venerdì 9 ottobre 2009

VOLA LA PRODUZIONE INDUSTRIALE


Marco Cedolin
Anche in periodi come questo, di grande conflittualità sociale e scontri all’ultimo sangue fra giornalisti delle opposte fazioni, esistono “fortunatamente” notizie (non solo riguardanti l’utilità degli inceneritori, la bellezza del TAV, la necessità delle centrali turbogas, il bisogno della costruzione di nuovi ponti, viadotti, autostrade, tangenziali, sopraelevate e manufatti cementizi di vario genere) magicamente in grado di mettere d’accordo tutti i lavoratori della carta stampata che aspirano a godere di maggiore libertà.

La notizia secondo cui, nonostante le aziende continuino a chiudere, i disoccupati ad aumentare ed i cassaintegrati a crescere in maniera esponenziale, la produzione industriale italiana sarebbe stata oggetto nello scorso mese di agosto di un incremento addirittura “epocale”, sembra essere una di quelle intorno alla quale convergono in maniera compatta tanto i “dipendenti” del giornale della FIAT, quanto quelli di Mondadori, di De Benedetti, di RCS e di Caltagirone.

Il quotidiano LA Stampa di Torino titola “Sale la produzione industriale” aggiungendo “mai così bene dal lontano 1990” e “verso la fine della crisi”.
Il quotidiano La Repubblica titola “Ocse:forti segnali di ripresa, specie in Italia e in Francia.
Il Giornale titola "Ocse: segnali di ripresa, Italia e Francia in testa industria agosto record
Il Messaggero titola “Istat: vola la produzione industriale ad agosto +7% rispetto a luglio” aggiungendo boom della produzione di autoveicoli.
Il Corriere Della Sera titola “Produzione industriale ad agosto +7% su luglio ma in un anno resta a -18,3%” inserendo però nel corpo dell’articolo la seguente frase:
“L'istituto statistico segnala che il rimbalzo di agosto è difficile da interpretare poiché potrebbe essere soggetto a distorsioni statistiche legate al calendario: «In questo momento è difficile cogliere gli effetti stagionali, il dato può essere quindi oggetto di aggiustamenti», spiega infatti un funzionario Istat.”

Proprio all’interno di questa frase è contenuta la spiegazione di un piccolo “mistero” in sé abbastanza originale, avente per oggetto proprio la notizia del volo della produzione industriale.
Quasi tutti i giornali web citati, presentavano questa mattina all’interno del corpo degli articoli segnalati, un contenuto profondamente differente da quello che possiamo apprezzare adesso.
Si trattava di una lunga serie di calcolazioni alquanto contraddittorie, attraverso le quali si tentava di enfatizzare un presunto incremento della produzione industriale di agosto rispetto a luglio, proponendo un’ardita comparazione in realtà ben poco convincente. La serie delle calcolazioni continuava poi, prendendo in esame una lunga serie di comparazioni (agosto 2009 rispetto ad agosto 2008, gli ultimi tre mesi rispetto ai precedenti ecc) tutte con pesanti segni meno che contraddicevano in modo palese i toni ottimistici presenti nei titoli degli articoli.
Il polpettone di calcoli e percentuali (nonostante attraverso l’interpretazione dei numeri si possa dire tutto ed il contrario di tutto) evidentemente era talmente “tirato per i capelli” da far si che le redazioni abbiano preferito eliminarlo, sostituendolo con gli articoletti più brevi che potete apprezzare ai link segnalati.

Dopo avere preso atto del fatto che il volo pindarico della produzione industriale, si è rivelato solo una “libera” interpretazione di giornalisti alla ricerca della libertà di stampa, non ci resta che auspicare che questi stessi liberi giornalisti, dopo averci ragguagliati sul boom economico dell’Italia 2009, ci offrano un giorno di questi anche qualche informazione riguardo alla copertura finanziaria dello Stato in merito al dilagare della spesa per la cassa integrazione di cui beneficiano parte di coloro che da questo boom sono stati “colpiti”. Sembra infatti che lo Stato non abbia più i danari per pagare buona parte della cassa integrazione, ed attualmente molte aziende si vedano costrette a supplire a questo “incidente” anticipando in prima persona gli stipendi, attraverso fidi bancari garantiti dallo Stato stesso. Ed in alcuni altri casi (fortunatamente per ora una minoranza) i cassaintegrati gli stipendi non li stiano ricevendo proprio, ma debbano accontentarsi della promessa che prima o poi arriveranno.
Attenderemo naturalmente fiduciosi, nella speranza che anche in merito a questo argomento la “libera stampa” si manifesterà unita e coesa, così come abbiamo potuto apprezzarla nell’occasione del “volo della produzione industriale” e della repentina cancellazione delle ardite calcolazioni.

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