Marco Cedolin
Le primarie per la scelta dei candidati da presentare alle elezioni nel PD di Veltroni in Val di Susa non sono state propriamente un successo, dal momento che proprio a Susa la campagna elettorale è iniziata con un pestaggio in piena regola di cui si è reso protagonista (spalleggiato da alcuni aiutanti) nientemeno che il capolista di una delle liste che si contendevano “democraticamente” il voto dei cittadini.
Domenica mentre si recavano al seggio per votare, Franco Zaccagni e suo figlio, due cittadini valsusini che partecipano al movimento NO TAV, sono rimasti coinvolti in un’accesa discussione con il signor Torre, capolista di una lista che fa capo alla famiglia Lazzaro impegnata nel settore dell’edilizia. Franco Zaccagni sembra avesse rimproverato al sig. Torre la sua scarsa coerenza nel proclamarsi da sempre favorevole al TAV, nonostante fosse stata resa pubblica perfino in un libro una sua foto in vetta ad una famosa montagna con tanto di bandiera NO TAV sulle spalle. La reazione del sig. Torre e degli amici che lo contornavano sembra sia stata abbastanza violenta, infarcita di epiteti e minacce personali, ma pareva tutto fosse finito lì.
Invece si trattava solamente del prologo, in quanto Franco Zaccagni e suo figlio dopo essersi recati a votare hanno trovato all’uscita del seggio un “comitato di benvenuto” presieduto dal sig. Torre che, coadiuvato da tre dei fratelli Lazzaro, dal sindacalista cgil Rodolfo Greco (molto noto in Valle per essere l’ultimo italiano rimasto ad affermare che il TAV porterebbe lavoro), da Mario Faieta ed altre persone non identificate, non ha esitato ad adire alle vie di fatto picchiando in maniera assolutamente democratica tanto il padre quanto il figlio, fino a mandarli entrambi senza discriminazione alcuna all’ospedale.
Lunedì sera alcune centinaia di NO TAV valsusini sono scesi per le strade di Susa per ribadire, oltre alla solidarietà con Franco Zaccagni e suo figlio, anche l’assoluta volontà di non lasciarsi intimidire dalla violenza di chiunque voglia imporre il TAV con l’uso della forza per meri interessi di partito o di “bottega”.
Sicuramente quella di domenica è stata comunque una giornata poco edificante per un partito che in Valle di Susa nasce da subito sotto una cattiva stella. Picchiare Duro, anche se in modo democratico, non sembra infatti un buon viatico per raccogliere i voti delle persone che non si sono lasciate intimidire dai manganelli della polizia e difficilmente si spaventeranno di fronte alla democrazia delle “mani” messa in atto dalla consorteria del cemento e del tondino che si nasconde all’interno dei partiti.
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