Mai come quest'anno la
sfilata allegorica del primo maggio, con tutto il suo corollario di
bandiere rosse, sindacalisti d'accatto e guitti da cortile, appare
come un esercizio retorico privo di costrutto, completamente
disancorato dalla realtà. Una sorta di nemesi delle coscienze,
anestetizzate dalla ripetitività di gesti senza senso e inebetite
dai ritmi sincopati di concertini rock, usati per creare un pubblico
all'imbonitore di turno.
In primo luogo non si
comprende bene la natura dell'oggetto che ci si appresta a
festeggiare.
Il lavoro, omai da tempo latitante e nella maggior parte
dei casi (quando c'è) associato a salari inadeguati al mantenimento
di una famiglia?
I lavoratori, bestie da soma
in via d'estinzione, immolati sull'altare del progresso e della
competitività?
I disoccupati, fra le cui
fila sempre maggiormente copiose albergano ogni giorno che passa, nuovi e più numerosi aspiranti
suicidi che la "buona stampa" finge bellamente d'ignorare?......