooperative, i circoletti e tutto il sistema
ereditato dal vecchio PCI, indirizzavano il consenso nella direzione
voluta.</span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">La
seconda in quel di Perugia, in quell'Umbria tradizionalmen rossa come
la Toscana, dove il centrodestra, nella persona di Andrea Romizi,
scalza il PD dall'amministrazione della città, dando forma ad un
malcontento in tutta evidenza molto diffuso fra i cittadini.</span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">La
terza in quel di Padova, dove il candidato leghista Massimo Bitonci
sostituisce il sindaco uscente Ivo Rossi del PD, in una città che
non sarà di tradizione rossa come Livorno e Perugia, ma è stata
guidata per 15 degli ultimi 20 anni da uomini politici del
centrosinistra.</span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">Per
correttezza d'informazione occorre anche sottolineare come il Pd in
questa tornata di elezioni amministrative abbia comunque nel
complesso migliorato le proprie posizioni, ottenendo soprattutto nel
Nord Italia degli ottimi risultati, aggiudicandosi città come
Bergamo che erano amministrate dal centrodestra.</span></span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Garamond, serif;"><span style="font-size: medium;">Ciò
non toglie che il risultato dei ballottaggi di domenica, ridimensioni
in qualche misura il successo del PD di due settimane fa, non tanto
nelle proporzioni, quanto piuttosto nella sensazione che lo<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2014/06/il-mose-era-solo-un-magna-magna.html" target="_blank"> scandalo Mose</a> sopravvenuto negli ultimi giorni e la conclusione dell'efetto
taumaturgico dovuto alla cura degli 80 euro, abbiano di fatto scavato
un solco fra le facili promesse e la realtà dei fatti, solco quasi
sicuramente destinato ad approfondirsi notevolmente nel corso dei
prossimi mesi.</span></span></div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-34268012503547434402014-05-28T14:34:00.001+02:002014-05-28T14:34:12.637+02:00TAV Torino - Lione, le merci? Sulla vecchia ferrovia!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvd53jgN0O37nd86X4rbtqRkwquFDQkrY8x5e0cTmXikSdxpq6qPi5LH3QS0iQfFVHcftv0zF8g7sYjX3rHmTegOeUtgheFl7xCS1Hi6dILRUCLQ2YyOe7N_p6ZmGWk0Dbp69ZrczABck/s1600/19527_NewsSP.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjvd53jgN0O37nd86X4rbtqRkwquFDQkrY8x5e0cTmXikSdxpq6qPi5LH3QS0iQfFVHcftv0zF8g7sYjX3rHmTegOeUtgheFl7xCS1Hi6dILRUCLQ2YyOe7N_p6ZmGWk0Dbp69ZrczABck/s1600/19527_NewsSP.jpg" height="238" width="320" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Da anni
sosteniamo ripetutamente il convincimento che<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2012/03/tav-in-val-di-susa-per-trasportare-cosa.html" target="_blank"> mai e poi mai</a> un treno
merci transiterà sulle rotaie dell'alta velocità italiana, mettendo
oltretutto in luce il fatto che in nessun paese del mondo le
infrastrutture per i treni ad alta velocità vengono usate per il
trasporto delle merci. La ragione di questo<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2011/07/speciale-tav.html" target="_blank"> convincimento</a> è di una
semplicità disarmante: semplicemente sarebbe tecnicamente
ingestibile (richiedendo tempi e costi di manutenzione enormi) l'uso
della stessa infrastruttura sia per i pesantissimi treni merci, sia
per i velocissimi convogli passeggeri, anche se realmente (e non è
così) esistessero delle merci da poter trasportare sulle tratte ad
alta velocità ed avesse (e non è così) un senso logico far correre
a 300 km/h un treno merci, mentre la logistica continua a viaggiare
a passo di lumaca.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Finalmente,
anche per quanto concerne la futura linea<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2011/06/tav-in-val-di-susa-facciamo-chiarezza.html" target="_blank"> TAV Torino - Lione</a>, fin
dall'inizio spacciata come un mezzo indispensabile per movimentare le
merci fra l'Italia e la Francia, s'inizia a fare un po' di
chiarezza....</div>
<a name='more'></a><br />
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-weight: normal;">come
emerge da un documento, firmato dal coordinatore per il progetto
Laurens Jan Brinkhorst, divulgato dalla rivista francese <a href="http://www.reporterre.net/spip.php?article5858">Reporterre</a>,
ignorato bellamente dalla stampa italiana, sempre pronta a prodigarsi
in dossier di ogni genere, concernenti il TAV Torino - Lione, ma
anche così restia a dispensare almeno una tantum qualche briciola di
verità.</span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-weight: normal;">Nel
documento in oggetto, si afferma con innocenza adamantina, che in
futuro per trasportare le merci fra Italia e Francia (quelle stesse
merci che secondo le eminenze grige nostrane rendevano indispensabile
un buco di 60 km nelle montagne) verrà utilizzata la linea
ferroviaria esistente, recentemente ristrutturata, nonostante il buco
del Frejus rislga ai tempi di Cavour.</span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-weight: normal;">Quelle
poche merci che si possono trovare, passeranno insomma nella galleria esistente,
che in tutta evidenza va benissimo per adempiere a questa funzione,
ma come evitare di domandarsi il buco del TAV allora cosa lo si scava
a fare? Decine di miliardi di euro, sperperati in un momento di
tragica crisi, per consentire ai torinesi (quali?) di andare a
prendere il caffè a Lione prima che si freddi, sembrano un lusso che
a nostro avviso difficilmente ci si può permettere.</span></div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-56979702196562057492014-05-26T05:26:00.000+02:002014-05-26T05:26:02.423+02:00Do ut des<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh79XmRIVhVVvye0B6GW9H20LQ_ZBY3D20nGSH_D82JfaotgEaEdKv2nQ3nRZeC3ZHcAEWHChGlTRGBCiLQoGu7UEP8W_PhkCzjrMgKwVjMwKYfRk0jd0X9OsG-rwXZqd9VBWM74Kl7nAU/s1600/80euri.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh79XmRIVhVVvye0B6GW9H20LQ_ZBY3D20nGSH_D82JfaotgEaEdKv2nQ3nRZeC3ZHcAEWHChGlTRGBCiLQoGu7UEP8W_PhkCzjrMgKwVjMwKYfRk0jd0X9OsG-rwXZqd9VBWM74Kl7nAU/s1600/80euri.jpg" height="140" width="320" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: small;">Nella
giornata della valanga euroscettica, mentre in Francia dilaga il FN
di Marine Le Pen, in Gran Bretagna spopola l'Ukip di Nigel Farage, in
Danimarca diventa primo partito il DPP ed in Austria il Fpoe
raddoppia i propri consensi attestandosi oltre il 20%, in Italia
l'ebetino Matteo Renzi, alla guida del PD, stravince la sfida con
Beppe Grillo e raccoglie più del 40% dei consensi, smentendo
qualsiasi previsione della vigilia. Tutto ciò nonostante il Matteo
fiorentino rappresenti un partito in tutto e per tutto prono di
fronte all'Europa dei banchieri, di cui rappresenta di fatto la
quinta colonna all'interno del nostro disgraziato paese e nonostante
l'Italia, insieme a Grecia, Portogallo e Spagna, sia fra le nazioni
maggiormente devastate dall'euro e dalle politiche di austerity della
UE.....</span></div>
<a name='more'></a><br />
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Tenuto
conto del fatto che fra i due partiti euroscettici presenti in
Italia, la Lega Nord ha ottenuto un buon risultato, superando il 6%
nonostante solo qualche mese fa fosse stata data per morta da un po'
tutti gli esperti, mentre Fratelli d'Italia non sembra essere
riuscita a raggiungere la soglia di sbarramento del 4%. Mentre Forza
Italia di Silvio Berlusconi a furia di restringersi non va oltre il
16% ed i residuali del Popolo della libertà, capitanati da Alfano e
Casini, così come la sinistra radicale liofilizzata dietro la
bandiera di Tsipras, stanno ancora reggendosi con le unghie e con i
denti alla soglia di sbarramento, viene spontaneo domandarsi dove
finiscano i meriti del Mr Bean de noantri e dove inizino i demeriti
del duo Grillo/Casaleggio che si ritrova intorno al 20%, distanziato
di altrettanti punti percentuali dal quel PD che prometteva di
"mandare a casa" una volta per tutte.</span></span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Senza
dubbio Matteo da Firenze ha saputo toccare le corde giuste, dando ad
una parte degli italiani, sostanzialmente al blocco di coloro che
lavorano ed hanno un posto fisso, circa 80 ragioni per votare il suo
partito, mentre al tempo stesso è stato bravo (cosa che il suo
predecessore legacoop Bersani non sarebbe riuscito a fare) nel
carpire voti al partito di un Cavaliere ormai profondamente imbolsito
ed in totale confusione. Così come l'intero PD, non solamente
l'ebetino toscano, è stato abile nel recuperare tutta quella
ragnatela di rapporti con il mondo finanziario ed industriale, che lo
scorso anno erano andati un poco in crisi alla vigilia delle elezioni
che segnarono l'exploit di Grillo.</span></span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Ma
tutto ciò non basta per spiegare una vittoria di queste proporzioni,
dal momento che se il Movimento 5stelle fosse stato in grado
d'intercettare il malcontento degli italiani che non hanno un posto
fisso o che lavorano con la partita iva, unitamente all'onda
euroscettica e alla disperazione di tutti coloro che non sanno più
dove sbattere la testa, sicuramente non sarebbe stato distanziato di
20 punti percentuali dal PD.</span></span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Grillo
ed il suo movimento, peccando di scarsa umiltà ed altrettanto scarsa
lungimiranza, hanno invece finito per intercettare ben poco, dal
momento che si sono mostrati pavidi, incapaci di schierarsi contro
l'euro e l'Europa dei banchieri, incapaci di esprimere un programma
chiaro a livello europeo, spesso fumosi ed inconcludenti, quando
invece sarebbe stato necessario essere schietti e risoluti.</span></span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">Una
cospicua parte degli italiani che avrebbero potuto votare un
Movimento 5stelle propenso a spendersi per l'uscita dell'Italia
dall'euro e dalla UE hanno così votato altri partiti o si sono
rifugiati nell'astensionismo, mentre i grillini continuavano a
raccontarsi che avrebbero stravinto, senza rendersi conto che stavano
segando l'albero sul quale erano abbarbicati.</span></span></div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><br /></span>
</div>
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;">
</span><div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Arial,Helvetica,sans-serif;"><span style="font-size: small;">L'alba
del giorno dopo racconta di un'Italia ebetina, ebbra dei suoi 80 euro
e dimentica del fatto che a fronte di questa elemosina dovrà
restituirne molti, ma molti di più e peseranno sulle spalle di
tutti, non solamente di coloro che lavorano ed hanno un posto fisso,
sempre che anche in futuro le schiere composte da chi lavora ed ha un
posto fisso riescano a sopravvivere alle riforme ordite da Matteo da
Firenze e dalle banche per cui egli si prodiga.</span></span></div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-31718778601740463102013-09-20T04:17:00.002+02:002013-09-20T04:17:36.762+02:00Mala tempora currunt<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfVMSbkqaa3CQR7T5AdlPah30pA0Q_cF0IZ_4i8dKrxCzBSi50j5g96w6Qbn4hizMRKAb4Pu3OJXX1jRdgk49MApukvl659nEdJS7OZ_m6H8o-h_I1cKmtvQnOmuHbc4T3noBcUztvsiA/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfVMSbkqaa3CQR7T5AdlPah30pA0Q_cF0IZ_4i8dKrxCzBSi50j5g96w6Qbn4hizMRKAb4Pu3OJXX1jRdgk49MApukvl659nEdJS7OZ_m6H8o-h_I1cKmtvQnOmuHbc4T3noBcUztvsiA/s200/images.jpg" width="153" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
Tutti coloro fortemente convinti del fatto che l'Italia avesse <a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2012/10/la-trave-e-la-pagliuzza.html" target="_blank">toccato il fondo</a> durante lo scorso autunno, quando il governo golpista di Mario Monti, dopo avere<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2012/06/svenditalia.html" target="_blank"> dissanguato il paese</a>,
si apprestava ad esalare l'ultimo respiro, devono avere ormai compreso
come in realtà al peggio non ci sia mai fine ed esista sempre un <a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2013/04/giuramento-mano-armata.html" target="_blank">buco più profondo</a> nel quale sprofondare.<br />
L'accanimento terapeutico con il quale il circo mediatico tenta di mantenere in vita il<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2009/09/stampa-libera-in-libera-censura.html" target="_blank"> fantasma di Berlusconi</a>,
unitamente alle migliaia di pagine dedicate alle diatribe, in perfetto
stile mafioso, che intercorrono all'interno del PD ed alla
spettacolarizzazione di qualsiasi litigio da bar dello sport che abbia
fra i protagonisti qualche esponente del bestiario politico nostrano,
dimostrano inequivocabilmente come l'ordine impartito alla scuderia del
mainstream sia in fondo uno solo. Nascondere la spazzatura sotto il
tappeto ed inebetire il cervello (o quel che ne resta) degli italiani
con un chiacchiericcio petulante, commisto ad alte dosi di
disinformazione urlata, fino ad ottenere l'effetto cacofonico voluto....<br />
<a name='more'></a><br />
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3644880515785400789" name="more"></a><br />
<br />
Gli italiani devono continuare a vivere nel proprio mondo di fantasia,
all'interno del quale scannarsi (metaforicamente) nell'attaccare o
difendere il salapuzio di Arcore, quasi ne andasse della loro vita.
Devono continuare a sentirsi di destra o di sinistra, attori di un mondo
dicotomo dove gli altri sono sempre i "cattivi" e loro i "buoni".
Devono vivere nel profondo convincimento che Enrico Letta guidi
realmente il paese ed abbia titolo per decidere del loro futuro, per
abbassare o alzare le tasse e prendere le decisioni economiche. Devono
restare convinti del fatto che la loro crocetta conti veramente
qualcosa, che il progetto europeo sia stato imbastito per il bene dei
popoli, che a regolare le loro vite ci sia una carta chiamata
Costituzione e che prima o poi sarà possibile scorgere una luce in fondo
a quel tunnel che la TV chiama crisi.<br />
<br />
Non esiste alcuno spazio per la realtà e agli italiani deve essere
impedito con ogni mezzo di alzare il tappeto per guardare cosa c'è
sotto. Potrebbero trovarci il progetto della nuova società globalizzata e
mondialista, dove i governi servono a tavola una portata unica ed
uguale per tutti, cucinata a Bruxelles ed a Washington. Potrebbero
scoprire che Berlusconi, Letta, Renzi, Monti e qualsiasi altro
mestierante della politica, non sono altro che marionette prive di
qualsiasi potere che prescinda dal recitare il loro copione e
rimpinguare il proprio conto in banca. Potrebbero realizzare che dopo
l'esproprio coatto della sovranità nazionale, inizieranno gli espropri
altrettanto coatti dei beni famigliari, perché nel mondo che verrà ( e
sta arrivando a grandi falcate) ci sarà posto per due sole categorie:
gli schiavi e coloro che usano la frusta, con pochissime fruste ed una
moltitudine di schiene sanguinanti.<br />
<br />
Molto meglio il mondo di fantasia, vissuto all'insegna dei facili
convincimenti e con gli occhi fissi allo specchietto retrovisore. Ci
sarà tempo per guardare avanti, quando le catene saranno strette per
bene e non sarà più possibile alcun movimento.<br />
<br />
<br />
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-36971337782991571192013-04-21T19:44:00.003+02:002013-04-21T19:44:54.484+02:00Un incubo a Boston<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW6texEUuefZKIJHuitO1nHuu-H2unGszQvVvSXiXKjqnjrgBZdR4hzrY7ajiKvbsa-r2psEoxpyaL_leFk_tK-EXBTLKoZaDN9jfLOcMx7belgXdOg3BtzkssSknN_yWRM3Xc8iunc5A/s1600/boston_attentato_boston_caccia_all_uomo_getty_03.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW6texEUuefZKIJHuitO1nHuu-H2unGszQvVvSXiXKjqnjrgBZdR4hzrY7ajiKvbsa-r2psEoxpyaL_leFk_tK-EXBTLKoZaDN9jfLOcMx7belgXdOg3BtzkssSknN_yWRM3Xc8iunc5A/s320/boston_attentato_boston_caccia_all_uomo_getty_03.jpg" width="320" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Probabilmente la colpa di quanto é
accaduto va equamente ripartita fra la peperonata imprudentemente
consumata a tarda notte e lo shock patito poche ore prima
nell'immaginare altri sette anni in<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2013/04/il-cambiamento.html" target="_blank"> compagnia di Napolitano</a>.
Sorvolando sulle cause scatenanti, l'incubo é stato comunque di
quelli dai quali non riesci a svegliarti e continui a sudare quasi ti
trovassi dentro ad una sauna.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Come nella miglior tradizione onirica,
levitavo ad un paio di metri da terra nei pressi del traguardo della
maratona di Boston, proprio mentre due esplosioni squarciavano la
calma e tutto intorno a me dirompeva un caos composto di urla,
ambulanze e soccorritori. Istintivamente facevo per allontanarmi, ma
senza successo, dal momento che era come fossi inchiodato sul posto.
Nel volgere di pochi minuti, o forse ore, tutto intorno a me era
diventato un'immensa TV, dove in una cacofonia priva di senso,
annunciatori di ogni razza e colore parlavano di un'America sotto
attacco, di un nuovo 11 settembre, dell'interdizione al volo dello
spazio aereo di Boston e di tutte le maggiori città americane, di
altre esplosioni e bombe recuperate un po' dappertutto prima che
esplodessero....</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Urlavo con quanto fiato avevo in gola
che le esplosioni erano state solamente due, si trattava di ordigni
artigianali composti da una pentola a pressione imbottita di
esplosivo, un attentato sicuramente grave ma di piccolo cabotaggio.
Che senso aveva evocare l'11 settembre, parlare di America sotto
attacco ed interdire gli spazi aerei? Sarebbe stato come se dopo
l'attentato alla<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2012/05/bomba-brindisi-utilita-della-tensione.html" target="_blank"> scuola Morvillo</a> di Brindisi si fossero alzati in volo i caccia
in tutta Italia. Ma più urlavo, più mi rendevo conto che nessuno
poteva ascoltarmi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nel frattempo l'intero cielo veniva
occupato dal faccione di Obama che ribadendo come l'America intera si
trovasse sotto attacco, assicurava alla popolazione che i colpevoli
di quanto accaduto sarebbero stati al più presto individuati e
catturati, dovunque fossero e dovunque avessero intenzione di andare.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Adesso gli schermi erano migliaia e su
ciascuno di essi scorrevano fotogrammi indistinguibili uno dall'altro
nella loro uniformità. Una miriade di persone con uno zaino ed un
cappellino, tutti potenziali attentatori, ma anche no, tutti
colpevoli e tutti innocenti, visi che si sovrapponevano a visi e poi
ancora ad altri visi.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Finalmente ero riuscito a muovermi,
levitavo sempre alla stessa altezza ma andavo in giro per la città.
Dagli schermi che costituivano il mio cielo le annunciatrici davano
notizia del fatto che gli attentatori erano stati individuati. Si
trattava di due ragazzi ceceni, il più grande di 26 anni era stato
ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia, suo fratello minore di
19 anni, pur ferito era riuscito a fuggire.
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Non riuscivo ad evitare di domandarmi
per quale ragione due ragazzini "modello", residenti negli
USA fin dalla tenera età, ben integrati e con buoni percorsi
scolastici, avrebbero dovuto trasformarsi in attentatori stragisti.
Possibile che fossero davvero loro? Possibile che dietro
all'attentato non ci fosse qualcosa di più complesso ed articolato?</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Adesso la città aveva completamente
cambiato aspetto, c'era il coprifuoco, tutti i negozi erano chiusi,
la metro era bloccata, i trasporti pubblici fermi, i cittadini
asserragliati in casa come dopo un bombardamento nucleare. Le strade
erano invase da migliaia di militari e poliziotti, mezzi pesanti
dell'esercito setacciavano la città, ovunque si potevano scorgere
blindati, torrette equipaggiate con mitragliatrici pesanti, uomini in
armi in assetto da guerra.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ma non stanno cercando un ragazzino di
19 anni ferito? Che senso potrà mai avere lo schiermanto di un
esercito sufficiente ad invadere un piccolo stato africano, se
l'intento é quello di arrestare un ragazzino? Ed i blindati, i mezzi
da guerra, le mitragliatrici, il coprifuoco? Continuavo a
domandarmelo ed a sudare, ma i cittadini non dicono nulla? Nessuno si
pone queste domande? A nessuno pare strano?</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Adesso lo hanno trovato, nascosto
dentro ad un giardino, la TV chiama a raccolta il popolo in un canto
liberatorio. Ed il popolo risponde, esce dalle case ed invade gioioso
le strade, sventolando le bandiere a stelle e strisce ed inneggiando
ai militari ed alla polizia che hanno catturato il ragazzino. Ritorna
anche il faccione di Obama, l'America ha saputo superare la dura
prova alla quale é stata chiamata ed ha vinto, dimostrando che non
cederà mai al terrore!</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ma si trattava di due pentole esplosive
e di due ragazzini, non di un atacco nucleare russo o cinese,
continuo a ripetere al cuscino stropicciato che ha sostituito il
faccione di Obama, e probabilmente i colpevoli non erano neppure
loro, ma fortunatamente anche Boston sta ormai svanendo in una
dissolvenza e finalmente sono sveglio.</div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-91603105431347156242013-03-06T21:34:00.003+01:002013-03-06T21:34:57.244+01:00La rava e la fava<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXGOHNWm3tHG6eVIQE27hP1X98YBZPtbxkGvEWnAk0HeaaakigOOMZCs7vpeNVfBfhnVGB-tX6bBuefLi_WF6UUMKB4fHwfqIvLOA_dmBnbKnBUFV_bhxugoGZ0ROE0nnoF2o-t1oW5_E/s1600/Bersanioratore.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXGOHNWm3tHG6eVIQE27hP1X98YBZPtbxkGvEWnAk0HeaaakigOOMZCs7vpeNVfBfhnVGB-tX6bBuefLi_WF6UUMKB4fHwfqIvLOA_dmBnbKnBUFV_bhxugoGZ0ROE0nnoF2o-t1oW5_E/s1600/Bersanioratore.jpg" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Qualunque
masochista che come il sottoscritto, abbia manifestato l'ardimento di
ascoltare in tutto o in parte l'odierna relazione di Bersani presso
la direzione del PD, non potrà nutrire più alcun dubbio (nel caso
lo avesse nutrito prima) sulle ragioni per cui Beppe Grillo ha vinto <a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2013/02/il-guastafeste.html" target="_blank">le elezioni</a>, mentre il centrosinistra andava a sbattere con la testa
contro un muro.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Ogni
volta che Grillo apre la bocca, si tratti dei comizi/spettacolo nelle
piazze o delle risposte alle domande portate dai giornalisti, lo fa
con l'ausilio di frasi di senso compiuto, usando il linguaggio delle
persone normali ed entrando nel merito degli argomenti. Si possono
condividere le sue posizioni, oppure no, si può apprezzare o meno la
sua comicità, si può amare il suo linguaggio dissacrante e
scarsamente forbito, oppure detestarlo. Ma in ogni caso si capisce
cosa dice, si afferrano i concetti e ci si rende conto che ha detto
qualcosa.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Quando
come oggi parla Bersani....</div>
<a name='more'></a><br />
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
le cose
vanno molto, ma molto diversamente. In primo luogo Bersani non si
esprime con l'intendimento di spiegare le proprie ragioni a chi lo
sta ascoltando, ma l'unico suo scopo sembra essere quello di riempire
il vuoto attraverso delle parole prese un po' qui e un po' là e
collocate alla rinfusa nella scatola, come i cubetti di polistirolo
usati per gli imballaggi.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il
lemmario tutto sommato è forbito, l'impostazione molto retrò ma
comunque accettabile, i toni precisi e raramente sopra le righe, ma
tutto questo profluvio di parole si manifesta come un esercizio
sillabico privo di costrutto. Bersani parla e parla, ma il senso
compiuto di ogni frase alligna solamente nel farsi collante per la
frase successiva. Non esiste nulla che prescinda dall'arte della
retorica, dallo sterile profluvio di parole, dall'asettico ridondante
susseguirsi di verbi ed aggettivi, dalle sillabe che si rincorrono
senza un perché.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Ascoltando
le parole di Bersani non si percepisce la voglia di comunicare
qualcosa, ma piuttosto l'assoluta mancanza di qualcosa da comunicare,
che prescinda da arzigogolati messaggi in chiaroscuro, destinati a
pochi iniziati.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Chi lo
ascolta non può criticarlo, perché anche dopo un'ora che parla non
ha detto niente, così come non può compiacersi per le sue proposte,
dal momento che non esistono. Può forse arrivare a pensare di essere
lui in difetto, culturalmente non in grado di afferrare concetti
troppo raffinati per le sue potenzialità. Ma se riesce ad uscire da
questo stato di soggezione in cui si ritrovano molti italiani quando
parla un politico, non potrà scegliere altro che il "vaffanculo"
di Grillo, che in una sola parola, neppure troppo raffinata, ha già
racchiuso contenuti infinitamente superiori a quelli riscontrabili in
due ore di discorso del leader del PD.</div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-16305471075729327402013-03-03T19:55:00.000+01:002013-03-03T19:55:21.370+01:00Allarme salari, ma con il silenziatore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEnjqPus0ZR3gngm6LDqDGTrViklWQ4fKKXR3ID7Cf4FLqgSxCr9LJwwztPB90sse_DYp2Kl5dT_DIHesN8r6Ek1jYj6rbQFMvfwymbpgrE8sapgGXTb7mtPY5vffZgowcImtAOpJBvtg/s1600/salario-minimo-mexico-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="96" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgEnjqPus0ZR3gngm6LDqDGTrViklWQ4fKKXR3ID7Cf4FLqgSxCr9LJwwztPB90sse_DYp2Kl5dT_DIHesN8r6Ek1jYj6rbQFMvfwymbpgrE8sapgGXTb7mtPY5vffZgowcImtAOpJBvtg/s200/salario-minimo-mexico-1.jpg" width="200" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Tutti i
quotidiani ed i TG stanno oggi rilanciando un rapporto dell'Istat
concernente i salari italiani.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-weight: normal;">Stando
al rapporto in oggetto, la retribuzione media oraria per i dipendenti
italiani a tempo pieno, risalente al 2010, con 14,5 euro l'ora,
sarebbe leggermente superiore alla media europea della UE a 27 e
leggermente inferiore a quella dei paesi euro e ci collocherebbe al
dodicesimo posto fra le nazioni dell'Europa. Inferiore </span>del
14.6% rispetto a quella della Germania, del 13% rispetto alla Gran
Bretagna,<span style="font-weight: normal;"> dell'11% rispetto alla
Francia, di quasi il 50% rispetto alla Danimarca e di circa il 30%
rispetto all'Irlanda . Ma del 25,9% superiore rispetto alla Spagna e
infinitamente più alta di Romania, Bulgaria, Lettonia e
Lituania.....</span></div>
<a name='more'></a><br />
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-weight: normal;">Si
potrebbe insomma concludere che l'Italia va maluccio, ma ci sono
molti che stanno peggio di noi e non è il caso di farne una
tragedia. Se non fosse che i media italiani nel dare la notizia
sembrano essersi dimenticati di mettere in evidenza un piccolo
particolare.</span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-weight: normal;">Il
rapporto dell'Istat in oggetto fa riferimento alla retribuzione
lorda, non alla cifra netta che realmente percepisce il lavoratore,
falsando in maniera profonda il senso del confronto.</span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-weight: normal;">L'Italia
con una pressione fiscale ufficiale del 45%, fra i 27 paesi
dell'Unione europea è seconda solamente alla Danimarca e alla
Svezia, con circa 5 punti percentuali in più della media europea.
Per cui la retribuzione media di un lavoratore italiano è di gran
lunga inferiore alla media europea, con distacchi assai più marcati
rispetto a quelli evidenziati dal rapporto Istat.</span></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-weight: normal;">L'Italia
insomma va più male che maluccio, quasi tutti vanno molto meglio di
noi, tranne qualche caso come gli ex paesi dell'Est che meriterebbero
un'analisi a parte. </span>
</div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-5152349754975034922013-02-26T03:45:00.004+01:002013-02-26T03:45:35.433+01:00Il Guastafeste<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioIhIBNLd_PzjANzGCH1fwV2UyYIDtjyW01DXcG4YfliwDKj5B7T0k4TsMHe28OlS6fvZ3HEbG5Glq79sYC5dFUO6aTCVqhMB_jSURH60nntX3ADVQCmfZ_Wyna0-9S04h_iWBttLx8Ak/s1600/napo-grillo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioIhIBNLd_PzjANzGCH1fwV2UyYIDtjyW01DXcG4YfliwDKj5B7T0k4TsMHe28OlS6fvZ3HEbG5Glq79sYC5dFUO6aTCVqhMB_jSURH60nntX3ADVQCmfZ_Wyna0-9S04h_iWBttLx8Ak/s320/napo-grillo.jpg" width="320" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
La
maggior parte degli addetti ai lavori parla di una grande sorpresa,
di fronte ai risultati della tornata elettorale che si è appena
conclusa, e con tutta probabilità un poco sorpresi sono rimasti
sicuramente tutti coloro che già nelle passate settimane avevano<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2013/02/sono-arrivati-alla-frutta-e-manca.html" target="_blank">
"venduto" alle banche</a> ed ai mercati un nuovo governo di
continuità con <a href="http://marcocedolin.blogspot.it/2012/07/spending-review-no-e-la-lettera-della.html" target="_blank">l'agenda
Monti</a>, disposto a servire in tavola il cibo dietetico dispensato
dalla BCE.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il
Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo sbanca tutto ciò che era
umanamente sbancabile, supera il 25% dei consensi e s'incorona primo
partito italiano, mettendosi alle spalle sia il PD che il PDL ed
apprestandosi a portare nelle stanze dei bottoni circa 160 fra
deputati e senatori.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Bersani
attraverso una campagna elettorale assai sbiadita, condotta sullo
sfondo dello scandalo MPS e della corruzione dilagante nel partito,
riesce a dissipare tutti i punti percentuali di vantaggio sul PDL
attribuitigli nelle settimane scorse dai sondaggi e con tutta la
coalizione non riesce a superare il 30%.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Berlusconi
raccoglie una coalizione in fase di disfacimento, ma con una grinta
da venditore porta a porta e qualche spot elettorale di sicuro
effetto, la rianima come per magia, fino a portarla al pareggio con
quella di centrosinistra.....</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3644880515785400789" name="more"></a><br />
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il
banchiere di Goldman Sachs Mario Monti, dopo avere governato
indebitamente per 13 mesi, inabissando il paese nelle sabbie mobili
della disperazione, raccoglie quanto seminato e nonostante il
sostegno di Casini (che poteva contare nell'UDC su oltre il 5% dei
voti) e di Fini (che fino ad un paio di anni fa presiedeva un partito
forte dell'11%) non riesce a sfondare la soglia del 10%, attestandosi
poco al di sotto e raccogliendo una sconfitta cocente.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il
giudice Antonio Ingroia, rientrato in Italia dal Guatemala per
rivitalizzare la sinistra, di fatto ne pratica l'eutanasia, arrivando
ad ottenere il 2,2% alla testa di una coalizione (IDV, Rifondazione
comunista, Verdi, Comunisti italiani) che sulla carta portava in dote
circa il 10% dei consensi. Sbagliando di fatto tutto quello che
sarebbe stato possibile sbagliare e probabilmente anche qualcosa di
più e restando con tutti i suoi compagni fuori dal parlamento.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Gli
altri piccoli partiti, da quelli di estrema sinistra alla destra
identitaria, raccolgono percentuali risibili ben al di sotto del
punto percentuale, dimostrando una volta di più che la politica del
"tutti contro tutti" non paga e risulta del tutto
inadeguata ad esprimere un progetto incisivo per il paese.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Alla
luce di questi risultati naufraga ancora prima di partire il progetto
di coalizione fra PD e Monti, già venduto da Napolitano ad Obama e
alla BCE, dal momento che mancano materialmente i numeri (in primo
luogo al Senato) perché un'ammucchiata del genere possa governare.
Così come mancano i numeri perché Berlusconi, sostituendosi a
Bersani nell'abbracciare l'usuraio di Goldman Sachs, possa aspirare a
proporre un governo alternativo.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
In una
situazione d'impasse che ricorda da vicino la Grecia, le soluzioni
praticabili sembrano essere solamente due, entrambe in salita e
foriere di molti rischi per chi intenda praticarle.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Un
governo di grande coalizione fra PD - PDL e Monti, coadiuvato da una
grande crisi delle borse e dei mercati, creata artificialmente alla
bisogna con tanto d'impennata dello spread. Con il rischio che però
l'elettorato di centrodestra e quello di centrosinistra non accettino
di buon grado il sodalizio con il nemico di sempre e facciano mancare
il loro sostegno in propensione futura.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Oppure
un ritorno alle urne a breve termine (dopo avere varato una nuova
legge elettorale ad hoc) con una coalizione di "salvezza
nazionale" imposta dallo sfacelo delle borse, dei mercati e
dello spread accorso in "aiuto", dove PD - PDL e Monti
tentino di giocare la carta del sacrificio necessario. Ma il rischio
in questo caso sarebbe anche più grosso, perché l'elettorato
indisponibile ad abbracciare il nemico potrebbe debordare in massa
verso Beppe Grillo, decretando di fatto la sparizione di tutta la
classe politica tradizionale e aprendo orizzonti completamente
inesplorati.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Riflettendo
così a caldo, l'enorme vittoria del "gustafeste" Beppe
Grillo e del suo Movimento 5 stelle non può che farci piacere. Non
solo perché diventa primo partito in Italia un movimento
dichiaratamente NO TAV, favorevole alla creazione di un reddito di
cittadinanza e di un nuovo sistema lavoro, contrario
all'incenerimento dei rifiuti, alla cementificazione selvaggia e alle
missioni di guerra, vicino al pensiero della decrescita e alla
creazione di un nuovo modello di sviluppo. Ma anche e soprattutto
perché il trionfo di Grillo intralcia in qualche misura il progetto
di Bersani, Monti e Napolitano, costringendoli ad acrobazie di varia
natura il cui esito potrebbe non essere così scontato come sembrava
alla vigilia delle elezioni.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-13267051669569000862013-01-05T20:47:00.004+01:002013-01-06T03:13:25.342+01:00Per la febbre elettorale non esiste vaccino<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizJ5ewiub4KcMypVbo4UN0b5L4zrFZPplY2ULei-AxM-bYeLJeZCzpv2KYRG1Dkrt6oJBpmc3CUaQDEyu2KDEPftEE11L3c0oiIv9fuBY-GgOzc-j03k1inbksi_R2RKkfDHyZJ9Zxxw8/s1600/ingroia.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizJ5ewiub4KcMypVbo4UN0b5L4zrFZPplY2ULei-AxM-bYeLJeZCzpv2KYRG1Dkrt6oJBpmc3CUaQDEyu2KDEPftEE11L3c0oiIv9fuBY-GgOzc-j03k1inbksi_R2RKkfDHyZJ9Zxxw8/s200/ingroia.jpg" width="200" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Superate le profezie dei Maya, il
Natale e pure l'ultimo dell'anno, in un'atmosfera per molti versi
surreale, dove qualsiasi anelito di spirito festaiolo é stato
stemperato dalla<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2012/10/disoccupato-sporco-brutto-e-cattivo.html" target="_blank"> drammatica situazione</a> in cui versa il paese e con
esso gran parte delle famiglie italiane, sembra che l'attenzione dei
più sia ormai catalizzata esclusivamente dalla tornata elettorale
prossima ventura.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il debito pubblico (per quanto può
valere) continua a salire, il Pil (per quanto può valere) continua a
scendere, l'inflazione fa passi da gigante, i consumi crollano, la
disoccupazione cresce in maniera esponenziale, la pressione fiscale
diventa ogni giorno più immanente e qualsiasi dato ed analisi lascia
presagire un 2013 molto peggiore <a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2012/09/monti-forever.html" target="_blank">dell'hannus orribilis</a> che ci siamo
lasciati alle spalle. Nonostante ciò non esiste situazione così
nera da non lasciare uno spiraglio alla speranza, e proprio sulla
speranza, unita ad una forte dose d'incoscienza, sembrano essere
intenzionati a fare leva i nuovi e vecchi camerieri politici che
aspirano ad ottenere una poltrona nel futuro parlamento.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Speranza per tutti, con in regalo
confezioni famiglia di perline colorate, sembra dunque la formula
scelta da qualunque candidato, per accattivarsi i favori degli
italiani e ritagliarsi il ruolo di esecutore dei dettami presenti e
futuri della BCE, dell'FMI, dell'Europa e di tutti i grandi poteri
che ormai gestiscono in toto il destino dei cittadini.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A ben guardare la campagna elettorale
del 2013, già entrata nel vivo prima ancora che l'Epifania arrivasse
a portare via le feste, qualche elemento di novità rispetto al
passato lo presenta senza dubbio....<br />
<a name='more'></a></div>
<a href="http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=3644880515785400789" name="more"></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
In primo luogo é già stato deciso in
alto loco il risultato che dovrà emergere dalle urne, se é vero che
Giorgio Napolitano e le più alte cariche europee hanno dichiarato
pubblicamente in maniera adamantina quali compiti sarà tenuto a
svolgere il nuovo governo, qualunque esso sia. In secondo luogo i
partiti destinati a scendere nell'agone elettorale non redigeranno
più programmi elettorali di centinaia di pagine, infarcite di "ma
anche" e "superamenti" di varia natura, ma si
limiteranno a pochi semplici slogan, utili per riempire il vuoto e
creare false aspettative. Per chiudere, sempre in tema di
superamenti, risulta ormai defunta ogni velleità di bipolarismo ed i
poli che si contenderanno la carcassa del paese saranno almeno
cinque, a meno di sorprese dell'ultima ora.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Mr. Legacoop Bersani guiderà il polo
di centrosinistra che incorporato Sel di Nichi Vendola viene
accreditato dai sondaggi (sempre assai benevoli) di un consenso
superiore al 30%. Si dichiara pronto ad abbracciare l'Europa dei
banchieri e la società civile e strizza l'occhio a Mario Monti,
indispensabile nel caso i risultati reali arrivino a permettergli di
tentare di formare un governo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il Cavaliere errante di Arcore, insieme
a tutto il polo di centrodestra, consapevole di avere ormai perso
ogni chanches, ha scelto la strada della confusione, nel velleitario
tentativo di sparigliare le carte e far dimenticare agli italiani il
fatto di avere deposto il paese nelle mani dell'usuraio di Goldman
Sachs. Oggi con Monti, domani contro Monti, poi ancora con Monti,
offrendogli la guida del partito, poi non contro Monti ma solamente
contro le sue leggi ed infine con la sua agenda, purchè lui non ci
sia. Un po' tortuoso forse, ma nessuno sicuramente potrà affermare
che esiste una posizione che non sia stata assunta.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'usuraio di Goldman Sachs, conscio del
fatto che la maniera migliore per tornare al governo fosse quella di
connotarsi come ago della bilancia, entra nel tatrino elettorale
sorretto da Casini e Fini (esili stampelle in verità), ma
soprattutto dalla CEI e dai poteri forti mondiali, il che significa
"buona stampa" a gogò e una discreta percentuale degli
italiani disposti a sperimentare la sindrome di Stoccolma, se è vero
che anche lui, come Bersani, si appella alla società civile per
raccogliere il consenso.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Il movimento 5 stelle di Beppe Grillo
si presenterà alle urne per la prima volta, con la concreta
prospettiva d'intercettare il consenso di buona parte degli scontenti
ormai guariti dalla sindrome destra vs sinistra, ma esistono forti
dubbi sul fatto che voglia e sappia valorizzare lo socntento di cui
sopra, anziché parcheggiarlo su un binario morto, lastricato di
slogan anticasta e facili battaglie di facciata.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Antonio Di Pietro, in forte calo di
presentabilità e di consensi, ha recuperato in Guatemala il collega
Antonio Ingroia, per affidargli il compito di ricompattare in giro
per l'Italia quel che resta della sinistra radicale e della galassia
ambientalista, nella speranza (ci dovrebbe riuscire) di superare la
soglia di sbarramento e riportare in parlamento Ferrero, Diliberto e
molte altre icone della sinistra che alla scorsa tornata elettorale
si ritrovarono fuori dei giochi. Anche Ingroia, come Bersani e Monti,
cerca il consenso di quell'ectoplasma chiamato società civile, ma a
differenza di loro sembra poter contare sul diritto di pescare fra i
vari movimenti che si battono sul territorio. Sembra essere però
partito con il piede sbagliato, praticando la pesca di frodo, dal
momento che pur stando a braccetto con Di Pietro (che fu uno dei
ministri che portarono avanti il TAV), strizzando l'occhio a Bersani
da lui definito una brava persona ed incensando "l'amico"
giudice Caselli, si é permesso di stampare sui manifesti il nome del
Movimento NO TAV fra quello dei suoi sostenitori, nonostante in Val
di Susa nessuno gli avesse dato il permesso di farlo o si sognasse di
darglielo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Nel prossimo mese sicuramente se ne
vedranno delle belle, fra scontri in TV, sondaggi pilotati, amicizie
di vecchia data messe a repentaglio e nemici indefessi che ritrovano
l'amore perduto.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ma al di là dell'effetto taumaturgico
della speranza in quanto tale, come si può sperare di cambiare la
qualità del desco, semplicemente scegliendo i camerieri che portano
in tavola il cibo, mentre il titolare del ristorante ed i cuochi
rimangono gli stessi?</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Continueremo a mangiare pesce avariato,
anche se fingiamo di non sentirne la puzza, convincendoci che si
tratta di una prelibatezza che abbiamo scelto noi.</div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-1039159535036313002012-11-12T16:44:00.002+01:002012-11-12T16:58:29.580+01:00Il TAV e la Val di Susa: le notti delle trivelle<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSP0bVRda4eocnWGMxldqR6pCv7cvCcu43yNRcornm5Fa3eo0dwULI3Eqi7Pq0uaV2ZSEs22TuvwkFf7srZP_QOhSP23nJISCYypHdrboTslotahZ-tdcJBefzFXac7v363i240Xj3NHY/s1600/manifestazione-no-tav-Ansa--324x230.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="141" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSP0bVRda4eocnWGMxldqR6pCv7cvCcu43yNRcornm5Fa3eo0dwULI3Eqi7Pq0uaV2ZSEs22TuvwkFf7srZP_QOhSP23nJISCYypHdrboTslotahZ-tdcJBefzFXac7v363i240Xj3NHY/s200/manifestazione-no-tav-Ansa--324x230.jpg" width="200" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
L'Osservatorio presieduto da Mario
Virano aveva fatto il proprio dovere, consistente nel partorire un
nuovo progetto di TAV fra Torino e Lione che, sia pur ad obtorto
collo,<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2008/06/in-val-di-susa-i-sindaci-applaudono-il.html" target="_blank"> venisse approvato</a> dalla maggioranza delle amministrazioni
comunali interessate (e non) dalla futura opera, ma il redivivo TAV
continuava comunque a restare una linea di pennarello tracciata sulla
carta.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Alla fine del 2009 la Val di Susa era
ancora quella sorta di "territorio inviolabile" che quattro
anni prima<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2005/11/incubo-tav.html" target="_blank"> aveva respinto</a> l'alta velocità attraverso una sommossa
popolare e da allora nessuno aveva più osato mettere in campo azioni
che fossero in qualche modo collegate al TAV.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Mario Virano aveva fatto ripartire il
progetto Torino - Lione sotto l'aspetto procedurale e burocratico, ma
doveva sapere come realmente avrebbe reagito nei fatti la popolazione
della Val di Susa ad un ritorno del TAV.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Per raggiungere questo scopo, nei primi
giorni del 2010 venne avviata una <a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2010/01/trivelle-ad-alta-velocita.html" target="_blank">campagna di sondaggi</a>....</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
che avrebbe interessato vari comuni
della Valle e della cintura torinese.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La dinamica fu in tutti i casi la
stessa. Nel cuore della notte una trivella, scortata da centinaia di
agenti antisommossa veniva trasportata nel luogo deputato al
sondaggio, dove i militari la difendevano con le unghie e con i denti
fino all'imbrunire, quando la trivella veniva smantellata in tutta
fretta, per poi ricomparire a pochi km di distanza qualche notte
dopo.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
I Valsusini presero l'abitudine di
dormire vestiti, pronti a trascorrere la notte al gelo, le trivelle
vennero posizionate generalmente sotto ai viadotti dell'autostrada o
in discariche abbandonate, dove sicuramente non c'era nulla da
sondare ma potevano venire difese agevolmente.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La campagna di sondaggi che avrebbe
dovuto durare anni terminò bruscamente già nel mese di febbraio,
quando nel corso di un<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2010/02/trivelle-false-botte-vere.html" target="_blank"> pestaggio selvaggio</a> praticato dai poliziotti
vennero feriti seriamente alcuni manifestanti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Mario Virano non aveva certo
incrementato le proprie conoscenze per quanto riguarda l'aspetto
geologico del territorio valsusino, ma in compenso aveva ricevuto la
conferma che sarebbe stata dura ma ce la poteva fare.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Dopo 5 anni aveva violato il territorio
valsusino con quelle stesse trivelle che scatenarono la rivolta nel
2005 e tutto sommato ne era uscito indenne. La contestazione
continuava a rimanere pesante, molte centinaia e talvolta anche
miglia di persone avevano assediato i luoghi dei sondaggi,
l'autostrada e le statali erano state bloccate occasionalmente, oltre
40mila valligiani avevano sfilato con le bandiere a Susa. Ma a
differenza del 2005 (anche in virtù della tattica mordi e fuggi
adottata) la protesta non era sfociata in una rivolta popolare ed era
stato possibile trivellare all'interno di un territorio dove fino a
qualche mese prima sarebbe stato impensabile anche solo organizzare
un convegno che promuovesse il TAV.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
La strada per il futuro era dunque
tracciata.<br />
<a href="http://www.ilfarosulmondo.it/wp/?p=2194" rel="nofollow" target="_blank">Il Faro sul mondo</a> </div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-23867276262689590252012-10-29T18:18:00.002+01:002012-10-29T18:18:41.506+01:00Il TAV e la Val di Susa: l'Osservatorio Virano<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTh7vCqymgYndX1ecOWDSGjQCoSPmyAdt0-X32rB66NQz8BQuNkDlbsk4HoiaEqZQ5QiVAqi5EbwEMwbnu4zl_wLGGlmajzxL9kP3gHdetISuIkOQgCyaXfBV-xysJo-N5lnExv_3Idac/s1600/mario-virano-245x300.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTh7vCqymgYndX1ecOWDSGjQCoSPmyAdt0-X32rB66NQz8BQuNkDlbsk4HoiaEqZQ5QiVAqi5EbwEMwbnu4zl_wLGGlmajzxL9kP3gHdetISuIkOQgCyaXfBV-xysJo-N5lnExv_3Idac/s200/mario-virano-245x300.jpg" width="163" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Dopo la
cacciata delle "truppe" avvenuta l'8 dicembre 2005 nel
corso di una vera e propria sommossa popolare e l'abbandono di ogni
velleità consistente nello scavare il tunnel geognostico a Venaus e
mettere in atto il progetto del TAV Torino - Lione così come era
stato concepito, la creazione dell'Osservatorio presieduto dall'arch.
Mario Virano rappresentò un metodo per mettere insieme i cocci e
trovare una strada che fosse in grado di aggirare la contestazione
radicale nei confronti del progetto, portata avanti non solo dalla
popolazione, ma anche dai sindaci della maggioranza dei comuni
valsusini.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Gli
anni che fecero seguito al "caldissimo" autunno del 2005
rappresentarono una sorta di palude istituzionale totalmente
impermeabile all'esterno, dove sotto l'abile direzione di Virano gli
interessi politici e quelli delle cosche finanziarie iniziarono<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2007/06/il-tav-e-come-un-tunnel-infinito.html" target="_blank"> a fondersi fra loro</a> in maniera sempre più salda.....</div>
<a name='more'></a><br />
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
I
sindaci contrari all'opera, sotto la guida del presidente della
Comunità Montana Bassa Val di Susa Antonio Ferrentino (diventato
famoso in TV avendo "capeggiato" la contestazione del 2005)
entrarono nell'osservatorio giusticando presso la popolazione la loro
presenza con il fatto che alla base di ogni ragionamento esperito in
quel luogo ci sarebbe stata l'opzione (cosidetta opzione zero) di
sospendere definitivamente qualsiasi ipotesi di progetto TAV in Val
di Susa.
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
In
realtà la "leggenda" dell'opzione zero non superò mai il
suo stadio mitologico e all'interno dell'Osservatorio si lavorò per
anni con l'unico intendimento di rendere possibile la costruzione
dell'opera, e lo si fece con la collaborazione più o meno
consapevole di tutti i sindaci che avevano contribuito a fermare il
TAV, sotto l'abile regia (sicuramente consapevole) di Virano e
dell'ex leader della contestazione Antonio Ferrentino.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Pur
essendo nato sotto le mentite spoglie di un organismo volto a
favorire il dialogo con la popolazione, l'Osservatorio Virano
rappresentò l'esatta antitesi di qualsiasi forma di dialogo e si
rivelò fin da subito come un consesso "segreto"
inaccessibile non soltanto ai cittadini ma perfino ai giornalisti ai
quali venne impedito di assistere alle riunioni. Per anni la
popolazione della Val di Susa trovò sulla sua strada solamente
cancelli chiusi, presidiati da corposi reparti antisommossa e fu
costretta a "vivere" d'informazioni pilotate, portate da
Antonio Ferrentino che con una certa regolarità era solito
aggiornare i cittadini nel corso di assemblee pubbliche, alle quali
presenziava in compagnia di vari esponenti di spicco di quella
sinistra radicale che i valsusini avevano massicciamente votato, in
segno di ringraziamento per l'appoggio dato alla lotta NO TAV.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
In
realtà, senza nessuna intenzione di dedicare tempo a facezie come il
dialogo o l'opzione zero, all'interno dell'Osservatorio si lavorò
alacremente fin dal primo momento con l'unico scopo di costruire un
nuovo progetto che superasse velocemente tutti gli iter progettuali e
raccogliesse l'approvazione della maggior parte dei sindaci che
amministravano i comuni interessati. Per raggiungere questo scopo, se
da un lato fu usato il "carisma" di Antonio Ferrentino
presso i suoi colleghi, nell'indurre anche i più scettici a
convincersi di avere preso<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2007/07/hanno-tradito.html" target="_blank"> la decisione giusta</a>, dall'altro si
procedette a realizzare varie ipotesi di percorsi alternativi (quello
in Val Sangone su tutti), al solo scopo di affiancare ai sindaci
dissenzienti una gran quantità di amministratori compiacenti, della
cintura di Torino e della Val Sangone, che avrebbero contribuito ad
approvare la costruzione del TAV, ben sapendo che i loro comuni non
sarebbero mai stati interessati dall'opera.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Contemporaneamente
anche la popolazione valsusina, tenuta regolarmente fuori dai
cancelli, fu oggetto di una certa attenzione, anche se non
improntata al dialogo. Dopo i primi mesi, durante i quali
l'Osservatorio, con l'aiuto di Ferrentino, si impegnò nel far
scendere la tensione e rendere nuovamente "governabile" il
territorio, il leit motiv divenne quello di smorzare la contestazione
portandola ad operare su un piano inclinato che non era il suo, fatto
di carte bollate, di conferenze dei servizi, di paludi procedurali da
attraversare in una nebbia di burocrazia.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
E
passando dalla strada alla carta, senza dubbio la contestazione scese
di tono e pur rimanendo ferma e decisa perse ben presto quel
carattere di "sommossa popolare" che tanto aveva spaventato
la classe politica solo un paio di anni prima. Oltretutto l'ambigua
posizione assunta da Ferrentino nel tempo contribuì anche a creare
divisioni e insofferenza fra chi iniziava a realizzare quale fosse il
reale percorso del personaggio e chi ancora credeva fideisticamente
in una sua buona fede.</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il
primo luglio del 2008, dopo quasi tre anni di operatività,
l'Osservatorio presieduto da Mario Virano fu così in grado di
chiudere il cerchio iniziato nel dicembre del 2005.
</div>
<div align="LEFT" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Esisteva <a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2009/03/no-tav-in-val-di-susa-fra-passato-e.html" target="_blank">un nuovo TAV</a>
ed esisteva un accordo di massima con il territorio,
rappresentato<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2008/06/in-val-di-susa-i-sindaci-applaudono-il.html" target="_blank"> dai sindaci</a> che nella quasi totalità (tranne un paio
di "eroi") avevano avallato il percorso dell'Osservatorio e
la sua naturale conclusione.</div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-weight: normal;">L'accordo
venne naturalmente presentato dalla classe politica e dai media
mainstream come un grande successo </span><em><span style="font-style: normal;">della
linea<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2008/07/hanno-il-coraggio-di-chiamarlo-dialogo.html" target="_blank"> del dialogo</a> e della condivisione, nonostante i cittadini della
Valle di Susa nel corso di questo periodo non avessero trovato
nessuno disposto ad ascoltarli e dialogare con loro, ma solamente
cancelli chiusi, manganelli e trasformisti della politica impegnati a
prenderli per il naso.</span></em></div>
<div align="LEFT" style="margin-bottom: 0cm;">
<em><span style="font-style: normal;"><a href="http://www.ilfarosulmondo.it/wp/?p=1357" rel="nofollow" target="_blank">Il Faro sul mondo</a> </span></em></div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-69702649911128165262012-10-24T17:03:00.003+02:002012-10-24T17:03:34.716+02:00Guerra fra poveri all'Ikea<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1fE6b5YoyOzN3XwVfN0RLb2FvnMyGJe6HsRXANnM-wiTJGaREhubpSnIKEX5nrHwQHGan6IXpduG1Vf784OKsyCOY7yy2lOwA-TBlNELAy1gKIW9bLZErErP1oEL4heSCEOP9pzDEpgE/s1600/ikea_protesta_piacenza_er.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="121" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1fE6b5YoyOzN3XwVfN0RLb2FvnMyGJe6HsRXANnM-wiTJGaREhubpSnIKEX5nrHwQHGan6IXpduG1Vf784OKsyCOY7yy2lOwA-TBlNELAy1gKIW9bLZErErP1oEL4heSCEOP9pzDEpgE/s320/ikea_protesta_piacenza_er.png" width="320" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Quanto accaduto stamani presso il polo
logistico<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2012/08/ferrarrosto-e-dintorni.html" target="_blank"> dell'IKEA</a> a Piacenza rallegrerà senza dubbio i cuori<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2012/09/i-banchieri-nel-pallone.html" target="_blank"> dei banchieri</a> di capitale e di governo che stanno centrifugando i resti
dell'Italia alla ricerca dell'ultima stilla di sangue.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
A contendersi sul campo lancia in resta
qualche briciola di elemosina, i facchini dell'Ikea, che il progresso
coniugato nel verbo delle esternalizzazioni vuole dipendenti delle
cooperative locali e non certo della multinazionale svedese come
usava ai tempi del giurassico.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Equamente divisi fra una brigata di
facchini <a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2012/10/disoccupato-sporco-brutto-e-cattivo.html" target="_blank">"schizzinosi"</a>, intenzionata a bloccare l'ingresso
del polo....</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
rivendicando il diritto al rispetto del
contratto e degli accordi locali presi con le cooperative, affiancata
dai Cobas e da alcuni esponenti di Rifondazione Comunista ed una
brigata di facchini decisa al contrario ad entrare comunque nello
stabilimento, seguendo il consiglio di lacrima Fornero, in virtù del
quale é sempre meglio stare dentro al lavoro, anche quando anzichè
un salario percepisci solamente pugni sui denti.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Fra le due fazioni di colleghi
contrapposte sono volate in men che non si dica botte da orbi che
hanno mandato cinque facchini all'ospedale. Tre "forneriani"
buttati a terra e presi a calci dai colleghi che presidiavano il
cancello e due "schizzinosi", investiti dalle auto dei
colleghi intenzionati a forzare il blocco.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Tutti i feriti hanno già annunciato
che presenteranno denuncia per le violenze subite, assicurando un
poco di lavoro extra alla categoria degli avvocati che a ben guardare
se la passa certo meglio di loro.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Così ci vogliono e proprio così
stanno riuscendo ad averci, verrebbe da dire, osservando quanto
accaduto con la giusta dose di disincanto.</div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-70046449008666411362012-10-22T15:19:00.001+02:002012-10-22T19:04:09.910+02:00Il TAV e la Val di Susa: il primo progetto<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivDlrTeVSduH-CJ7FA9Cgt6EKcB9uw7VPtr91mDiSuK25s_F4vx18uBKSx_irUSpK8oOO7qVI2pZwPS1PrHVfI4FFWFJ5im8vmZM9dF3OcbDhuUZvuPc560P-sgu_726HzyGif9gkey6o/s1600/venaus2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="128" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivDlrTeVSduH-CJ7FA9Cgt6EKcB9uw7VPtr91mDiSuK25s_F4vx18uBKSx_irUSpK8oOO7qVI2pZwPS1PrHVfI4FFWFJ5im8vmZM9dF3OcbDhuUZvuPc560P-sgu_726HzyGif9gkey6o/s200/venaus2.jpg" width="200" /></a></div>
Marco Cedolin <br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">In
Val di Susa si incominciò a parlare <a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2011/07/speciale-tav.html" target="_blank">di TAV</a> agli inizi degli anni 90.
Era il periodo in cui stavano partendo i lavori per la costruzione dei
1020 km d’infrastruttura per i treni ad alta velocità sulla direttrice
Torino – Milano – Roma – Napoli e in Val di Susa fervevano i cantieri
per la realizzazione della nuova autostrada del Frejus.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">Inizialmente
il progetto del<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2005/11/incubo-tav.html" target="_blank"> TAV Torino - Lione</a> venne presentato come finalizzato al
trasporto dei passeggeri che utilizzavano la linea ferroviaria
esistente, promettendo dei tempi di percorrenza notevolmente più ridotti
rsipetto a quelli standard. Fin da subito risultò però evidente come il
traffico dei viaggiatori fra Torino e Lione fosse estremamente esiguo e
del tutto inadeguato a giustificare un investimento di enormi
proporzioni come quello determinato dal progetto....</span></span></div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">Posti
di fronte a questa evidenza, che alimentava un sentimento di
contrarietà da parte della popolazione nei confronti dell’opera, i
proponenti della stessa, nella seconda metà degli anni 90 fecero una
capriola degna di un artista circense e dichiararono che la motivazione
prima che determinava la necessità di costruire la nuova infrastruttura
era in realtà il trasporto delle merci fra l’Italia e la Francia (in
quegli anni ancora in espansione), merci che in breve tempo avrebbero
saturato le capacità della linea esistente.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">Nonostante
la nuova destinazione d’uso creata per l’infrastruttura, il malumore e
la contrarietà della popolazione nei confronti dell’opera rimasero
immutati, anzi per molti versi crebbero, alimentati dal cortocircuito
logico in virtù del quale si stava sventrando la valle (con gravissime
ripercussioni in termini ambientali, ecologici e sociali) per costruire
un’autostrda sulla quale riversare le merci dirette in Francia, mentre
già si stava progettando una nuova infrastruttura, se possibile ancora
più impattante della prima, per spostare quelle stesse merci
dall’autostrada al TAV.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">L’iter
del progetto continuò a procedere speditamente, fino a quando nel 2005
arrivò il momento dei primi sondaggi e dell’installazione a Venaus del
primo cantiere, necessario per lo scavo del tunnel geognostico,
funzionale alla prevista galleria di oltre 50 km che avrebbe costituito
il fulcro dell’opera.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">L’autostrada
del Frejus nel frattempo era stata completata, appalesando tutto il
carico di crticità ai danni del territorio determinato dalla sua
costruzione, sia in termini di deterioramento degli equilibri
idrogeologici, sia per quanto concerne il pesante deturpamento di quella
che é una valle alpina.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">I passeggeri interessati a viaggiare fra Torino e Lione continuavano a non esistere come non esistevano dieci anni prima. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">I
traffici commerciali che nelle previsioni avrebbero dovuto in breve
tempo saturare la linea ferroviaria esistente, erano al contrario dal
2000 in costante calo, al punto che la ferrovia “storica” veniva
utilizzata al 30% delle proprie potenzialità.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">Di
conseguenza quello che inizialmente era solamente malumore e
scetticismo nei confronti di un progetto ritenuto insensato, si
trasformò presto in un’aperta opposizione all’opera, che diede luogo ad
una vera e propria rivolta popolare.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">Nonostante
l’appoggio bipartisan di quasi tutti i partiti politici ed il “pugno”
duro usato dalle forze dell’ordine che non esitarono a bastonare i
valligiani senza alcuno scrupolo, mandando all’ospedale anche donne ed
anziani e militarizzarono la Valle con migliaia di uomini, dal momento
del primo sondaggio in poi la situazione continuò a deteriorarsi. </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">Fino
ad arrivare al proprio apice l’8 dicembre 2005, quando dopo quasi due
mesi di scontri durissimi, feriti, scioperi e manifestazioni, oltre
80mila persone invasero come un fume in piena i terreni di Venaus sui
quali avrebbe dovuto sorgere il cantiere, occupati in massa dalle forze
dell’ordine, e di fatto determinarono il fallimento di un progetto che
mai avrebbe potuto essere portato avanti in quelle condizioni.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;">Poi
le forze dell’ordine furono ritirate e la parola passò alla politica.
Attraverso una riunione a Roma fra il governo ed i sindaci dei comuni
valsusini contrari all’opera, dalla quale emerse la decisione di
soprassedere con l’esecuzione del progetto ma non di accantonarlo,
delegandone la sopravvivenza al neonato Osservatorio sul TAV Torino –
Lione, a presiedere il quale venne chiamato l’architetto Mario Virano,
già presidente dell’Anas e figura di spicco di quei Ds che solo qualche
anno dopo avrebbero dato origine al PD.</span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"><span style="font-size: small;"><a href="http://www.ilfarosulmondo.it/wp/?p=768" rel="nofollow" target="_blank">Il Faro sul mondo</a> </span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-55050544457973639162012-10-17T19:58:00.003+02:002012-10-17T19:59:30.441+02:00Il nuovo menù degli italiani<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1ACZHMe8IzkleUkDWaIzUtNXyc0gcBVtN5j-fBle4vaEKSyKkfgCOyZMFv3r3Tvv61KOdcPZRl-eBzUJJ_H6YY91ywOaMh2rkWWEETup8KcrWJcNxJA8z9XWAnu8DTXwU1IxRhZNaRJ4/s1600/chetifriggi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1ACZHMe8IzkleUkDWaIzUtNXyc0gcBVtN5j-fBle4vaEKSyKkfgCOyZMFv3r3Tvv61KOdcPZRl-eBzUJJ_H6YY91ywOaMh2rkWWEETup8KcrWJcNxJA8z9XWAnu8DTXwU1IxRhZNaRJ4/s200/chetifriggi.jpg" width="192" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Come chef confesso di non essere mai
stato un granchè, nell'impacciato districarmi fra microonde (che lo
so fa male) e fornelli, l'impresa migliore che fino ad oggi mi sia
riuscita é senza dubbio il caffé, quello si inarrivabile. Ma
nonoste ciò davvero non mi riesce di resistere alla tentazione di
proporvi un ottimo menù adatto per i mesi a venire, magari un poco
ipocalorico ma in compenso buono per tutte le occasioni.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Prendete un<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2011/11/tutti-zitti-tutti-fermi-governa-lo.html" target="_blank"> poco di spread</a> e rosolatelo
a fuoco lento, fino a quando, come oggi, scende sotto la soglia dei 315 punti, a questo punto servitelo a tavola,
condito con un filo<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2009/10/vola-la-produzione-industriale.html" target="_blank"> di speranza</a> ed un poco di sale, nel caso ne sia
rimasto nella scansia e consumatelo prima che ritorni a salire.....</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Poi raccogliete in un pentolone qualche
centinaio di BTP, non quelli dotati di forma fisica che tenevate in
banca qualche decina di anni fa, ma il loro alter ego in forma eterea
che proprio oggi ha raggiunto i 10 miliardi di vendita, fra i
festeggiamenti dei giornalisti di Repubblica che probabilmente in
banca ce li hanno ancora, lessateli fino a quando diventano morbidi e
mangiateli con appena un poco di premio fedeltà.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Come dessert concetevi un tiramisù di
Piazza Affari, oppure i profitterol di Bank of Amerika, o se
preferite la cassata di Moddy's che si dice abbia accolto con favore
i rumor concernenti gli interventi del fondo salva stati.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Se proprio lo desiderate potrete
chiudere il vostro banchetto luculliano con una tazza di eurocaffè,
ottimo per stimolare la digestione.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Come avete visto, anche in tempi di
crisi e recessione, basta avere un poco di fantasia e non mancano
certo gli ingredienti da mettere in tavola per consumare il desco,
ricordatevi solamente di addentare di tanto in tanto una mela o un
tozzo di pane, perchè alcuni maldicenti sostengono che l'apporto
calorico degli alimenti che vi ho suggerito potrebbe non essere
sufficiente per impedirvi di raggiungere in men che non si dica il
creatore, che non é Goldman Sachs, tenetelo bene a mente.</div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3644880515785400789.post-14769242452530867912012-10-15T17:57:00.002+02:002012-10-15T17:58:35.855+02:00Ma cos'è il TAV?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCWbtHo3Hq3seYhjCLJZW6jJN4tngfyBSgtqud8Q5t9ukO-LEC6_36cxtabHa1wOliunH3ksZuFe1FK7-P_wJRFNNVKTz0F973AvcggQA375pcw8g3PXdG23vSiw4Fqmkza-elVl2YOVc/s1600/cantiere1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCWbtHo3Hq3seYhjCLJZW6jJN4tngfyBSgtqud8Q5t9ukO-LEC6_36cxtabHa1wOliunH3ksZuFe1FK7-P_wJRFNNVKTz0F973AvcggQA375pcw8g3PXdG23vSiw4Fqmkza-elVl2YOVc/s200/cantiere1.jpg" width="200" /></a></div>
Marco Cedolin<br />
<div style="text-align: justify;">
Non esiste probabilmente italiano che
non abbia letto o sentito almeno una volta il<a href="http://ilcorrosivo.blogspot.it/2011/07/speciale-tav.html" target="_blank"> termine "TAV"</a>, vista la
rilevanza avuta dall’argomento in TV e sulle pagine dei giornali, fin
dai primi scontri avvenuti in Val di Susa nell’autunno del 2005. Ma
nonostante ciò il vero significato della parola TAV resta per la maggior
parte degli italiani una sorta di mistero che sembra perdersi fra le
pieghe dell’imponderabile, annegato all’interno di luoghi comuni,
interpretazioni soggettive, slogan elettorali e prese di posizione di
comodo....</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
Proprio per questa ragione, senza alcuna
supponenza, ritengo sia necessario innanzitutto fare chiarezza riguardo
a cosa realmente sia il TAV, dal momento che qualsiasi critica o
sostegno non ha ragione di essere se viene portata nei confronti di
qualcosa di cui fondamentalmente s’ignora la natura.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Con l’acronimo “TAV” (treno ad alta
velocità singolare maschile) vengono sommariamente individuate le
infrastrutture, realizzate o in progetto, destinate a far correre su
rotaia convogli ferroviari ad alte prestazioni, in grado di raggiungere o
superare velocità di punta nell’ordinde dei 300 km/h che a causa della
propria natura necessitano di linee ferroviarie dedicate sulle quali
transitare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
La Francia é in assoluto il paese che
possiede la maggior quantità di km di tratte TAV (oltre ad essere stata
la prima ad applicare questa tecnologia) ma esistono infrastrutture per i
treni ad alta velocità anche in Spagna, in Italia, in Inghilterra, in
Germania e in alcuni paesi asiatici.</div>
<div style="text-align: justify;">
La natura delle infrastrutture per i
treni ad alta velocità non é identica in tutti i paesi, ma dappertutto
dove il TAV é in esercizio esso é dedicato esclusivamente al trasporto
dei passeggeri, dal momento che non esiste a livello mondiale alcun
sistema di trasporto ferroviario ad alta velocità destinato alle merci.</div>
<div style="text-align: justify;">
In Italia sono in esercizio da alcuni
anni 1020 km di tratta TAV sulla direttrice Torino – Milano – Roma –
Napoli, anche se le gallerie del Mugello sono transitabili (non ad alta
velocità perchè prive del tunnel di soccorso) solamente dallo scorso
inverno, i lavori per il sottoattraversamento della città di Firenze
devono ancora iniziare ed alcuni nodi cittadini attendono ancora di
venire ultimati.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Il costo totale di questi 1020 km,
comprensivo del sottoattraversamento di Firenze dell’ultimazione dei
nodi, del pesante sistema di elettrificazione delle linee e
dell’acquisto dei treni non é finora stato reso noto, ma c’è ragione di
credere che sarà nell’ordine degli 80 miliardi di euro. Nelle tratte
riguardo alle quali sono stati resi noti i costi, l’incremento medio fra
costo previsto e spesa reale si é rivelato del 300%. L’intero ammontare
dei costi relativi alla costruzione e messa in esercizio
dell’infrastruttura saranno a carico del contribuente italiano che nei
decenni futuri verrà chiamato a risarcire il denaro prestato allo stato
dalle banche, compresi gli onerosi interessi sul prestito stesso.</div>
<div style="text-align: justify;">
L’infrastruttura del TAV italiano, assai
più costosa di quella francese o spagnola, ha caratteristiche più
pesanti, poichè progettata per consentire, almeno sulla carta, anche il
transito dei treni merci (TAC) oltre a quelli passeggeri. Nonostante ciò
fino ad oggi sulle tratte TAV in esercizio hanno circolato solamente
treni passeggeri e non esiste, neppure in nuce, alcun progetto
finalizzato a sfruttare le tratte TAV per il trasporto delle merci.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
I treni TAV fanno pochissime fermate
(fra Milano e Napoli solo la metà si fermano a Bologna e Firenze, mentre
l’altra metà ferma solo a Roma e nessuno nelle città intermedie) e
rappresentano l’antitesi di qualsiasi progetto di trasporto
metropolitano o comunque dedicato ai pendolari, fatta eccezione
unicamente per quelli che fanno la spola quotidianamente fra le 6 grandi
città dove ferma il TAV.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le nuove infrastrutture del TAV hanno un
sistema di alimentazione a corrente continua e sono pertanto
esclusivamente sfruttabili dalle motrici Etr con politensione di nuova
generazione e di conseguenza sui binari non possono circolare i treni
regionali (come scritto da qualche millantatore) e qualsiasi altro
convoglio che non possegga le caratteristiche tecniche necessarie,
compresi i convogli ad alta velocità francesi che fra Torino e Milano
sono costretti ad usare le linee ferroviarie tradizionali.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Oltre ai 1020 km in questione esistono
molti altri progetti concernenti la costruzione di nuove tratte TAV in
Italia. Da quello che prevede la prosecuzione dell’infrastrurra da
Milano in direzione Venezia, già in costruzione, alla famosa TAV in Val
di Susa, ancora in fase di progetto e fonte di grande conflittualità sul
territorio. Dal terzo valico Millano – Genova al BBT del Brennero, per
finire con il neonato progetto del TAV Napoli – Bari.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tutti hanno costi previsti nell’ordine
delle decine e decine di miliardi di euro e tutti verranno finanziati
completamente attraverso il denaro dei contribuenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo avere compreso, almeno
sommariamente, cos’é il TAV ci dedicheremo prossimamente ad analizzare
ciascuno di questi progetti nelle sue peculiarità.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.ilfarosulmondo.it/wp/?p=82" rel="nofollow" target="_blank">Il Faro sul mondo</a> </div>
marco cedolinhttp://www.blogger.com/profile/05181319626830343275noreply@blogger.com1