mercoledì 6 ottobre 2010

Vivono di violenza reale ma stigmatizzano la violenza virtuale

Marco Cedolin

L'inetta e parassitaria classe dirigente del nostro paese ci ha ormai abituato ad ogni sorta di cortocircuito logico, ragione per cui non dovremmo più stupirci di nulla, catalogando il quotidiano parlarsi addosso messo in mostra da mestieranti della politica, prenditori e sindacalisti vari, nel novero delle esternazioni senza senso buone solo per creare il materiale di risulta col quale vengono sistematicamente riempiti i vari telebugia e giornalacci nostrani.
Non ci stupiscono pertanto le dotte dissertazioni esperite in queste giorni dai personaggi pubblici in tema di violenza, tese a vaticinare il pericolo di un ritorno (un ritorno?) della violenza nel paese, a seguito di fatti "assai inquietanti" che avvelenerebbero e minerebbero il clima sociale. Non ci stupiscono, ma c'inducono a pensare che questi signori siano ormai fermamente convinti di rapportarsi con una massa di telericoncoglioniti totalmente priva di qualsiasi capacità di discernimento fra il mondo reale e il mondo virtuale, una massa omogenea ed amorfa, totalmente priva di qualsiasi spirito critico ed anelito di dignità.
Un uomo come Bonanni, sindacalista al servizio di Confindustria e notorio "coniglio" che qualche anno fa in Val di Susa rifiutò il confronto civile con un paio di centinaia di manifestanti NO TAV, lasciando che fosse il deputato del PDL Roberto Rosso a dialogare civilmente con i cittadini, senza che questi naturalmente gli torcessero un capello, è assurto al ruolo di martire di un' inenarrabile escalation di violenza, dopo avere ricevuto qualche fischio e un fumogeno (non pietre e tubi innocenti) durante l'ospitata alla torinese festa del PD....

La CISL da lui presieduta, si dichiara vittima di episodi di "squadrismo molto grave" e oggetto d'inusitata violenza, dopo che i muri della sua sede romana sono stati stamani sporcati con uova e vernice rossa, da un gruppetto di contestatori che imputano al sindacato di Bonanni una linea di condotta troppo appiattita e condiscendente con i dettami di FIAT e Confindustria.

A fare paventare la drammatica situazione di un paese ormai sul baratro della violenza, ha contribuito qualche giorno fa anche il "terribile" agguato occorso al giornalista di Libero Maurizio Belpietro, perseguitato (come lui stesso ha ricordato) perchè giornalista tutto di un pezzo che ha il coraggio di scrivere cose scomode.
Chi non avesse seguito la vicenda sarebbe indotto a pensare che l'indomito Belpietro sia sfuggito miracolosamente ai colpi di pistola sparatigli da distanza ravvicinata da un attentatore, a causa dei suoi articoli che smascheravano la truffa degli attentati dell'11 settembre, attaccavano la politica finanziaria della UE e portavano alla luce crimini concernenti lo smaltimento illegale di rifiuti tossici. Niente di tutto ciò, l'eroe in nuce Maurizio Belpietro non ha mai avuto contatti ravvicinati con alcun attentatore. Il contatto (o presunto tale) è avvenuto fra un agente della sua scorta ed un fantomatico uomo con in mano un'arma, nelle scale del condominio in cui vive Belpietro, mentre lo stesso si trovava a farsi i fatti propri chiuso all'interno del suo appartamento. Nè Belpietro ha mai scritto nulla che prescinda dal pastone politico e dalle storie di gossip che ormai costituiscono il fulcro del confronto fra centro destra e centro sinistra.
Ciò nonostante tutta la classe politica si è riversata in massa dinanzi ai microfoni dei teleimbonitori per stigmatizzare il pericolo di un ritorno alla violenza, riesumando per l'occasione il fantasma degli anni di piombo e perfino delle Brigate Rosse, tanto per dare un tono di colore al querulo coro che da giorni sta levandosi sempre più alto.

E' curioso constatare come un fumogeno, uno schizzo di vernice ed un fantomatico potenziale assalitore costituiscano il viatico per allarmare l'intera classe dirigente italiana, portandola a gridare ad una sola voce la propria paura per il ritorno della violenza, mentre la violenza, quella vera, all'interno della quale la stessa classe dirigente sguazza fino al collo condividendone enormi responsabilità, non allarmi invece nessuno e venga dalla stessa sistematicamente sottaciuta.

La violenza perpetrata nei paesi stranieri occupati in armi dai nostri soldati, dove uomini e droni ammazzano sistematicamente ogni giorno donne e bambini. Le stragi israeliane compiute nei territori palestinesi, con la condiscendente approvazione della classe politica nostrana. La violenza dei cittadini che difendono il loro diritto ad esistere e vengono bastonati dalla polizia in Val di Susa come a Terzigno, come nelle fabbriche. La violenza delle famiglie buttate in mezzo ad una strada dalle speculazioni finanziarie ed industriali, realizzate con la condiscendenza del sindacato di turno. La violenza di migliaia di persone ammazzate sul lavoro e sacrificate sull'altare del profitto. La violenza di tanti giovani, come Stefano Cucchi, ammazzati in carcere senza un perchè. La violenza di una cronaca dove omicidi, stupri, stragi familiari ed infanticidi sono ormai notizie "abituali" all'ordine del giorno.

Non fumogeni, schizzi di vernice e attentatori fantasma, ma veri morti ammazzati e vite distrutte. Vite di cui non importa nulla a nessuno, poichè discettare di violenza è un'arte gratificante e politicamente corretta solamente quando la si pratica voltati dalla parte giusta, la parte della fantasia.

3 commenti:

Luka78 ha detto...

Ciao Marco, molto giusta questa tua analisi.

La nazione in qui viviamo - non so se già lo avrò scritto in qualche mio commento - mi sembra un posto in cui, per via dell'accondiscendenza della popolazione ( non tutta, ma sicuramente la metà ), si sperimentano opere di ingegneria sociale. E qui, al contrario di altre nazioni, molto probabilmente il tutto avviene con più facilità.
Tra queste "opere":

- il riuscito piano di Marchionne nel ricattare i lavoratori;

- una "classe dirigente" accondiscendente con disgraziati tipo il nome sopra menzionato;

- un sindacato che, da tanti anni ( sia ben chiaro) sfacciatamente non fa nulla per chi lavora. E che ultimamente, con l'esclusione della FIOM ( speriamo che tenga ), ha stretto la mano con l'Amministratore in pull-over;

- un sindacato ( ritorno con questo ) che spinge i lavoratori nella previdenza complementare a discapito di quella pubblica ( INPS ). E che quindi spende più il tempo a contar soldi che ditte in cui andare a difendere chi ha avuto i diritti lesi;

- rintontimento quotidiano con le solite manfrine dei burattini politici che si scannano; o fanno finta. Ciò che è certo è che, parlando di questo governo, i 2 anni e mezzo sono da poco passati e ciò equivale a pensione a vita! E intanto il popolo viene distratto;

- tenere la popolazione sotto paura, anche con demenze tipo l'attentato a Belpietro. Peccato che a distnza di 7-8 giorni, ancora il contenuto delle telecamere non sia stato analizzato e non si sia arrivati a chi possa esser stato. E un gran silenzio ( a mio avviso, abbastanza indicativo ) è calato sull'accaduto.

Una persona sana di mente, dovrebbe ridere di fronte ad una pagliacciata del genere. Ma è normale che se una persona si alimenta a telegiornali e informazione inquinata e che crede nella classica politica all'italiana e nelle solite distinzioni ( divisioni ) destra/sinistra, cadrà nell'inganno. E una volta caduta, sarà indotta a pensare che chi avrà voluto uccidere Belpietro, sarà "uno di sinistra". E via ai pensieri alle Brigate Rosse e agli anni 70, in cui c'erano omicidi, scontri in piazza ( anche per giuste cause ) e lavoratori che difendevano il posto di lavoro.
Guarda caso, tranne gli omicidi ( per fortuna ), certe tematiche sono rimaste e le stiamo vivendo: caso FIAT, crisi economica, disoccupazione, ecc..
Come se non bastasse, ecco che una dimostrazione - pur se "invedente" come il lancio di uova e vernice sul portone della sede della CISL - viene usata per aumentare questo clima di "paura" ( brrr, che brivi di terrore!!! ) fra la gente.
E'anche un modo, grazie alla paura, per eviatare che la gente si organizzi per una società, non dico migliore, ma diversa. E non affidandosi ai soliti cialtroni dei politici. La crisi si sente, aumenta e potrà - a breve - essere peggio. Incominciano a prevenire ( sacrosante ) proteste?

A chi vogliono darla a bere?

Termino così, tanto ci capiamo.

A presto, Marco.

Luka78 ha detto...

Ciao Marco, aggiungo una cosa che mi era sfuggita nel mio commento di ieri.

Pochissimo prima o pochissimo dopo ( questione di qualche giorno ) dall'"attentato" a Belpietro, ad Acerra, sulla strada che porta all'inceneritore, ti ricordi cosa hanno "trovato"?
Una decina di bottiglie molotov!
A cosa ti hanno fatto pensare? A me, a quelle bottiglie molotov "trovate" nella scuola Diaz durante il G8 di Genova 2001. Che poi si scoprì essere state messe lì da alcuni delle forze dell'ordine per far ricadere la colpa ai cosiddetti "no global".

Hai avuto anche tu questa analogia? Questo parallelismo?

Dimostrazione non solo della tensione e del clima di repressione automatico che qualcuno vuole instaurare qui in Italia, ma anche di come sia facile, grazie ad una grossa fetta di popolazione lobotomizzata, far credere una cosa per un'altra.
La bassezza di questi mezzi è l'emblema di una Società facilmente manipolabile.

marco cedolin ha detto...

Ciao Luka,
senza alcun dubbio le 10 bottiglie molotov "trovate" in quel di Terzigno puzzano di messinscena a miglia di distanza e richiamano alla mente quelle di Genova. Come puzza la storia dell'agguato a Belpietro, come puzza il bazooka ritrovato vicino al tribunale di Reggio Calabria che ha costituito il viatico per inviare militari in loco e molte altre storie sui generis.
Purtroppo proprio l'estrema "disponibilità" dell'opinione pubblica a farsi manipolare con lo spettro della violenza in vitro rende premianti e sempre più frequenti simili pratiche.