domenica 1 luglio 2012

Il folklore di Marchionne

Marco Cedolin

Di fronte alla sentenza del Tribunale di Roma, che condannava la Fiat per discriminazione e le imponeva di riassumere i 145 operai di Pomigliano iscritti al sindacato, precedentemente licenziati, Sergio Marchionne, parlando qualche giorno fa dalla Cina dove era impegnato ad inaugurare l'ennesimo progetto di delocalizzazione, non esitò a dare sfoggio dell'alterigia supponente che lo contraddistinigue e tanto piace agli americani. "E' un evento unico che interessa un particolare paese che ha regole particolari che sono folcloristicamente locali", chiosò seccato il manager cosmopolita, senza portare alcun rispetto né ai giudici, né tanto meno al paese dove l'azienda da lui amministrata  ha costruito la propria fortuna finanziaria, anche grazie a decenni di sovvenzioni statali, pagate con il denaro dei contribuenti. Aggiungendo che comunque l'azienda avrebbe rispettato la legge.
Superato il momento della replica stizzita dell'amico di Obama, indispettito da tanta lesa maestà, Fiat ha anche reso nota la propria interpretazione di rispetto della legge....


L'ex Gruppo torinese ha infatti reso noto che si appellerà contro la sentenza, chiedendo la sospensione dell'ordine di riassumere i 145 dipendenti, suffragando la propria richiesta con delle motivazioni che davvero non si possono rifiutare.
Il numero dei dipendenti di Pomigliano "è a oggi più che adeguato a far fronte alle attuali esigenze di mercato", ragione per cui se i giudici non torneranno sui propri passi, Marchionne si vedrà costretto a mettere in cassa integrazione altri 145 dipendenti e nel caso la cassa non venga concessa a spedirli direttamente a casa.

Il rispetto della legge dovrà insomma passare per forza di cose attraverso l'inchino al più forte. Sentenza o non sentenza, la Fiat a Pomigliano eliminerà comunque 145 dipendenti, a meno che lo stato italiano non intenda accollarsene lui i costi.
Marchionne potrà continuare a dormire sonni tranquilli, dedicandosi ad aprire nuovi stabilimenti all'estero, nell'universo cosmopolita del mondo globalizzato, dove il folklore ed il localismo non infastidiscono i manager di successo.

1 commento:

Albatros ha detto...

Che tristezza leggere certe cose. Una persona con certamente dei talenti, fortunata, che non ha saputo sviluppare altro che arroganza ed egoismo. E la sua cecità la paghiamo tutti, in primis le 145 famiglie che si troveranno a fare i conti con una sua questione di puntiglio. Purtroppo non vi è progresso in questa logica del profitto.
Albatros