Minacciare sembra ormai diventato lo sport più in voga nel villaggio globale, multiculturale e monomaniacale, dove le banche e le grandi corporation impartiscono ordini e tutti gli altri, ad iniziare dai mestieranti della politica, del sindacalismo e dell'informazione eseguono pedissequamente, senza proferire fiato.
Minaccia Marchionne, seduto sullo scranno della FIAT, azienda privata da sempre finanziata con il denaro dei contribuenti italiani. E lo fa nel modo peggiore, letteralmente sputando nel piatto in cui ha mangiato per circa un secolo, senza neppure premurarsi di pulirsi la bocca per educazione. Minaccia lavoratori, politica e mondo sindacale (ma con tutta probabilità solo i lavoratori sono interlocutori reali) di collocare all'estero anche i pochi insediamenti industriali ancora presenti in Italia, se non le verrà permesso di riscrivere a proprio piacimento le residue coordinate che ancora regolano il mondo del lavoro.
E lo fa con l'arroganza di chi si sente forte ed è consapevole di rapportarsi con un nutrito stuolo di servi pavidi ed una massa di lavoratori confusi in preda alla paura.
Minaccia il ministro degli Interni Maroni, totalmente incapace di spiegare ai cittadini dei comuni vesuviani perchè lo Stato costruisca e gestisca discariche illegali all'interno di un Parco Nazionale, perché il fetore e le patologie tumorali dovranno essere loro compagni di viaggio nella vita e perchè il malaffare criminale, qualora cerificato dallo stato diventa come per incanto cosa buona e giusta.....
Minaccia di usare la violenza, Maroni, se i cittadini oseranno continuare nella loro protesta, agitando lo spettro del "cercare il morto" e mandando i carabinieri a violare l'intimità delle loro abitazioni con perquisizioni che rendano maggiormente tangibile il vero tenore della minaccia.
Minaccia la UE, o sarebbe più corretto dire i poteri bancari che gestiscono questa scatola vuota, imponendo agli stati membri cospicue riduzioni del debito pubblico da ottenersi esclusivamente attraverso drastici tagli dello stato sociale e dei redditi dei cittadini, privatizzazioni e svendite del patrimonio pubblico e altre alchimie sui generis. Il tutto mentre il già folle bilancio delle spese militari ed i patrimoni miliardari dissipati nelle grandi opere dovranno costantemente aumentare, imponendo in futuro nuovi drastici tagli e nuove svendite, fino a quando ancora esisteranno gli stati nazionali.
Dalle promesse (mai mantenute) ostenate per decenni, alle minacce, ben più reali e tangibili, il passo in fondo è stato molto breve. Oggi non è più necessario illudere le masse, disegnando per loro un futuro "felice" dispensato dai miti della crescita e dello sviluppo e probabilmente non ci crederebbe più nessuno.
Molto meglio minacciare l'inferno prossimo venturo, figlio illegittimo della crescita e dello sviluppo, fingendo che impegnarsi nella costruzione dell'inferno presente sia esercizio propedeutico a scongiurarne l'avvento.
E poi, senza tanti giri di parole, se ti sta bene è così e se non ti sta bene sono "botte".
3 commenti:
Trentin, la concertazione, Biagi e poi il niente di oggi. Io credo sinceramente una cosa che forse molti tra di noi non mi passeranno perché impopolare: ma le persone come fanno a non capire il disegno ideologico del liberismo? Come si fa a non capire come funziona l'ingranaggio della finanza e quello dell'economia reale? Come si può proclamarsi individui apolitici mentre si legittima questa politica? Tra l'irrazionalità dell'economia e l'allucinante capitolo rifiuti siamo stretti in un vicolo cieco dove nessuno, dico nessuno può prevedere una soluzione. E' impensabile ritenere che qualcuno oggi dall'alto di un qualsiasi potere abbia la possibilità di riordinare questa evidente irrazionalità disumana. Personalmente non sono un disfattista e tantomeno uno che demonizza il ruolo della rappresentanza politica. Sono uno che si fida. Il problema è che in nessuna forza politica c'è almeno un'intuizione antisistemica che possa portare a pensare su un altro livello diverso dall'irrazionalità disumana dei nostri tempi. La comunicazione è ormai un amplificatore dell'irrazionalità. Sono ottimista oltretutto ma diciamocelo: la gente deve fare uno sforzo di comprensione e superare la comunicazione di regime.
Parole sante, Marco, le tue.
E' diventato lo sport nazionale quello delle minacce, ed è, sul piano del lavoro, ancora più disgustante la quantità di letame uscita dalla bocca del provocatore Marchionne nel salotto dello smidollato Fazio.
La sua è - così come giustamente rocordato da te - l'arroganza di chi sa che non ci sarà nessuno che si opporrà a lui; è l'arroganza di chi ha i soldi e ( per il momento ) la possibilità di fare quello che gli pare e piace.
Per finire, si continua - con metodi goffi e ridicoli - il tentativo di creare un clima di tensione; ieri, il portavoce del PDL, Capezzone, è stato "aggredito" dall'ennesimo sconosciuto. Comunque sia, Capezzone oggi è apparso in tv e questo è indice che l'aggressione è stata "leggera" e non "pesante".
Ma sùbito ha colto la palla al balzo - grazie alla demenza ( voluta??? ) dei giornalisti ( mi riferisco a quello di Studio Aperto delle ore 12:30 di oggi ) che vanno a riprendere gli "ultimi fatti di cronaca" che comprendono, guarda caso, le proteste contro Bonanni e le uova contro la sede della CISL, ecc.. - per caricare lo scontro tra gli altri commedianti della politica.
L'aumento di demenzialità, che vogliono far passare per realtà con la quale far intimorire la gente, aumenta sempre di più.
E così come scritto in altri interventi nei tuoi articoli precedenti, credo che qui gatta ci cova.
@ Maurizio Coppola:
Condivido il tuo intervento, complimenti.
Gentile Maurizio,
dici bene, come si fa a non capire?
Senza dubbio la gente dovrebbe fare uno sforzo di comprensione, dal momento che la posta in palio è il suo futuro, non proprio una cosa da nulla.
Ciao Luca,
credo che la stigmatizzazione della violenza virtuale (Capezzone l'ultima puntata)proseguirà, probabilmente in maniera sempre più copiosa.
Grazie per i commenti sempre molto belli ed interessanti.
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