Marco Cedolin
E’ di ieri la notizia dello “sbarco” del maggior sindacato italiano, storicamente legato al partito comunista, sulla piattaforma dei cellulari iPhone, vera e propria icona hi-tech delle nuove generazioni rampanti. Sbarco motivato dai vertici del sindacato con la volontà di aprire i propri servizi ai canali di comunicazione del futuro. Come spiega Stefano Landini, segretario organizzativo della CGIL Lombardia che intervistato dal Corriere della Sera mette in evidenza come "con questi strumenti anche il lavoratore più sperduto nel territorio e isolato può avere a portata di mano un contatto sicuro con la CGIL, i nostri servizi e i suoi diritti".
Anche con l’ausilio di molta fantasia è naturalmente difficile immaginare folte schiere di lavoratori in difficoltà, che pur vivendo in territori sperduti e isolati dispongono però di un iPhone nuovo fiammante attraverso il quale prendere visione della web TV CGIL e dei suoi trenta canali tematici o delle campagne del sindacato, fra le quali spicca quella dedicata alla comunicazione sulla regolarizzazione dei migranti. Lavoratori che oltretutto dovrebbero disporre anche di discrete risorse economiche per potersi permettere lunghi collegamenti web attraverso il cellulare a tariffe che sappiamo bene non essere proprio economiche.
Che la notizia dell’ingresso della CGIL nella nuova piattaforma iPhone non avrebbe suscitato l’entusiasmo dei lavoratori e degli operai, pronti a mettersi in fila davanti ai mega store dell’elettronica per dilapidare almeno metà del proprio stipendio nell’acquisto di un cellulare che farà anche “tendenza” ma non aiuta certo ad arrivare a fine mese, era facile immaginarlo. Risulta invece interessante al di là di ogni immaginazione leggere il tenore dei commenti, spesso ironici ed arguti, dedicati dai lavoratori all’articolo in oggetto sulle pagine web del Corriere.
C’è chi sul filo dell’ironia ha scritto “Non ne vedevamo l'ora. Grazie a nome di tutti i lavoratori dotati di iPhone (sicuramente la maggioranza).”
Chi con tono un poco più salace ha sottolineato come “considerato che l'Iphone costa poco più che mezzo stipendio di un operaio.. direi che la CGIL continua a dimostrarsi per quella che è.” Aggiungendo che “i sindacalisti sono quelle persone che l’unico giorno in cui lavorano è quello in cui fanno sciopero!!!”
Chi colmo di risentimento ha suggerito che “potrebbero approfittarne per pubblicare i loro bilanci, visto che oltre a non essere tenuti a rispettare l’art.18 nei casi di licenziamento di personale, i sindacati non hanno l'obbligo di presentare i bilanci. Come la massoneria.”
Chi garbatamente si chiede “se le ottime menti sindacali non potevano essere dedicate a qualcosa di più utile alla stragrande maggioranza dei lavoratori”.Ma anche chi la considera “comunque un’iniziativa interessante”.
Anche con l’ausilio di molta fantasia è naturalmente difficile immaginare folte schiere di lavoratori in difficoltà, che pur vivendo in territori sperduti e isolati dispongono però di un iPhone nuovo fiammante attraverso il quale prendere visione della web TV CGIL e dei suoi trenta canali tematici o delle campagne del sindacato, fra le quali spicca quella dedicata alla comunicazione sulla regolarizzazione dei migranti. Lavoratori che oltretutto dovrebbero disporre anche di discrete risorse economiche per potersi permettere lunghi collegamenti web attraverso il cellulare a tariffe che sappiamo bene non essere proprio economiche.
Che la notizia dell’ingresso della CGIL nella nuova piattaforma iPhone non avrebbe suscitato l’entusiasmo dei lavoratori e degli operai, pronti a mettersi in fila davanti ai mega store dell’elettronica per dilapidare almeno metà del proprio stipendio nell’acquisto di un cellulare che farà anche “tendenza” ma non aiuta certo ad arrivare a fine mese, era facile immaginarlo. Risulta invece interessante al di là di ogni immaginazione leggere il tenore dei commenti, spesso ironici ed arguti, dedicati dai lavoratori all’articolo in oggetto sulle pagine web del Corriere.
C’è chi sul filo dell’ironia ha scritto “Non ne vedevamo l'ora. Grazie a nome di tutti i lavoratori dotati di iPhone (sicuramente la maggioranza).”
Chi con tono un poco più salace ha sottolineato come “considerato che l'Iphone costa poco più che mezzo stipendio di un operaio.. direi che la CGIL continua a dimostrarsi per quella che è.” Aggiungendo che “i sindacalisti sono quelle persone che l’unico giorno in cui lavorano è quello in cui fanno sciopero!!!”
Chi colmo di risentimento ha suggerito che “potrebbero approfittarne per pubblicare i loro bilanci, visto che oltre a non essere tenuti a rispettare l’art.18 nei casi di licenziamento di personale, i sindacati non hanno l'obbligo di presentare i bilanci. Come la massoneria.”
Chi garbatamente si chiede “se le ottime menti sindacali non potevano essere dedicate a qualcosa di più utile alla stragrande maggioranza dei lavoratori”.Ma anche chi la considera “comunque un’iniziativa interessante”.
Il logo della CGIL sull’ampio schermo dell’iPhone, cromaticamente fa in effetti una bella figura, dando l’immagine di un sindacato sicuramente proiettato verso le tecnologie del futuro, ma approfondendo al tempo stesso l’evidenza della distanza siderale che ormai separa la dirigenza sindacale dai lavoratori in carne ed ossa, molti dei quali cassaintegrati o in procinto di diventarlo e troppo poco attenti alla tecnologia per apprezzare appieno l’importanza di questa innovazione.
1 commento:
Scrivo "da questo lato" pur avendo appreso la notizia via luogocomune. Tuttavia non sono registrato ad alcun notiziario web, e non credo di cambiare opinione, anzi alcuni commenti che ho letto corroborano la mia scelta. Consiglierei anche all' autore di evitare di perdere tempo con chi non vuole capire. Ma due citazioni il mio sistema epatico obbliga a riprodurle.
Intanto questi "ordigni" tecnologici, come li designava inorridito e sprezzante I.Svevo, che rapporto hanno con la prassi? Ecco cosa diceva C. Michelstaedter: "...questa volontà di vivere quasi inorganica pur gode, in cambio del suo piccolo lavoro imparato e della sua sottomissione, la sicurezza di tutto ciò che l' ingegno umano ha accumulato nella società, quale altrimenti si ottiene solo per la superiorità individuale, solo con la potenza della persuasione. Col lavoro della individualità inferiore si hanno i frutti della individualità superiore: questo è il significato RETTORICO dell' ottimismo sociale". Poi, per evitare di autoalienarsi, due parole dal "Si gira" di L.Pirandello: "Vado dal magazziniere a provvedermi di pellicola vergine, e preparo per il pasto la mia macchinetta. Assumo subito, con essa in mano, la mia maschera di impassibilità. Anzi, ecco, non sono più. Cammina LEI, adesso, con le mie gambe...La mia testa è qua, nella macchinetta, e me la porto in mano".
Tra scegliere una integrazione con chi sa tutto del Nulla e chi sa che gli Yahoo erano le bestie dall' aspetto umano che Gulliver "descrive" nel suo quarto viaggio e che erano "governati" da una ragione identificabile, secondo tale E. Blair (alias G. Orwell), con la negazione della vita, non ho alcun dubbio.
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