In ossequio alla volontà del Maresciallo Domenico Leggiero, presidente dell’Osservatorio Militare Italiano, chiedo sia pubblicato lo scritto che segue in risposta alle esternazioni stravaganti della signora Valeria Rossi sui blog Il Ponente e Byoblu.
Stefano Montanari
LETTERA APERTA ALLA DOTTORESSA VALERIA ROSSI
Firenze, 25 marzo 2010
Gentile Dottoressa, non è la prima volta che associa il nome del sottoscritto ad articoli che attaccano palesemente due scienziati che oltre a collaborare con l’Osservatorio da qualche decennio hanno avuto il grande merito di essere protagonisti nella soluzione del caso uranio impoverito.Nell’ultima “uscita” mi attribuisce la definizione di “fotografi” rivolta ai due scienziati in questione Dottoressa Gatti e Dottor Montanari della Nanodiagnostics di Modena.
Detta in questo modo, oltre ad offendere due professionisti a cui sono legato non solo da profonda amicizia ma da stima professionale inattaccabile anche da giornalisti navigati come Lei, potrebbe essere male interpretata da chi, non a conoscenza della materia, limiterebbe l’opera straordinaria fino ad ora svolta a favore di ragazzi che soffrono o di famigliari che hanno perso congiunti a causa di patologie legate all’uranio impoverito.
Dire che il Dott. Montanari e la Dottoressa Gatti hanno “fotografato” le prove della relazione tra patologia e malattia non vuol dire che gli stessi sono “fotografi” (senza nulla togliere alla categoria).
In ogni caso, gentile Dottoressa Rossi, non tiri il sottoscritto ed il centro studi Osservatorio Militare per la giacchetta cercando di “interpretare” motu proprio delle parole senza contestualizzarle e dare loro il senso giusto.
Sono certo che la Sua alta professionalità (non posso metterla in dubbio non fosse altro perché faccio tutt’altro mestiere) non le faccia esprimere “giudizi” sulla professionalità di altri individui impegnati in altri settori diversi dal suo.Le sarei molto grato se riportasse le mie affermazioni nel modo più corretto possibile senza estrapolare parole o frasi che possono prestarsi ad equivoci che non mi/ci appartengono.
Al Dott. Montanari ed alla Dottoressa Gatti va tutta la mia/nostra stima e gratitudine per l’opera fin d’ora svolta, la nostra piena solidarietà per la disavventura che stanno vivendo a causa delle solite storture di strutture distorte al servizio di un sistema del quale, ci consenta, non ne vogliamo far parte.
Tanto è dovuto, con cordialità.
DOMENICO LEGGIERO
Come richiestoci dalla Sig.ra Valeria Rossi, pubblichiamo la sua risposta alla lettera dell'Osservatorio Militare di cui sopra.
Gent.mo Maresciallo,La ringrazio per non aver messo in dubbio la mia professionalità: io sono però costretta a mettere in dubbio la Sua memoria.La frase “Montanari per noi è un fotografo” me l’ha detta Lei, personalmente, al telefono, ed è stata riportata il giorno dopo nell’articolo che può ancora trovare online a questo indirizzo: questo indirizzo. Pubblicato in data 25 settembre u.s.Ovviamente c’era un contesto preciso e, come potrà notare, è anche specificato che la frase era stata detta “scherzosamente” (anche se non so quanto fosse scherzosa in realtà: ma non volevo approfittare della Sua gentilezza per far sembrare che Lei intendesse svilire il lavoro del dottore che mi risultava, già allora, Suo amico). Detto questo, di sicuro non sono scherzosi i fatti. E i fatti sono – mi corregga se sbaglio – che oggi come oggi, ai militari purtroppo colpiti da patologie relative all’uranio impoverito, serve esclusivamente qualcuno in grado di fare fotografie al microscopio elettronico, perché la legge sui risarcimenti ormai c’è e quindi non c’è bisogno di ulteriori studi in merito.
Lei rammenta di avermi detto al telefono queste precise parole? Mi auguro di sì. Per questo io ho citato in alcune occasioni la Sua frase relativa al compito di “fotografo” del dottor Montanari: solo perché lui continua a tirare in ballo la storia dei “poveri soldati che senza di lui non potranno più avere risarcimenti”: e questo è falso, visto che non mi risulta – e Lei me l’ha confermato – che ci siano particolari accordi che obbligano i militari a far effettuare le fotografie da Montanari o dalla Nanodiagnostics.Il dottor Montanari strumentalizza i soldati – per i quali io nutro il massimo rispetto – così come strumentalizza i bambini malati e tutto ciò che può tornare utile alla propria causa: e quando qualcuno mi chiede di rispondere su questo tema, non posso che rispondere con la verità. I soldati OGGI non hanno bisogno di “lui” , hanno bisogno di un ESEM: e questo indipendentemente da quanto gli studi precedenti della dottoressa Gatti possano aver inciso sull’ottenimento dell’attuale legge. Questo è quanto Lei mi ha spiegato, in modo anche piuttosto approfondito: e questo è il motivo per cui è saltata fuori la definizione di “fotografo”, che ho sempre e solo usato in questo preciso contesto e non certo per sminuirlo tout court. Anche perché, volendo, per far questo ho ben altre argomentazioni.La invito caldamente – o forse sarebbe più corretto dire che la “sfido” proprio – a leggere l’articolo sopracitato e a smentire (anche se non è molto normale che questo avvenga con tanti mesi di ritardo, visto che l’avevo avvertita dell’immediata pubblicazione dell’intervista telefonica) qualsiasi singola parola che Lei dovesse trovare e che non fosse uscita in quel preciso modo dalle Sue labbra.Se Lei può affermare che ho travisato, o scritto in modo scorretto, o male interpretato anche UNA sua singola parola, Le chiedo fin d’ora venia e sono disposta a farlo anche pubblicamente: in caso contrario, però, mi sentirei ancora autorizzata a citare le Sue parole in qualsiasi mio intervento… e parlo di interventi che tra l’altro, nella quasi totalità dei casi, vengono “tirati per la giacchetta” da altre persone, visto che quello che avevo da dire sul dottor Montanari io l’ho ampiamente detto da tempo e che preferirei non occuparmi più di lui, complice anche la sua spiccata attitudine a ricorrere a un pesante sarcasmo, se non direttamente all’insulto, ogni volta che parla della sottoscritta (recentemente che mi ha chiamato in causa sul suo blog definendomi “una gallina”, mentre è di oggi una penosa metafora che mi definisce un’oca, stavolta in compagnia della dottoresse Bortolani, Sammartino e Toni).
Ho usato il condizionale – “mi sentirei” autorizzata – perché, ovviamente, se la Sua amicizia verso Montanari rappresentasse un legame così intenso da procurarle un dispiacere nel caso in cui utilizzi una Sua affermazione (anche se rigorosamente LETTERALE e non “travisata” in alcun modo) in un articolo o in una risposta che non osannino il dottore… allora sarebbe sufficiente chiedermelo ed eviterei di farlo, visto che Lei, almeno per quanto mi risulta, è persona degna di stima e di rispetto.
Mi perdoni se proverò un po’ di compassione per cotanta amicizia che a mio avviso Lei riversa su persona che non lo merita affatto; ma se me lo chiede rispetterò il Suo desiderio, purché sia specificato chiaramente che di questo si tratta e non del mio ipotetico uso arbitrario di frasi che mi sono state dette da Lei. In altre parole: sono dispostissima a rivolgerLe una gentilezza: non lo sono altrettanto – anzi, non lo sono affatto – a vedere messa in dubbio la mia onestà intellettuale.
CordialmenteValeria Rossi
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