Marco Cedolin
La classe politica in versione estiva, tarantolata dalla canicola e dalla necessità di giustificare in qualche maniera la propria esistenza, non può concedersi all'inanità sotto all'ombrellone, senza fare parlare di sè, magari rischiando d'imborghesirsi fra un festino alla coca, una gita in barca e una puntata a Montecarlo.
Il rischio sarebbe quello di palesare impietosamente la propria inutilità, simile a quella di un vecchio scarpone bucato buono solo per il cassonetto.
L'ex di un pò di tutto Gianfranco Fini pugnala alla schiena il proprio mecenate, mentre Berlusconi, morituro gli urla “tu quoque Gianfranco fili mi”. Il PDL trasformatosi per l'occasione in una Duma di ferro procede ad espellere l'attentatore in una maniera che ricorda da vicino l'epurazione del “povero” Turigliatto da Rifondazione Comunista, durante la prima crisi del governo Prodi....