giovedì 4 marzo 2010

LA BANDA DEL CABARET


Marco Cedolin
I siparietti comici in grado strappare almeno qualche sorriso in salsa agrodolce non sono certo mancati negli ultimi mesi. Come dimenticare infatti l’invito dell’ad delle Ferrovie Moretti, l’iper tecnologico mentore dell’alta velocità, a portarsi da casa coperte e panini, per meglio fronteggiare i lentissimi viaggi sui convogli in panne nella neonata steppa padana lo scorso dicembre? La consegna del premio Nobel per la Pace al Presidente americano Obama, impegnato proprio in quei giorni nel rafforzamento del contingente militare in Afghanistan? Il ministro Rotondi che consigliava agli italiani di abolire il pranzo? La psicosi terrorismo costruita intorno alle mutande del nigeriano Umar Faruk Abdulmutallab? Il blocco del traffico domenicale presentato alla stampa con tronfi proclami da Chiamparino e dalla Moratti e poi rivelatosi un flop totale sotto ogni punto di vista?

Renata Polverini e Roberto Formigoni, candidati a “governatori” per le regioni Lazio e Lombardia con il PDL, sono però riusciti a superare i loro pur illustri epigoni, dando vita ad una vicenda degna di Zelig Circus ed estremamente indicativa della professionalità con cui si muovono i faccendieri della politica nel Belpaese.
La lista a sostegno della Polverini è stata infatti esclusa dalla competizione elettorale nella provincia di Roma, poiché i funzionari del più grande partito italiano non sono riusciti a presentare la stessa in tempo utile, dal momento che la persona deputata a farlo si era attardata a causa di uno spuntino. Quella a sostegno di Formigoni non è stata accettata, in quanto il più grande partito italiano non è riuscito a presentare 3500 firme regolari, essendo alcune centinaia di esse prive dei timbri regolamentari o addirittura appartenenti a persone decedute.

Di fronte alla situazione, per molti versi comica e per molti disarmante, la reazione dei due candidati e dell’intero PDL è scivolata in una commedia grottesca, condita da dichiarazioni prive di ogni logica e prese di posizioni assolutamente incomprensibili. A turno candidati, ministri e portavoce del partito si sono infatti scagliati contro la burocrazia, contro gli avversari politici e contro le regole elettorali (da loro stessi stabilite), arrivando a paventare un complotto volto ad impedire agli italiani di esercitare il proprio diritto di voto e ventilare gravi rischi per la democrazia. Senza mancare d’indire perfino una manifestazione che richiamerà questi temi e chiederà la riammissione delle liste, da tenersi giovedì 17 marzo. Il tutto nonostante la colpa dell’accaduto sia da ricercarsi unicamente nella maniera sprovveduta e nella supponenza con cui il partito ha gestito e sottovalutato le normali questioni burocratiche

Stupisce non poco tanta premurosa attenzione nei confronti del diritto dei cittadini ad essere rappresentati, esternata da chi, tramite gli sbarramenti imposti dalla legge elettorale, ha di fatto impedito che oltre 4 milioni di italiani votanti potessero venire rappresentati in parlamento, durante l’ultima tornata elettorale.
Ma stupisce ancora di più il pressappochismo ed il dilettantismo manifestato nell’occasione dal partito che guida il paese e nutre la velleità di guidarlo nel futuro. Vengono i brividi solamente a pensare che chi non è in grado (nonostante abbia alle spalle enormi disponibilità economiche) di presentare una lista elettorale entro mezzogiorno o produrre 3500 firme a fronte di milioni di elettori, abbia la presunzione di potersi confrontare con problemi come la crisi economica, la disoccupazione, i disastri ambientali e intenda perfino costruire e gestire in Italia nuove centrali nucleari.
Tutte questioni che richiedono ben altra capacità rispetto a quella necessaria a depositare liste e firme nei tempi e nella forma disposti dalla legge. Un’operazione in fondo non così difficile neppure per i piccoli partiti che il paese non hanno mai nutrito l’ambizione di governarlo, ma presentano liste e firme correttamente, magari dopo dure settimane di pellegrinaggio a raccogliere gli “autografi” così come vuole la burocrazia.

3 commenti:

Simone ha detto...

Lei ha perfettamente ragione.
Il fatto che due esponenti di punta del primo partito italiano (l'uno come presidente di Regione, l'altra come candidata a tale) riescano a prodursi in simili scivoloni del resto inquadra nulla più che la generale decadenza della classe politica.
Basta ascoltarli in tv o leggere le loro sterili invettive sui giornali per capire quanto siano, nel senso tecnico della parola, idioti, vale a dire con un QI sotto un certo livello.
Ora nemmeno i vertici, a quanto pare, riescono a fare di meglio.

Questo detto concludo con la mia disincantata opinione secondo cui questa scadimento non è ne casuale ne parallelo a quello della società (che pure è anch'essa in decadenza morale e antropologica). Si tratta invece di un fatto scientificamente programmato per creare una democrazia formale che induca tuttavia i cittadini a disertare di fatto la partecipazione. In questo modo il potere reale che agisce alle spalle della politica, quello bancario, può agire indisturbato mettendo ai posti di governo marionette prive di cervello.

Luka78 ha detto...

Giuste osservazioni, Simone, anche se, per indurre la gente a non votare, non credo che arrivino a tanto.
Basta continuare così, ovvero nel fare i politici all'italiana e tanto basta.
E questi fatti lo dimostrano. Il bello, poi, che per una loro disattenzione o per un loro pressappochismo, addossano la responsabilità all'"opposizione" rea di volerli estromettere dal voto!
Insomma, non fai il tuo dovere come si deve e te la prendi con gli altri!

Se non dovessi andare a votare, cosa che faccio da tempo o, se ci vado - come le ultime due elezioni politiche del 2006 e 2008 - scarabocchio le schede, non è certamente per questi "scivoloni".
Il problema è questa classe dirigente, che è sempre più scollata dalla realtà. E chi entra a fare della politica, si auto-programma nel farla all'italiana.

Intorno a me vedo sempre più degrado - in tutti i sensi - e sempre più menefreghismo.
E' come se chi governasse lo facesse per aspettare la fine di tutto.
Oppure non apettano nulla; è così che devono operare.
Hai ricordato il potere economico, questo basta e avanza.

Un saluto a te a Marco Cedolin.

marco cedolin ha detto...

Gentili Simone e Luca,
concordo con le vostre interessanti riflessioni.
Credo che oggi le elezioni siano solamente il vuoto paravento necessario per legittimare la farsa della democrazia. La questione delle liste sospese, poi riammesse tramite decreto, rappresenta solo l'ennesima dimostrazione di come dietro al paravento non si nasconda assolutamente nulla di democratico, ma solamente il potere per il potere, laddove le banche naturalmente la fanno da padrone.