sabato 26 giugno 2010

Vendo isole greche a prezzi da saldo


Marco Cedolin
Chi pensava che la manovra lacrime e sangue imposta ai cittadini greci fosse sufficiente a soddisfare l’appetito insaziabile della BCE e del FMI si stava in tutta evidenza sbagliando. E’ passato poco più di un mese dalla pesante e contestata serie d’interventi destinati a pesare come un macigno sulla qualità di vita della popolazione greca e già il governo di Atene si dimostra pronto a nuovi “sacrifici” volti a raccogliere denaro da devolvere alle banche internazionali.
Una volta ripulite a dovere le tasche dei cittadini, non resta che la svendita del territorio e delle principali aziende pubbliche a compratori stranieri (con tutta probabilità gli stessi personaggi che compongono l’azionariato delle banche creditrici) che siano interessati all’acquisto di tranci di Grecia a prezzi da saldo...
Secondo alcune indiscrezioni apparse sul Guardian di Londra e riprese dal Corriere Della Sera, il governo greco si starebbe infatti apprestando a mettere sul mercato alcune fra le isole più belle del Mediterraneo, oltre a svendere ad aziende straniere la rete ferroviaria nazionale e le società pubbliche che gestiscono le risorse idriche del paese.
Il territorio, da sempre patrimonio della popolazione greca, destinato ad essere alienato, dovrebbe comprendere ampie porzioni di isole famose quali Mykonos e Rodi, dove gli acquirenti potranno costruire hotel extra lusso e villaggi vacanze a profusione, senza naturalmente alcun vincolo alla cementificazione, ma anche minuscoli atolli fra i circa 6000 sparsi nel Mediterraneo, pronti a diventare proprietà privata del magnate di turno, per cifre “modiche” che non dovrebbero superare i 15 milioni di euro.

La speranza è naturalmente riposta nel fatto che quest’ultima serie di operazioni riesca a placare definitivamente l’onnivora ingordigia dei banchieri. Se le banche infatti non si riterranno ancora soddisfatte e continueranno a reclamare denari, il governo greco rischierebbe davvero di trovarsi in gravi difficoltà. Dopo avere svenduto la sovranità nazionale, i diritti ed i salari dei lavoratori, le aziende pubbliche e perfino le porzioni più ambite del territorio, la guida politica della Grecia potrebbe infatti vedersi costretta a svendere, come ultima risorsa, la libertà dei suoi cittadini, magari cedendoli come schiavi ai padroni dei nuovi resort, sempre alla ricerca di grandi quantitativi di manodopera a costo zero. E quel dì, banche o non banche, la popolazione potrebbe realizzare di averne avuto abbastanza, tanto dell’Europa quanto della grande finanza e dei politici che lavorano al suo servizio.

7 commenti:

Luka78 ha detto...

Ho letto il tuo articolo, Marco, spero solo che tutto ciò non accada anche qui da noi.
Facendo parte dei "maiali", il dubbio è d'obbligo.

Ulteriore dubbio è che se si cede la sovranità nazionale, questo ( cioè la svendita di parti del territorio ) potrebbe essere un ulteriore passo alla svendita totale di una Nazione all'altare del F.M.I., della B.C.E. e sigle ( cioè, entità sovrannazionali ) varie.

Diventa un tuttuno:
- ( fine della ) sovranità monetaria;
- ( fine della ) sovranità politica ( decisioni prese a Bruxell );
- ( inizio delle ) privatizzazioni sui dictat delle entità precedentemente elencate;
- vendita di parti del territorio dello stato.

A presto, Marco.

Luka78 ha detto...

Rieccomi, Marco, per segnalarti un interessante articolo, in merito alla vendita delle isole greche, da parte di Movi.Sol.

La lunga strategia dell'Impero Britannico: le nazioni coi debiti si vendano per ripagarli.

Anche Eugenio Benetazzo, in risposta alla mia e-mail che gli inviai ieri appena che seppi della notizia sulle isole, dovrebbe scrivere un articolo. Ti manterrò informato.

Anonimo ha detto...
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Luka78 ha detto...

Proprio ora che ho acceso il computer e mi sono collegato, ho letto una ultima notizia di economia.
Eccola qui sotto:

Federalismo: AAA. patrimonio vendesi
Anche isole e fari, esce lista del Demanio dei beni disponibili
.

Altro che federalismo! Come al solito si prende per i fondelli il popolino buttando fumo negli occhi di noi asini.
Mi sa che anche noi, come la Grecia...

P.S.
In contemporanea a me, anzi, un po' prima, ha postato un commento uno dei soliti imbecilli che scrivono in giapponese ( o cinese ). Bisognerebbe vedere ( vale anche per me, dato che scassa le palle anche nel mio blog ) se Blogger abbia una funzione che blocchi i commenti solo di certi account blogger selezionati.

marco cedolin ha detto...

Ciao Luca,
grazie per i commenti e per i link.
Credo che nei prossimi anni in Italia e non solo, si parlerà molto della svendita del territorio ai privati. Una volta portata a termine la svendita del patrimonio di aziende pubbliche, non resta infatti altro "rubinetto" se non quello di svendere le aree demaniali, oppure i musei ecc.

Ho notato che ogni tanto vengono pubblicati commenti in cinese. Purtroppo non credo esista una funzione per escludere i commenti di singoli utenti e temo ci si debba rassegnare a cancellarli ogni qualvolta compaiono.

Anonimo ha detto...

Ciao Marco,

sono d'accordo con te a proposito della "onnivora ingordigia dei banchieri". D'altra parte bisogna anche tener presente che ciò che sta accadendo in Grecia è l'infelice destino di chi si indebita per vivere al di sopra delle proprie possibilità. E ciò vale per tutti: dal singolo individuo all'intera nazione. Da che mondo è mondo, anche la ripartizione dei sacrifici tra la popolazione è sempre stata iniqua: i cittadini onesti sono i primi (e gli unici) ad essere chiamati alle rinunce.
È inutile dannarsi l'anima quando i creditori si accaniscono contro di te, perché se non hai i bilanci a posto prima o poi devi passare alla cassa e restituire il malloppo con gli interessi. Questa non è solo la dura legge del mercato, ma è la regola universale applicata anche dalla Natura.

Guarda caso, è proprio la tanto declamata "democrazia" che più di ogni altra forma di governo porta una nazione con tendenze "allegre" a questi disastri. Chi comanda sa che prima o poi avrà di nuovo bisogno del consenso dei cittadini per essere rieletto (e noi sappiamo quanto stia a cuore a lorsignori la rielezione!) per cui sa benissimo che è pericoloso indurre la gente alla parsimonia. Infatti è risaputo che la massa non ama le prediche e nemmeno è disposta a fare dei sacrifici "prima" per godere dei risparmi "poi". Ma non accetta neanche di fare il contrario perché "prima" vuole tutto e subito, e i sacrifici preferisce lasciarli ad altri e a chi verrà "poi": alle future generazioni.

Dunque i governanti piuttosto che tassare i cittadini quanto basta per mettere i conti in ordine, preferiscono stare al gioco e aumentare il debito pubblico con l'emissione dei titoli di stato. Pochi sanno che anche il debito pubblico è una tassa (la più subdola!) che si paga ben due volte: con l'inflazione e con il costo degli interessi. Senza contare che si diventa pure schiavi dei creditori. E quando questi ultimi incalzano perché temono il default dei loro debitori, allora li costringono a vendere i gioielli di famiglia... Proprio ciò che sta accadendo ai popoli-cicala come la Grecia, i quali, nell'allegra euforia della crescente spesa pubblica improduttiva, si stanno giocando la parte migliore dei loro beni culturali e dei territori che hanno ricevuto immeritatamente dai loro antenati.

Pur confermando il fatto che le banche sono sicuramente delle iene, io non provo alcuna pietà per i popoli che si indebitano. Bisogna stare alla larga dai "cravattari", e per stare alla larga bisogna saper vivere in modo onesto e corretto, godendo solo ed esclusivamente del frutto del proprio lavoro. È una ricetta semplice, quella del "buon padre di famiglia", vecchia di millenni ma applicata raramente e solo per brevi periodi.

Forse potrei sforzarmi per comprendere un popolo che si indebita per ricostruire le case dopo un devastante terremoto o per bonificare una zona alluvionata. Insomma una nazione vittima di una dolorosa ed imprevedibile calamità naturale. Comprendo, ma non giustifico perché uno stato composto da gente responsabile e previdente deve aver messo già da parte i mezzi finanziari per far fronte anche agli imprevisti. Non solo, ma deve anche aver fatto tutto il possibile per minimizzarne i danni qualora dovessero capitare.

Tornando alla Grecia, lasciami esprimere ciò che può apparire come una "eresia": non sono così sicuro che la svendita delle isole come Mykonos o Rodi sia poi una gran disgrazia. La cementificazione selvaggia che sicuramente le abbrutirà l'avrebbe compiuta anche il governo greco pur di avere il ritorno finanziario per pagare i debiti. Finora non l'ha fatta solo perché è disorganizzato ed inefficiente. Come il nostro...

-- Michele

Anonimo ha detto...
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