Di
fronte alla sentenza del Tribunale di Roma, che condannava la Fiat
per discriminazione e le imponeva di riassumere i 145 operai di Pomigliano iscritti al sindacato, precedentemente licenziati, Sergio Marchionne, parlando qualche giorno fa dalla
Cina dove era impegnato ad inaugurare l'ennesimo progetto di
delocalizzazione, non esitò a dare sfoggio dell'alterigia supponente
che lo contraddistinigue e tanto piace agli americani. "E'
un evento unico che interessa un particolare paese che ha regole
particolari che sono folcloristicamente locali", chiosò seccato
il manager cosmopolita, senza portare alcun rispetto né ai giudici,
né tanto meno al paese dove l'azienda da lui amministrata ha
costruito la propria fortuna finanziaria, anche grazie a decenni di sovvenzioni statali, pagate con il denaro dei contribuenti.
Aggiungendo che comunque l'azienda avrebbe rispettato la legge.
Superato il momento della
replica stizzita dell'amico di Obama, indispettito da tanta lesa
maestà, Fiat ha anche reso nota la propria interpretazione di
rispetto della legge....
L'ex Gruppo torinese ha
infatti reso noto che si appellerà contro la sentenza, chiedendo la
sospensione dell'ordine di riassumere i 145 dipendenti, suffragando
la propria richiesta con delle motivazioni che davvero non si possono
rifiutare.
Il numero dei dipendenti di
Pomigliano "è a oggi più che adeguato a far fronte alle
attuali esigenze di mercato", ragione per cui se i giudici non
torneranno sui propri passi, Marchionne si vedrà costretto a mettere
in cassa integrazione altri 145 dipendenti e nel caso la cassa non
venga concessa a spedirli direttamente a casa.
Il rispetto della legge
dovrà insomma passare per forza di cose attraverso l'inchino al più
forte. Sentenza o non sentenza, la Fiat a Pomigliano eliminerà
comunque 145 dipendenti, a meno che lo stato italiano non intenda
accollarsene lui i costi.
Marchionne potrà continuare
a dormire sonni tranquilli, dedicandosi ad aprire nuovi stabilimenti
all'estero, nell'universo cosmopolita del mondo globalizzato, dove il
folklore ed il localismo non infastidiscono i manager di successo.
1 commento:
Che tristezza leggere certe cose. Una persona con certamente dei talenti, fortunata, che non ha saputo sviluppare altro che arroganza ed egoismo. E la sua cecità la paghiamo tutti, in primis le 145 famiglie che si troveranno a fare i conti con una sua questione di puntiglio. Purtroppo non vi è progresso in questa logica del profitto.
Albatros
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