martedì 5 agosto 2008

LA RUSSA ED I POST - SESSANTOTTINI

Marco Cedolin

Da ieri ha preso il via l’operazione “Strade sicure” che contempla lo schieramento nelle principali città italiane di 3 mila soldati impegnati in compiti di ordine pubblico. I soldati saranno impiegati nella vigilanza di postazioni fisse, nel controllo dei Centri per immigrati e nel pattugliamento congiunto con le forze di polizia delle aree ritenute più a rischio.
La decisione di mandare i militari nelle strade delle città, come già prima di oggi quella di schierare l’esercito a “difesa” delle infrastrutture, ha scatenato nell’arena politica un vespaio di polemiche fra chi sostiene la scelta nel “nome dei cittadini” e chi la considera una mera operazione di facciata a fini propagandistici. Anche l’opinione pubblica nel valutare il provvedimento sta mostrando profonde divisioni, sostanzialmente fra coloro che con i militari nelle strade dichiarano di sentirsi più sicuri e coloro che non gradiscono le città militarizzate o più semplicemente ritengono che l’intera operazione sia controproducente.

Entrambe le posizioni sono naturalmente legittime, così come è legittimo che qualunque cittadino possa esternare le proprie perplessità di fronte alla militarizzazione delle aree metropolitane, senza per questo venire etichettato in malo modo da un ministro della Repubblica al quale la canicola ha in tutta evidenza dato alla testa.
Il ministro della Difesa canicolato è tale Ignazio La Russa che contrariato per le proteste a cui è andata incontro la scelta di usare “impropriamente” l’esercito, ed evidentemente incapace di articolare una giustificazione plausibile che dimostrasse la bontà dell’operazione, ha dichiarato con fare concitato “Oltre ai delinquenti, agli stupratori, a chi fa furti e rapine, sono contrari alla presenza dei militari per garantire la sicurezza solo i post sessantottini”.

Personalmente non ho mai partecipato a furti, stupri o rapine, né posso essere considerato un delinquente non avendo mai infranto la legge, né mi sento parte di quella fantomatica schiera di post – sessantottini cui allude l’invasato La Russa, dal momento che in quegli anni frequentavo a malapena le elementari e anche successivamente non mi è mai accaduto di caldeggiare l’operato dell’estrema sinistra.
Nonostante ciò considero l’operazione “Strade sicure” una misera commedia di cattivo gusto, messa in piedi da un governo che sta maldestramente tentando di mostrare i muscoli, laddove ci sarebbe invece necessità di usare un cervello del quale non esiste traccia all’interno di questo esecutivo.
La criminalità e la microcriminalità vanno combattute facendo rispettare la legge, anche in fase giudiziaria, utilizzando le forze dell’ordine che dovrebbero essere preposte a questo compito, anziché destinate a servire gli interessi particolari di una moltitudine di personaggi della politica, dell’imprenditoria, dello sport e dello spettacolo, che dispongono di polizia e carabinieri a proprio uso e consumo.
L’esercito dovrebbe essere usato per difendere il territorio nazionale da eventuali aggressioni esterne (come previsto dalla Costituzione) anziché essere utilizzato per portare la guerra in giro per il mondo, come avviene da molti anni, e perfino per militarizzare le città italiane.
La farsa costituita dai soldati che pattugliano le città, oltre che risultare fortemente offensiva nei confronti degli stessi agenti di polizia, si palesa tanto inutile quanto pericolosa, dal momento che costringerà i militari ad espletare compiti per i quali non sono stati addestrati, con il rischio di aumentare ulteriormente la confusione ed il potenziale di pericolo presenti nelle nostre strade.
Mi dispiace dovere contraddire il ministro La Russa, probabilmente rimasto vittima di un colpo di calore, ma per essere contrari alla presenza dei militari nelle strade non occorre essere delinquenti o post – sessantottini, basta semplicemente usare il buon senso e recuperare un minimo di raziocinio, evitando di limitarsi a cavalcare, come fanno lui e la sua coalizione, la crescente paura che attanaglia i cittadini attraverso grottesche iniziative “pubblicitarie” senza costrutto alcuno.

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