giovedì 12 gennaio 2012

Liberammazziamo

Marco Cedolin
Dopo avere imbonito  con astuzia i seguaci del babaismo, attraverso la spettacolare operazione “Cortina fumogena” e terminata la prima tranche di nuove tasse (autoreplicanti) per tutti, soprattutto se poveri, il balitore al servizio dell’usura, Mario Monti, sembra avere intenzione di dedicarsi ad un nuovo capitolo del progetto “affonda Italia” che sta alacremente portando avanti per conto terzi. Laddove i terzi sono costituiti dalla grande finanza internazionale, coniugata attraverso banche e multinazionali.
Per iniziare a prodursi nei licenziamenti di massa probabilmente i tempi non sono ancora maturi, ragione per cui, nell’attesa che lo diventino, contando sull’ausilio della “stampa amica” che incensa ogni passo compiuto dal Cagliostro di Goldman Sachs, trasformando il letamaio in un balsamario, l’usuraio sembra per ora accontentarsi  di qualche provvedimento minore, finalizzato a caducare l’art. 18 ed eliminare progressivamente i contratti nazionali, affinché la strada per le lettere di licenziamento risulti il più possibile sgombra da impicci.
Sembrano maturi invece i tempi per lanciare la campagna delle paventate liberalizzazioni, già tentate a suo tempo dal buon Bersani , precedute come sempre dall’elegiaco e starnazzante codazzo dei giornalisti italiani…..


impegnati  ad avallare la nuova bareria, presentandola come un irrinunciabile passo sulla via dell’eldorado costituito dal progresso e dal libero mercato, sulle cui terre tutti (poveri e ricchi) un giorno del mai potranno allegramente banchettare in compagnia.

Agli italiani viene raccontato sulle pagine dei giornali che grazie alla bonomia del grande usuraio (Stefano Benni avrebbe usato un altro termine assai più consono) i cittadini avranno più taxi e ad un costo più basso,  troveranno più farmacie e potranno fare indigestione di farmaci a prezzo da discount, potranno andare a fare shopping la notte con la carta di debito dentro ad esercizi commerciali sempre aperti in trepidante attesa dei loro chip, saranno in grado di fare finalmente causa a tutto e tutti (compreso il vicino e la signora con il cane che sporca il marciapiedi) grazie ad uno stuolo di avvocati pronti a “bussare” all’ombrellone come vu cumprà, godranno finalmente dei saldi tutto l’anno, perché i commercianti impareranno a nutrirsi di aria fritta, sacrificando il proprio ricarico sull’altare di un’Italia che si modernizza e diventa bella e libera, come gli States.

In realtà, scrostando le evanescenti illusioni sostenute da tanto bettolare, l’operazione liberalizzazioni viene portata avanti con l’unico scopo di eliminare definitivamente i tassisti, i benzinai, i commercianti, i farmacisti (titolari di farmacia) gli avvocati indipendenti ed alcune altre categorie.

Le grandi compagnie (facenti capo a banche e multinazionali) gestiranno il mercato dei taxi, più ricco di mezzi ma con al volante dipendenti precari con paghe da fame, facendo si che laddove sbarcavano il lunario migliaia di famiglie sostenute da un lavoratore imprenditore, sopravviveranno sotto la soglia di povertà migliaia di poveracci costretti ad un lavoro indecente, saltuario e mal pagato.

Le farmacie passeranno progressivamente dalle mani d’imprenditori facoltosi che avevano investito un discreto capitale nell’impresa, a quelle dei colossi dell’industria farmaceutica e della grande distribuzione, che non mantengono famiglie (tranne le poche che compongono i gruppi di potere) ma fondi d’investimento anonimi quanto può esserlo un alieno.

I pochi negozi ancora in piedi chiuderanno i battenti, non potendo competere in termini di costi con la grande distribuzione che aspetta trepidante di fagocitarli e magari riciclarne i titolari sotto forma di precari part time.

I benzinai termineranno di essere titolari (o semi titolari visto che la situazione attuale già non è idilliaca) del loro esercizio e nel migliore dei casi potranno aspirare ad un ruolo di dipendente precario delle grandi compagnie petrolifere, presso la pompa che gestivano da parecchi decenni e che una volta consentiva loro di mantenere la famiglia.
Gli avvocati diventeranno dipendenti (agiati?!) di grandi studi modello americano che fattureranno cifre astronomiche a beneficio del gotha che ben conosciamo.

E gli italiani? Si ritroveranno sempre più poveri e sempre più americani, ma vuoi mettere l’ebbrezza di fare shopping sotto le stelle e viaggiare in taxi quando vuoi? Sempre che il mestiere che ti permetteva di accedere al desco due volte al giorno non fosse il commerciante, il tassista o il benzinaio (farmacisti ed avvocati il lunario lo sbarcheranno lo stesso), in questo caso nada, è il progresso, bellezza!

13 commenti:

Simone ha detto...

Liberalizzare, privatizzare sono due termini bufala coi quali si concretizza il mito del libero mercato che, nella sostanza, è per natura il contrario di ciò che vorrebbe essere.
Io non sono per il mercato ma se lo fossi direi che per averne uno sano servirebbero severe regole pubbliche.
la deregolamentazione apre invece la stra da agli oligopoli dotati di mezzi per scalzare la fantomatica concorrenza.

Marco che ne pensi, come idea, di difendere i piccoli negozi proponendo in massa l'uso di una moneta alternativa?
Non è un atto di rivoluzione ma almeno rallenterebbe questi bastardi nel consegnare tutto alle banche.

t-roma ha detto...

articolo meraviglioso, per stile, ironia e contenuti... complimenti.. numero 1!!

Giuseppe ha detto...

Ma cos'è? La fiera dell'assurdo? L'apologia del sofismo teso a rovesciare la realtà?
ma ci credete veramente a quello che dite o parlate solo perchè fa moda senza sapere nulla?
Farmacie... tutte in mano alle multinazionali.... ma lo sapete chi sono oggi gli schiavi? I farmacisti non titolari (60.000) che non potendo aprire una loro farmacia lavorano OGGI a 1300-1500 euro al mese (meno di un operaio specializzato)... 1100 se vai nel corner della GDO. Domani ci saranno più farmacie (sempre con limite al numero di titolarietà), più persone avranno la loro bottega e meno persone questueranno il posto da dipendente con un prevedibile aumento delle retribuzioni!!!!!!!!
TAXI???? ma siete veramente allocchi da pensare che la gente si svena a pagare licenze 200-300.000 euro per un lavoro così scomodo con la prospettiva di guadagnare 1500 euro al mese?. Ma vi scordate che in Italia sono l'unica categoria esentata dall'emissione di qualsiasi scontrino o ricevuta?
Il gas??? Ho fatto un allacciamento con il monopolista del mio comune e dopo 10 mesi di silenzio sulla pratica di attivazione si sono accorti che mancava una firma... alle mie proteste hanno risposto che non sono tenuti ad avvisare il cliente che la pratica (in 3 step successivi dai nomi altisonanti) non è corretta... PRATICA??? se ci fossero 3 o 4 compagnie ad offrire il gas ci tempesterebbero (grazie a nuovi dipendenti assunti all'uopo IN PIU') di proposte di allacciamento e verrebbero a casa a farci firmare l'unico foglio di adesione!
Volete che continuo?
Per favore zittitevi un attimo e provate a pensare che il cambiamento può essere pericoloso ma il presente è terrificante.

Simone ha detto...

@ Naturalmente non condivido una riga di quantoa ffermato, senz'altro in buona fede, da Giuseppe.

Io penso che se i farmacisti non titolari hanno la possibilità di lavorare come dipendenti di altre farmacia a stipendi che mi sembrano più che dignitosi (1.500 € vs le mie 1.000?) significa che le attuali farmacie offrono sufficienti posti di lavoro per loro. Ed escludo che tutti questi dipendenti vogliano aprire una farmacia propria.
Liberalizzando al massimo si rischia invece non solo, come diceva Marco, di dare spazio a banche e multinazionali ma anche di offrire loro la possibilità di assumere alle proprie condizioni deprofessionalizzando quidni gli stessi farmacisti.
Per quanto riguarda i taxi ciò che dice Giuseppe da ancor più ragione a Cedolin. Le licenze sono costose e i guadagni per chi lavoro in proprio a rischio: chi pensate che si butterà su questo mercato?

E infine il gas. Penso che siate in pochi a credere che la liberalizzazione nel campo energetico, ma anche telefonico, abbia portato benefici. A me sembra che l'oligopolio dei privati (e l'oligopolio è la naturale condizione del "libero" mercato) abbia solo portato ad aumento dei prezzi e peggioramenti dei servizi al di là dei singoli problemi, come quelli segnalati da Giuseppe, che andrebbero risolti contingentemente.

Io stesso ho avuto problemi di allacciamento con la mia compagnia privata, ciò non toglie che cambiando fornitore passerei a qualcuno che ha medesime tariffe "in liena col emrcato" e mi imporrebbe unilateralmente aumenti costanti.

marco cedolin ha detto...

Giuseppe, te la ricordi l'aritmetica studiata alle elementari?
Nel caso mettila in pratica e ti sarà svelato l'arcano.
Se tutti i 60 mila farmacisti dipendenti aprissero una farmacia grazie all'usuraio, avrebbero ciascuno così pochi clienti da sognarseli 1500 euro al mese ;-)
I tassisti investono dai 150 ai 300 mila euro, per una licenza che in funzione di quante ore lavorano (notte ecc) e della zona in cui operano grande o piccola città, aeroporto ecc può fare guadagnare loro dai 1300 ai 2000 euro, più o meno la cifra che oggi guadagna chi ancora ha un negozietto e tenta di sopravvivere.
Mi stupisce che quanto sopra ti sembri strano, mi dai l'impressione di arrivare da Marte. Quando poi auspichi un aumento delle retribuzioni mi viene da ridere. Aumento delle retribuzioni, ma hai colto le coordinate della situazione in cui ci troviamo e la direzione imposta dal governo dell'usura o davvero pensi che Monti stia "lavorando" per ricostruire il bengodi tricolore?
Oh signur, quanto bene lavorano giornali e tv ;-)

Giuseppe ha detto...

1300-1500 euro stipendio dignitoso per un prefessionista laureato obbligato ad assicurazione professionale?
la concessione (in origine concessa aggratis) di un taxista con 3 media, simbolo dell'italia più burina, che vale come 20 anni di lavoro del succitato laureato in farmacia?
mi cadono le braccia e mi rifiuto di continuare a tentare di spiegarti, ma ti rungrazio per avermi confermato il mio pensiero sul perchè siamo arrivati fino al precipizio del fallimento

Giuseppe ha detto...

Cedolin... nel 2010 la spesa farmaceutica è stata pari a 26 miliardi di euro (fonte osmed e istituto superiore sanità http://www.iss.it/pres/prim/cont.php?id=1185&tipo=6&lang=1) ovviamente senza considerare il valore del PARAfarmaceutico (siringhe e preservativi). La cifra globale andrebbe divisa per le attuali 18000 farmacie che quindi possono contare su una media di fatturato di 1.440.000 euro e considerando una redditività assolutamente razionale del 10% (non lo sai ma alle farmacie viene riconosciuto il 30%-trattenute varie... circa il 25% del prezzo del farmaco) fanno 144.000 euro di reddito annuo MEDIO (media fra milano e il paese di 100 abitanti). Quindi se le farmacie dovessero QUADRUPLICARE si continuerebbe a guadagnare comunque il doppio che da dipendente GIA' solo con i farmaci!. e' chiaro che il parafarmaco rappresenta un altra grossissima fetta di fatturato e che i farmacisti dipendenti oggi sono solo 15.000 e che quelli che vorrebbero aprire in proprio forse sono ancora meno (circa 10.000).

CEDOLIN parli senza onoscere i numeri o hai qualche concessione che vuoi gelosamente custodire?

marco cedolin ha detto...

Gentile Giuseppe, l'unica concessione che ho è quella di riportare sulla terra i marziani come te ;-)

a parte la battuta, utile a sdrammatizzare le basse insinuazioni usate da ha chi non ha argomenti da portare in una discussione, la cosa che più mi stupisce è la tua tendenza a pontificare da uno scranno, senza avere la minima cognizione delle dinamiche riguardo alle quali pontifichi.
Mi fa piacere il fatto che tu abbia fatto uno sforzo per mandare a memoria l'aritmetica delle elementari, ma da sola non basta.
Non è sufficiente ipotizzare un reddito medio riguardo alle farmacie esistenti, poi dividerlo ed affermare che un numero 4 volte superiore garantirebbe comunque guadagni superiori ai 1500 euro al mese che oggi un farmacista dipendente percepisce, lavorando al banco le sue ore e non avendo altro impegno oltre a quello di fare le sue ore e ritirare stipendio e tredicesima.
Si sta parlando di un'attività commerciale, che comporta investimenti di capitale (acquisizione di locali di un certo livello, assunzione di personale ecc), gestione d'impresa e disponibilità finanziarie, dal momento che essendo tu l'unico esperto di farmacie (rido)dovresti sapere che lo stato è solito rimborsare i farmaci mutuabili a babbo morto, determinando un'esposizione di capitale notevole per l'impresa farmacia, anche della durata di mesi.
Fare un calcolino meramente aritmetico come il tuo, può forse indurre al sorriso ed autoconvincerti che altre 10mila farmacie sarebbero la panacea di tutti i mali.
Ma così non è e mai in Italia i farmacisti dipendenti si metteranno ad aprire farmacie, a meno che siano molto, ma molto abbienti.
Le farmacie passeranno nelle mani dele grandi case farmaceutiche, che abbienti lo sono, e pagheranno i farmacisti dipendenti 1000 euro, zitti e mosca, altrimenti via al call center a sfoggiare la LLLaurea!
Il problema più grave non è il permesso di aprire nuove farmacie o il regalo fatto alle coop e agli ipermercati di una licenza che gli altri in italia hanno pagato qualche milione di euro. Ma la possibilità per un unico soggetto di possedere più farmacie, creando in questo modo oligarchie legate a chi possiede il capitale e (guarda caso) produce proprio quei farmaci che metterà in vendita.

Sulle parole vergognose che hai detto riguardo ai tassisti che avendo la terza media ed essendo (a tuo avviso) burini non meriterebbero di guadagnare come un LLLaureato, stendo un velo pietoso, perchè la mia replica sarebbe assai ineducata!

Giuseppe ha detto...

allora.. ricapitaliamo.. la aritmetica studiata alle elementari credo di aver capito mi riconosci di ricordarla....
ma c'è di più... oltre la matematica ci vorrebbe anche la conoscenza del mercato che tu asserisci di avere ed io con i miei 25 anni di laurea in farmacia e lavoro nel settore non ho... effettivamente può essere che ho sempre lavorato su marte, ma ricordo che l'ultima volta che ero sicuramente sulla terra è stato quando ho partecipato all'ultimo concorso fatto per assegnare farmacie e creare una graduatoria regionale dalla quale attingere per eventuali nuove assegnazioni. Eravamo in 4500 iscritti da tutta Italia, ma ci siamo presentati in 2500 e lo abbiamo superato in 520.

Ma allora paventare 60.000 aperture mi sembra solo strumentale a terrorizzare! E le mie 10.000 si riferivano ad una liberalizzazione selvaggia che nessuno auspica (neanche io)!

La verità caro Cedolin è che bisogna chiarirsi... il Taxi è una attività commerciale o cosa? La farmacia è una attività commerciale o una professione sanitaria? Il tabaccaio idem ed il notaio idem.
Ed è importante la risposta! perchè se il taxi è una attività commerciale spiegami perchè non dobbiamo dare concessioni vendibili ed ereditabili agli idraulici, agli imbianchini o ai pony express.. tu che oracoli spiega a chi è su marte dov'è la differenza!
E le farmacie? sono una attività commerciale (e quindi spiegami la differenza con una sanitaria o una boutique) o una professione sanitaria? Anche in questo caso è importante la risposta, perchè se fosse (come ritengo) una professione sanitaria vuol dire che tu ti fai consigliare non da un professionista preparato vincitore di concorso ma da un ricco di famiglia! Ma a questo punto dimmi anche perchè il medico di famiglia o il primario del reparto di medicina della tua città non si deve poter vendere (o dare in eredità) il suo posto.
Non cambierebbe molto giusto?

Giuseppe ha detto...

ps... riguardo i taxisti.. nessuna parola vergognosa, ma solo una immagine cinematografica che non vorrai disconoscere è stata creata... e comunque ribadisco la non specificità di un onesto lavoratore che come l'autotrasportatore, come lo spedizioniere, come chiunque altro fa il suo onestissimo lavoro ma a differenza di questi lo svolge in un mercato protetto.

marco cedolin ha detto...

Gentile Giuseppe,
credo tu abbia ben compreso che al di là della schermaglia dialettica non ho alcuna vis polemica nei tuoi confronti, ragione per cui convengo che chiarirsi sia sempre la cosa migliore.
In primo luogo i tuoi 25 anni in farmacia fanno si che tu sia perfettamente al corrente di quali dinamiche imprenditoriali esistano in un esercizio di questo genere.
Voglio puntualizzare che io (a mò di esempio) ho paventato 60mila aperture unicamente perchè tu avevi fornito quella cifra, non certo, non certo per mia fantasia o perchè ritenga che 60 mila farmacisti seriamente siano intenzioni ad intraprendere un'attività commerciale di questo genere. E prendo atto del fatto che anche la cifra di 10mila prospettata da te costituisce una boutade che neppure tu sosterresti.

Condivido senza ombra di dubbio il fatto che riguardo ad alcune categorie di mestieri siano state create, fin dall'inizio, situazioni per molti versi ambigue che rispondevano ad interessi economici di varia natura.
Rimediare a questo stato di cose, benchè complicato, può essere sicuramente possibile, ma occorre evitare il ricorso a fasle cure che si manifesterebbero assai più perniciose della malattia.

Quando ci si trova davanti a professioni (o attività commerciali, bene hai fatto a puntualizzarlo) di sicuro interesse anche nel lungo periodo esistono sostanzialmente due strade estreme che possono venire perseguite:
o si crea un numero chiuso, vendendo un tot di licenze seguendo un qualche criterio (sorteggio, amici e parenti, persone abbienti che possano pagare un alto prezzo ecc)ed ingenerando da quel momento in poi un vero mercato commerciale delle licenze stesse.
O si liberalizza immediatamente il settore, permettendo che chiunque possa aprire l'attività in questione dove meglio crede, confidando nel fatto che sia poi il mercato stesso ad autoregolarsi e mettere le cose a posto.Continua....

marco cedolin ha detto...

Segue....
Nel primo caso creo un'iniziale casta di privilegiati che poi nel corso degli sfrutteranno il loro privilegio o lo venderanno a persone abbienti che possano permettersi di rilevarlo.
Nel secondo caso racconto che l'infallibile mercato selezionerà i più bravi e preparati che attraverso la concorrenza elimineranno tutti gli altri, mentre in realtà a sopravvivere saranno sempre i soggetti con maggiori disponibilità e più ingente credito bancario.
Esiste poi una terza via che consisterebbe (vista anche la funzione sociale e non solamente mercantile rivestita dalle farmacie)nella mediazione fra le due alternative e nella creazione di un settore che goda di una libertà diciamo condizionata, ma purtroppo in questo paese non è stata presa in considerazione.

Oggi non ci troviamo di fronte ad una situazione vergine, ci troviamo davanti ad una realtà determinata dalla prima scelta ed incancrenitasi nel tempo, ragione per cui sarebbe opportuno rimediare, ma occorre tenere conto di quanto è accaduto.
Tu esterni la tua legittima contrarietà per una situazione che castra le tue aspirazuioni.
Ma se 4 anni fa avessi rilevato un farmacia, impegnandoti presso le banche con un debito di 2 milioni di euro, esterneresti ugualmente contrarietà se io decidessi di dividere per 10 mila la torta che tu hai acquistato con denaro (debiti) sonante divisa per 500.

Io perciò dovrei trovare la maniera di dare al primo te una prospettiva, senza al contempo danneggiare irreparabilmente il secondo te che ha i tuoi medesimi diritti.
All'usuraio che governa non interessano invece Giuseppe1 e neppure Giuseppe2, interessa al contrario far si che il ricchissimo mercato della vendita dei farmaci non risulti più polverizzato nel reddito dei cittadini (più o meno abbienti)ma gradualmente s'incanali all'interno di una ristretta cerchia di soggetti economico/finanziari.
Giuseppe1 uno non avrà mai una sua farmacia, perchè non sarà in grado di fare concorrenza alla Glaxo, alla Roche, alla Pfizer, alla Coop o ad Auchan. E Giuseppe2 perderà la sua, per la stessa medesima ragione.

Questa è la strada intrapresa dall'usuraio Merio Monti e questo è il progetto contro il quel (nel mio piccolo e minimale contributo)mi batterò finchè avrò respiro, non certo per castrare le aspirazioni di tanti come te.

marco cedolin ha detto...

Caro Simone,
senza dubbio l'utilizzo di una moneta alternativa può essere uno spunto interessante.
Continuo però a rimanere scettico sulla possibilità di cambiare realmente lo stato delle cose, introducendo elementi "positivi" all'interno di un modello di sviluppo in fase di decomposizione. E' un pò come percorrere a ritroso i vagoni, a bordo di un treno che si sta infilando a tutta velocità dentro a un burrone.