lunedì 9 maggio 2011

Applausi alla Thyssen

Marco Cedolin
La congrega d’industriali prenditori che fa capo ad Emma Marcegaglia ,  non perde mai occasione per dare sfoggio delle proprie “qualità”, arrivando a distinguersi anche per la grettezza d’animo, oltre che per la natura parassitaria arrogante e piagnucolosa esternata regolarmente ad ogni convegno.
Gli applausi tributati ieri dall’assemblea di Confindustria all’ad  della Thyssenkrupp, condannato ne l processo, per il rogo nello stabilimento di Torino che costò la vita  a 7 operai, arsi vivi nel tragico incendio del 6 dicembre 2007, rappresentano senza dubbio il gradino più basso finora toccato, da una confraternita autoreferenziale e dispotica, abituata a “fare impresa” fidando sugli “aiutini” statali e la compiacenza di una magistratura quasi sempre disposta a chiudere un occhio di fronte al potere economico…..


Applausi che oltre a risuonare come una nota stonata, fortemente offensiva nei confronti delle famiglie delle vittime e dei lavoratori tutti,  dimostrano una volta di più l’assoluta mancanza di rispetto e di qualsivoglia grado di sensibilità nei confronti dei morti sul lavoro, appannaggio dell’organizzazione presieduta da Emma Marcegaglia.

Esistono tragedie, ed il rogo della Thyssen è una di queste, di fronte alla quali chiunque dovrebbe sentirsi in dovere di chiudersi in un rispettoso silenzio, anche qualora ritenga di appartenere ad un’elité  abituata a muoversi al di sopra della legge.

Esiste una parola, chiamata dignità, che anche il clan del facile profitto presieduto dalla Marcegaglia, dovrebbe imparare a fare propria, perché quell’applauso risulta indicativo di una miseria umana che il denaro ed il potere non saranno mai in grado di colmare.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Diciamo che spesso questi incontri sono come si guardassero allo specchio e si applaudono da soli, per evitare confronti imbarazzanti.

simone

Anonimo ha detto...

Ottimo l'intervento, ripreso anche da CDC.
Aggiungo che la definizione che qualcuno ha dato dell'imprenditoria italiana confindustriale, riassunta nell'acronimo GF&ID che significa Grande Finanza & Industria Decotta, mi sembra quanto mai realistica ed opportuna.
In particolare, l'Industria Decotta è quella che è vissuta di contributi pubblici, le "rottamazioni", che non hanno riguardato soltanto il settore automobilistico, e che vuole continuare all'infito a privatizzare gli utili ed a socializzare le perdite.
L'Industria Decotta sopravvive, al di là delle "rottamzaioni" e dell'evasione/ elusione fiscale . sfruttando la merce-lavoro in modo sempre più stringente, ed è disposta, pur di mantenersi, a ballare sui cadaveri di coloro che sono morti nelle linee di produzione.
Se "pecunia non olet", questo è particolarmente vero per simili soggetti, nei confronti dei quali non servono richiami di ordine morale, discorsi etici, o l'appello ad un superiore senso di umanità.

Cordialmente

Eugenio Orso
http://pauperclass.myblog.it/

Antonio ha detto...

E' pura e limpida coscienza di classe (la loro); quella che manca alla parte avversa, ossia agli operai.

cristiano ha detto...

antonio, io non credo che per questi signori si possa parlare di coscienza, seppur di classe.
Mi ricordano le galline in un recinto. Questi animali infatti sono sempre pronti ad aggredire,coalizzandosi di volta in volta senza remore e fino ad ucciderlo,l'esemplare più debole noncuranti del fatto che di un loro simile si tratta.
Figuriamoci quanta "coscienza", questi sciocchi animali a cui ho comparato marcy e company, possono avere nei confronti di esseri che non sono loro simili (anche i componenti di confindustria del resto non ci considerano loro simili).

marco schanzer ha detto...

Non so se sono l'unico lettore che ha mai avuta la ventura di intromettersi in un vertice della Confindustria....ma devo spiegare che l'atmosfera non era quella di un meeting di lavoro.....ma di un consiglio di guerra o del vertice dei padrini di New York .Vita civile sospesa per un largo raggio , frotte di bulli armati con facce mafiose , con e senza divise....cecchini , limousine , un bilancio sufficente a nutrire un piccolo paese per qualche mese....
Mi sono chiesto , perche' l'atmosfera e' un atmosfera militare e non da manager ? In fondo poi , ciascuno di loro ha un bel ufficio dove ricevere .

marco cedolin ha detto...

Grazie a tutti per i commenti che hanno arricchito la mia riflessione.

Un caro saluto, Eugenio, e buon lavoro!

Gentile Marco,
la sua descrizione dei vertici di Confindustria è stata un'opera d'arte, fotografando quella congrega di malviventi e tutto ciò che ruota loro intorno, con una chiarezza adamantina.