lunedì 29 marzo 2010

CI HANNO CONVINTI A NON VOTARE


Marco Cedolin
Non possono esistere dubbi sul fatto che il dato più emblematico uscito (o sarebbe meglio dire mai entrato) dalle urne di queste elezioni regionali di marzo 2010 sia costituito dai quasi 3 milioni e mezzo in più di cittadini che non si sono recati a votare, portando il “partito” dell’astensione a sfiorare il 37%, diventando di fatto il maggiore partito del Paese. Un incremento nell’ordine dell’8%, con punte fra il 14%, il 12% e il 10% in Puglia, Lazio e Toscana, che qualifica il partito del non voto come l’unico reale vincitore di questa tornata elettorale.

Una vittoria, quella del non voto, determinata da una campagna elettorale sincopata, nevrotica al limite del parossismo, giocata esclusivamente intorno allo screditamento dell’avversario, totalmente priva di qualsiasi abbozzo di programma credibile.
Una campagna elettorale nel corso della quale i problemi reali del paese, che si chiamano crisi occupazionale, disastro economico, crollo del potere di acquisto delle famiglie, inquinamento del territorio, sono stati lasciati a margine da parte delle due coalizioni impegnate a contendersi il governo delle regioni.
Una campagna elettorale imperniata sulla violenza verbale dispensata a piene mani, vissuta fra litigi ed animosità al limite dello scontro fisico, sempre incentrati su differenze artificiali e prive di fondamento, utilizzati per nascondere l’assoluta mancanza di differenze reali fra i due poli che si contendono il governo regionale.

Un italiano su tre ha dunque preferito non recarsi a votare nonostante (o forse anche a causa) la quantità industriale di materiale pubblicitario che ha riempito le buche delle lettere, l’ossessiva tempesta delle telefonate a domicilio, la massa dei manifesti ad abbruttire i muri delle città, la marea di “santini” con faccioni sorridenti e cravatte multicolori. Tutto materiale che a dispetto degli sforzi esperiti dagli esperti del marketing è apparso intriso di un vuoto cosmico, tanto era infarcito di slogan demagogici che sarebbero parsi artificiosi anche agli occhi di un bambino di 5 anni e miravano unicamente a fare leva sulla tanto stantia quanto ormai sempre più improponibile scelta di campo fra destra e sinistra.

Anche in Italia, come nella maggior parte dei paesi occidentali, la distanza fra i partiti politici ed i cittadini continua perciò a farsi sempre più siderale, dimostrando in maniera inequivocabile l’inadeguatezza di un sistema come quello della democrazia rappresentativa, soprattutto qualora gestito in termini di bipolarismo. Anche il clima da “guerra civile” creato nell’occasione e gli “epici” inviti a scelte di campo presentate come decisive, non sembrano avere sortito l’effetto voluto.
I cittadini stanno continuando ad allontanarsi ed i partiti politici parlano ogni giorno di più un linguaggio alieno a chi vive e soffre nel paese reale, un linguaggio autoreferenziale che ben presto rischierà di trasformarsi in una lingua morta.
Per quanto riguarda i risultati elettorali non sono mancate le sorprese e neppure gli elementi che meritano di diventare oggetto di riflessione.

Il centrosinistra, nonostante l’operato del governo Berlusconi non sia stato fin qui entusiasmante, ha nuovamente subito una sconfitta cocente. Se la perdita di regioni come la Calabria, la Campania ed il Lazio può trovare la spiegazione all’interno degli scandali di varia natura che hanno caratterizzato le amministrazioni esistenti, ben più grave appare la debacle in Piemonte. Dove Mercedes Bresso si è vista costretta a cedere il passo a Cota, nonostante fosse riuscita ad incamerare nella propria coalizione tanto l’UDC di Casini quanto la Federazione della sinistra radicale. E’ indicativo il fatto che l’unica regione “a rischio” nella quale il centrosinistra ottiene un risultato positivo sia proprio quella Puglia dove Nichi Vendola ha difeso con i denti la propria candidatura, imponendo una lista più “di sinistra” rispetto al listone in alleanza con l’UDC che era stato imposto da D’Alema

Le liste 5 stelle di Beppe Grillo hanno ottenuto nel complesso risultati di tutto rilievo, fra i quali spiccano Giovanni Favia in Emilia Romagna che ha ottenuto il 7% e Davide Bono in Piemonte che arriva a superare il 4%, a dimostrazione del fatto che esiste senza dubbio ampio spazio di manovra per chi intenda costruire delle alternative ai partiti politici tradizionali.

L’inesorabile continua discesa del centrosinistra, laddove questo non riesce a proporsi come concreto elemento di alternativa, ma semplicemente come una fotocopia sbiadita di Berlusconi, unitamente al buon risultato delle liste che fanno riferimento a Beppe Grillo e al grande incremento dell’astensione, stanno a dimostrare in maniera inequivocabile tanto il “bisogno” di alternative concrete da parte dell’elettorato, quanto la palese incapacità di esprimere le stesse espresse dal sistema dei partiti. Proprio questo bisogno di alternative concrete, pensiamo possa considerarsi la vera novità di questa tornata elettorale. Una novità destinata naturalmente ad essere sottaciuta, tanto dal sistema dei partiti ormai incancrenito nella spartizione del potere, quanto dai media mainstream che di quel potere rappresentano uno degli elementi cardine.

11 commenti:

Luka78 ha detto...

Ben detto, Marco.
Anche io, sempre se possa essere di utilità per qualcuno, non mi sono recato alle urne.
I motivi potrebbero essere tanti, ma tutti riconducibili alla poca lealtà ( salvo qualche eccezione. Ma qual è? ) di chi fa della politica o di chi ne entra a farne parte. Fino a che, nella nostra Nazione, si farà della politica all'italiana, difficilmente le cose cambieranno.
Fino a che, quindi, i politici penseranno ai propri conti, ai privilegi, alle pensioni a vita e via dicendo, la situazione rimarrà la stessa. Anzi, diciamo che andrà ad incancrenirsi.

Potrà essere un discorso elementare e banale, ma credo che sia questo uno dei problemi. E per me è il Primo, ma dato che è sotto gli occhi di tutti, nessuno ne parla come cardine dei problemi.
Certo, poi, se uno volesse dar retta alla politica, con queste Regionali - così come scritto da te - credo che se non si è toccati il fondo poco ci è mancato.

E' un discorso che si potrebbe allargare e non finire mai.
Come potrebbe non finire mai un altro discorso, ovvero quello di gettare le basi per una nuova politica e quindi di una nuova società.

Per finire, metto il link ad un interessante articolo dell'Avvocato Marco Della Luna, tratto dal sito dei Liberi Industriali Associati.
L'articolo è "La meta del declino italiano".
Come al solito, non per fare pubblicità, Della Luna riassume molto bene la situazione italiana.
Consiglio la lettura dei suoi libri.

Ciao Marco e a presto.

Luka78

幸雨 ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...

non e' certo facendo come gli struzzi che si possono risolvere i problemi.tutti con i nostri distinguo,le nostre verita',pienamente condivisibili ma che purtroppo servono solo a dare ancora piu' potere al nano.l'esempio del piemonte e' lampante.chi ha votato "no tav" ora la tav se la ritrova di sicuro.era un'occasione unica per gettare il nano dalla torre visto il carattere refendario che hanno assunto queste regionali.non ho mai votato PD ma stavolta, seppur indirettamente, l'ho fatto votando la lista di Vendola dimostrando cosi'la mia disaffezione alla direzione del partito ma nel contempo non gettando il voto nel marasma dei vari partitini che non fanno altro che il gioco di B.
ora ci ritroveremo qui,come su altri blog a masturbarci mentalmente su come e' becera la lega,come e' cattivo B.,quant'e' brutto la russa
e di quante troie puo' contare il nostro parlamento,di questa sinistra incapace,divisa,inconcludente che non ha programmi.tutte cose vere ma che non servono ad una benemerita minchia.
bisognava votare ,almeno agli aquilani lo dovevamo;
"Non c’è un effetto Berlusconi nel voto della popolazione terremotata e questo rende la sconfitta tanto più bruciante. Alle Europee, otto mesi fa, fu un plebiscito per Berlusconi e il centrodestra vinse con 21 punti di vantaggio. Nella consultazione di ieri la forbice si è ridotta e l’affluenza della popolazione del Cratere, «è stata eroica e per questo vanno ringraziati»Ma non è bastato. A L’Aquila l’affluenza è stata del 65% contro il 73 del 2005 ma in tanti sono ancora sfollati sulla costa e «nulla è stato fatto perché venissero a votare», dice Michele Fina, assessore uscente all’Ambiente."

marco cedolin ha detto...

Ciao Luca,
condivido la tua scelta, ma soprattutto i motivi che l'hanno indotta.
Ritengo che il non voto al di là dell'elemento "di protesta" debba essere visto nel contesto di gettare le basi per una nuova politica e quindi di una nuova società, come hai detto tu.
Grazie per l'articolo di Della Luna che leggo sempre con molto piacere.

marco cedolin ha detto...

Ciao rossoallosso,
per onore di cronaca in Val di Susa il TAV verrà evitato solo e solamente se la popolazione continuerà a scendere in strada e frapporre il proprio corpo alle ruspe ed ai cantieri, come e più di prima. Non è la politica dei partiti che può rimandare al mittente "l'incubo TAV" ma solamente la partecipazione popolare, come dimostrato fino ad oggi in maniera anche troppo adamantina. Mercedes Bresso, per la cronaca si è sempre manifestata come uno dei più grandi sponsor del TAV fin da quando era presidente in provincia ed andò in pellegrinaggio dall'allora presidente del Consiglio D'Alema a mendicare la promessa che il progetto del TAV in Val di Susa non venisse abbandonato come allora ventilato. Per quanto possa sforzarsi Cota, in ambito TAV difficilmente riuscirà a superarla.

Detto ciò nutro naturalmente il massimo rispetto per l'opinione di chi, come te, ha votato indotto a farlo dal carattere referendario che avevano assunto queste elezioni. E mi sento solidale con le popolazioni terremotate usate ed abusate per poi venire esposte a mò di trofei elettorali.

Personalmente non ritengo giusto fare come gli struzzi, votare può anche essere una scelta costruttiva, ma la prerogativa è l'esistenza di formazioni politiche che si pongano al di fuori della logica dei partiti proni ai poteri mafiosi, bancari, industriali e quant'altro. Formazioni che purtropo oggi non vedo nell'arena politica italiana.

Simone ha detto...

Per convincere me a non votare non si sono sforzati molto...

Il sistema è marcio e non lo si combatte partecipando ad esso con la farsa del sistema rappresentativo.
Occorre diventare allogeni ad esso per impedirgli di succhiarci anima e sangue.

Quando più nessuno lo sosterrà, cadrà.

marco cedolin ha detto...

Caro Simone,
mi unisco al tuo auspicio, anche se temo dovrà passare molta acqua sotto i ponti, a meno che non avvenga un diluvio eccezionale.

Anonimo ha detto...

Per stabilire se andare a votare oppure no, io uso questo sistema discriminante. Ogni tanto mi intrattengo (ma non troppo) alla Tv sui programmi di dibattito politico e vaglio cio` che dicono gli invitati secondo alcuni criteri che sono frutto delle mie pluridecennali esperienze di questo mondo.

Ascolto i loro discorsi per vedere se mai ci fosse qualcuno che mi faccia esclamare: "Toh! questa persona ha delle idee brillanti, possiede una notevole cultura scientifica, gode di una lodevole lungimiranza e di una invidiabile capacita` organizzativa, dunque, se e` anche onesto, allora e` degno della mia fiducia e di rappresentarmi al governo della nazione".

Ditemi voi se, nella rosa di quelli che quotidianamente consumano i fosfori dei nostri televisori, ce n'e` uno che corrisponda a questi criteri. Io non ne ho trovati.

Tutti quanti, chi piu` chi meno, hanno una visione miope del mondo, una completa incapacita` al "pensiero laterale", cioe` al pensiero creativo fuori dal coro. Esempio: destra, sinistra, centro, come pure i sindacati sono tutti del parere che bisogna "rilanciare i consumi per salvare l'economia". Ditemi voi se esiste una scemenza piu` grande di questa. Tutti sono convinti che per stare "bene" abbiamo bisogno della "crescita" industriale, cioe` che il PIL deve aumentare anno dopo anno, per sempre!

Sono cosi` ignoranti (perche` promossi col 6-politico, ricordate?) da non sapere nemmeno le catastrofiche conseguenze delle progressioni geometriche applicate alle vicende di questo mondo. E cosi` nessuno di loro si sta preoccupando dell'esplosione demografica che tra non molto coinvolgera` tutti i popoli della terra. Con l'attuale tasso di crescita (~1,8%), i rappresentanti del genere umano saranno raddoppiati in meno di quarant'anni. Poiche` noi occidentali ed in particolar modo noi italiani siamo "evoluti" e "democratici", accoglieremo a braccia aperte tutti quelli che si affacceranno ai nostri confini. A costo di cementificare tutto l'arco alpino ed appenninico, faremo in modo che possano avere una casa dentro la quale metteranno il frigorifero, la lavatrice, la lavastoviglie, il frullatore; avranno tutti il riscaldamento d'inverno ed il raffrescamento d'estate; nel garage metteranno l'automobile che servira` loro per andare a lavorare per produrne altre, e il suv per la signora col quale potra` fare shopping in centro.

Poverini, questi nuovi arrivati! Mica siamo razzisti e xenofobi! Per circolare tutti quanti liberamente costruiremo strade, ponti, circonvallazioni, aeroporti, ferrovie, tunnel, gallerie, stadi per il gioco del calcio, e quant'altro possa essere utile per condurre una vita "spensierata" nel formicaio. Se non ci sara` piu` ossigeno nell'aria appestata e terra da coltivare chi se ne frega! L'ingegneria genetica trasformera` il polmoni in modo che possano attingere energia dall'anidride carbonica (in fondo contiene carbonio... no?) e modifichera` lo stomaco perche` possa triturare il materiale plastico che allora sara` piu` abbondante del frumento e del granoturco. Logicamente il nuovo palato radioattivo gustera` il polistirolo grattuggiato come se fosse tartufo.

A fronte di quanto sopra, ditemi voi se, nella rosa di quelli che si sono candidati, c'e` un solo politico che sia degno di rappresentarci. Ditemi anche se, nonostante cio`, sia comunque il caso di andare a votare in nome della democrazia, e poi di godere del fatto che questi imbecilli ci possano anche governare...!

Ciao a tutti,

-- Michele

P.S.
Ringrazio l'amico Luca78 per la segnalazione dello scritto di Marco Della Luna, LA META DEL DECLINO ITALIANO, davvero molto efficace. Rispetto all'originale reperibile sul sito dell'autore, la versione riprodotta nel sito indicato dall'amico manca della frase finale che val la pena di leggere perche` molto significativa.

marco cedolin ha detto...

Ciao Brumik,
il tuo metodo per stabilire se andare o meno a votare mi sembra di una logica adamantina. E proprio perchè usi la logica alla fine il numero dei candidati papabili raggiunge tanti zero, la cui sommatoria finisce per dare sempre e comunque zero :-)
La scemenze come l'assioma in base al quale la "ricetta della felicità" sia costituita dalla crescita infinita del Pil o la teoria secondo la quale bisogna rilanciare i consumi per salvare l'economia, accomunano tutti quanti e sono esse sole bastevoli per ricondurli a quello zero di cui sopra.

Luka78 ha detto...

E' vero, Brumik, nel sito di Della Luna vi è, nella parte finale, qualche frase in più.
La seguente:"E bisogna vedere che cosa farà la Lega, forza politica esponenziale del Nord e insieme indispensabile per la maggioranza parlamentare. Indispensabile, dopo le ultime elezioni amministrative, forse quanto lo è la Mafia stessa, col suo apparato politico-economico."

Grazie, non me ne ero accorto.

Un saluto a tutti.

combatcapo ha detto...

comunque il risultato del non voto e del no a priori a tutto è questo..: Piemonte Lumbardizzato e abbandono sicuro di qualunque politica incentivante l'uso delle rinnovabili ..in Germania i Verdi hanno avuto ben altro impatto nella storia politica nazionale..tanto che l'approccio ecologico è ormai patrimonio della società...secondo me il pragmatismo è la chiave per la trasformazione "verde" delle società..