Marco Cedolin
Lo scorso 30 settembre il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha dichiarato l'intenzione della sua amministrazione d’introdurre massicciamente in tempi brevi un meccanismo che, montato sugli autobus cittadini, può essere in grado di assorbire le polveri sottili presenti nell’aria a causa dell’inquinamento.
Tale meccanismo, denominato sistema Luft, è già stato sperimentato sul tetto di un autobus che ha viaggiato per 18 giorni lungo le strade della Capitale, sembra con ottimi risultati. In particolare la sperimentazione, condotta anche con la partecipazione del dott. Stefano Montanari, direttore scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena, ha messo in luce la capacità del sistema di assorbire non solo le polveri di maggiori dimensioni (PM 10 e 2,5) ma anche le nanopolveri, estremamente più pericolose per salute in quanto in grado di penetrare all’interno dei tessuti umani e del sangue.
Il meccanismo (che potrebbe in futuro venire montato non solo sugli autobus, ma anche sui taxi, sui mezzi adibiti alla raccolta rifiuti ecc.) è basato su un sistema di filtrazione elettrostatica con tre celle ad alto rendimento alimentate dal mezzo stesso. L’esemplare montato sul tetto dell’autobus per la sperimentazione è stato in grado di filtrare 10 mila metri cubi di aria ogni ora, abbattendo le concentrazioni del particolato aerodisperso, con rendimenti nell’ordine del 90%.
Proprio i risultati della sperimentazione del sistema Luft, estremamente incoraggianti, soprattutto a fronte del fatto che il sistema sembra essere in grado di abbattere anche le nanoparticelle e non solamente le meno pericolose polveri sottili, hanno indotto il sindaco Alemanno ad investire cospicue risorse (dal momento che ogni impianto costerà circa 20 mila euro) per la seconda fase del progetto. Seconda fase durante la quale una decina di autobus, scelti fra quelli che coprono i percorsi oggetto di maggiore inquinamento, già individuati e segnalati ai cittadini, verranno equipaggiati con il sistema Luft.
Stupisce un poco constatare come proprio da un comune amministrato dal centrodestra (tradizionalmente la parte politica meno sensibile ai problemi ambientali) sia partito uno dei primi progetti mirati a contrastare concretamente l’inquinamento, attraverso un sistema che, perlomeno stando ai primi dati, sembra avere i numeri per farlo. Tutto ciò mentre la maggior parte delle amministrazioni delle grandi città italiane, molte delle quali di centrosinistra e con assessori dichiaratamente ambientalisti, continuano ad affrontare il grave problema dell’inquinamento, attraverso tutta una serie di contromisure tanto inefficaci quanto anacronistiche. Contromisure che vanno dal blocco del traffico alle targhe alterne, dall’introduzione del car sharing alla limitazione della circolazione alle auto più nuove (ma molte volte come nel caso del FAP perfino più inquinanti), per non parlare degli improbabili investimenti finalizzati all’affitto delle biciclette, in metropoli prive di piste ciclabili, come Torino, dove circolare in bici equivale ad attraversare a piedi un’autostrada.
Tale meccanismo, denominato sistema Luft, è già stato sperimentato sul tetto di un autobus che ha viaggiato per 18 giorni lungo le strade della Capitale, sembra con ottimi risultati. In particolare la sperimentazione, condotta anche con la partecipazione del dott. Stefano Montanari, direttore scientifico del laboratorio Nanodiagnostics di Modena, ha messo in luce la capacità del sistema di assorbire non solo le polveri di maggiori dimensioni (PM 10 e 2,5) ma anche le nanopolveri, estremamente più pericolose per salute in quanto in grado di penetrare all’interno dei tessuti umani e del sangue.
Il meccanismo (che potrebbe in futuro venire montato non solo sugli autobus, ma anche sui taxi, sui mezzi adibiti alla raccolta rifiuti ecc.) è basato su un sistema di filtrazione elettrostatica con tre celle ad alto rendimento alimentate dal mezzo stesso. L’esemplare montato sul tetto dell’autobus per la sperimentazione è stato in grado di filtrare 10 mila metri cubi di aria ogni ora, abbattendo le concentrazioni del particolato aerodisperso, con rendimenti nell’ordine del 90%.
Proprio i risultati della sperimentazione del sistema Luft, estremamente incoraggianti, soprattutto a fronte del fatto che il sistema sembra essere in grado di abbattere anche le nanoparticelle e non solamente le meno pericolose polveri sottili, hanno indotto il sindaco Alemanno ad investire cospicue risorse (dal momento che ogni impianto costerà circa 20 mila euro) per la seconda fase del progetto. Seconda fase durante la quale una decina di autobus, scelti fra quelli che coprono i percorsi oggetto di maggiore inquinamento, già individuati e segnalati ai cittadini, verranno equipaggiati con il sistema Luft.
Stupisce un poco constatare come proprio da un comune amministrato dal centrodestra (tradizionalmente la parte politica meno sensibile ai problemi ambientali) sia partito uno dei primi progetti mirati a contrastare concretamente l’inquinamento, attraverso un sistema che, perlomeno stando ai primi dati, sembra avere i numeri per farlo. Tutto ciò mentre la maggior parte delle amministrazioni delle grandi città italiane, molte delle quali di centrosinistra e con assessori dichiaratamente ambientalisti, continuano ad affrontare il grave problema dell’inquinamento, attraverso tutta una serie di contromisure tanto inefficaci quanto anacronistiche. Contromisure che vanno dal blocco del traffico alle targhe alterne, dall’introduzione del car sharing alla limitazione della circolazione alle auto più nuove (ma molte volte come nel caso del FAP perfino più inquinanti), per non parlare degli improbabili investimenti finalizzati all’affitto delle biciclette, in metropoli prive di piste ciclabili, come Torino, dove circolare in bici equivale ad attraversare a piedi un’autostrada.
Così come stupisce che sia proprio il Comune di Roma, una delle prime istituzioni in Italia a prendere coscienza, grazie alla collaborazione con il dott. Montanari, del problema costituito dalle nanopolveri, fino ad ora misconosciuto tanto dal legislatore quanto dalla politica.
6 commenti:
INQUINAMENTO DA PARTICOLATO INORGANICO ci sono due fronti sui quali agire:
1) DEPURARE L'ARIA ORMAI INQUINATA IN MODO IRREVERSIBILE PER EVITARE LA PATOGENICITA' DELLE POVERI infatti:
-->l'aver trasformato, attraverso le combustioni ad altissime temperature, una parte della materia in partocolato ultrasottile abbiamo INQUINATO IN MODO PERMANENTE l'aria e l'ambiente;
--> essendo questo particolato non biodegradabile RESTERA' PER SEMPRE disperso nell'aria e respirando questo particolato ultrasottile, che per la sua dimensione si comporta come un gas, e proprio per la sua natura risulta pericolosissimo per la nostra salute, RISULTERA' PATOGENICO IN ETERNO;
--> una delle domande che possono sorgere spontanee è : "che fine fanno le polveri che vengono raccolte e anche come è possibile filtrare anche il particolato ultrasottile? ecco la risposta:
"Il mistero dei filtri per le polveri ultrafini"
http://www.stefanomontanari.net/index.php?option=com_content&task=view&id=1875&Itemid=1
2) CHIUDERE TUTTI QUEGLI IMPIANTI CHE UTILIZZANO ALTISSIME TEMPERATURE E QUINDI PRODUCONO PARTICOLATO INORGANICO PREFERENDO SOLUZIONI ALTERNATIVE NON INQUINANTI
--> come si ribadisce anche nel comunicato stampa di presentazione del "Sistema LUFT" che trovate al link segnalato sopra
Caro Marco
Ti leggo spesso, e leggendo questo articolo mi sono chiesto:
1)Il dott. Montanari ha sempre detto che non esistono filtri capaci di fermare le nanopolveri, e quindi è una balla quella che dagli inceneritori non esca niente perchè hanno i filtri,la semplifico cosi.
E come mai questi filtri,a cui lui ha collaborato, funzionano? Qualcuno potrebbe dargli dello scienziato ciarlatano, come lui diceva degli inceneritoristi.
2) Che fine faranno i filtri a fine ciclo? Come saranno trattati? Verranno gettati in discrica? normale? o speciale?
3) Non dovrebbero essere associati a questo alri metodi, come la riduzione della fonte di particelle?
così sembra un pò un cercare di tenere pulita una segheria con uno spolverino.
Ciao
Daniele
Caro Daniele,
innanzitutto Benvenuto sul mio blog. Poi tento di risponderti,
1)Ti rispondo con le parole dello stesso Montanari che proprio oggi ha pubblicato sul suo blog un articolo: http://www.stefanomontanari.net/index.php?option=com_content&task=view&id=1875&Itemid=1
all'interno del quale spiega la questione dicendo:
"Ciò che pare arduo da far capire è come mai i filtri siano attivi sulle nanoparticelle quando io ho sempre detto che non esistono filtri del genere.
Il fatto è che io sono molto noioso e, quando parlo o scrivo, non riscuoto attenzione. Così, un dato che io ho effettivamente denunciato per le emissioni degl’inceneritori viene estrapolato come dato universale.
I filtri a maniche usati negl’inceneritori hanno la capacità di catturare solo polveri primarie filtrabili (niente primarie condensabili e niente secondarie) di dimensione raramente sotto i 2 micron. Ogni 2-3 secondi, poi, quei filtri sono totalmente intasati e un soffio violento di aria compressa imprime una sorta di brivido lungo il filtro stesso, e questo fa sì che le polveri caschino.
I filtri del sistema sperimentato a Roma sono meccanici (due posti in serie) seguiti da un elettrofiltro sulle cui lame si bloccano almeno in gran parte le poveri ultrafini che sono ovviamente sfuggite ai primi due.
La quantità di polvere prodotta da un inceneritore è enormemente più grande di quella catturata da un singolo elettrofiltro il quale, come i due filtri in serie che si svolgono a rullo, non necessita di pulizia se non dopo un tempo relativamente lungo. E questa pulizia si effettua con un sistema ad ultrasuoni che permette di raccogliere le nanopolveri. Queste sono poi compresse ad altissima pressione e trasformate in blocchi inerti.
Ad oggi un sistema del genere non può essere applicato agl’inceneritori. Questo non significa che, se domani qualcuno modificherà nel senso giusto l’apparecchiatura, la cosa non possa essere implementata."
2)Per quanto riguarda le polveri (una volta compresse e trasformate in blocchetti inerti come spiegato da Montanari)penso debbano essere smaltite in discariche immagino per rifiuti speciali. Riguardo ai filtri invece non ne conosco la durata, nè saprei dirti se a fine ciclo costituiscano o meno un prodotto da discarica per rifiuti speciali.
3)Sicuramente, come suggerisci tu, a questo metodo dovrebbero essere associate pratiche per diminuire drasticamente a monte la produzione di polveri inquinanti.
Un caro saluto
Marco
Caro Daniele,
ho tentato d'informarmi più nel dettaglio riguardo ai filtri, scoprendo che i filtri meccanici sono fatti di un tessuto sintetico e gli elettrofiltri sono di metallo. Non vanno pertanto sostituiti perché sono riciclabili pressoché all’infinito.
Grazie Tante
Cercherò anche io di informarmi bene sull'argomento.
Comunque l' importante sta nel fatto, che non è un metodo di produzione di nano particolato,ma bensi un nuovo metodo di "pulizia" dell'aria.
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