martedì 9 ottobre 2012

Moderati: quando la mediocrità diventa ideologia

Marco Cedolin
Fino agli anni 80 il circo equestre della politica ha sempre tentato di manifestarsi in qualità di espressione di una qualche ideologia "storica". C'erano i democristiani, i comunisti, i socialisti, i missini, i liberali, i repubblicani e perfino i democratici proletari.
Con l'avvento degli anni 90 le ideologie sono state mandate in pensione, troppo sanguigne, troppo schierate e soprattutto troppo retrò. Così é stata data la stura all'epoca del "ma anche", con un fiorire di asinelli, ulivi, slogan da stadio, con falci e martello e fiamme tricolori che ad ogni campagma elettorale rimpicciolivano a vista d'occhio, comunisti che diventavano democratici, democristiani che diventavano margherite, in una situazione posta a metà fra la fattoria di Orwell e l'atmosfera di un orto botanico....


Gli anni 2000 furono invece quelli delle grandi coalizioni di governo, con il tentativo di scimmiottare il modello americano e tutti confluirono nel calderone dei democratici o in quello della libertà per tentare di "salvarsi la pelle", mantenendo in qualche misura i simboli precedenti o creandone di nuovi, con le falci e martello e le fiamme tricolori ancora più piccine, dedicate agli "intenditori" purchè buoni di vista e le rose nel pugno a fare la spola fra l'uno e l'altro schieramento, in attesa del prossimo rilancio.
Dimenticate le ideologie, anche la poesia bucolica era ormai diventata demodè, sorpassata dall'imperativo o con me o contro di me.

Il 2012 sembra voler presentare una nuova mutazione genetica e così accanto all'uso degli ossimori (Sinistra ecologia e libertà) al linguaggio a 5 stelle da Grand Hotel, ai Valori assurti ad ideologia, benchè degli stessi non si comprenda la natura ed ai partiti democratici tanto americani da rendere grottesco un leader così poco abbronzato e che grida "fassisti" con cadenza emiliana, ecco sorgere l'ipotesi di un polo dei moderati, dove tutto ed il contrario di tutto possano fondersi sotto un comune denominatore, lontano da qualsiasi ideologia, ma anche da qualsiasi idea e pure dalla politica.

La moderazione appunto, un termine assai significante, proprio perchè privo in questo contesto di qualsiasi significato. Mandati in pensione, o meglio rottamati, termini troppo sanguigni come democrazia e libertà, dimenticato ogni richiamo nazionalistico, abbandonata la velleità di fingere di lottare per qualcosa ed il proposito di schierarsi da qualche parte, ecco che la parola "moderati" può rappresentare il giusto collante per rimettere insieme i cocci.

A ben guardare il qualunquismo e la mediocrità sono i tratti salienti della società contemporanea e cosa meglio della moderazione può farsi interprete del pensiero di milioni di italiani che subiscono passivamente qualsiasi angheria venga calata dall'alto sulle proprie teste?
E dunque Moderati sia, meglio a ancora se Moderati per Mario Monti presidente, che a ben guardare é il più moderato di tutti, non alza mai la voce e ci accompagnerà come un padre lungo il tunnel, prendendoci per mano ed indicandoci la luce, con moderazione e insieme alla preghiera di non metterci ad urlare nel momento del trapasso.

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