mercoledì 20 giugno 2012

Lusi in galera, senza passare dal via

Marco Cedolin

Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, è il sesto parlamentare a finire in prigione con l'autorizzazione del Senato, nei 60 anni di vita della Repubblica, a fronte di un numero ben più cospicuo (28 nel solo periodo di tangentopoli) di autorizzazioni all'arresto negate nella stessa sede.
L'accusa è quella di aver sottratto oltre 23 milioni di euro di rimborsi elettorali alle casse del partito, non si è ancora compreso se all'insaputa o con la connivenza dei vertici del centrosinistra.
Si potrebbe gioire, esultando per la giustizia ritrovata, gongolando per la figura del politico "finalmente" tradotto nelle patrie galere, alla stessa stregua dei molti poveracci che ci hanno albergato per mesi o ci albergano tuttora a causa di una scritta sul muro o di una qualche protesta sacrosanta in difesa del territorio o dei propri diritti.....


Ma si tratterebbe di gioia effimera, incarnata in un capro espiatorio tutto sommato assai poco sapido e nel nome di una morale in virtù della quale l'unico politico a finire in galera sarebbe quello che avrebbe fatto lo sbaglio di rubare ai compagni di partito, anzichè ai cittadini, come invece viene concesso licenziosamente.

Non siamo affranti per l'arresto di Lusi (ci mancherebbe altro), ma la notizia non è neppure una di quelle che c'indurrebbro a stappare una bottiglia per festeggiare, dal momento che il sentimento prevalente sarebbe quello dell'indifferenza. Se non fosse per una nota di curiosità riguardo alle "molte cose" da riferire ai pm che Lusi afferma di avere tenuto in grembo nell'eventualità di un arresto.

Nei prossimi giorni l'ex tesoriere potrebbe insomma scoperchiare (per vendetta) un calderone in grado di stravolgere il centrosinistra, oppure "venire indotto" a decidere di trapassare a miglior vita, dal momento che in carcere si diventa molto vulnerabili alla depressione e alle manie suicide.
Staremo a vedere, ma è forte la sensazione che non sia finita qui.

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