domenica 22 luglio 2012

Quella Kabul nascosta fra le Alpi

Marco Cedolin

Ancora una volta, come tante in precedenza, i lettori dei quotidiani politicamente corretti, assisteranno domattina sulle prime pagine alla cronaca di una notte di scontri in Val di Susa, fra fantomatici "antagonisti" con il volto coperto ed eroici tutori dell'ordine costituito, anch'essi con il volto coperto e nessun numero identificativo sul casco, ma questi ultimi due particolari sui giornali non albergheranno. In compenso il giornalista di turno descriverà in maniera minuziosa con quanta ferocia gli "antagonisti" di cui sopra abbiano tentato di assaltare il cantiere del TAV, con cesoie, pietre e bombe carta, provocando la reazione delle forze dell'ordine, "costrette" a dispensare gas cs in abbondanza, per mantenere l'integrità del cantiere e delle recinzioni che lo delimitano.
Una lotta fra i buoni ed i cattivi, insomma, dove i buoni sono poliziotti e militari armati di tutto punto, impegnati a difendere gli interessi della mafia del cemento e del tondino ed i cattivi sono i valligiani esasperati da 20 anni di lotta contro un mostro, che unitamente alle finanze italiane devasterà il luogo in cui vivono e le loro prospettive di salute e di futuro....

Nessun giornale politicamente corretto racconterà la storia della Kabul nascosta fra le Alpi, dove per tentare di mantenere in vita un progetto scellerato che in Europa più nessuno vuole, il territorio è stato militarizzato, importando direttamente dalla "campagna" di Afghanistan uomini, mezzi ed apparecchiature. Dove i sensori termici scandagliano la boscaglia ininterrottamente, i lacrimogeni vengono lanciati ad altezza uomo per fare più male e le pattuglie fanno gli straordinari tagliando, quando ne hanno l'occasione, i pneumatici delle auto dei manifestanti. Dove i posti di blocco (come a Kabul) vengono fatti con l'ausilio dei blindati e chiunque si opponga all'opera viene sistematicamente intimidito, minacciato e talvolta perfino sottoposto a procedimenti giudiziari senza che ne esista motivo, grazie all'intervento della magistratura compiacente. Dove l'imperativo è fare in fretta, per riuscire comunque a scavare un buco dentro alla montagna, prima che l'opera venga definitivamente abbandonata e relegata nel novero delle follie di un modello di progresso che sta morendo.

Dove dietro alla cortina fumogena degli scontri, delle pietre e degli "antagonisti" esiste il problema di un cantiere "abusivo" che nessuno vuole e da un anno viene tenuto in piedi solamente attraverso l'occupazione militare e la repressione feroce delle contestazioni.
Ma gli italiani "politicamente corretti", che a Kabul nelle Alpi non ci sono mai stati, leggeranno solamente la cronaca di una notte di scontri e non resterà loro che mugugnare sommessamente, contro la solita banda di giovinastri che non ha voglia di lavorare e se la prende con la polizia.


4 commenti:

marco schanzer ha detto...

Io proverei una campagna che chiede chiaramente la smilitarizzazione della valle , come diritto civile .
Secondo me , in questi termini , la protesta potrebbe essere potentissima , disarmante .

tiziana volta ha detto...

Kabul e la Val di Susa sono due situazioni diverse. Le accomuna la violenza, purtroppo dove ognuno poi porta le sue di argomentazioni. Intanto non si vede lontamente la pace.
Forse ripetiamo forse, l'albero della pace, il caco che è sopravvissuto all'attacco atomico di Nagasaki, porterà un po' di quiete e crescendo poco alla volta trasmetterà la pace profonda, quella dell'animo Ci stiamo tentando di trovare un posto adatto in valle. Ci siamo riusciti a Kabul, perchè non li?

aliciainthebox ha detto...

Marco Schanzer, ammiro la tua ingenuità... Secondo te non ci si è mai provato? La maggior parte, anzi, quasi tutte le manifestazioni di pensiero "pubblico" contro la militarizzazione vengono trattate con disprezzo dei diritti dei cittadini, con pattuglie in ogni angolo, dove se indossi un fazzoletto NO TAV vieni perquisito, intimidito e vessato, se non manganellato e portato in caserma per accertamenti. Per un foulard. Sai che persone che non hanno fatto nulla sono sottoposte a restrizioni per reati inesistenti? E a Tiziana direi di andare a Kabul, a vedere com'è la sua pace... Forse, leggendo meno i giornali che vi dicono quello che volete sentirvi dire, capireste quello che vi succede realmente intorno. Scusate lo sfogo, ma da buona "non violenta" continuo a leggere commenti di persone che non sanno di cosa parlano.

marco schanzer ha detto...

Stavo parlando del potere dello " slogan " sulle moltitudini disimpegnate , non del rispetto dei Diritti da parte di chi difende il proprio potere !!!!Queste moltitudini..... hanno il potere di ribaltare la realta , ribaltando le proprie percezioni .Presentando abilmente il problema come un problema di militarizzazione del nostro paese , si puo' accendere qualcosa in testa a persone che non sono coinvolgibili con questioni ambientali .