Marco Cedolin
Silvio Berlsuconi probabilmente non condividerà l’accurata critica alla casta politica documentata dagli affermati giornalisti Rizzo e Stella e nemmeno le invettive salaci di Beppe Grillo nei confronti dei “nostri dipendenti” ma sembra comunque avere deciso che i futuri rappresentanti della “casta” in parlamento, perlomeno quelli che operano alle sue dipendenze, il posto fisso dovranno guadagnarselo sul campo alla stessa stregua di un normale venditore di prodotti a domicilio.
La scelta ovviamente non è dettata da motivazioni di carattere etico ma semplicemente dalla consapevolezza che la “merce voto” è ormai solamente un prodotto di consumo che deve essere veicolato alla stregua di tutti gli altri presso i “consumatori” elettori che altro non sono se non i tubi digerenti della macchina elettorale.
I futuri parlamentari candidati nelle file del PDL, durante l’incontro di presentazione delle liste organizzato dal Cavaliere al salone della Tecnica, si sono così visti consegnare un vero e proprio kit con tutto l’occorrente per riuscire a vendere il loro prodotto nel migliore dei modi. All’interno del kit una trentina di cartelle contenenti spunti per i loro interventi, una maglietta bianca con lo slogan “rialzati Italia”, una bandiera, un assortimento di spillette, la carta dei valori del partito, le 7 missioni per il futuro, una copia del sondaggio fornito da Silvio stesso che vede il PDL in vantaggio di quasi 10 punti percentuali e la lista delle 67 nuove tasse volute da Prodi.
Insieme al kit è giunta loro anche l’esortazione del Cavaliere a condurre la campagna elettorale stando in mezzo alla gente e andando a parlare con la gente, soprattutto con quella “che conta” come il prete, il farmacista ed il medico. Il tutto per portare a conoscenza di quante più persone possibili il nuovo simbolo che sarebbe finora poco noto e coinvolgere anche gli elettori (consumatori) indecisi su quale prodotto sia meglio acquistare.
I futuri rappresentanti parlamentari del PDL, molti dei quali ancora orfani di portaborse, si troveranno perciò costretti a trascinare in prima persona il proprio “campionario” di promesse, simili (ma purtroppo privi della loro poesia) ai vecchi commessi viaggiatori e agli ormai estinti venditori di enciclopedie, per tentare di convincere quante più persone possibile che la loro merce è la migliore, costa meno, lava più bianco e non teme la concorrenza.
I tempi sono cambiati, la realtà di Arthur Miller è ormai un lontano ricordo che per molti versi scolora fra le pieghe del divenire e probabilmente il prete, il farmacista ed il dottore non rappresentano più l’interlocutore principe al quale rivolgersi per fare proseliti, ma i venditori di libertà sperano comunque di ottenere degli ottimi risultati.
Walter Veltroni con il proprio pullman bazar sta però facendo un ottimo lavoro, avvicinando con successo industriali, giornalisti, sindacalisti, professori e dirigenti d’azienda che sembrano essere intenzionati a distribuire il suo prodotto, così la battaglia per la leadership del mercato dei voti si risolverà con tutta probabilità sul filo di lana, a cavallo fra un “Porta a Porta” in TV e un “porta a porta” presso le case delle famiglie italiane.
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