In uscita a gennaio per Arianna Editrice GRANDI OPERE, il nuovo libro di Marco Cedolin
Non solo un libro di critica al sistema delle grandi opere e all’ideologia che lo sottende. La nuova opera di Marco Cedolin si presenta soprattutto come un testo profondamente ispirato ai principi della decrescita, capace di una visione diversa e sorprendente delle dinamiche sociali, economiche e politiche.
Lo sguardo indagatore di Marco Cedolin spazia dai progetti concreti di grandi opere già realizzate e in corso di realizzazione (Mose, Diga delle Tre Gole, Eurotunnel, Tav, l’impero di Dubai, autostrade, inceneritori, navi da crociera, oleodotti e gasdotti), alla documentata denuncia degli intrecci di economia e potere legati al sistema. Dall’acuta analisi della “psicologia da grandi opere” e del modello sviluppista, all’alternativa concreta della decrescita. Dai sacerdoti del progresso, all’uomo qualunque che vive all’insegna della sobrietà, dell’autoproduzione, del risparmio.
Uno stralcio dal capitolo “Come costruire la decrescita”
«Una delle maggiori critiche che vengono sistematicamente rivolte alla decrescita è quella di rappresentare un’alternativa troppo estrema rispetto al modello di sviluppo attuale basato sulla crescita: la decrescita risulterà per forza di cose inapplicabile in quanto intrisa di utopia.
In realtà basta leggere la storia per rendersi conto che le società basate sui criteri che fanno parte della filosofia della decrescita hanno caratterizzato buona parte del vissuto dell’umanità, ed è proprio il modello sviluppista ad avere rappresentato, da poco più di un secolo, un’alternativa tanto estrema quanto inapplicabile nel lungo periodo. Tutte le società antiche erano profondamente consapevoli di quanto fosse importante tenere nella massima considerazione gli equilibri naturali e creare un rapporto armonico con l’ambiente.»
«Una delle maggiori critiche che vengono sistematicamente rivolte alla decrescita è quella di rappresentare un’alternativa troppo estrema rispetto al modello di sviluppo attuale basato sulla crescita: la decrescita risulterà per forza di cose inapplicabile in quanto intrisa di utopia.
In realtà basta leggere la storia per rendersi conto che le società basate sui criteri che fanno parte della filosofia della decrescita hanno caratterizzato buona parte del vissuto dell’umanità, ed è proprio il modello sviluppista ad avere rappresentato, da poco più di un secolo, un’alternativa tanto estrema quanto inapplicabile nel lungo periodo. Tutte le società antiche erano profondamente consapevoli di quanto fosse importante tenere nella massima considerazione gli equilibri naturali e creare un rapporto armonico con l’ambiente.»
2 commenti:
Ciao Marco...
Completamente O.T. ma per dirti
che aggiungo il tuo Blog(solo ora scovato) nella lista degli amici nel mio..
Sperando tu faccia altrettanto..
Solo per ampliare e rafforzare la voce in rete della "resistenza umana", che ben sai..
Un abbraccio da Claus
Ciao Claus
Ora che ti ho "scovato" anche io sei nella lista degli amici e ti leggerò sempre con piacere.
Un abbraccio
Marco
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