Marco Cedolin
L’Europa dei burocrati e dei banchieri ci ha tolto ogni ambizione di sovranità monetaria, attraverso l'euro e la BCE, ha sradicato qualsiasi parvenza di sovranità nazionale, “sovrascrivendo” la Costituzione per mezzo del Trattato di Lisbona e dal prossimo anno provvederà (come confermato dal ministro Tremonti ) perfino a redigere in prima persona le nostre manovre finanziarie.
Il tutto nel silenzio mediatico più assoluto e nell’acquiescenza generale, senza che nessuno si sia sentito in dovere di esprimere una critica, senza che qualcuno abbia ritenuto giusto palesare un qualche moto di ribellione per essere stato defraudato di quasi tutto quello che ci apparteneva. Senza che un solo elemento del folto gruppo di politici, giornalisti, economisti, intellettuali, filosofi ed opinionisti, che a vario titolo si abbuffano al baccanale offerto dal contribuente, sia stato pervaso da un moto di orgoglio che lo inducesse a spiegare a chi paga il desco, i termini della “svendita” a Bruxelles di un’intera nazione.
Ci è voluta la Nutella, perché rinascesse dalle ceneri l’italico orgoglio e si levassero in alto gli scudi nei confronti della UE....
E’ bastato infatti ventilare la sparizione della Nutella, in virtù di una nuova legge europea, come ha fatto a gran voce il vicepresidente del Gruppo Ferrero, Francesco Paolo Fulci, cogliendo l’oppotunità di un’ottima campagna pubblicitaria a costo zero, per fare insorgere politici come il ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan , il vice ministro Castelli e il presidente della regione Piemonte Roberto Cota, unitamente ad associazioni come la Coldiretti e l’Aidi (associazione industrie dolciarie italiane) ad intellettuali ed opinionisti assortiti, sostenuti da un gran numero di cittadini scatenati che si sono affrettati a costituire gruppi su facebook, volti a tutelare il prezioso nettare dalle grinfie della mannaia europea.
Quasi immediatamente la paura è però rientrata, dal momento che il Parlamento Ue ha bocciato la cosiddetta "etichettatura a semaforo", finalizzata a mettere in guardia i consumatori sulle quantità di grassi saturi, sale e zuccheri presenti nei prodotti, dietro la spinta delle lobbies legate alla grande industria dolciaria.
La Nutella è dunque salva e l’Europa non ce la porterà via, per quanto riguarda tutto il resto, si tratta di un furto senza scasso e non vale la pena di protestare, in fondo non si trattava di cose importanti.
4 commenti:
Marco, che c'è da dire ad una simile notizia?
L'avevo letta anch'io, ma, per evitare contorsioni di budella, non avevo approfondito la questione.
Insomma, sulla Nutella ci si incavola, sull'eliminazione della sovranità nazionale, no!
Solita notizia da distazione mentale; o comunque un far andare ( volutamente ) fuori strada la gente riguardo la U.E. Ci si inchina a farsi sodomizzare, però, sulle cavolate, facciamoci vedere "duri e puri".
Qui sotto il link, al sito dell'Agenzia ADNkronos, in merito alla Nutella.
Leggete che stronzate da camicia di forza:
Nutella: Galan, mi sentirei traditore patria se non la difendessi
Capito? Se non si difende la Nutella, si è traditori della Patria? Capito? Della Patria!
Mentre, se si sottomette un popolo alla Trattato di Lisbona, ma prima all'Euro, ma prima alle liberalizzazioni, ma prima alla globalizzazione, invece no! Si è grandi statisti e al passo coi tempi.
Caro Luca,
come sempre hai colto in pieno il senso dell'articolo.
Da buon goloso amo la Nutella, come la maggior parte delle persone, ma rimango basito nel vedere che solo a fronte ad un attacco contro la nutella, questo paese ostenta qualche forma di reazione. Quella reazione che è mancata totalmente quando la UE ha iniziato a rubarci la vita ed il futuro.
Grazie per il link che descrive la reazione di Galan, ho provveduto ad inserirlo all'interno dell'articolo.
Ciao Marco, ciao Luka78, non posso che darvi ragione.
Il sentimento "vero" di unità nazionale non c'è mai stato perché questo nostro dannato Paese è un mostro contro natura, così come lo era Frankenstein. Per il 150mo anniversario dell'unità d'Italia non c'è nulla da festeggiare se non il fatto singolare che ci sentiamo uniti solo nelle banalità: calcio, nutella e pizza. Per il resto siamo divisi su tutto. Questa è la realtà incontrovertibile che i politici non vogliono ammettere perché temono di dover ricominciare daccapo ad accaparrarsi in un'altra realtà gli attuali privilegi tanto faticosamente accumulati in un secolo e mezzo di equivoci e di retorica.
Per quanto riguarda l'Europa le cose non stanno meglio: anch'essa è un mostro contro la natura dei popoli che, vittime delle losche manovre dei loro rappresentanti (e anche della loro stessa pigrizia), sono costretti a subirla.
L'altro giorno, in occasione della festa degli Alpini, il sindaco del mio paese, in uno dei suoi soliti interventi ben allineati al pensiero comune, ha sottolineato l'importanza del grande obiettivo raggiunto con l'unità nazionale, aggiungendo poi con una punta di dispiacere che: "fatta l'Italia si devono ancora fare gli italiani". Sic!
Presolo in disparte, gli ho ricordato che la sua "frase" è vecchia di almeno cento anni e poi, ironizzando, gli ho suggerito che, se proprio vuole modernizzarsi, la deve cambiare con: "fatta l'Europa, bisogna fare gli europei!"
Ma insomma, questi popoli non hanno mai un attimo di respiro: hanno sempre dietro qualcuno che li vuol... "fare".
-- Michele
"Ma insomma, questi popoli non hanno mai un attimo di respiro: hanno sempre dietro qualcuno che li vuol... "fare".
Quoto totalmente, Michele, questa mi è piaciuta da matti :-)
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