Qualunque
masochista che come il sottoscritto, abbia manifestato l'ardimento di
ascoltare in tutto o in parte l'odierna relazione di Bersani presso
la direzione del PD, non potrà nutrire più alcun dubbio (nel caso
lo avesse nutrito prima) sulle ragioni per cui Beppe Grillo ha vinto le elezioni, mentre il centrosinistra andava a sbattere con la testa
contro un muro.
Ogni
volta che Grillo apre la bocca, si tratti dei comizi/spettacolo nelle
piazze o delle risposte alle domande portate dai giornalisti, lo fa
con l'ausilio di frasi di senso compiuto, usando il linguaggio delle
persone normali ed entrando nel merito degli argomenti. Si possono
condividere le sue posizioni, oppure no, si può apprezzare o meno la
sua comicità, si può amare il suo linguaggio dissacrante e
scarsamente forbito, oppure detestarlo. Ma in ogni caso si capisce
cosa dice, si afferrano i concetti e ci si rende conto che ha detto
qualcosa.
Quando
come oggi parla Bersani....
le cose
vanno molto, ma molto diversamente. In primo luogo Bersani non si
esprime con l'intendimento di spiegare le proprie ragioni a chi lo
sta ascoltando, ma l'unico suo scopo sembra essere quello di riempire
il vuoto attraverso delle parole prese un po' qui e un po' là e
collocate alla rinfusa nella scatola, come i cubetti di polistirolo
usati per gli imballaggi.
Il
lemmario tutto sommato è forbito, l'impostazione molto retrò ma
comunque accettabile, i toni precisi e raramente sopra le righe, ma
tutto questo profluvio di parole si manifesta come un esercizio
sillabico privo di costrutto. Bersani parla e parla, ma il senso
compiuto di ogni frase alligna solamente nel farsi collante per la
frase successiva. Non esiste nulla che prescinda dall'arte della
retorica, dallo sterile profluvio di parole, dall'asettico ridondante
susseguirsi di verbi ed aggettivi, dalle sillabe che si rincorrono
senza un perché.
Ascoltando
le parole di Bersani non si percepisce la voglia di comunicare
qualcosa, ma piuttosto l'assoluta mancanza di qualcosa da comunicare,
che prescinda da arzigogolati messaggi in chiaroscuro, destinati a
pochi iniziati.
Chi lo
ascolta non può criticarlo, perché anche dopo un'ora che parla non
ha detto niente, così come non può compiacersi per le sue proposte,
dal momento che non esistono. Può forse arrivare a pensare di essere
lui in difetto, culturalmente non in grado di afferrare concetti
troppo raffinati per le sue potenzialità. Ma se riesce ad uscire da
questo stato di soggezione in cui si ritrovano molti italiani quando
parla un politico, non potrà scegliere altro che il "vaffanculo"
di Grillo, che in una sola parola, neppure troppo raffinata, ha già
racchiuso contenuti infinitamente superiori a quelli riscontrabili in
due ore di discorso del leader del PD.
2 commenti:
in effetti...:-)
Albatros
;-)
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