venerdì 11 giugno 2010

TAV: LTF CALA LA MASCHERA

Marco Cedolin
A Chiomonte, in Val di Susa, il 13 maggio 2010 il sindaco Pinard organizza un incontro pubblico con la popolazione, nel corso del quale un ingegnere della Lyon Turin Ferroviere (LTF) è chiamato a presentare ufficialmente il progetto del nuovo tunnel geognostico della Maddalena, realizzato in gran segreto negli ultimi mesi a totale insaputa della popolazione. Progetto che dovrebbe rapprentare il primo atto della costruzione della linea ad alta velocità Torino-Lione.

Il filmato dell'avvenimento, che potete visionare alla fine dell’articolo, testimonia in maniera impietosa l'assoluta ed imbarazzante impreparazione di chi promuove la realizzazione delle grandi opere.
L'ingegnere di LTF, senza essere mai padrone dell'argomento, manifesta un preoccupante disorientamento e la completa ignoranza del territorio che dovrebbe essere oggetto dell’infrastruttura, nonché degli impatti dell'opera sullo stesso.

Spesso si ritrova a balbettare frasi sensa senso, fino a ritrovarsi completamente alla mercè dei cittadini intervenuti al dibattito, che dimostrano una preparazione tecnica e una conoscenza dell’argomento di gran lunga superiore alla sua....

lunedì 7 giugno 2010

NWO: DALLA PADELLA ALLA BRACE

Alba Canelli e Marco Cedolin

L'attacco finanziario alla Grecia, si è rivelato fin dall’inizio un attacco contro l'Europa, o meglio contro gli europei, portato da tutta una serie di potentati finanziari che aspirano ad ottenere un controllo sempre maggiore sull’intera area, di fatto sostituendosi ai vari governi nazionali, ormai in avanzata fase di smantellamento.
Tra le promesse ventilate e regolarmente disattese e l’insieme dei “sacrifici” imposti, tutto lascia pensare che questa crisi non sia un effetto collaterale di politiche economiche sbagliate, ma un mezzo molto ben studiato per il raggiungimento di altri obiettivi.
Al di là di quello che vogliono farci credere i leader politici, attraverso i media e le testimonianze di esperti ed economisti compiacenti, la crisi, come evento straordinario o calamità naturale del mondo finanziario non esiste. La situazione di estrema difficoltà in cui oggi tutti ci troviamo, altro non è se non una mistificazione creata con cura, una cospirazione ordita contro i governi nazionali europei, con lo scopo di tenerli a freno, controllarli e far accettare loro un Governo Economico sovranazionale.

giovedì 3 giugno 2010

SONO GRATO AD ISRAELE


Marco Cedolin
Il governo italiano ha scritto ieri l’ultima pagina della servile condiscendenza con cui il nostro esecutivo ha supinamente accettato il fatto che 6 connazionali siano stati prima rapiti in acque internazionali dall’esercito israeliano, poi illegalmente deportati in Israele ed infine trattenuti in carcere alcuni giorni, senza nessuna ragione plausibile che ne giustificasse il sequestro.
Nonostante la gravità dell’accaduto, che ha determinato il massacro di 9 civili inermi (sempre che il numero delle vittime resti fissato in questi termini) e la deportazione di 700 persone, il governo italiano ha infatti espresso ieri il proprio voto contrario (come già accaduto in merito al Rapporto Goldstone) alla decisione dell’Onu di aprire un’inchiesta internazionale sull’accaduto.
Dichiarando che sarebbe stata sufficiente un’inchiesta portata avanti dagli israeliani in autonomia. Loro hanno fatto il massacro e loro naturalmente spiegheranno cosa li ha indotti a farlo. Come mettere in dubbio le parole di una grande democrazia che il governo italiano ha auspicato a più riprese entri a fare parte della UE?

mercoledì 2 giugno 2010

CHE FINE HA FATTO LA REPUBBLICA?


Marco Cedolin
Renato Mannheimer a seguito di un sondaggio da lui compiuto nel 2008, si manifestava fortemente stupito del fatto che un italiano su tre (il 29% degli intervistati) avesse dichiarato di essere all’oscuro riguardo a cosa fosse successo il 2 giugno e ignorasse perfino a quale anno preciso ci si riferisse.
In parole povere un terzo degli italiani ignorava l’esistenza del referendum del 1946 che decretò la nascita della Repubblica Italiana, nonostante la ricorrenza venga celebrata ogni anno con tanto di fantasmagorica parata militare in diretta TV.
Per quanto fosse lecito lo stupore di Mannheimer riguardo “all’ignoranza” di circa un terzo degli italiani in merito alla genesi della Repubblica, non si può evitare di stupirsi molto più profondamente del fatto che la quasi totalità degli stessi, Mannheimer compreso, ignorino completamente quale fine abbia fatto in questi oltre 60 anni la Repubblica Italiana, fondata nel 1946 e regolata dalla Costituzione.

martedì 1 giugno 2010

IL CONSOLE ITALIANO INCONTRA I SEI ITALIANI DEPORTATI IN ISRAELE


Marco Cedolin
Il Console italiano, senza troppa fretta, è riuscito a verificare lo stato di salute dei connazionali rapiti in acque internazionali e detenuti illegalmente in Israele.
Nonostante il rapimento, la detenzione illegale e la privazione dei più fondamentali diritti spettanti a qualunque detenuto, il governo attraverso il ministro Frattini, si limita ad "augurarsi" che vengano rilasciati al più presto, senza sentirsi in dovere di esprimere alcuna condanna per l'accaduto e alcuna richiesta di rilascio immediato degli italiani deportati. E finge d'ignorare che si trovano rinchiusi in un carcere, l'amica Angela Lano perfino in isolamento, dopo avere rinunciato al rimpatrio immediato che avrebbe comportato la sottoscrizione di un documento in lingua ebraica, attraverso il quale i detenuti sarebbero stati costretti ad accollarsi colpe e responsabilità che in realtà non avevano.

lunedì 31 maggio 2010

PRIMA LA CARNEFICINA POI IL RAPIMENTO


Marco Cedolin
Dopo essersi completamente disinteressati della missione umanitaria diretta a Gaza, fino al momento in cui a massacro compiuto sarebbe stato impossibile ignorare l'accaduto, tutti i rappresentanti politici ed istituzionali italiani ed internazionali stanno prendendo coscienza della tragedia, facendo seguire al proprio "risveglio" qualche messaggio poco convinto d'indignazione, commisto ad ipocrite scene di stupore e costernazione.
Qualcuno, come la Spagna e la Grecia, ostentando maggiori dosi di coraggio, ha perfino avuto l'ardire di convocare l'ambasciatore israeliano per chiarimenti. Altri, come le Nazioni Unite e il ministro Frattini, che con il coraggio hanno assai poca dimestichezza, invocano in queste ore un'inchiesta che chiarisca l'accaduto, dal momento che non é loro chiara la dinamica dei fatti. Le forze speciali israeliane hanno abbordato alcune navi cariche di pacifisti ed aiuti umanitari, sparando addosso ai civili inermi ed ammazzando una ventina di persone, ma in fondo in fondo avranno pure avuto delle buone ragioni per farlo, stanno in tutta evidenza pensando Frattini ed i suoi epigoni in queste ore, dal momento che siffatta violenza non rientra certo nelle corde di un paese pacifico e democratico quale Israele è da sempre.

CRIMINALI DI GUERRA E DI PACE


Marco Cedolin
Durante la notte l’esercito israeliano ha assalito le navi della Freedom Flotilla, a bordo delle quali si trovavano circa 700 persone di 40 nazionalità diverse, intenzionate a portare a Gaza 10mila tonnellate di aiuti umanitari, tra cui cemento, medicine, generi alimentari, e altri beni fondamentali per la popolazione, costretta a vivere all’interno di quello che Israele ha reso un vero e proprio lager per la segregazione di massa.
Il convoglio pacifista è stato attaccato in acque internazionali dalle truppe speciali israeliane che a bordo di elicotteri e gommoni hanno abbordato le navi aprendo il fuoco e provocando una vera e propria carneficina, il cui bilancio provvisorio è di 19 morti e una trentina di feriti. I passeggeri sopravvissuti sono stati tratti in arresto e con tutta probabilità deportati in un campo di concentramento appositamente allestito in terra israeliana.

mercoledì 26 maggio 2010

IL TORNANTE DELLA STORIA


Marco Cedolin
Ormai dagli anni 90 abbiamo iniziato ad entrare in confidenza con proclami che facendo leva sul sentimento di unità nazionale, imponevano sacrifici, duri ma necessari, tirate di cinghia dolorose ma non procastinabili, piccoli grandi "fioretti" da compiere necessariamente oggi, per stare meglio domani.

Prima si è trattato di un "castigo" volto a rifondere gli sperperi e la dissolutezza occorsi negli anni di tangentopoli.
Poi di un tributo da pagare per la costruzione di una grande Europa che ci avrebbe consentito di giocare la parte del leone nell'economia stravolta dalla globalizzazione.
Poi ancora di un investimento nel futuro, finalizzato alla creazione dell'euro, la moneta magica e definitiva in grado di farci vincere le sfide del nuovo millennio.
Poi ancora di lacrime e sangue indispensabili per fare recuperare al nostro paese ed al suo sistema industriale la competitività perduta.

venerdì 21 maggio 2010

OGM: ORGANISMI GENETICAMENTE MORTIFICATI


Simone Boscali
Non ho alcun pretesto per parlare proprio ora di ogm, organismi geneticamente mortificati. Non ho appena sentito alcuna novità sul tema in televisione, non ho letto notizie sulla Rete o sui giornali, nessun amico mi ha dato spunti, semplicemente il tema è ormai così radicato nella nostra quotidianità che ogni momento è valido per parlarne e non è mai troppo presto per lanciare l'allerta.

Sono naturalmente contrario (e il richiamo alla naturalità è quanto mai essenziale) a questo genere di prodotti per una serie di ragioni talmente logiche da sfiorare l'essenza del sillogismo aristotelico.

lunedì 17 maggio 2010

CADUTI DI GUERRA IN MISSIONE DI PACE


Marco Cedolin
Due nuove vittime entrano nel novero dei soldati italiani che hanno trovato la morte in Afghanistan, dove l'esercito ormai da molti anni è impegnato nel portare avanti la guerra coloniale statunitense voluta da Bush e "coccolata" dal Nobel per la pace Barack Obama.
Due vittime e altri due feriti che, come sempre accade, campeggiano sulle prime pagine e nei titoli d'apertura dei TG, dimostrando in maniera inequivocabile come ormai gli unici morti sul lavoro degni di menzione ed in grado di suscitare la "commozione popolare" siano i soldati in missione di guerra all'estero.
Gli altri, quelli che lavorano nelle fabbriche, muoiono sulle strade, in agricoltura o nell'edilizia contano invero molto poco e possono meritare al più qualche trafiletto nelle cronache locali. In fondo che razza di eroi sarebbero, non portano certo in guerra il tricolore (o se preferite bandiera stelle e strisce) loro.

mercoledì 12 maggio 2010

LITIGI A BASSA VELOCITA'


Marco Cedolin
Gustoso siparietto condito da un poco di acidità fra Luca Cordero di Montezemolo e Mauro Moretti, i due uomini che nei prossimi anni saranno deputati a gestire, il primo in maniera privata tramite la società NTV, il secondo in qualità di servizio pubblico con le Ferrovie di Stato, i 1020 km della rete ad alta velocità italiana, costruiti indebitando i contribuenti di varie generazioni, per una cifra nell’ordine dei 90 miliardi di euro.

Montezemolo indispettito per l’ora di ritardo di cui è stato vittima (pur non avendo dovuto ricorrere a coperte e panini) durante il viaggio in treno da Roma a Padova, dove era chiamato a presenziare alla giornata “Ricerca, l'Italia che merita”, ha ironizzato sulla qualità del servizio offerto dalle FS affermando "Magari ci vuole più concorrenza, per permettere ai cittadini di scegliere servizi migliori. Partire alle 7.30 e arrivare alle 12.00 è come andare a New York''.

lunedì 10 maggio 2010

LE BORSE BRINDANO MA CHI PAGA IL VINO?


Marco Cedolin
E’ stato un fine settimana fitto di riunioni ai massimi livelli, fra premier e ministri, banchieri ed eminenze grigie, nel corso del quale al “giallo” avente per oggetto il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Scahuble, finito misteriosamente all’ospedale nel bel mezzo del vertice e al prevedibile rifiuto della Gran Bretagna di accollarsi oneri finanziari, hanno fatto da contraltare le telefonate del presidente americano Obama, impegnato come non mai a dirigere i lavori ed impartire le proprie direttive tanto alla Merkel quanto a Sarkozy.
Riunioni ufficiali, incontri informali, telefonate private, consigli sussurrati, che sono culminati nella riunione dell’Ecofin, deputata a tirare le somme e rendere ufficiali le decisioni prese, prima della riapertura delle borse. Una maratona durata (o almeno così si dice) la bellezza di 11 ore e terminata quasi fuori tempo massimo, con la decisione di stanziare una cifra nell’ordine dei 750 miliardi (un paio di centinaia dei quali a carico dell’FMI) per salvare l’euro ed un sistema bancario ormai in fase di avanzata decomposizione.

Alla riapertura le borse di tutto il mondo hanno reagito nella maniera più scontata, simili a tante marionette ubbidienti all’ordine di chi tira i propri fili, proponendo rialzi record generalizzati e bottiglie di champagne stappate con entusiasmo, sull’onda di una stabilità ritrovata nel corso di un weekend “da paura” foriero della promessa di prosperità a tempo indefinito. Da Milano a Madrid, da Parigi a Lisbona, passando perfino attraverso la “disgraziata” Atene, gli incrementi sono stati nell’ordine del 10%, mentre l’apertura di Wall Street ha segnato indici ugualmente positivi, seppur più contenuti. Al contempo l’euro, in caduta libera ormai da lungo tempo, ha ripreso vigore, tornando sopra l’indice dell’1,30 nel cambio con il dollaro.

Tutti felici dunque, champagne che scorre a fiumi, problemi risolti, prati verdi e cieli blu cobalto che si materializzano come per incanto, grazie ad un manipolo di stolidi eroi che hanno saputo “governare” una crisi difficile con grande coraggio e capacità. Manipolo all’interno del quale, in Italia si racconta, abbia avuto modo di distinguersi in modo particolare proprio Silvio Berlusconi, in qualità di elemento chiave nello sbloccare dall’impasse la trattativa, tramite una fantomatica telefonata intercorsa all’una di notte con la cancelliera Merkel.

Tutti felici in un mare di champagne, ma non si può evitare di domandarsi, chi pagherà il conto della “rinascita” dell’euro?
Chi sborserà personalmente gli oltre 500 miliardi (una cifra che spaventa al solo pronunciarla) destinati a rinvigorire la moneta unica, il sistema bancario ed i mercati?
A sostenere l’onere saranno sostanzialmente gli stati europei che hanno firmato l’accordo, attraverso esborsi finanziari, la maggior parte dei quali ottenuti contraendo debiti sul mercato di reperimento dei capitali. In parole povere pagheranno i cittadini contribuenti che vedranno aumentare in maniera esponenziale il debito pubblico gravante sulle proprie spalle e la pressione fiscale, mentre contemporaneamente risentiranno (in termini di licenziamenti e minori servizi) del drastico taglio della spesa pubblica imposto per dirottare altrove i finanziamenti.
Qualcuno ha ancora voglia di brindare, magari con un bicchiere di Tavernello certo più adatto all’occasione?

venerdì 7 maggio 2010

LA MESCITA DEI MILIARDI


Marco Cedolin
La notizia non trova grande spazio sulle pagine dei principali quotidiani, impegnati nella telenovela del contenzioso fra Moddy’s e Bankitalia, nelle rassicurazioni sulla stabilità delle finanze italiane e nella cronaca in tempo reale dell’andamento degli indici alla borsa di Milano. Al più i lettori e gli ascoltatori meno distratti possono apprezzarla nell’oscurità dei trafiletti o in qualche servizio della durata di una ventina di secondi apparso sui TG.

Il Consiglio dei ministri, nella riunione di stamani ha approvato il decreto legge che determina gli stanziamenti in favore delle finanze greche, nell’ambito dell’accordo “miliardi in cambio di lacrime e sangue”, stipulato fra il gotha finanziario ed il premier greco Papandreou. Stanziamenti che ammonteranno in una prima tranche immediata di 5, 6 miliardi di euro, che diventeranno 14,8 miliardi entro i prossimi 3 anni.
Tutto l’enorme finanziamento (ammontante ad oltre il doppio del costo previsto del Ponte sullo Stretto di Messina) sarà caricato interamente sul debito pubblico italiano, proprio quello oggetto delle schermaglie di questi giorni con le agenzie di rating, ma per un escamotage creato all’uopo resterà per ora un “debito occulto”, destinato a scoppiare come un bubbone quando i tempi saranno maturi.

In accordo con i vertici della UE i miliardi del finanziamento, pur pesando sul debito pubblico, saranno infatti estrapolati dallo stesso per quanto concerne il conteggio del rapporto deficit/Pil, facendo si che l’enorme cifra non influisca negativamente sul già pesantissimo sforamento del patto di stabilità. Un trucchetto che ricorda molto da vicino lo storno fraudolento dei miliardi spesi dallo Stato italiano per la costruzione del TAV ed occultati tramite l’invenzione di falsi finanziatori privati in realtà mai esistiti. Con la differenza che questa volta i vertici UE non rappresenteranno il soggetto preso per il naso, bensì saranno parte integrante della messinscena.

Chi pagherà la mescita di miliardi devoluti in gran fretta dal governo, tramite un decreto legge approvato in tutta fretta e senza fare troppo chiasso? Naturalmente i contribuenti italiani che si troveranno, attraverso l’incremento della tassazione e la diminuzione dei servizi, a dover sostenere uno Stato ancora più pesantemente indebitato di quanto già non lo sia oggi.
Fino a quando BCE ed FMI riterranno il momento maturo per far esplodere il bubbone e l’Italia con un rapporto deficit/Pil catastrofico diventerà il paese che piange sull’orlo della bancarotta e va aiutato. Naturalmente in cambio di un piano di risanamento “lacrime e sangue” che insegni agli italiani come si deve vivere, senza tanti privilegi.

mercoledì 5 maggio 2010

IN GRECIA I CATTIVI DIVENTANO "ASSASSINI"


Marco Cedolin
In Grecia la situazione sta facendosi di giorno in giorno più incandescente.
Il governo di Papandreou ha raggiunto l’accordo con la BCE e l’FMI, per interposta persona attraverso la cancelliera tedesca Angela Merkel.
Un accordo che prevede da un lato l’elargizione di una cifra nell’ordine dei 110 miliardi di euro nei prossimi 3 anni (con tutta probabilità destinata ad aumentare) al governo greco.
Dall’altro l’ impegno da parte di Papandreu di varare immediatamente un “piano di risanamento” delle finanze, consistente in un aumento generalizzato della tassazione (IVA, accise sulla benzina ed imposte varie) nel congelamento degli stipendi pubblici, nei tagli delle tredicesime e quattordicesime, nell’aumento dell’età pensionabile, nell’eliminazione di alcune norme che salvaguardano i lavoratori privati dal licenziamento ed altre “regalie” sulla falsariga di quelle elencate. Il tutto sotto la supervisione dei funzionari della BCE e dell’FMI che personalmente controlleranno l’operato del governo greco (di fatto assumendone il controllo) verificando mensilmente che i loro dettami vengano rispettati in maniera certosina.

Domani, giovedì 6 maggio, il piano di risanamento già presentato in parlamento, dovrebbe prendere il via e diventare di fatto esecutivo, permettendo la formalizzazione dell’accordo entro la fine della settimana e lo sblocco della prima tranche di “aiuti”.
Una cospicua parte dei cittadini greci non si manifesta disposta ad accettare la manovra “lacrime e sangue” destinata, forse, a dare una boccata di ossigeno alle finanze del paese, ma al tempo stesso a scaraventare, con tutta probabilità, nel baratro l’economia delle famiglie, privandole di una consistente parte del proprio reddito.
In conseguenza di ciò la Grecia è bloccata da ieri da uno sciopero generale, con la protesta che monta nelle piazze e rischia di tracimare, mettendo a serio rischio il varo della manovra.

Questa mattina ad Atene la contestazione arriva al proprio acme, con un corteo di oltre centomila persone che assedia il parlamento, scontri con le forze di polizia, lacrimogeni, pietre e bottiglie incendiarie ed un grande rischio che la situazione degeneri in guerriglia urbana incontrollata. E conseguente rischio che il governo si veda costretto a sospendere (almeno temporaneamente) l’approvazione del piano, vanificando o comunque ritardando i tempi dell’accordo.
Per uno strano scherzo del destino, proprio quando Papandreou si ritrova messo alle corde, interviene una tragedia che con tutta probabilità salverà la sua poltrona, il piano “lacrime e sangue” e l’operazione messa in piedi dalla BCE e dall’FMI.

Nel momento più violento degli scontri, quando la marea dei manifestanti preme verso il parlamento e le forze di polizia iniziano a ritrovarsi a mal partito, un gruppo di manifestanti incappucciati si stacca dal corteo e lancia alcune bombe molotov contro una filiale della Marfin Egnatia Bank, dinanzi alla quale (per un altro scherzo del destino) sono puntate le telecamere di alcune fra le più importanti televisioni internazionali.
L’istituto bancario prende fuoco e nell’edificio, nonostante la banca sia chiusa, restano imprigionate una ventina di persone, tre delle quali, secondo le prime ricostruzioni, muoiono per asfissia a causa dell’incendio.

Il grande sciopero e la contestazione sfociano così in tragedia, i manifestanti si trasformano in assassini ed irresponsabili che il premier Papandreou si affretta a stigmatizzare per i loro gesti violenti. Lo stesso Papandreou mostra un tempismo eccezionale, quando solo un paio d’ore dopo l’accaduto ha già pronto un discorso da rivolgere alla nazione, nel quale invoca l’unità nazionale ed invita tutti i partiti politici ad assumersi le proprie responsabilità, dissociandosi dalla violenza e di fatto prodigandosi nel ridimensionare i toni dello scontro.

I contestatori, cattivi, violenti ed ora perfino assassini perderanno buona parte della simpatia e della solidarietà di cui avevano finora goduto, in Grecia e nel resto d’Europa.
Le forze politiche che li avevano finora sostenuti si vedranno costrette a prendere le distanze, allontanandosi dalla piazza. Una larga parte dei cittadini vessati che manifestavano diserteranno le piazze, turbati ed impauriti.
Il piano di risanamento lacrime e sangue e tutta l’operazione condotta dalla BCE e dall’FMI con tutta probabilità andranno avanti senza ulteriori gravi intoppi, grazie ad una strana tragedia degna della fantasia “visionaria” del miglior Cossiga, cercata, trovata o costruita, non è ancora dato comprenderlo e forse non lo sarà mai.