Anche
se con un ritmo ancora inferiore rispetto a quello dei lavoratori italiani, sembra che anche i soldati americani stiano scegliendo con
frequenza sempre più allarmante la strada del suicidio, come rimedio
ultimo alle proprie pene.
Nei
primi 155 giorni dell'anno, 154 militari americani (al ritmo di uno
al giorno) si sono infatti tolti la vita, facendo si che nello stesso
periodo gli USA abbiano perso a causa dei suicidi il doppio dei
soldati che sono caduti sul campo di battaglia negli scontri con i talebani.
I
funzionari americani, coadiuvati da folte schiere di psichiatri,
psicologi, tuttologi e luminari assortiti, si stanno arrampicando sui
vetri nel tentativo di fornire una qualche spiegazione al Pentagono
che appare molto preoccupato per quanto sta accadendo.....
Gli
esperti imputano questa vera e propria epidemia di suicidi a tutta
una serie di problemi che spaziano dalla "paura del fronte",
all'abuso di farmaci, allo stress prolungato, alla crisi economica
americana, agli stress post traumatici e alla difficoltà riscontrata
dai militari nel riuscire a reinserirsi all'interno della società
civile.
Tutte
motivazioni plausibili, ma assolutamente inadeguate quando si tratta
di spiegare una strage di queste proporzioni. Un esercito che perde a
causa dei suicidi il doppio dei soldati caduti in battaglia, è senza
dubbio un esercito profondamente malato, affetto da una malattia ben
più grave di quella che gli esperti hanno tentato di sviscerare,
attraverso luoghi comuni che tutto sommato appartengono a qualunque
militare ed a qualunque esercito.
Forse
la spiegazione, o almeno parte di essa, può venire ricondotta alla
sistematica pratica dello sterminio di massa , avente spesso per
oggetto donne e bambini, di cui l'esercito americano si rende
regolarmente protagonista, attraverso i suoi soldati, molto spesso
indotti a compiere le carneficine sotto l'effetto di droghe
sintetiche, il cui uso è imposto d'imperio ai militari. Unitamente
al fatto che generalmente i soldati di primo pelo arrivano al fronte
con prospettive assai differenti da quella di sparare addosso ai
civili inermi, mentre i veterani si ritrovano dopo qualche anno con
la mente sconvolta dall'assunzione delle droghe e da una
sovrastruttura di cinismo che nasconde abissi di vuoto esistenziale.
In
buona sostanza, là dove non riescono ad arrivare i talebani, riesce
comunque ad incidere un "nemico" ben più subdolo,
assolutamente invulnerabile ai droni ed a qualsivoglia armamento di
nuova generazione. Il Pentagono, già profondamente in difficoltà
nel fronteggiare i primi, potrebbe trovarsi ancora più in ambascie
qualora i suicidi continuino ad aumentare, e tutto lascia pensare che
nonostante i simposi degli psicologi il fenomeno continui ad
allargarsi.
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