Marco Cedolin
Eurotunnel torna a fare parlare di sé, questa volta non per gli ormai decennali problemi di natura economica, bensì per un grave incidente accaduto giovedì pomeriggio quando un incendio si è sviluppato a pochi chilometri dal terminale francese di Calais, coinvolgendo tre camion (uno dei quali trasportava prodotti chimici) che viaggiavano a bordo di una navetta ferroviaria in viaggio dal Regno Unito verso la Francia, per poi propagarsi ad altri due camion.
Il bilancio del rogo che a molte ore dall’accaduto è stato circoscritto ma non ancora domato dalle squadre dei vigili del fuoco francesi ed inglesi, risulta essere di 14 persone fra feriti ed intossicati, ma le conseguenze avrebbero potuto essere ben più drammatiche se le fiamme avessero coinvolto oltre alle 32 persone che si trovavano a bordo del treno merci anche i viaggiatori di uno dei treni passeggeri che abitualmente percorrono i 50 km del lunghissimo tunnel.
Eurotunnel rimarrà chiuso per l’intera giornata di venerdì, ma non è ancora stata resa pubblica l’entità dei danni subiti dall’infrastruttura.
L’incidente più grave verificatosi fino ad oggi all’interno del tunnel sotto la Manica risale al 1996, quando un incendio sviluppatosi all’interno di un treno navetta che trasportava camion, con una dinamica molto simile a quella dell’incidente di ieri, determinò il grave danneggiamento di oltre 200 metri di tunnel, l’infrastruttura rimase chiusa per 3 giorni e tornò alla piena operatività solamente dopo 2 mesi. L’ultimo in ordine di tempo risaliva invece all’agosto 2006, quando s’incendiò il motore di un camion trasportato su un vagone navetta, causando la chiusura del tunnel solamente per poche ore.
A prescindere da quale risulti essere la bontà dei vari progetti in termini di sicurezza, l’incidente di ieri conferma ancora una volta l’elevatissimo grado di rischio a cui vanno incontro i passeggeri destinati ad attraversare ciclopici tunnel della lunghezza di 50 e più chilometri che potrebbero trasformarsi in un vero e proprio inferno nel malaugurato caso si verificassero eventi imprevedibili come fughe di sostanze tossiche, terremoti, attentati terroristici o semplicemente incendi di più vaste proporzioni.
Per approfondire: http://marcocedolin.blogspot.com/2008/01/eurotunnel-un-disastro-economico-caduto.html
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