Da anni
sosteniamo ripetutamente il convincimento che mai e poi mai un treno
merci transiterà sulle rotaie dell'alta velocità italiana, mettendo
oltretutto in luce il fatto che in nessun paese del mondo le
infrastrutture per i treni ad alta velocità vengono usate per il
trasporto delle merci. La ragione di questo convincimento è di una
semplicità disarmante: semplicemente sarebbe tecnicamente
ingestibile (richiedendo tempi e costi di manutenzione enormi) l'uso
della stessa infrastruttura sia per i pesantissimi treni merci, sia
per i velocissimi convogli passeggeri, anche se realmente (e non è
così) esistessero delle merci da poter trasportare sulle tratte ad
alta velocità ed avesse (e non è così) un senso logico far correre
a 300 km/h un treno merci, mentre la logistica continua a viaggiare
a passo di lumaca.
Finalmente,
anche per quanto concerne la futura linea TAV Torino - Lione, fin
dall'inizio spacciata come un mezzo indispensabile per movimentare le
merci fra l'Italia e la Francia, s'inizia a fare un po' di
chiarezza....
come
emerge da un documento, firmato dal coordinatore per il progetto
Laurens Jan Brinkhorst, divulgato dalla rivista francese Reporterre,
ignorato bellamente dalla stampa italiana, sempre pronta a prodigarsi
in dossier di ogni genere, concernenti il TAV Torino - Lione, ma
anche così restia a dispensare almeno una tantum qualche briciola di
verità.
Nel
documento in oggetto, si afferma con innocenza adamantina, che in
futuro per trasportare le merci fra Italia e Francia (quelle stesse
merci che secondo le eminenze grige nostrane rendevano indispensabile
un buco di 60 km nelle montagne) verrà utilizzata la linea
ferroviaria esistente, recentemente ristrutturata, nonostante il buco
del Frejus rislga ai tempi di Cavour.
Quelle
poche merci che si possono trovare, passeranno insomma nella galleria esistente,
che in tutta evidenza va benissimo per adempiere a questa funzione,
ma come evitare di domandarsi il buco del TAV allora cosa lo si scava
a fare? Decine di miliardi di euro, sperperati in un momento di
tragica crisi, per consentire ai torinesi (quali?) di andare a
prendere il caffè a Lione prima che si freddi, sembrano un lusso che
a nostro avviso difficilmente ci si può permettere.
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