Notoriamente l'Italia è annoverata fra i maggiori produttori mondiali di armi, avendo nel 2008 superato perfino la Russia, con un fatturato di 3,7 miliardi di dollari derivante dalla vendita di armi all'estero. L'industria legata alla produzione di armi è forse l'unica nel nostro paese a non avere accusato il colpo della crisi economica, continuando ad incrementare costantemente i propri fatturati anche negli ultimi anni.
Affrontare una discussione incentrata sulla scarsa eticità riscontrabile nella costruzione di profitto attraverso la produzione di strumenti di morte sarebbe quanto mai opportuno. Così come sarebbe opportuno caldeggiare una futura riconversione dell'intero settore, magari sostituendo agli armamenti la produzione di energia rinnovabile.
Ciò nonostante, le critiche e le proposte orientate in questo senso, nel nostro paese sono sempre state molto scarse ed in periodo di crisi lo sono diventate ancora di più. Anche perchè larga parte di coloro che (almeno a parole) manifestano sensibilità nei confronti di questo tema, sono anche legati a doppio filo alle organizzazioni sindacali, assolutamente indisponibili a qualunque operazione possa mettere a rischio dei posti di lavoro....
In distonia con queste premesse, durante le ultime settimane di guerra in Libia, abbiamo assistito alle esternazioni di folti gruppi di "benpensanti" impegnati a lamentare il fatto che l'Italia avesse venduto armi all'esercito di Gheddafi (che era l'esercito di un paese amico come la Libia) quasi si trattasse di un'azione esecrabile o di un crimine contro l'umanità.
Le armi non sono medicine o giocattoli per bambini, non curano le malattie e non fanno divertire. L'unico utilizzo delle armi è quello di uccidere, storpiare e massacrare, senza fare distinzione di sesso e di età, a prescindere da quale sia il paese che le acquista, perchè chiunque le acquisti può farne un solo uso.
Produrre e vendere armi, che uccideranno, storpieranno e massacreranno è senza dubbio un'azione esecrabile e con tutta probabilità un crimine contro l'umanità, in merito al quale i benpensanti di cui sopra da sempre fingono di avere gli occhi chiusi.
Vendere le armi prodotte, all'esercito di Gheddafi, piuttosto che a quello di qualsivoglia altro paese, non sposta il problema di una virgola, dal momento che le armi possono essere usate per un solo scopo.
Perchè allora fingere indignazione a comando, quando la "buona stampa" chiama a raccolta, esprimere turbamento e costernazione di facciata, per poi tornare a dormire il sonno dell'ipocrisia?
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