Marco Cedolin
Il primo elemento che emerge in maniera adamantina dalle urne è costituito dalla paura che mai come oggi attanaglia i cittadini italiani, fino ad indurli all’inanità, come spesso accade all’individuo terrorizzato che si ritrova immobilizzato davanti al pericolo. Paura di cambiare, paura del futuro, paura di scegliere, paura di dare corpo alla sequela di proteste di cui si sono resi artefici fino al giorno del voto. Gli elettori italiani, figli della paura, non sono sembrati le stesse persone che hanno ingrossato le fila del V Day di Grillo, che a milioni hanno esternato indignazione leggendo La Casta di Rizzo e Stella, che da anni lamentano di non arrivare a fine mese, che soffrono le conseguenze della precarietà, che compongono le centinaia di comitati in lotta contro le grandi opere e le nocività, che ostentano contrarietà nei confronti delle politiche economiche, sociali ed ambientali messe in atto fino ad oggi. Gli elettori italiani, come in preda alla sindrome di Stoccolma, hanno scelto di premiare i propri aguzzini, correndo a votare in massa coloro che da 15 anni governano questo paese con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
L’astensione, nonostante fosse estremamente diffuso il rigetto nei confronti della politica, è risultata tutto sommato contenuta e l’80% degli aventi diritto al voto si sono recati alle urne. I piccoli partiti “nuovi” affrancati dalle logiche di potere hanno ottenuto risultati estremamente modesti e la maggior parte delle scelte è ricaduta proprio sui protagonisti della Casta di Rizzo e Stella. A prescindere dal fatto che si tratti di Berlusconi o Veltroni, di Bassolino o Cuffaro, di Fassino o Dell’Utri, gli elettori italiani hanno deciso ancora una volta di dare fiducia agli stessi uomini, mossi dalle stesse logiche, quasi a sublimare l’arte del malgoverno trasformandola in una sorta di sacrificio ineluttabile.
Non sono cambiati i nomi e neppure il disegno che li muove, ma il panorama del nuovo Parlamento sarà molto differente da quello che abbiamo conosciuto fino ad oggi e non solamente in virtù della schiacciante (e largamente prevedibile) vittoria di Bossi e Berlusconi, innescata dai catastrofici risultati del Governo Prodi.
Innanzitutto circa il 30% degli italiani (il 20% che non ha votato, l’8% che ha votato partiti esclusi dalla rappresentanza parlamentare e una parte degli elettori UDC al senato) non sarà rappresentato in Parlamento e la presenza di oltre 14 milioni di cittadini “senza voce” dovrebbe indurre a più di una riflessione.
Nel nuovo Parlamento siederanno esclusivamente i rappresentanti di due partiti fotocopia, con gli stessi programmi e gli stessi padroni a cui ubbidire, come il Pdl-Lega Nord e PD-Idv che da soli rappresentano l’84% dei votanti, contornati da qualche deputato dell’UDC di Casini le cui posizioni sono appiattite sulle stesse loro logiche.
La Sinistra Arcobaleno (che incorporava Rifondazione Comunista, Verdi e Pdci) è uscita dalle urne praticamente polverizzata e non porterà in Parlamento neppure un deputato, mentre solo 2 anni fa i partiti che la compongono raccoglievano il sostegno di circa 5 milioni d’italiani. La Destra della Santanchè non è arrivata dove “credeva” e nonostante 1 milione di voti sarà costretta a rimanere al palo. I Socialisti di Boselli non hanno superato l’1% e tutti gli altri partiti minori sono rimasti allo stato di decimali.
La condizione giunti a questo punto è quella ottimale per gestire in completa libertà le riforme impopolari imposte dai grandi potentati finanziari ed industriali, per costruire grandi opere devastanti con il denaro dei contribuenti, per attuare una politica estera sempre più belligerante e spregiudicata, per esercitare sempre più controllo sui cittadini. Le nuove elezioni hanno consegnato alla classe politica dominante il Parlamento “perfetto” composto esclusivamente dalla maggioranza, mentre l’opposizione sarà costretta a sedersi fuori, dove potrà strepitare a piacimento (sempre che non esageri altrimenti arriverà la cura del manganello) ma si troverà nell’impossibilità di votare ed incidere concretamente sul futuro del Paese. Due soli dentro e tutti gli altri fuori, l’Italia si sta evolvendo sempre più, scimmiottando il modello americano in un crescendo di progresso e democrazia che a breve termine renderà inutile e superata anche la creazione di una farsa elettorale.
2 commenti:
E' un disastro.
Non sò più cosa pensare, anche io mi aspettavo che l'astensione fosse maggiore. Siamo un Paese in preda ad un torpore che si risveglierà solo quando sarà tardi, cioè quando questo modello di "sviluppo" ci porterà al disastro. Non resta altro che sperare nella pedagogia della catastrofe...
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